mercoledì 17 settembre 2008

Mobilità (in)sostenibile

Mobilita
Da pochissimi giorni ho acquistato una nuova Panda con alimentazione a metano, "Natural Power" è il nome altisonante dato dalla Fiat a questo nuovo modello di Pandina.



A parte la comunicazione di prodotto che abbellisce sempre il tutto, l'alimentazione a metano è davvero una straordinaria trovata. Riesce a coniugare rispetto per l'ambiente e mobilità ecosostenibile con un effettivo ritorno economico: non solo appaga le coscenze ecologiche, ma il metano costa oltretutto quasi la metà della benzina. Ad oggi, per esempio,  l'Agip riporta 1,428 per la benzina, 1,362 per il diesel, 0,683 per il GPL, 0,896 per il metano.  Una soluzione di responsabilità ambientale totalmente riuscita, anche dal punto di vista del business.



L'unica pecca è che i distributori di metano non sono ancora così diffusi, anche se è verissimo che, se la Fiat ha iniziato a produrre automobili a metano, è perché è sicura della sua prossima diffusione. In effetti con gli incentivi regionali sul metano (pari a 2000€ + assenza di bollo per i primi 5 anni di vita dell'auto), questa è l'unica soluzione intelligente: installare un impianto GPL non conviene più (costa intorno ai 2000€, tanto quanto gli incentivi sul metano), né tantomeno conviene acquistare un'auto esclusivamente a benzina, dato che a lungo termine si va a perdere. Senza contare le questioni di sicurezza, il metano è un gas naturale e perciò è totalmente sicuro.



Proprio ieri invece ho chiesto informazioni sul servizio di car sharing adottato da qualche anno dal comune di Torino, ed ora anche di Collegno e Grugliasco (quelle famose automobili del Car City Club con la scritta "io guido" in arancione sul fianco). Confesso che l'idea di utilizzare un'auto in comune con altri, e quindi solo quando ne si ha veramente bisogno, mi alletta moltissimo. La trovo una soluzione capace di coniugare il bisogno dei torinesi di avere sempre una macchina sotto il deretano con un utilizzo molto più moderato della stessa, e quindi con un risparmio notevole di emissioni (tanto più che le automobili utilizzate dal car sharing sono tutte a metano).



Tuttavia ho alcune perplessità. In primis relativamente ai costi. L'utilizzatore del servizio paga una quota annuale (o semestrale, trimestrale o mensile) pari a 180 €. E fin qui tutto tranquillo. Poi il costo dell'utilizzo dell'automobile è duplice: vi è un costo chilometrico e un costo orario. Per una Punto, per esempio, il costo è di 2,20€ all'ora e 0,50€ al km. Vi sono poi sconti se l'utilizzo è effettuato di notte e se si superano i 100 km). Non ho avuto ancora occasione di fare due calcoli considerando la mia frequenza di utilizzo del veicolo, ma se supponiamo una situazione generale in cui una persona usa l'auto per andare al lavoro e poi fare qualche commissione prima di tornare a casa, possiamo ipotizzare che il torinese medio tenga l'auto in sharing occupata per 11 ore facendo 20 km ogni giorno? Considerando l'orario di lavoro, poi la spesa, la seduta settimanale di psicoterapia e il figlio da portare e riprendere in piscina, direi di sì. In questo caso, il torinese medio spenderebbe 34 € al giorno, che sui 5 giorni lavorativi si tradurrebbe in 170 €. A cui si devono poi aggiungere le uscite serali, le scampagnate nel weekend e tutti quei piccoli imprevisti di ogni giorno. Facciamo 220€ alla settimana? Quindi otteniamo 880€ al mese. Che è una cifra spropositata per l'utilizzo dell'auto che fa il torinese medio.



Diverso è il caso in cui consideriamo un torinese... speciale (stavo per scrivere anormale, ma poi ho pensato di rendere il complimento più chiaro) che va al lavoro in bici, e che quindi non spende nulla per le sue otto ore di parcheggio, fa esercizio quotidiano, consuma le sue calorie, e cresce più sano e più bello (come la Lambertucci). Se il nostro torinese speciale utilizza l'auto in sharing per le sue 3 uscite settimanali in cui l'auto gli è proprio necessaria (3hx10km), due uscite serali (5hx10km) e le scampagnate nel weekend (8hx50km), l'auto gli costa 119€ al mese. In più non ha lo stress di cercare parcheggio perché parcheggia sulle strisce blu senza pagare, può circolare sulle corsie riservate ai mezzi pubblici e non avrà mai restrizioni di accesso al centro città e non pagherà metano, bollo o assicurazione. Non c'è confronto insomma. Il car sharing è un servizio conveniente solo per chi utilizza l'auto in maniera non ordinaria, e paga infatti solo il costo di utilizzo. 



Un'altra perplessità è dovuta al sistema di utilizzo: bisogna infatti prenotare l'auto per tempo, altrimenti ce la si può vedere soffiata, e bisogna riportarla esclusivamente nel parcheggio in cui la si è presa.



Riguardo alla prenotazione, bisogna insomma sempre giocare d'anticipo: pena l'uso di una Multipla (tariffe orarie e a km più care) quando in realtà una 600 sarebbe più che sufficiente. Cosa succede se ho un'emergenza improvvisa e non posso prenotare in anticipo?



Relativamente alla situazione dei parcheggi, sarebbe grandioso se si potesse prendere un'auto dal parcheggio vicino a casa e lasciarla in qualsiasi parcheggio della città. Sarebbe veramente una mobilità senza limiti. Capisco però i problemi di gestione e coordinamento che ciò provocherebbe al Car City Club, soprattutto pensando a tutti quei torinesi in carriera che prenderebbero le auto dalla periferia per lasciarla poi in centro e magari tornare a casa la sera con la macchina di un collega. Il centro si ritroverebbe in pochi giorni a straripare di automobili mentre la periferia piangerebbe, così come quegli stessi torinesi in carriera che il giorno dopo non troverebbero più l'auto sotto casa e andrebbero a lamentarsi al Car City Club.



E un torinese che si lamenta non è cosa da prendere alla leggera.



No no, meglio soprassedere. Per ora almeno.



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