martedì 23 settembre 2008

L'antidoto Gelmini part II

Gelmini01g
Dopo aver visto ieri sera il dibattito a Porta a Porta sono ufficialmente diventato un fan di Mariastella Gelmini (anche su Facebook). Per tutta la durata della trasmissione non si è scomposta di un millimetro per neanche un secondo, ha mantenuto un self-control da maestra zen e si è espressa sempre, costantemente in maniera garbata senza mai accusare chicchessia di nulla, nemmeno del pessimo stato in cui versa l'istruzione italiana.



Ora, lasciamo da parte il programma di riforma del suo Ministero e guardiamo solamente lei in quanto figura ufficiale atta a rappresentare in primis il governo e poi il paese tutto: da quanto tempo non si vedeva un Ministro simile? [con l'eccezione di Emma Bonino nella scorsa legislatura, c'è da dire] Da quanto non si vedeva un Ministro con un portamento sicuro, dai modi educati, per nulla rissoso, incisivo nella sua maniera di parlare intelligente eppure graceful allo stesso tempo? Non sembra per nulla il classico parlamentare italiano medio. E, di questo, c'è da esserne contenti.   



Poi mi chiedo come si fa a metterla in un governo con quel caciarone di Calderoli che al solo pensare che rappresenti l'Italia agli occhi del mondo mi vengono i conati di vomito dalla vergogna.



Ma torniamo a Mariastella. Peccato che non portasse gli occhiali (e avesse due borse enormi), con quel tocco sarebbe stata ancora migliore. In effetti sembrava molto stanca. O stanca o con due palle enormi così al sentirsi ripetere le stesse critiche da tre mesi a questa parte, critiche che poi sembravano fatte più solo per dover di opposizione che per qualche fondamento logico. Né la Garavaglia né Panini hanno minimamente scalfitto il programma della Gelmini. Invece ho apprezzato i momenti in cui la Senatrice del Partito Democratico affermava ad alta voce i punti di accordo con il programma del Ministro. Questo è il clima che ci vorrebbe anche da noi, così come è già nelle altre democrazie europee. 



E poi ci sono i fatti, i dati concreti - che non vengono mai menzionati da nessun politico perché qui in Italia la politica è tutta personale, ideologica e astratta. La Gelmini ieri mi ha stupito anche per questo, perché citava sovente i dati dell'indagine condotta dal Ministero, quegli stessi dati che appunto avevano portato alla formazione del progetto di riforma. Insomma, finalmente una donna (strike uno), giovane (strike due), che risponde alle domande che le vengono rivolte senza deviare la conversazione sulla luna (strike tre), e che fa riferimento a dati concreti e oggettivi ben precisi e non a idee campate in aria senza un minimo fondamento reale (colpito e affondato).



Il dibattito di ieri sera mi ha convinto ancor di più che la buona politica non è una cosa propria di destra o di sinistra, ma dipende dalla personalità che ne tiene le redini.



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