venerdì 31 dicembre 2010

Chiamparino, bilancio di fine mandato

Quotando l'articolo su LaStampa, commentiamo punto per punto il bilancio di 10 anni di giunta Chiamparino.

Le «tre chicche» Il sindaco ha voluto cominciare il suo discorso con «tre chicche di fine anno». Tre problemi risolti a cominciare dalla soluzione dell’«affaire» Palazzo del Lavoro, «che per gli ultimi vent’anni è stato ostaggio del degrado e che, da edificio-simbolo dell’Italia unita che era, si è drammaticamente trasformato in monumento all’abbandono». Chiamparino ha rivendicato con orgoglio il fatto che gli olandesi di Corío stanno per investire 140 milioni per far nascer nel Palazzo del Lavoro un centro commerciale con molte parti a disposizione del pubblico, ma, soprattutto, creando mille posti di lavoro. La seconda novità che inorgoglisce Chiamparino è la nuova gestione, in vista del 150˚, della pulizia della città, con gli spazzini «on demand», utilizzando disoccupati, così come accade quando nevicava con gli spalatori: «lo andavo predicando da anni, finalmente ci siamo arrivati». Poi c’è un’altra figura che sarà sperimentata sulla Linea 4 ed è quella del bigliettaio del tram: aumenta il senso di sicurezza e si ripaga con la sconfitta della «portoghesità». 

Il Palazzo del Lavoro è l'ultimo dei meriti della giunta, che in effetti ci lavorava da tempo.
La gestione della pulizia "on demand" mi giunge invece nuova, ohibò.
Ottimo il bigliettaio dei tram: speriamo che dal 4 si estenda a tutte le linee: paradossalmente, un ritorno al passato, a quando il bigliettaio era figura integrante del tram, permetterà uno slancio verso il futuro perché ci farà sentire tutti un po' più "sicuri", ma soprattutto ci farà sentire tutti più uguali: non ci sarà più il divario tra il passeggero che paga il biglietto e quello che non lo paga, pur usufruendo entrambi dello stesso servizio. La riscoperta della legalità innescherà, ne sono sicuro, un circolo virtuoso.

La conversione Partendo dall’invito ricevuto il 7 e l’8 dicembre scorsi dalla London School of Economics a intervenire a Chicago insieme con Barcellona, Seul e Monaco per spiegare al mondo come una città può fare della riconversione un’occasione di rilancio a tutto campo, Chiamparino ha spiegato che «in questi quindici anni Torino ha saputo scommettere sul rinnovamento, coniugando sviluppo con coesione sociale, passando dall’industria al turismo dando prova di intentionality» . E poi via con Italia 150: «Si ricreerà l’atmofera magica che c’era durante le Olimpiadi, anche lì, pur con situazioni diverse, si accese l’entusiasmo e si superò il «canton dij barboton» (l’angolo di chi borbotta) solo quando arrivò in città la fiaccola sono certo che sarà così anche per il 2011: quando apriranno le mostre e arriverà il presidente della Repubblica, il 18 e 19 marzo, si rivivrà la magia del febbraio 2006».

"Coesione sociale" mi sa di parola presa in prestito dal lessico di Ilda Curti, assessore alle politiche di integrazione (piccola chicca dovuta).
Italia 150 sarà un'ottima occasione di rilancio della città sotto i riflettori di tutto il paese. In questi anni Torino non è mai stata ferma, neanche dopo le Olimpiadi, in quanto a eventi nazionali o internazionali. Quest'aria di internazionalità che si respira in città è percepita comunque ancora come nuova. Non ci siamo ancora abituati al flusso turistico di francesi, inglesi, svizzeri, tedeschi e scandinavi. E, forse, è bello così.

La capitale turistica «I giornali di oggi spiegano che Torino è la seconda città in Italia dopo Roma ad essere stata scelta come mèta turistica: questo è un primato di cui andar fieri costruito dopo le Olimpiadi grazie a partnership con l’Alitalia per i voli internazionali, offerta di pacchetti turistici e culturali. Nel 2010 siamo giunti al record di 3 milioni e 600 mila presenze, più che nel 2006.

Forse questo punto rappresenta la novità più grande introdotta dalla giunta Chiamparino: la vocazione turistica della città. E dire che tutte le bellezze artistiche, gastronomiche, culturali della città ci sono sempre state: ci voleva però un po' di attenzione, di cura, di marketing in più per farle apprezzare dapprima ai torinesi e poi al panorama turistico internazionale ed europeo.

Il centro aperto sempre «Non mi capacito di come persone alla guida di importanti associazioni non capiscano che c’è un nesso stretto fra il turismo e le misure di crescente razionalizzazione del centro». L’attacco alla presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa - che più volte ha criticato l’assessore alla Mobilità Sestero a causa della Ztl - è fin troppo chiaro. Chiamparino s’infervora: «A riprova del fatto che anche stavolta l’amministrazione sta facendo la cosa giusta ci sono pile di giornali vecchi, che raccontano le levate di scudi contro la pedonalizzazione di piazza San Carlo o via Lagrange che oggi sono due gemme del nostro centro. E poi nessuno di noi è tanto sciocco da credere che ci sia qualcuno che si mette in coda alle otto per far shopping, anche perchè i negozi aprono dopo le dieci. E allora, mi chiedo: perchè non girare la questione e spiegare alle persone che il centro è aperto tutti i giorni dalle 10,30 e il sabato anche prima? E’ un asso che i commercianti si rifiutano di calare e alla fine la gente pensa che sia chiuso sul serio il centro».

Questa è un'arma a doppio taglio della giunta. La ZTL è stata tanto criticata più per pregiudizio che per gli effetti che ha comportato. Tuttavia, nessuno può mettere in discussione tutte le iniziative intraprese dagli assessori per incentivare il trasporto eco-sostenibile e permettere una maggiore fruibilità del centro da parte dei pedoni. Che, alla fine, checché se ne dica, è la ragione che fa prevalere i pregi ai difetti del provvedimento. Sfido qualunque commerciante e chiunque voti destra a dire, dopo essersi fatto una passeggiata su via Lagrange, che i provvedimenti presi sono stati sbagliati.

Ambiente, viabilità, eventi e un ritrovato orgoglio sabaudo sono gli assi nella manica dei 10 anni della giunta Chiamparino. Personalmente, ho apprezzato molto il loro operato, sia della giunta sia del Sindaco in sé. Infatti è un peccato che l'esperienza non possa proseguire per vincoli legislativi. Ma, in fondo, sono passati 10 anni ed è, forse, giusto così.

(via lastampa.it)

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