giovedì 4 marzo 2010

Authority, ma quale?

Metilparaben ipotizza:

Supponiamo che io sia il consulente di un'associazione senza scopo di lucro che si occupa di assistere i malati, e immaginiamo che quell'associazione, avendone i requisiti, decida di iscriversi all'elenco degli enti che possono ricevere il 5 per mille dai contribuenti allo scopo di raccogliere fondi da destinare alla sua lodevole attività: come la legge prescrive, per essere inserita nella lista l'associazione incarica un commercialista abilitato (cioè me) di inviare via internet un'apposita domanda all'Agenzia delle Entrate entro la mezzanotte di una certa data.

Supponiamo che io, ricevuto l'incarico, aspetti l'ultimo giorno utile per provvedere all'adempimento, e che proprio allora mi venga la febbre a quaranta, resti chiuso in un ascensore, mi si fermi la macchina mentre sto tornando da chissà dove, oppure mi capiti qualche altro impedimento ben più serio della semplice esigenza di mangiarmi un panino.

Supponiamo che alla fine io mi liberi, superando mille peripezie, ma riesca a mettermi davanti al computer solo tre quarti d'ora dopo la mezzanotte, e che a quel punto tenti disperatamente di inviare la domanda fuori tempo massimo, sia pure per una manciata di minuti, per cercare di evitare che un ente dai fini così meritori perda la possibilità di reperire il denaro necessario a portare avanti le sue benefiche iniziative.

Ebbene, sapete come andrebbe a finire? La domanda sarebbe tardiva. Cioè irricevibile. Cioè senza alcuna speranza di accoglimento. E non basterebbero il TAR, la Corte d'Appello, il Presidente della Repubblica e tutti i comizi del mondo per sanare la situazione, perché il termine era perentorio, io lo conoscevo in anticipo e se avessi voluto premunirmi contro i contrattempi dell'ultimo momento avrei potuto agevolmente provvedere qualche giorno prima: per i malati, per l'assistenza che avrebbero potuto ottenere grazie ai fondi che l'associazione avrebbe raccolto, nessuna possibilità.

Sarebbe giusto così, evidentemente, perché la legge è la legge, e se così non fosse l'Agenzia delle Entrate si troverebbe a dover gestire centinaia di domande tardive con relative giustificazioni, precisazioni, pretesti e scuse, e alla fine sarebbe costretta a fissare un tempo massimo per ricevere tutte le domande tardive, ma quel tempo massimo a sua volta potrebbe essere disatteso per tre quarti d'ora con relative proteste ed eccezioni da prendere nuovamente in considerazione, e così via all'infinito.

Ciò detto, mi domando: perché mai per i partiti dovrebbe essere diverso? Per quale motivo chi si candida a rappresentare gli elettori, e quindi dovrebbe essere il primo a rispettare le regole cui essi sono tenuti ogni santo giorno, si arroga la facoltà di esserne esente? Ma c'è di più: con quale autorità, una volta eletti, costoro potranno obbligare i cittadini a rispettare le scadenze se invece di dare l'esempio sono stati i primi a disattenderle?

Dite la verità: non riuscite a vergognarvi neanche un po' per quello che state chiedendo?

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