martedì 9 gennaio 2007

Vogliamo davvero la Turchia in Europa?

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Il discorso di Napolitano di oggi in occasione della visita del Presidente turco mi ha fatto tornare nuovamente a pensare a questo fantomatico allargamento dell'Unione Europea. Non che fosse passato troppo tempo dall'ultima volta in cui ne ho discusso, solo che fino alla settimana scorsa gli oggetti della discussione erano Romania e Bulgaria.



Romania e Bulgaria, per quanto paesi senza ombra di dubbio europei, il cui ingresso ha suscitato molte perplessità da parte dell'opinione pubblica del paese. Non ho letto alcun giornale straniero recentemente, ma credo che simili perplessità siano state suscitate anche negli altri paesi dell'Unione dato che si sta pensando ora ad indire un referendum per ogni futura eventuale ammissione nella comunità, cosa che francamente mi solleva, e non poco.



Sono certo noti i casi di malavita romena diffusa a Torino e nella sua cintura, i problemi sempiterni con i Rom che, ora, quando si andrà a scacciarli via dai loro campi nomadi, potranno sventolare beatamente il loro passaporto europeo reclamando il diritto di risiedere liberamente qui in Italia. Certo, non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, sacrosanto. Tuttavia è anche doveroso evitare di nascondere che questi problemi ci sono, e potrebbero tendere ad aumentare con l'estensione dell'area Schengen.



Non oso pensare a cosa possa succedere in seguito ad un eventuale ingresso della Turchia.

Ingresso a cui, allineandomi stranamente alle posizioni della destra, non sono favorevole. Se non fosse altro che per ragioni storiche e geografiche: la Turchia non ha che il 10% del suo territorio in Europa, l'impero Ottomano è stato sì influente nei Balcani fino alla Prima Guerra Mondiale, ma la cultura di cui si è fatto portatore non è europea, non condivide i valori europei e certamente non è uno Stato che fa della democrazia e della tutela delle libertà un suo punto forte.



Credo che ci siano già abbastanza questioni da risolvere sia in Europa [vedi il grandissimo punto fermo sulla costituzione europea] sia ancora nei singoli stati che ne fanno parte [non ultima l'attuazione della raccomandazione europea di attuare norme di tutela sulle coppie di fatto, visto che proprio noi in Italia siamo il fanalino di coda dei 27]. Forse sarebbe bene pensare a raddrizzare queste cose prima di aggiungere altra carne al fuoco.



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