martedì 16 settembre 2008

Piste ciclabili a Torino

Ibikecph
Dopo un anno passato a muoversi in bici a Copenaghen, non si torna più indietro.
Usare la bici come mezzo di trasporto è un'esperienza unica che combina facilità di spostamento, esercizio fisico e assenza di inquinamento. It's a win-win-win.



Dal mio rientro a Torino ho iniziato a esplorare le possibilità che la città offriva a chi voleva muoversi in bici all'interno della città, e le mie impressioni sono state decisamente migliori di quanto mi aspettassi. Le piste ciclabili sono molte, e la comunità ciclistica che le utilizza è di gran lunga maggiore di quanto credessi.



Certo, questo non vuol dire che la situazione non sia migliorabile. Uno dei problemi maggiori è il fatto che le piste sono raramente collegate tra loro, rendendo i passaggi da una pista all'altra molto difficili e pericolosi per un ciclista. Un esempio tra tutti, segnalato dalla mia amica cherchilla di criticalmap.org, la pista ciclabile di Corso Inghilterra, che non è collagata a quella di Corso Francia né a quella di Corso Castelfidardo: il ciclista deve imboccare il Corso sulla carreggiata insieme alle auto, poi spostarsi dopo 200 metri al centro dove si trova la pista, percorrere quel tratto e ributtarsi in carreggiata.
Un altro problema è la conformazione stessa delle piste ciclabili, che spesso sono a raso e vengono usate come parcheggio dalle automobili, se non persino come parcheggio in doppia fila.
Terzo e ultimo problema che mi sento di segnalare come ciclista urbano, anche se ce ne sarebbero sicuramente molti altri, è l'assenza di collegamenti dalla città verso la prima cintura, e viceversa. La zona Nord di Torino è praticamente sprovvista di collegamenti verso la città più vicina, Settimo Torinese. L'unico collegamento che esiste è quello che segue il corso del Po, da una parte lungo Corso Casale, dall'altra attraverso il Parco della Colletta, che arriva a San Mauro e da cui si può poi utilizzare il nuovo parco lungo il fiume per arrivare a Settimo. Il percorso in sé non è affatto male: è esclusivamente ciclopedonale ed è chiuso al traffico per la maggior parte della lunghezza; tuttavia, per un tragitto Settimo Torinese - centro di Torino, le distanze con questo percorso vengono allungate in maniera spropositata.



Riconosco però che il comune di Torino si sta davvero impegnando nella diffusione delle piste ciclabili in città. Proprio ieri ho scoperto per la prima volta la pista ciclabile in via Principe Amedeo che collega il centro con quella già esistente di via Bertola, e quella in senso di circolazione inverso di via Arcivescovado e via Cavour. E anche sul tratto verso Settimo Torinese, che mi riguarda da vicino, è stata costruita da poco una pista ciclabile che collega il centro commerciale Auchan con lo stabilimento Michelin lungo Corso Romania, con l'intento in un futuro prossimo di dotare l'ultimo tratto del Corso di una pista ciclabile che si colleghi con quella che partendo dal Villaggio Olimpia arriva fino a Settimo Torinese.



Spero che si vada decisamente avanti in questa direzione, perché l'uso della bicicletta come mezzo di trasporto è qualcosa che vale la pena di essere scoperto per tutti i vantaggi che comporta: da quelli urbani, come la riduzione del traffico e dell'inquinamento, a quelli personali, dai benefici per la salute, l'organismo, il fisico e la mente ad altri quali la riduzione dello stress da traffico (vogliamo mettere?), la scoperta di particolari della città mai notati prima (ve lo giuro), e la sensazione di appartenere ad una comunità di persone che è consapevole di fare qualcosa di buono per sé stessi e la città intera. Persino la Contessa Barbara Ronchi della Rocca si sposta in bici! Vogliamo provarci anche noi?



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