venerdì 14 novembre 2008

La sfida interna del Parti Socialiste, tutti contro Ségolène Royal

Politiques
Iniziamo la giornata di oggi con un bel post agguerrito sulla politica francese. Come sapete, oggi si tiene a Reims il congresso del Parti Socialiste per eleggere il segretario che succederà a François Hollande. Allora, qui il PS inizia a sembrare l'ambientazione di una telenovela, quindi prestate bene attenzione alla trama e all'intreccio.



Hollande è l'ex compagno di Ségolène Royal, che è stata la candidata del PS alle elezioni presidenziali di due anni fa, perdendo 46% a 54% contro Sarkozy. Ora, la carriera di Ségolène è quasi paragonabile a quella di Sarah Palin - è infatti presidente della regione del Poitou-Charentes. La sua campagna del 2006 è partita dalle primarie del PS, in cui gli sfidanti socialisti hanno cercato di demolirla accusandola di non essere capace a seguire una conversazione e a far osservazioni pertinenti, figuriamoci a governare. Eppure Ségolène è stata acclamata dal popolo socialista, ottenendo il 60% del voto alle primarie con una campagna concentrata sul ricambio generazionale di cui il partito aveva bisogno, e quindi contro gli elefanti del partito, tra cui Strauss-Kahn e Fabius.



Pur avendo vinto le primarie tuttavia, la reputazione di Ségolène è stata distrutta in campo generale - dai sondaggi risultava infatti che per la maggior parte della popolazione la governatrice non risultasse adatta a dirigere un paese - alcune voci di corridoio dicevano addirittura che ai comizi le parole le venivano suggerite dai propri collaboratori, tra cui, guarda caso, Hollande, segretario del PS. Sta di fatto che, nonostante un'impressione ben competitiva e al di sopra delle aspettative al dibattito pre-elettorale contro Sarkozy, il candidato dell'UMP ha avuto vita facile e ha vinto le elezioni.



Ma Ségolène ha detto chiaro e tondo che non sarebbe finita lì.



E così è stato. E' tornata alla ribalta proponendo la sua mozione al PS affiancandosi a quelle del sindaco di Parigi Delanoe, del sindaco di Lille Martine Aubry e a quella di Benoit Hamon. Ed è arrivata prima. Ha ottenuto il 29% dei voti, contro il 26% di Delanoe, il 22% della Aubry e il 16% di Hamon. Stando così le cose, spetta a lei l'iniziativa per raggiungere una maggioranza dei consensi nella votazione che si tiene oggi.



Questa maggioranza dei consensi però è ben lontana dall'essere una possibilità. Pur avendo inviato lettere di rapprochement agli altri candidati, e pur non avendo ancora dichiarato l'intenzione o meno di candidarsi alla segreteria del partito (Ségolène ha sempre detto che il posto di segretario non era fatto per lei, che è fondamentalmente un'estranea ai meccanismi del partito, e che il suo obiettivo fosse piuttosto le presidenziali del 2012), Ségolène non ha trovato alleati disponibili nemmeno ad una negoziazione. Martine Aubry l'ha seccata completamente dicendo che le loro concezioni di sinistra sono troppo diverse, e ha preferito invece trattare prima con Hamon e ora (pare) con Delanoe. Hamon rappresenta la frangia di estrema sinistra del partito, e per i suoi sostenitori la strategia di avvincinamento al partito centrista francese MoDem contemplata da Ségolène non è apprezzabile. L'unico che finora ha lasciato una titubante porta aperta è stato Bertrand Delanoe, sindaco di Parigi e gay dichiarato, che sembra considerare possibile una mediazione tra la sua mozione e quella della Royal, a patto però che quest'ultima non ascenda alla guida del partito.



I detrattori di Ségolène (ma non solo), dicono che, se lei diventasse segretario, il partito si spaccherebbe. Il che forse non sarebbe neanche male, visto che la crisi del partito socialista è molto paragonabile a quella del nostro partito democratico (sebbene le crisi siano nate per due fattori opposti) e va avanti ormai da anni. Un sondaggio di oggi pubblicato da TNS Sofres ha anche mostrato che la fiducia dei francesi verso il PS è costantemente in calo. Alcuni poi affermano l'incompatibilità delle posizioni di segretario e candidato presidenziale, più per una consuetudine consolidata che per una reale ragione tecnica.



Sta di fatto che Ségolène è un personaggio dinamico che ha saputo e continua ad attrarre l'opinione pubblica, sia nel bene sia nel male. Io personalmente credo molto che questo odio e questa ammirazione nei suoi confronti riflettano e siano senza dubbio sintomatici della crisi di identità che attraversa il PS.



Rimaniamo ora in attesa di notizie da Reims per sapere quale sarà il futuro del PS e insieme della sinistra francese. 



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