mercoledì 12 novembre 2008

"Sad Motorola" e svendita cervelli

Motorolainside
Continuando il tema del mio post di una settimana fa sul licenziamento dei dipendenti Motorola, dopo una settimana di silenzio stagno in cui le uniche parole che sentivamo noi al secondo piano erano quelle della sicurezza che, al cancello, imperterrita, domandava il tesserino per lasciarti entrare, sono finalmente arrivati i primi movimenti. I primi gesti, espressioni di malcontento, di delusione per una sorte che pare essere stata decisa nel giro di un fine settimana. O poco più.



Le bandiere dei sindacati appese all'ingresso. Uno striscione che recita "SVENDITA CERVELLI" appeso alla balconata del primo piano. E un logo fenomenale appeso alle finestre degli uffici: sad Moto. Sad Moto è l'espressione grafica di quello che era un grande progetto, apprezzato da tutto l'hinterland torinese, un piano che doveva portare Torino ad essere un polo di eccellenza nella tecnologia - un piano che ora è fallito.



Pare. Almeno per ora.



Rimangono solo le parole di consolazione di Mercedes Bresso (veritiere, ma sempre di mera consolazione... almeno per ora):



«Il Piemonte - ha spiegato - ha un’economia più aperta rispetto ad
altre realtà italiane. Questo significa anche essere maggiormente
esposti a crisi originate all’estero. La chiusura del centro di ricerca
della Motorola - ha esemplificato - non è un fallimento del nostro
sistema, ma la conseguenza del fatto di avere aziende straniere che
investono sul nostro territorio. Tali aziende hanno ovviamente il loro
core business altrove, e di fronte alle difficoltà chiudono quello che
avevano aperto da noi».



«Però essere aperti - ha concluso
Mercedes Bresso - vale nei due sensi, saremo anche i primi quando
arriverà il momento della ripresa. E tornando alla Motorola, non ci
diamo ancora per sconfitti: avere a Torino 400 ingegneri e tecnici di
elevata qualità in cerca di lavoro potrebbe attirare sul nostro
territorio altre imprese del settore».



Intanto l'unico a tenere campo qui in via Cardinal Massaia è sad Moto.
Almeno per ora.



(intervista: lastampa.it)
(foto: motorolainside)



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