venerdì 15 ottobre 2010

Deformazione leghistica

Ancora con la questione degli italiani transfrontalieri in Svizzera. In questo post ci chiedevamo cosa avrebbe detto la Lega a riguardo, visto che i discriminati ora sono proprio i padani, qui Pippo Civati commenta la risposta leghista, in onore della quale inauguriamo il nuovo tag deformazione leghistica.
Perché è davvero ora di mettere in risalto che l'ideologia leghista, che tanto spopola qui al Nord, è insieme deformazione, nel senso di contraddizione e distorsione della realtà, e de-formazione, nel senso di mistificazione e disinformazione, che magari la pancia non coglie, ma il cervello sì.
Per essere tutti un po' meno trogloditi.


Per la serie: se il leghista dà del razzista al ticinese. In Regione Lombardia, la Lega chiede l'istituzione di una commissione speciale d'inchiesta circa «i recenti fatti che hanno coinvolto i frontalieri lombardi in Canton Ticino (Svizzera)». I leghisti sono arrabbiati per la campagna anti-frontalieri, i quali raffigurati come «topi italiani» (per i leghisti due insulti in un colpo solo) andrebbero derattizzati. E non si fa. Mentre dire foeura di ball si può, al di qua delle Alpi, sotto il sole padano. Borghezio non abita più qui: dare un cacio agli italiani non è come dare un calcio agli stranieri. Giusto. La motivazione è ancora più gustosa: «Senza entrare nel merito delle modalità e dei contenuti di tale campagna denigratoria, occorre evidenziare che questi episodi attengono a circa 45.000 frontalieri lombardi e non è da sottovalutare anche il profilo prettamente economico dei ristorni fiscali, pari a 56 milioni di franchi ovvero 44 milioni di euro». A prescindere dalla questione specifica dei ristorni, ci si chiede perché il mitico dato economico non sia mai richiamato quando si tratta degli stranieri residenti in Italia... Ma si sa, gli svizzeri sono razzisti, i padani sono solo padani.

mercoledì 13 ottobre 2010

Profumopoli - episodio 12.437

Meno male che la Profumopoli va avanti.
Per tutti quelli che si fossero sintonizzati solo ora su questo canale, vi riassumo io la storia: tutti nel centrosinistra torinese pensavano a Profumo, Rettore del Politecnico, come papabile successore di Chiamparino. Lui si è sempre rifiutato di dare una risposta. Allora altri del PD si sono dichiarati disponibili a correre alle primarie del partito e di tutto il centrosinistra. Però - si viene a sapere dall'entourage del Rettore - Profumo non accetta di correre alla primarie. Allora si è scatenato il dibattito primarie sì, primarie no. Però l'ipotesi Profumo rimane lì, anche se l'interessato ancora non dice se è intenzionato a correre o no. Tergiversa che tergiversa, si va avanti così da mesi e mesi.

L'ultimo episodio della Profumopoli è questo: il Rettore ha visto (di nuovo) Sergio Chiamparino. Ma la risposta tanto attesa non è ancora arrivata. Meraviglioso.

Quindi ricapitoliamo: il partito è in attesa di sapere se questo si candida o meno. Se decide, con i suoi tempi, di candidarsi, allora le primarie non si faranno più d'ufficio e tutte le altre candidature andranno a schiantarsi contro un muro di acciaio inox. Se invece questo decide che non si candida, e magari lo comunica a febbraio 2011, il Partito è rimasto appeso a questa ipotesi per mesi e si presenta alle elezioni in ritardo e senza preparazione, quando invece avrebbe potuto scrollarsi di dosso questo indeciso e costruire bene una candidatura (anche di un uomo "nuovo") attraverso le primarie di coalizione.

Insomma: il tempo c'è, la sinistra in città ha 15 punti di vantaggio sulla destra, Chiampa ha amministrato bene, i torinesi sono confident... cerchiamo di fare di tutto per perdere queste elezioni, mi raccomando.

Come al solito, nulla di nuovo sul fronte occidentale.
Al prossimo episodio.

Fantapolitica

Che Chiamparino appoggi la Maccanti, ora, ragazzi, dobbiamo essere proprio a corto di notizie per scrivere qualcosa di così strampalato. Nulla ovviamente contro la Maccanti che è un bel nome sicuramente spendibile perché giovane, perché donna e perché mamma (ma ricordiamoci che la Lega a Torino alle regionali ha fatto il 10% e il centrodestra nemmeno il 40%).

Che poi mi chiedo perché Chiamparino si macchi di cosiddetto leghismo: per avere rapporti formali ed educati con esponenti della Lega? Ma quello non è leghismo, è banale rispetto (come dicevamo ieri), solo che è qualcosa di talmente lontano dalla politica odierna che ci siamo dimenticati come si chiama e a cosa serve.

martedì 12 ottobre 2010

A volte ritornano

Insomma, in un clima che più velenoso non si può, è bello vedere che da qualche parte c'è concordia istituzionale.
Chiamatelo, se ricordate la parola, rispetto.

venerdì 8 ottobre 2010

Torino, città ferroviaria (ieri, oggi e, perché no, anche domani)

Gli amici di skyscrapercity avevano indirizzato, mesi e mesi addietro, alla Sestero e ai presidenti di circoscrizione una petizione per la conservazione di una colonna portante che sostiene da 150 anni la linea storica della ferrovia Torino-Milano e che in poco tempo sarebbe stata abbattuta per far posto al nuovo passante ferroviario.

Ebbene, come riporta l'edizione della Stampa di oggi, la petizione è stata accolta e ora il reperto troverà posto in un'aiuola o in una rotonda del futuro viale della Spina, che sostituirà, in superficie, la ferrovia.

Un grandissimo risultato per un'iniziativa nata dal basso, con internet come complice.

giovedì 7 ottobre 2010

Via le torri di Pomodoro

Non so voi, ma a me quei tre pilastri non sono mai piaciuti e non mi mancheranno affatto. Forse solo perché mi richiamavano alla mente code interminabili alla rotonda Maroncelli, ma tant'è.

Spiace piuttosto constatare che la crisi costringe un comune a rifiutare l'opera di un artista per mancanza di fondi per una "semplice" ristrutturazione.

20 anni di amministrazione leghista pesano

Interessanti i risultati dello studio condotto sulla città di Varese dal centro di ricerche CreaRes, dal titolo "Varese, come la vedi?" . Salta fuori che il 71% degli abitanti non si considera assolutamente varesino, che i giovani considerano i propri coetanei snob e viziati e che la città non raggiunge un voto sufficiente per il 54% della popolazione.

In particolare, questo blog è arrivato alla stessa conclusione a cui sono arrivato io:
Varese sta raccogliendo i frutti di 20 anni di governo Lega-Pdl.

Ne parlavo giusto qualche settimana fa con un mio nuovo amico che vive a Novara a lavora a Biella: ebbene, nonostante Novara superi i 100.000 abitanti, sia la seconda città del Piemonte e abbia quasi il doppio degli abitanti di Biella, la vita a Novara - mi diceva - è praticamente nulla. Novara sta scontando, come Varese, i 20 anni di amministrazione Leghista che, mentre apparentemente promuove i prodotti e i servizi locali, schiaccia completamente la vita cittadina, quella che rende una città vivace. I locali per "giovani" (e non solo) sono bannati, con conseguente mancanza di senso cittadino, inteso come senso di appartenenza alla città, negli stessi (vedi il 71% dei varesini). La vita cittadina non prosegue oltre le ore 22, le città diventano come paesi di 2.000 abitanti, diventano dormitori. Dormitori in cui i servizi possono anche essere eccellenti e la qualità della vita superiore alla media regionale, per carità: ma senza spunti culturali, di svago e di divertimento, le città muoiono. Lo dimostra il caso di Biella, con la sua frizzante vita culturale e anche (perché no) notturna, con molta probabilità dovuta a tutti gli anni di amministrazione di centro sinistra. E con una qualità della vita eccellente.

mercoledì 6 ottobre 2010

E il gap è più largo che mai

La prima riga mostra l'effettiva suddivisione della ricchezza in America. Il 20% più ricco, rappresentato dalla linea blu, detiene circa l'85% della ricchezza. Il secondo 20% della popolazione, la linea rossa, ha il 10% della ricchezza del paese. E i rimanenti tre quinti dell'America condividono un sottilissimo strato della ricchezza.

Sotto sono invece rappresentate le percezioni di come la ricchezza sia suddivisa nel paese. Come potete vedere, nelle teste poco informate delle persone, le divisioni sono molto più eque.

Ciò che è particolarmente interessante è quanto il pubblico sovrastimi la ricchezza delle fasce di popolazione meno abbienti. L'opinione pubblica infatti pensa che la quarta fascia di popolazione abbia più soldi di quanti ne abbia la fascia di mezzo, e che l'ultima fascia ne abbia molti più di quelli che in realtà possiede.

Scommetto che lo studio darebbe gli stessi risultati anche da noi in Italia.

(via good.is)
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