martedì 15 giugno 2010

Torino, diversa sempre.

Si avvicina l'estate ed è tempo di gay pride, tempo di continuare la battaglia per i diritti civili e per qualcosa di ancora più fondamentale: il rispetto. Rispetto, perché questa ondata di omofobia che dilaga in tutto il paese deve far riflettere sullo stato di incivilità e intolleranza che permea la nazione, a partire dai suoi più alti rappresentanti politici.

Anche per questa edizione del Pride regionale, la città di Torino si mostra diversa dal resto d'Italia offrendo il proprio patrocinio all'evento. Le bellissime righe che riporto (e il titolo del post, che dà inizio ad un nuovo tag) sono presi dal sito ufficiale del Torino Pride, www.torinopride.it .

Il comune di Torino ha concesso il patrocino alla manifestazione del 19 giugno prossimo "I diritti sono il nostro Pride".

Anche gli scorsi anni la giunta aveva concesso il patrocinio al Pride, ma quella di quest'anno è un'esperienza del tutto diversa. A fianco del Coordinamento Torino Pride LGBT che raggruppa le associazioni gay, lesbiche e trans della città, hanno promosso e lavorato a questo progetto le Donne di Torino per l'Autodeterminazione, il Coordinamento Immigrati Auto-Organizzati di Torino e la Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni.

"Un anno importante questo a Torino per le persone lgbt," commenta Daniele Viotti del Coordinamento Torino Pride "prima lo sposalizio di Antonella e Debora alla presenza del sindaco, poi questo patrocinio. Se pensiamo che i nostri compagni delle associazioni milanesi non sono neppure stati ricevuti dal sindaco Moratti, si capisce quanta distanza ci separa purtroppo". "Ma i diritti, anche quelli acquisiti vanno sempre difesi. La maternità come scelta, l'interruzione di gravidanza, il divorzio, la laicità dello stato, ci sono costati dure lotte e non possiamo permettere che nuove ondate conservatrici le annullino in un attimo." Così Margherita Granero delle Donne di Torino per l'Autodeterminazione. "Nella difesa o nella conquista saremo sempre unite e uniti, consapevoli che i diritti non riguardano mai una minoranza ma sono patrimonio di tutte le persone" conclude Indrit Aliu del Coordinamento Immigrati Auto-Organizzati di Torino.

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