sabato 17 dicembre 2011

As seen on tv

Ma questi schermi, sui bus, da quando li hanno messi?


Torino è la quinta città più intasata d'Italia

I risultati della ricerca del centro studi Tom Tom, che fa capo all'azienda produttrice di navigatori satellitari, stila una classifica delle città italiane più caotiche e trafficate in cui Torino è in quinta posizione, con il 23,6% di strade regolarmente intasate. Peggio di noi solo Genova, Roma, Napoli e Milano, la peggiore.

Un 'merito' particolare spetta a via Cigna: l'osservatorio stila infatti anche una lista delle strade più trafficate d'Italia e via Cigna, nonostante gli ultimi cambiamenti urbanistici, è al settimo posto. Non troppo male, si direbbe: l'anno scorso era stata al secondo.

lunedì 12 dicembre 2011

Nuovo orario dei treni: i cambiamenti per Torino

Dal 12 dicembre scatta il nuovo orario ferroviario invernale. Ne avevamo già parlato qui a proposito della soppressione del servizio Artesia Torino-Parigi in TGV. In realtà il servizio viene ereditato dalla SNCF, la società ferroviaria nazionale francese. Qui sono elencati tutti i cambiamenti:

Frecciarossa. Due treni in più sulla Torino - Milano - Roma con fermate a Milano Garibaldi, Rogoredo, Bologna, Firenze, Tiburtina. Potenziata la fascia mattutina tra Torino e Milano, con 5 treni in partenza tra le 6.30 e le ore 9, tre dei quali concentrati tra le 7.37 e le 8.02. Il Torino-Roma delle 18.42 fermerà la sua corsa a Milano (nuova partenza da Torino alle 18.39).

Frecciabianca. Potenziata l'offerta con un nuovo collegamento Torino - Milano - Trieste, tre nuove corse Venezia (p.17.20) - Torino (a.21.55), Torino (p.17.05) - Venezia (a.21.40) e Milano (p.12.35) - Venezia (a.15.10).

Offerta giorno/notte. L'hub di Bologna Centrale offrirà servizi diurni da e per Torino, Milano, Bolzano, Venezia, Trieste e gli altri capoluoghi del nord.

Intercity. Confermati quelli tra Torino e Genova.

Trasporto regionale. Invariata l'offerta sulle linee piemontesi con l'eccezione delle linee Torino - Milano, Biella - Milano, Torino - Bardonecchia e Torino - Susa, dove il servizio viene potenziato. Da Torino a Milano, e viceversa, aggiunta una coppia di regionali veloci che porterà la frequenza nelle ore di punta ad un treno ogni 20-25 minuti. Da Torino, al minuto 20 di ogni ora, partirà un treno per Bardonecchia. Altrettanto al minuto 45 per Susa.

Torino-Lione-Parigi. Spariscono i treni Artesia e debutta il servizio svolto dalle ferrovie francesi. Tre treni alle 7.46, 12.40 (sabato e domenica un'ora prima), 17.35. L'offerta prevede una nuova gamma di tariffe con prezzi di sola andata a partire da 25 euro in seconda classe. (prenotazioni e info su http://www.tgv-europe.it/it/)

domenica 11 dicembre 2011

Trovarsi bene a Torino

L'altro giorno, cercando una buona idea per qualche regalo di Natale, ho sfogliato in libreria un libro di Philippe Delerm, Il piccolo libro degli istanti perfetti. Con mia sorpresa, scopro che il primo capitolo dopo il prologo parla proprio dell'esperienza dell'autore a Torino; due paginette di commenti sparsi tratti dalla sua visita a Torino avvenuta probabilmente nei primi anni '80 a cui Delerm ha dato un titolo che fa ben sperare "Trovarsi bene a Torino":


Non è che si fossero profusi in commenti entusiasti. Giusto una punta di bonaria sufficienza nell’inflessione calante della frase: «Ah! Vai a Torino!» Molti non detto in una simile riserva. Torino non è propriamente l’Italia. In un Paese che trabocca di città affascinanti, questo nome è quasi respingente. L’idea di un’industrializzazione ingombrante, e anche la vicinanza riduttiva del confine. Parallelamente maturano già la prospettiva di rimanerne piacevolmente meravigliati, la salubre speranza di rovesciare gli archetipi.
Sorpresa. Non serve sforzarsi. Le piazze di Torino sono ampie, molto più belle di quanto potessimo immaginare. Certo, non ci sentiamo troppo spaesati dall’opulenza dei palazzi, ma una sorprendente aria di libertà aleggia in questo inizio d’ottobre assolato. Ci arrischiamo a un tavolino all’aperto, ben sapendo che con il buio non tarderà ad arrivare anche il fresco. Lasciando piazza Castello scopriamo il fascino d’epoca della Galleria Subalpina, un antico passaggio coperto dalle vetrate quasi nordiche, o slave.
La mattina, la città mormora prestissimo, tutto è rapido, indaffarato. Scivolare oziosi tra la folla è facile, anche controcorrente. Sotto gli archi, i negozietti di libri usati sono sommersi da un disordine che ha poco a che vedere con l’impero Fiat. Proseguiamo sul Lungo Po. A ovest scorgiamo alcune cime alpine. Davanti, colline disseminate di ville patrizie. Ci avviciniamo al fiume. I circoli di canottaggio sparsi lungo le sponde hanno un’aria british mista a un’eleganza tutta italiana.
I motivi per ammirare, per sentirsi in armonia non mancano, ma il migliore deriva anche da quel pizzico di malafede iniziale che ha il suo posto nell’alchimia del piacere. Amare ciò che gli altri hanno disdegnato, ciò di cui diffidano. Non si tratta tanto di fare gli iconoclasti, quanto di propiziarsi una capacità di stupore personale. Non siamo come Léautaud, che comprava le copie del Nipote di Rameau per paura che cadessero in mani sbagliate. Ma non rientriamo nemmeno tra quelli che hanno voglia di leggere solo ciò che leggono gli altri. Ci piace credere un po’ in noi stessi. Trovarsi bene a Torino.

Come ogni torinese tutte le volte che i forestieri riconoscono la bellezza della città, mi sono sentito lusingato e ovviamente non ho potuto non comprare il libro (che tra l'altro è molto bello nella sua placidità, da leggere durante un viaggio o su un treno).

sabato 12 novembre 2011

Da dicembre niente più treni da Torino per Parigi

Da dicembre addio alle linee Artesia: il collegamento con convogli italiani obbligherà a un'odissea attraverso Lombardi e Svizzera per un totale di quasi undici ore


di MARIACHIARA GIACOSA per Repubblica Torino

DA DICEMBRE in Francia si va con i francesi. A meno che uno non abbia intenzione di prendersi un giorno di ferie per fare poco meno di 320 chilometri. Dal 12 dicembre infatti spariscono dall'orario ferroviario i treni veloci di Artesia, la società di Trenitalia e Ferrovie francesi, che si è sciolta alcuni mesi fa e che fino ad ora ha garantito tre collegamenti al giorno tra Torino e Lione. Sparirà anche il servizio di autobus messo in piedi da Piemonte e Rhone Alpes per ovviare ai disservizi provocati dai lavori degli ultimi anni sulla linea ferroviaria e alla soppressione di alcuni treni per problemi di omologazione.

L'unica soluzione made in Italy per passare le Alpi resterà un lunghissimo giro passando da Milano, dalla Svizzera, per poi scendere verso la Francia e Lione. Un esempio? Si può partire alle 8.30 da Porta Nuova, fare tappa a Milano Centrale, gironzolare per il nord ovest, passando ben tre confini, per poi approdare quasi 11 ore dopo in terra lionese. Se poi si parte alle sei di sera, possono servire addirittura tre treni e 14 ore e mezza di dondolio ferroviario prima di arrivare a destinazione. Insomma, un'odissea.

Si rassegnino i patriottici, per espatriare in carrozza sarà meglio affidarsi ai cugini d'oltralpe. Il servizio sarà presentato solo il 22 novembre, ma qualche anticipazione si sa già. Tre treni al giorno - mattino, ora di pranzo e tardo pomeriggio - partiranno da Milano per raggiungere Lione Saint Exupery, che è la stazione dell'aeroporto collegata con la città con treni metropolitani e autobus. Durata del viaggio: tre ore e mezza. Fermate a Torino, Oulx e Bardonecchia, dove il treno potrà fermarsi perché si tratta di stazioni di confine. Ancora incerte, per decisione dell'Ufficio di regolazione dei servizi ferroviari (lo stesso che ha stoppato per due volte Arenaways), le fermate a Novara e Vercelli. A gestire il servizio sarà la Svi, Servizio viaggiatori Italia, una società creata appositamente dalle Ferrovie francesi per sbarcare sul mercato italiano dopo la fine della partnership con Trenitalia. Fino a giugno sarà l'unica soluzione per mettere piede, via treno, in terra francese. Per l'estate dovrebbero invece arrivare i nuovi collegamenti giornalieri Torino-Lione annunciati a settembre dalla nuova società creata da Trenitalia e Veolia, il colosso francese della mobilità. Ma su questo ancora non ci sono dettagli.

venerdì 11 novembre 2011

Università e urbanistica: lavori in corso

Ancora qualche giorno e si saprà il nome del costruttore dell’aula magna dell’Università di Torino al Maneggio Chiablese. Un progetto che si trasformerà in realtà in un paio di anni, il periodo previsto dal cantiere per completare la costruzione dell’opera.

La futura aula magna


E’ uno dei tanti progetti che l’ateneo torinese sta portando avanti come hanno spiegato ai Consiglieri comunali il rettore Ezio Pelizzetti, il Prorettore Sergio Roda e il vice rettore Salvatore Coluccia in Commissione Cultura.

Proseguono intanto i lavori sul lungo Dora nell’area ex Italgas alla costruzione del campus Luigi Einaudi. Per i sette edifici che ospiteranno, tra le altre cose, le lezioni delle facoltà di Scienze Politiche e Giurisprudenza e una delle biblioteche universitarie più importanti d’Italia è confermata la data di inaugurazione. Sarà il 21 settembre 2012, giusto in tempo per l’inizio delle lezioni dell’anno accademico 2012-2013.


Il progetto sul piazzale Aldo Moro

Una conferma è giunta anche a proposito dei lavori di rinnovo di Palazzo Nuovo, in particolare per la nuova facciata e il rinnovo degli impianti elettrici.

Ma sono stati tanti gli aspetti descritti dai vertici dell’ateneo torinese riguardo le molteplici attività svolte: l’attività culturale, sportiva, l’internalizzazione e la cooperazione, la formazione post laurea. Una struttura in continua evoluzione. E a tale proposito il presidente della Commisione Luca Cassiani ha preannunciato un sopralluogo il prossimo 20 dicembre al cantiere sul Lungo Dora nell’area ex Italgas. Più in la nel tempo i consiglieri e l’assessore all’ediliza scolastica Mariagrazia Pellegrino andranno a vedere, in un ulteriore sopralluogo, le strutture universitarie nell’area della ex Manifattura Tabacchi. 

Nelle foto: Le simulazioni grafiche di due progetti dell’Università degli studi di Torino. Dall’alto; La nuova aula magna al Maneggio Chiablese della Cavallerizza Reale. Più in basso; A fianco di Palazzo Nuovo (in basso a sinistra) si sta lavorando nell’area del piazzale Aldo Moro dove sorgeranno nuovi spazi per l’ateneo torinese.


via CittAgorà

domenica 6 novembre 2011

#allertameteoPM


L'aggiornamento sul livello dei fiumi torinesi e piemontesi, vaibilità e comunicazioni urgenti in diretta su Twitter #allertameteoPM .

lunedì 31 ottobre 2011

Piazza Bodoni: 120 anni di Alfonso La Marmora


Il 25 ottobre del 1891 fu eretta la statua centrale di piazza Bodoni dedicata ad Alfonso Ferrero della Marmora.
Generale e Primo Ministro sia del Regno di Sardegna sia del neonato Regno d'Italia, La Marmora nacque a Torino nel 1804 e si trovò nella scomoda posizione di Primo Ministro quando, per effetto del trattato franco-italiano firmato dal suo predecessore Minghetti nel 1864, la capitale italiana dovette essere trasferita da Torino a Firenze (qui il racconto: parte I, parte II). A Firenze morì nel 1878 e fu sepolto a Biella, città dei La Marmora.

Il Municipio di Torino, dopo la morte del La Marmora il 5 gennaio 1878 lanciò una sottoscrizione, si raccolsero in un primo tempo 23.000 lire a cui si aggiunse il ricavato dalla vendita de Ricordi della giovinezza opera del La Marmora. L’incarico venne affidato al Grimaldi che si offrì di eseguirlo gratuitamente accontentandosi di un grande studio in via della Rocca, mentre Tommaso La Marmora, nipote del generale, si incaricò dell’esecuzione. Vi furono dibattiti per il luogo in cui porre la statua, dapprima si pensò alla piazza Maria Teresa dove il La Marmora abitò per lungo tempo, solo nel 1886 il Comune decise per la sistemazione in piazza Bodoni. I lavori non proseguivano e il nipote si assunse parte degli oneri finanziari, nel 1887 si iniziò la costruzione delle fondazioni e nel 1889 veniva fusa la statua nel Regio Arsenale di Torino ed inaugurata con fastosa cerimonia solo nell’ottobre 1891.  (www.piemonte-italia.eu)


martedì 25 ottobre 2011

Tra Torino e Borgaro altri 850 metri di pista ciclopedonale

Approvato dal Comune di Torino il progetto definitivo per la realizzazione di un nuovo tratto della pista che collega il capoluogo a Borgaro e Settimo. L'intervento rientra nelle opere previste dalla "Tangenziale verde"

Il Comune di Torino ha approvato oggi il progetto definitivo di un nuovo tratto di pista ciclabile che sorgerà tra il capoluogo, Borgaro e Settimo. Il percorso si sviluppa per circa 850 metri lungo la strada comunale del Villaretto e si innesta nel Comune di Borgaro con la pista ciclabile già esistente proveniente dalla Cascina Santa Cristina. L’opera metterà quindi in collegamento il quartiere del Villaretto con la rete extracomunale già esistente e costerà alla città 110 mila euro, reperiti attraverso i finanziamenti ministeriali al Prusst.

L’opera è compresa nell’ambito del progetto “Tangenziale Verde”, un'area cuscinetto tra i comuni di Borgaro, Settimo Torinese e Torino, che prevede la creazione di un parco intercomunale di connessione tra parchi urbani e regionali con relative opere di difesa idraulica, il recupero del comprensorio dei laghi di cava di Torino e Borgaro, 40 km complessivi di percorsi ciclopedonali e la definizione di aree da destinare alla rilocalizzazione di attività produttive.
La tangenziale verde comprenderà il territorio metropolitano tra i torrenti Stura e Malone per un totale di 2.800.000 m², collegando il Parco del Po Torinese con il Parco regionale La Mandria.

via http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=108853

martedì 18 ottobre 2011

Ecosistema Urbano: Legambiente mette Torino all'8° posto tra le grandi città


Anche quest'anno Legambiente mette in riga i 104 capoluoghi di provincia italiani distinguendo tra bravi e cattivi, best e worst practices nel suo rapporto Ecosistema Urbano. Le città sono state divise in tre classi, a seconda del numero di abitanti: Torino rientra nelle grandi città, insieme con le altre 14 città italiane con più di 200.000 abitanti. Torino si piazza all'8° posto nella classifica finale, un posto al centro del ranking che potrebbe sembrare senza infamia e senza lodi, ma non è proprio così: Torino eccelle in alcuni aspetti e si distrugge sotto altri, vediamoli uno per uno.

Il rapporto Legambiente inizia con la qualità dell'aria: Torino nuovamente maglia nera. Se non brilliamo per NO2 e Ozono, siamo proprio ultimi per quantità di polveri sottili PM10 nell'aria. Ma già lo sapevamo.

Migliori news vengono dal sistema idrico, dove Torino è un po' sprecona (11° posto nella classifica di chi consuma meno acqua) ma almeno tecnicamente solo il 22% di acqua è dispersa, che ci vale il 2° posto dopo Milano. Siamo al primo posto, con Milano, anche nella capacità di depurazione (100%).

Rifiuti. Anche qui il lavoro fatto negli anni passati frutta bei piazzamenti: 5° tra chi produce meno rifiuti (noi ne produciamo 540 kg/ab annui), 2° nella raccolta differenziata - solo Verona fa meglio del nostro 42%.

Torino non brilla in quanto a trasporto pubblico, siamo pessimi nel tasso di motorizzazione auto (61 auto circolanti ogni 100 abitanti, che ci vale un 13° posto) ma ci riprendiamo in quello delle moto (solo 8 motocicli ogni 100 abitanti, meglio di noi solo Venezia, il che è tutto dire).

Isole pedonali: Torino 5° posto in classifica con 0,44 mq/ab, dopo Venezia, Firenze, Padova e Trieste.

Torino è 5° anche in quanto a piste ciclabili (mq/ab), dopo Padove, Venezia, Verona e Bologna. In totale, siamo al quarto posto come indice di ciclabilità - che valuta indicatori quali presenza di biciplan, ufficio biciclette, segnaletica direzionale, cicloparcheggi di interscambio, bicistazione, piano di riciclo biciclette, contrasto furti, bike-sharing... come numero di prelievi il nostro bike sharing è secondo solo a quello di Milano.

Verde urbano: Torino è 5° nella proporzione con il numero di abitanti (13,69 mq/ha), e sale al 3° posto nella dimensione totale delle aree verdi (2731 mq/ha).

Ma è nelle politiche energetiche e ambientali che Torino ottiene le maggiori soddisfazioni:
1° nel teleriscaldamento
1° nell'indice di politiche energetiche (introduzione di incentivi economici e norme cogenti sul risparmio energetico e diffusione fonti energia rinnovabile, procedure di attività libera per l'istallazione di solare termico/fotovoltaico, presenza di Energy manager, acquisto di energia elettrica da fonte rinnovabile...)
1° nelle certificazioni ambientali delle imprese (4 ogni 1.000... qui di strada da fare ce n'è ancora molta)
2° nell'eco-management (utilizzo di carta riciclata negli uffici comunali; auto comunali ecologiche; prodotti equosolidali; certificazione ambientale del Comune; raccolta differenziata all’interno del Comune...)

Insomma, non male sicuramente, ma neanche troppo bene. Soprattutto a livello di inquinamento bisogna rimboccarsi le maniche, ragazzi. Le soluzioni fin qui proposte chiaramente non funzionano o funzionano in modo troppo blando, mentre la città ha bisogno di interventi più radicali. Eddai.

giovedì 6 ottobre 2011

Remembering


Apple ha perso un genio creativo e visionario e il mondo ha perso un formidabile essere umano.


mercoledì 5 ottobre 2011

mercoledì 28 settembre 2011

Ed è sempre più Hollande


Se fino a un mese fa la partita per le primarie socialiste in Francia era apertissima tra François Hollande e Martine Aubry, ora il discorso è definitivamente chiuso. Nell'ultimo mese Hollande si è rafforzato tantissimo: secondo il sondaggio realizzato da Ipsos nella settimana appena conclusa, molto è dipeso dal fatto che, secondo i francesi, Hollande è il più sicuro di portare a casa la vittoria alle presidenziali.

Ma non è l'unico motivo: Hollande vince anche in tutte le percezioni del pubblico (è il più attento ai bisogno di francesi, incarna la presidenza, è il più capace di riunire i francesi, è quello più preparato nell'affrontare una crisi internazionale) e consolida il suo vantaggio mentre la Aubry viene progressivamente indebolita, non solo dal punto di vista numerico (rispettivamente +6% e -6% di intenzioni di voto) ma anche nella stabilità dell'elettorato: il 61% dei potenziali elettori di Hollande considera la sua scelta come definitiva, pmentre er la Aubry gli elettori decisi sono solo il 49%.

L'unica speranza della Aubry sta nei voti dei seguaci di Ségolène Royal, che al secondo turno voterebbero al 50% per lei e al 35% per Hollande. Ma Hollande ha dalla sua il 52% dei voti di Montebourg, ormai risalito nei sondaggi fino a insidiare il terzo posto della Royal. Una Royal sempre più stigmatizzata ed estremizzata dagli stessi socialisti (è la candidata con la percentuale più alta di opinioni negative e quella con il giudizio peggiore sulla campagna elettorale in corso).

L'ultimo elemento che vorrei sottolineare è invece la buona opinione dell'elettorato socialista francese sullo strumento delle primarie: il 76% degli intervistati pensa che le primarie siano una buona idea e che il partito e il candidato vincente ne usciranno rafforzati e l'83% è convinto che i candidati battuti sosterranno con lealtà il vincitore. Insomma, percentuali piuttosto bulgare che fanno capire l'importanza che i cittadini assegnano alle primarie come strumento di democrazia e coinvolgimento.

martedì 13 settembre 2011

Il bike sharing si allarga

via lastampa.it

Il bike sharing raddoppia e si trasferisce in periferia. Convinta che si debba a tutti i costi rompere l’isolamento - di infrastrutture, collegamenti, relazioni, opportunità - in cui si divincolano i quartieri di periferia, l’amministrazione ha deciso di cominciare dalla mobilità. Leggera, sostenibile, perché è chiaro a tutti che una delle città più inquinate d’Europa ha bisogno di una rivoluzione nel modo di spostarsi. A cominciare dalle biciclette, e da un sistema che, arrivato a quasi 60 stazioni, 13 mila abbonati e 3 mila prelievi giornalieri, è pronto a moltiplicarsi e uscire dalla cinta daziaria del centro.

Entro il prossimo anno verranno installate 57 stazioni: 24 sono in lavorazione, 27 da definire, le ultime 6 in attesa che si risolvano alcuni problemi tecnici. Una cosa è certa: i nuovi interventi coinvolgeranno tutti i quartieri finora esclusi, e disegneranno un progressivo avvicinamento alle zone più periferiche. Per pianificare a tavolino i prossimi interventi l’assessore all’Ambiente Enzo Lavolta ha incontrato i presidenti di circoscrizione. Ha comunicato il piano di espansione della rete. Ma ha anche chiesto collaborazione: le nuove postazioni da piazzare saranno individuate dall’amministrazione in tandem con i quartieri, secondo le necessità delle varie zone della città e i flussi di traffico in teoria più idonei.

Tenendo presente un criterio: «La rete, per funzionare, dev’essere a maglie strette», spiega Lavolta, «non più di 3-400 metri tra una stazione e l’altra». L’espansione, dunque, seguirà la logica dei cerchi concentrici, e sarà graduale. Ma non solo: il vertice con le circoscrizioni è servito anche per tracciare soluzioni inedite: «Immagineremo alcune arterie su cui sviluppare il servizio», spiega l’assessore, «direttrici che colleghino zone esterne con il centro». Un primo fronte su cui si lavorerà è l’asse di corso Francia. «Usare le grandi direttrici del trasporto pubblico può creare sinergie virtuose tra i mezzi e le biciclette», ragiona il presidente della quarta circoscrizione Claudio Cerrato.

Un altro tassello sarà la mobilità ciclabile universitaria. «È una delle ipotesi su cui sto lavorando con l’assessore alla Viabilità Lubatti», dice Lavolta. «Sarà uno dei cardini dell’elaborazione del prossimo bici plan». Un altro sarà la partnership con le imprese: le aziende con più di 300 dipendenti per legge sono tenute a prevedere la figura del mobility manager e ad adottare misure per la mobilità sostenibile dei loro dipendenti. Alcune grandi società si sono già fatte avanti, disposte a piazzare stazioni nei dintorni - accollandosi parte dei costi di installazione - e incentivare i lavoratori a spostarsi in bicicletta.

giovedì 1 settembre 2011

Save Piazza San Giovanni


Che sarebbe poi la Piazza del Duomo. Nemmeno io ne conoscevo il nome fino a ieri, quando ho letto sulla Stampa che la Soprintendenza aveva esteso la sua ala protettrice anche a quello conosciuto come "Palazzaccio", il brutto edificio (o quantomeno discutibile) di fronte al Duomo (qui una breve storia del palazzo, di seguito la foto di Palazzo Richelmy, il predecessore del Palazzaccio):


Oggi leggo su Repubblica un nuovo intervento della soprintendente ai beni culturali Luisa Papotti, un appello a non lamentarsi di quello che c'è sulla piazza (perché tanto ci rimarrà, per quanto discutibile possa essere) ma a provare a valorizzarla cambiando quello che si può cambiare.

In effetti la Papotti fa una riflessione molto giusta quando dice che "in genere la piazza della cattedrale è importante in una città, per Torino non è così". Quanti di noi sanno il nome della Piazza? Quanti la frequentano? Quanti di quelli che la conoscono e ci passano si fermano mai come in piazza Castello o in piazza San Carlo? Piazza del Duomo è effettivamente solo un luogo di passaggio (io la attraverso in genere arrivando da Piazzetta Reale per andare al Quadrilatero romano). La posizione defilata non aiuta: quando ne si descrive la posizione si dice solitamente che si trova "dietro" Piazza Castello, che poi è un "dietro" non solo in senso fisico ma anche di importanza.

E ancora dice la Papotti: "Questo Duomo non ha un sagrato, esci dalla chiesa e ti passa davanti a piena velocità un tram". Tram che, secondo la soprintendente, potrebbe facilmente essere spostato su piazza Castello e sui Giardini Reali.

Senza contare poi che quella piazza costituisce anche l'accesso alla zona dei Fori Romani di Torino che, anch'essi, passano decisamente inosservati o meno osservati di quanto potrebbero essere.

Chiudere quel tratto di via XX Settembre riuscirebbe a creare un senso di staticità che è più proprio di una Piazza. Ma non è il solo intervento che si potrebbe fare: ci vorrebbero più panchine per permettere alla gente di sostare e "creare" un senso di piazza - piazza come luogo d'incontro, piazza come luogo vivo e vissuto. L'ultimo tratto di via XX Settembre, quello che passa tra il parco della Porta Palatina e il Museo di Archeologia, potrebbe diventare un ben viale alberato incorporato nel parco (pensate da via Garibaldi e persino da via Pietro Micca che bell'effetto visivo!) e terminare su Corso Regina. E ovviamente Wi-Fi libero per tutti.

lunedì 29 agosto 2011

Porta Nuova pronta ad andare in pensione

Con il passante ferroviario, le stazioni principali di Torino saranno Porta Susa e Lingotto, con Zappata, Rebaudengo e Stura a fare da seconde.
E quindi si apre (anzi,c ontinua) il dibattito su cosa fare non tanto di Porta Nuova, che è appena stata ristrutturata da Trenitalia e quindi continuerà a fare il centro commerciale, quanto piuttosto dell'aria dei binari che saranno dismessi.
Nuovo investimento edilizio per unire San Salvario e San Secondo?
Mah.
Forse si può pensare ad altro.
(NO, non intendo il mare)

Torino Daily Photo: Chiusa la LIS

da Torino Daily Photo

Si è chiusa ieri la LIS - Libreria Internazionale de La Stampa (oggi Libreria Mondadori) in via Roma 80 a Torino. Per i torinesi tuttavia è sempre stata la Libreria de La Stampa. Da ragazzo andavo a sfogliare di straforo i giornali stranieri provando l'ebbrezza di essere un po' all'estero. So che oggi ciò muove quasi un sorriso di commiserazione ma per noi ragazzi cresciuti senza Internet, era già molto. Gli ultimi anni ha fatto bella mostra -al numero 82- il manifesto che QUI si vede in grandezza tale da poter essere letto. Raffigura Norberto Bobbio e la citazione è tratta da "Politica e Cultura" (1955): ""Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze""... Io sono un estimatore di Apple ma che al posto della Libreria de La Stampa e del manifesto di Bobbio venga aperto un Apple Store, no, non provoca in me alcun entusiasmo. Anzi.

domenica 28 agosto 2011

Via Carlo Alberto: plebiscito pedonalizzazione completa

L'Assessore Lubatti ha chiesto ieri ai torinesi di esprimere la loro preferenza rispetto alla pedonalizzazione completa o parziale di via Carlo Alberto e i torinesi hanno risposto in maniera inequivocabile: al momento, su 1000 voti, il 77% vuole la pedonalizzazione completa della via, al di là del problema della raggiungibilità del parcheggio di piazza Bodoni.



La seconda opzione, con un misero 11%, è favorevole alla circolazione delle auto nel tratto da Corso Vittorio a via Mazzini: tra le tre opzioni presentate che prevedevano la circolazione delle auto, quella fino a via Mazzini è quella che vede la circolazione minima indispensabile per raggiungere il parcheggio sotto il Conservatorio.

Le altre opzioni prevedevano la circolazione delle auto fino a via Andrea Doria (e quindi alla bellissima Piazzetta Due Lampioni, appena venuta alla luce grazie alla pedonalizzazione dell'area) o fino a via Maria Vittoria.
Nelle foto, prima e dopo - piazzetta Due Lampioni com'era prima e com'è adesso:




Come raggiungere quindi, in caso di completa pedonalizzazione della via, il parcheggio di Piazza Bodoni? Il problema c'è, e non è cosa da poco. La struttura contiene 454 posti e vi si accede scendendo su via Carlo Alberto e svoltando a destra in piazzetta Due Lampioni su via Bodoni. La soluzione ottimale per mantenere questa viabilità sarebbe autorizzare la circolazione delle auto fino a via Andrea Doria, ma così si perderebbe la pedonalizzazione della piccola piazzetta della banca Passadore: soluzione che consiglio vivamente di evitare. Piuttosto, si renda via Bodoni percorribile su entrambi i sensi, eliminando i parcheggi in superficie: così darà possibile accedere al parcheggio da via San Francesco da Paola.

Giardini Reali alti: ancora due anni per l'apertura

Botta e risposta su Specchio dei Tempi in merito alla chiusura della parte alta dei Giardini Reali (ma da quanti anni ormai?)

14/8/2011

Un lettore:

«Si è cercato, in occasione delle manifestazioni per il 150° dell’Unità d’Italia, di abbellire Torino e di mettere in mostra le sue innumerevoli bellezze, ma i giardini di Palazzo Reale sono chiusi, perché?
«Sono passato, pochi giorni fa, sotto il porticato del cortile del Palazzo ed ho visto l’entrata ai giardini chiusa da uno sgangherato portone, con buchi che lasciavano vedere l’interno, tutto incolto e pieno di sterpaglie.
«Chiedo, a chi di dovere, come mai codesti giardini, con le loro bellissime piante secolari (una in particolare ricordo, con tutti i rami che scendevano a terra, formava al suo interno una specie di antro buio suggestivo), la grande fontana, le statue, i sentieri: un luogo fresco e tranquillo nel pieno centro della città, che sarebbe tanto gradito agli innumerevoli visitatori del Palazzo Reale, è colpevolmente chiuso e inagibile?
«Ricordo che, anni addietro - d’estate - vi si tenevano spettacoli interessanti, feste, era un luogo frequentatissimo e d’intrattenimento, come mai è finito così miseramente?
«Si sono spesi (e si continuano a spendere) tanti soldi per creare ex novo giardini in altra reggia alle porte di Torino, mentre ciò che c’era, da decenni e decenni, viene lasciato in abbandono?
«Chissà se qualcuno può dare risposta alla mia amarezza per tanta incuria?».
GIUSEPPE M.


27/8/2011

Il direttore di Palazzo Reale scrive:

«Gentile lettore, rispondo alle sue osservazioni del 14 agosto sul tema dei Giardini Reali e della loro attuale chiusura. «Il discorso parte da lontano, dal 1997 e dall'incendio della Cappella della Sindone, il cui immenso e problematico cantiere ha imposto il collocamento della gru e di tutti gli apparati di servizio appunto nei Giardini, dietro il Cortile d'Onore di Palazzo Reale e in adiacenza della Manica Nuova.


Nella stessa area è stato allestito anche il cantiere di restauro di Palazzo Reale (anch'esso danneggiato dall'incendio), durati cinque anni. «In alternativa, i cantieri avrebbero potuto essere posizionati in Piazzetta Reale o presso il Duomo: ma che ne sarebbe stato dell'immagine della città durante gli anni meravigliosi che hanno preceduto e seguito le Olimpiadi invernali, il Congresso mondiale degli architetti, le stesse Celebrazioni del centocinquantenario? «La chiusura dei Giardini è parsa il male minore. E tale è sembrata anche nei confronti dei restauri a seguire: la Manica Nuova di Palazzo Reale destinata ad ospitare la Galleria Sabauda, il cui cantiere è attivo da tempo senza alcuna invasione della città insieme a quello delle centrali tecnologiche di servizio per l'intero Polo Reale.


«Non solo: a breve gli stessi Giardini saranno oggetto di un restauro imponente, sia sotto il profilo impiantistico che formale, ritrovando entro due anni gli antichi tracciati sei e settecenteschi, rinnovando le alberate ormai esauste per vetustà. Contiamo di poter offrire ai torinesi e ai visitatori sempre più numerosi uno spazio verde più sicuro, accogliente e suggestivo».
DANIELA BIANCOLINI

venerdì 26 agosto 2011

Un Po di spazzatura


In effetti sono stato ai Murazzi e sull'altra sponda ieri sera e devo dire di non avere mai visto un fiume così sporco. Sarà che non ci ho mai fatto troppo caso?

Piazza Castello, ore 8.10

Le bici non ci sono, ma non so se avete notato l'effetto tricolore delle paline...


giovedì 25 agosto 2011

Apertura straordinaria piscina Colletta

APERTURA STRAORDINARIA PISCINA COLLETTA

Per contrastare il grande caldo ed offrire ai cittadini un' opportunità di refrigerio, il Presidente della Circoscrizione 7 ha concesso l'apertura straordinaria della piscina Colletta il giorno venerdì 26.08.2011 (normalmente giorno di chiusura settimanale).

Per Informazioni: Piscina Colletta
Piscina Colletta Via E. Ragazzoni 5/7
tel. 011.28.46.26


Circoscrizione 7.0

Bel progetto quello della circoscrizione 7 di creare un filo diretto con i cittadini tramite la rete:

L'obiettivo, neanche a dirlo, è di avvicinare la circoscrizione, il primo anello della catena amministrativa della Città, ai propri cittadini. E in un'epoca dove il web, i social network e le applicazioni per computer e smartphone stanno sempre più condizionando il nostro quotidiano, il presidente della Sette Emanuele Durante si prepara a lanciare la sua sfida tecnologica in materia di decentramento. Creando proprio su Internet un filo diretto con i cittadini. 

E nell'attesa che qualcuno magari si inventi l'applicazione interamente dedicata a Vanchiglietta o a Porta Palazzo, il punto di partenza individuato dal presidente Durante è MappaTo, il portale della Città di Torino che permette a chiunque di disegnare la propria mappa arricchiendola dei contenuti più disparati. «Un'esperienza - sottolinea Durante - che potrebbe essere facilmente calata sul territorio, consentendo ai cittadini di segnalare direttamente su una pagina web quello che non va o magari estendendo agli altri utenti della rete la propria conoscenza del territorio. Ad esempio inserendo la fotografia, accompagnata da una breve descrizione, di un punto di particolare interesse o legato a una vicenda curiosa». 

Una grande comunità digitale che andrebbe così ad affiancarsi al confronto che proprio la circoscrizione Sette ha iniziato nella passata legislatura con le assemblee di borgata volute dell'allora presidente Piero Ramasso. «Questa svolta "2.0" della nostra amministrazione - aggiunge Durante - non vuole affatto sostituirsi agli strumenti tradizionali che abbiamo fin qui utilizzato per confrontarci con il territorio. Piuttosto, vogliamo fare in modo che i cittadini abbiano un legame con noi in tempo reale, senza che per renderci partecipi di una loro segnalazione debbano per forza venire nei nostri uffici. Un semplice click e il gioco è fatto».

mercoledì 24 agosto 2011

Il mio pezzo di Danimarca a Torino

Dio benedica quella santa (e molto intelligente) che ha avuto l'idea di esportare Tiger store a Torino.  Grazie.


martedì 23 agosto 2011

Un toro a Torino (e non stiamo parlando di un Toret)

E' accaduto ieri sera nella periferia Nord della città.
Per il conducente del veicolo grande spavento ma nessuna lesione. L'animale è poi fuggito tra i campi. In corso le ricerche

Un torello ha incornato una Peugeot 206: per l’automobilista tanto spavento, ma nessun danno, meno bene per l’automobile. Non è accaduto tra le strade di Pamplona, ma ieri sera a Torino. Dopo lo scontro, del piccolo toro si sono, al momento, perse le tracce.

Il conducente della Peugeot si è trovato faccia a faccia con l’animale in corso Ferrara all’altezza del numero civico 47. Dopo l’improvvisata corrida, non ha avuto neppure il tempo di rendersi conto di quel che era successo che il toro si è allontanato attraverso i prati in direzione Savonera/Druento, all’estrema periferia della città.

Senza risultato le ricerche condotte dagli agenti di Polizia municipale che hanno rilevato l’incidente. L’unica cosa che pare certa è non sia fuggito dal vicino mattatoio civico.

Torino bollino verde per i diritti

Una proposta della Concia per la creazione di un sistema che assegni un bollino verde alle aziende o associazioni che dimostrino di considerare le diversità un patrimonio da valorizzare. Con Torino come città apripista.
Funzionerà?


giovedì 28 luglio 2011

Ikea, una posizione pro Saitta

Ieri era il solo, oggi no: un lettore ha scritto a Specchio dei Tempi plaudendo la risoluta presa di posizione di Saitta.


Un lettore scrive: 
«Finalmente si è riusciti a dire un "no" ad un nuovo insediamento commerciale che avrebbe distrutto migliaia di mq. di terreno agricolo. Era ora che si incominciasse ad imboccare questa strada. L'Ikea ha già aperto un mega centro a Collegno, con relativa scomparsa di verde e campi, il secondo lo possiamo tranquillamente evitare. Se proprio vogliono insediarsi in provincia, si cerchi una zona industriale abbandonata, una zona dove sono stati costruiti capannoni in cemento, adducendo la solita scusa dei posti di lavoro e poi lasciati li, ad invecchiare. Nell'articolo su La Stampa, si dice che negli Stati Uniti i terreni quasi li regalano, ma si dimentica che a fronte di un quintuplo della nostra popolazione, gli Usa hanno 31volte il nostro territorio e in Slovenia a fronte di un quindicesimo del nostro territorio, la popolazione slovena è un trentesimo di quella italiana. Pertanto di terreno agricolo, noi, non possiamo più sprecarne. Tra l'altro parliamo di alcuni tra i terreni più fertili d'Italia, e questi terreni sono quelli che permetteno, oltre al nostro sostentamento, di coltivare quei prodotti che tanto sponsorizziamo con il Salone del Gusto». ALESSANDROSORRENTINO

mercoledì 27 luglio 2011

NoTAV, NoTangEst, NoGrat, NoIKEA


Il patatrac è fatto. Ormai la decisione della Provincia di Torino di negare il permesso alla costruzione del nuovo centro commerciale IKEA è sulle pagine di tutti i giornali e ha provocato solo polemiche e contestazioni - da parte dell'azienda stessa, dell'opposizione in Provincia, ma anche del parroco di la Loggia, del Sindaco e dei residenti. Non c'è nessuno, se non Saitta, che difenda la scelta della Provincia.

E dire che in tutti questi anni non si è mai creato nessun movimento popolare "No IKEA" - il che merita attenzione, visto il proliferare di questi NO-movimenti negli ultimi anni. Forse non avere un movimento contro cui lottare rendeva il tutto troppo semplice e troppo "giusto".

martedì 26 luglio 2011

Bye bye Ikea

E così IKEA ha deciso: niente più secondo centro commerciale nell'area torinese. Dopo l'ennesimo no della Provincia, l'azienda svedese alza i tacchi e va in cerca di nuovi lidi.
Avevo già discusso il caso mesi orsono, quando era scoppiato: lodevoli le intenzioni di Saitta, ma in questo momento, tra il lavoro e la conservazione del suolo agricolo torinese, in caso di mancato compromesso, il primo dovrebbe avere sicuramente la priorità.

Il compromesso a quanto pare non è stato trovato, e così ci abbiamo perso tutti.


La Provincia lamenta il metodo ultimatum a cui è ricorsa IKEA - "o La Loggia o niente"; IKEA, dal canto suo, contesta che il piano del nuovo centro era stato già preventivamente approvato dalla Provincia numerose volte - e solo in seguito è giunto il no di Saitta.

Direi che entrambi hanno la propria bella fetta di torto. La Provincia avrebbe potuto far saltare subito il piano a La Loggia in favore di un altro, IKEA potrebbe lavorare a un altro studio di fattibilità da qualche altra parte: certo, bisogna ripartire da capo per un lavoro lungo, ma non credo che le manchino le risorse per farlo.

In questi casi comunque credo fortemente che la verità stia nel mezzo, e che se c'è davvero la sincera volontà di trovare un accordo da entrambe le parti, l'accordo si trova. Evidentemente questa volontà non c'è stata. Spero che quello di IKEA sia un bluff e che le trattative continuino; altrimenti, che dire? Gioiremo per il verde salvato: da disoccupati avremo tanto tempo libero per farlo.

Update: lo Spiffero si chiede se il discorso sui terreni agricoli valga anche per la Tangenziale Est, progetto, questo, invece fortemente voluto da Saitta. Eggià.

Linea 7 storica, i perché di uno stop

Spiegati su Torinoclick (e ripresi da un amico di skyscrapercity) i motivi dello stop alla circolazione per i tram della linea storica 7 nei giorni feriali (cliccare sull'immagine per ingrandire):

lunedì 25 luglio 2011

Sospensione estiva ZTL e zone blu

Come negli anni scorsi la Giunta Comunale ha disposto la sospensione estiva del pagamento della sosta nelle “zone blu” e delle limitazioni previste dalla ZTL ordinaria: la sospensione riguarderà il periodo tra l’8 ed il 20 agosto compresi.

Nei parcheggi a barriera ed in quelli “in struttura” affidati a GTT resterà in vigore la sosta a pagamento, mentre per quanto riguarda quelli in gestione ad altri l’eventuale sospensione verrà definita con apposite ordinanze.
Gli abbonamenti ai parcheggi GTT acquistati per il mese di settembre potranno essere utilizzati a partire dal 22 agosto, mentre con quelli validi per il mese di luglio si potrà sostare fino al 6 agosto.

Resteranno invece in vigore anche durante l’estate i divieti alla circolazione nella ZTL Area Romana tra le 21 e le 7,30 (dalle 19,30 in piazza Emanuele Filiberto), nelle vie e corsie riservate ai mezzi pubblici (tra 7 e le 21), nelle aree pedonali e nella ZTL Valentino (in entrambi i casi dalle 0 alle 24 di tutti i giorni, festivi compresi). (e.v.)

(via MarcoAddonisio)

martedì 5 luglio 2011

At last

via http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/07/05/fassino-le-dimissioni-lo-stipendio/


Ieri pomeriggio, verso le quattro, mi ha telefonato il sindaco Fassino. Lo scopo era preavvertirmi del fatto che domani, mercoledì, presenterà a Fini le dimissioni da deputato. Suppongo che la telefonata sia dovuta a questo post che gli deve essere stato molto vagamente segnalato da qualcuno.




Fassino ha aggiunto, a mia domanda, che da sindaco guadagnerà «cinquemila euro netti al mese, cioè meno della metà di quello che prendevo da deputato».


Gli ho chiesto se gli sembrava tanto o poco ma su questo ha preferito non rispondere, facendomi tuttavia notare che governa «una città da un milione di abitanti».


I cinquemila euro, ha aggiunto, sono per 12 mensilità e non producono pensione. La pensione da parlamentare (suppongo abbondante, viste le cinque legislature) gli scatterà quando avrà finito di fare il sindaco, dice.


Gli ho chiesto quando di fatto smetterà di essere parlamentare, ma mi ha risposto che con precisione non lo sa e che non dipende più da lui, perché una volta mandate le dimissioni a Fini (domani, appunto) è la Camera che deve approvarle; comunque pensa che sia una questione di una o due settimane al massimo.


Ps. Ho scritto ‘molto vagamente segnalato da qualcuno’ perché per tutta la telefonata Fassino è stato convinto che io stessi scrivendo un articolo sul suo doppio incarico per il settimanale cartaceo: quindi si è mostrato decisamente stupito nell’apprendere che L’Espresso ha anche un sito e dei blog, e quando l’ha saputo era preoccupatissimo del fatto che io potessi scrivere delle sue dimissioni prima che le annunciasse in consiglio (ieri sera), dato che lui mi aveva telefonato in previsione dell’Espresso cartaceo in uscita venerdì. Sicché più volte ho dovuto rassicurarlo sul fatto che non avrei approfittato della sua un po’ goffa anticipazione facendo uno sgarbo a un’istituzione elettiva.

sabato 2 luglio 2011

Buonsenso

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/06/30/domande-lecite/

Stipendio a 5 stelle

Una cosa che ai Grillini ho sempre riconosciuto è la trasparenza: condividere dati, numeri, comportamenti legati agli incarichi pubblici di cui altrimenti non si parla mai.
Riporto qui di seguito un post molto interessante del neoeletto in consiglio comunale per il Movimento 5 Stelle Vittorio Bertola. Parla di quanto gli spetta come remunerazione, benefit e allocazione spazi in quanto neoconsigliere comunale.

http://bertola.eu/nearatree/?p=2177

C’è voluto più di un mese, ma abbiamo quasi interamente chiarito il nostro trattamento da consiglieri in Comune; e dunque vorrei fare un riassunto, per trasparenza, e chiedere il vostro parere su alcuni dubbi.


Stipendio. Un consigliere comunale di Torino non ha un compenso fisso, ma prende un gettone di circa 120 euro lordi a seduta; dunque, ha degli introiti solo quando partecipa alle sedute, mentre nei mesi di ferie (es. agosto), se si ammala o se si assenta per qualsiasi motivo non percepisce nulla. Vengono retribuite sia le sedute del consiglio che quelle delle commissioni, con un tetto massimo di 3 sedute retribuite in un giorno e di 19 sedute retribuite in un mese, oltre le quali non si percepisce più niente. Il tetto mensile - che i consiglieri di gruppi piccoli come il nostro, nei mesi “pieni”, tendenzialmente raggiungono sempre o quasi - è dunque di circa 2200 euro lordi. In pratica, facendo la media, è come avere uno stipendio di circa 1300 euro netti al mese per 13 mensilità, ma lo sapremo meglio quando avremo le prime buste paga.


Staff. Il Comune trasferirà al nostro gruppo consiliare due dipendenti, che avranno funzione di segreteria e supporto; non possiamo assumere esterni, ma solo suggerire chi preferiamo tra persone che già lavorino in Comune ad un certo livello. Noi abbiamo indicato due nostri militanti di lunga data e attendiamo di sapere se saranno accettati.


Ufficio. Martedì scorso sono stati assegnati gli uffici: noi abbiamo ricevuto tre stanzette affacciate su via Garibaldi, e saremo in quattro in 40 mq. Siamo quelli sistemati peggio: per fare qualche esempio, la Lega ha avuto 71 mq per 5 persone, l’UDC 52 mq per 2 persone, SEL addirittura 126 mq per 4 persone; persino la lista Domenico Coppola ha avuto tre stanze e 35 mq per 2 persone. Queste discrepanze si spiegano con motivi storici, con vincoli tecnici e con la difficoltà di suddividere in modo efficiente uno stabile storico del Seicento, ma ovviamente noi paghiamo lo scotto degli ultimi arrivati.


In più, mentre gli altri (tranne fintocoppola) esistevano già e dunque sono già operativi e installati, noi dovremo ancora attendere che ci sistemino gli uffici, perché le tre stanze non sono nemmeno comunicanti e devono aprire una porta e murarne un’altra; dunque c’è il rischio di dover aspettare settembre, anche se noi cercheremo di accamparci subito in qualche modo. Nel frattempo noi finiamo per perderci convocazioni e materiali, che tutti gli altri ricevono in ufficio; le segretarie devono inseguirci alle riunioni per lasciarci i documenti; dobbiamo scrivere e stampare gli atti a casa e poi portarli; insomma, siamo svantaggiati rispetto a tutti gli altri. Non abbiamo nemmeno ancora l’accesso al sistema informatico, per presentare gli atti ricorriamo alla gentilezza di alcune segretarie che li caricano per noi…


Attrezzature. Gli uffici saranno attrezzati con mobili, scrivanie e computer; io e Chiara riceveremo un netbook con chiavetta, e io avrò anche un cellulare (senza la SIM se ho ben capito). Inoltre avremo a disposizione un budget di circa 1000 euro al mese per pagare le bollette del telefono, le piccole spese, piccole attrezzature extra (che poi resteranno al Comune) ed eventualmente l’organizzazione di eventi legati all’attività consiliare (non all’attività del Movimento).


Benefit. I consiglieri comunali sono esentati dal pagare il biglietto dei mezzi pubblici (basta mostrare il tesserino del Consiglio); inoltre, il Comune ci dà un posto auto sotto forma di una tessera che concede libero accesso al parcheggio sotterraneo comunale Santo Stefano (quello dietro il Duomo), e di un “permesso viola” per la ZTL.


Ora, noi istintivamente ci siamo chiesti se non fosse il caso di rifiutare questi benefit. I primi due sono un “extra stipendio” sotto forma di prestazioni in natura, che al Comune sostanzialmente non costano; in più, l’accesso libero ai mezzi pubblici ci dovrebbe servire anche per poter regolarmente andare a vedere come funzionano. Io spesso uso la bici o i mezzi, e sono culturalmente contrario ai datori di lavoro che offrono posti auto in centro ai propri dipendenti, perché incentivano l’uso dell’auto privata; devo però dire che ci sono effettivamente situazioni in cui è difficile fare a meno dell’auto, o perché devo trasportare del materiale, o perché sono di corsa; perdermi l’inizio della riunione pur di spostarmi in bus mi sembra comunque un peggior servizio ai miei elettori che prendere l’auto, e a quel punto ovviamente non pagare la sosta è un beneficio gradito. Trattandosi dunque di vantaggi economici, da sommare a uno stipendio che è decisamente inferiore al tetto già stabilito, mi sembra di poterli accettare.


Avrei invece voluto rifiutare il permesso ZTL, che è l’unico vero privilegio (un cittadino qualunque non può averlo, nemmeno pagando) e che tra l’altro è del tipo che permette assurdità come percorrere via Garibaldi o entrare nei parchi cittadini. Ci ho provato, ma mi hanno fatto notare che senza il permesso non potrei raggiungere il parcheggio per le riunioni del mattino; infatti agli abbonati al parcheggio viene concesso di entrare nella ZTL per arrivarci, ma il tesserino che mi danno non è un abbonamento pagato ma solo un “aprisbarra gratuito”, e dunque non include l’esenzione. A questo punto l’unica strada sensata mi sembra di accettare il permesso ma di usarlo solo per arrivare al parcheggio e magari per portare le attrezzature in piazza Castello quando facciamo i gazebo (ho portato un po’ di volte a braccia le sedie da giardino da piazza Castello a via IV Marzo e non è un bel lavoro).


Questo mi sembra un buon punto medio tra il rifiutare privilegi indebiti (l’idea di imporre ai torinesi il sacrificio della ZTL e poi autoesentarsi mi sembra immorale) e il mantenere la massima efficienza nel lavoro per cui mi pagate, che non è quello di prendere il pullman ma è quello di partecipare alle riunioni in Comune. Tuttavia, per evitare polemiche, mi sono riservato di dare una risposta definitiva domani mattina e dunque ho fatto un post per chiedere un vostro parere.

giovedì 16 giugno 2011

Fuggi fuggi

Oh, ci fa piacere sapere che tutti i neo consiglieri comunali delusi dallo stipendio o dalla mancata gloria di un assessorato o di una presidenza stanno cercando di partire per altri lidi. Dopo averci rotto gli innominabili per due mesi di campagna elettorale con i loro slogan e le loro facce sui manifesti, è bello sapere che è stata tutta una rottura perfettamente inutile, che tutte le promesse erano praticamente fuffa e le belle parole erano una sviolinata che neanche Paganini.

Ora, a parte che fa sempre piacere constatare che chi si candida a un incarico pubblico fa politica per passione e impegno civile e assolutamente non per vil denaro, una domanda mi sconfiffera le budella: uno stipendio da consigliere comunale semplice a quanto ammonta? No perché se sono meno di 1000 euro lordi al mese posso capire questi poverini precari che devono ripagarsi i miliardi spesi in campagna elettorale.

mercoledì 15 giugno 2011

Chi ben comincia è a metà dell'opera

Ma chi comincia male?
Le cose per Fassino non sono in effetti iniziate nel migliore dei modi: a guardare il suo caso, chi dice che la fase difficile sono le elezioni e dopo viene il bello, si sbaglia - a meno che non intenda fare un commento sarcastico.

Eletto con il 56% dei voti, una maggioranza dai numeri solidi nel nuovo Consiglio comunale di 40 unità, per Fassino sembrava tutto rose e fiori. In realtà la composizione della giunta gli ha da subito creato non pochi problemi - ma glielo si concede, si sa che è un'operazione ardua, che puoi provare cento soluzioni diverse ma finirai comunque per scontentare qualcuno e via discorrendo.

Poi c'è stata (anzi, c'è) la questione del capogruppo PD in Consiglio: match Lo Russo - Tricarico, finisce 7-7 il primo tempo, ora pare si sia deciso per Lo Russo. Ma questa magagna, al contrario della formazione della giunta, si poteva - si doveva - evitare. Perché è davvero lo schifo fatto politica.

Non ultima, la questione delle dimissioni dal Parlamento, a cui Gramellini dedica oggi il suo Buongiorno. Non mi venga Fassino a parlare di procedure, di scadenze, di 20 giorni dall'inizio dell'attività comunale. Sei Sindaco da 15 giorni e non hai ancora dato le dimissioni, al meglio mi viene da pensare che vuoi tenere il piede in due scarpe, al peggio che tu voglia un altro mese di stipendio da Parlamentare. Non c'entrano le procedure, è semplicemente questione di lanciare un segnale di buon senso. Chi mal comincia...

giovedì 9 giugno 2011

Google Live Transit ha scelto Torino

Google Live Transit ha scelto Torino
Solo 6 città al mondo hanno il sistema di Google Maps con le informazioni sui mezzi pubblici in tempo reale. Torino è in compagnia di San Francisco, San Diego, Portland, Boston e Madrid.

martedì 7 giugno 2011

All is full of LOV - Notte bianca a Vanchiglia



LOV night#3 è la terza edizione della notte-a-studi-aperti di Borgo Vanchiglia, che torna ad aprire al pubblico le porte di studi, laboratori, case e cortili, proponendo un percorso di mostre, concerti, proiezioni, performance teatrali, dj-set, installazioni, dall'aperitivo fino all'alba.

18 giugno 2011, save the date. Tutti a Vanchiglia. Let's come together.

Tanto per cambiare

Il Buongiorno di oggi:

E’ ufficialmente iniziata la campagna del centrosinistra per perdere le prossime elezioni. Stavolta non sarà facile: il vento ha cambiato direzione, la crisi punisce i governi in ogni angolo d’Europa e a molti elettori dell’altra parrocchia Berlusconi è venuto a nausea, perché non è riuscito a realizzare le riforme liberali che aveva promesso. La situazione del Pd e dei suoi alleati è dunque disperata: tutto congiura a favore di una loro vittoria. Per evitarla occorrerà raddoppiare gli sforzi.


I ragazzi, bisogna riconoscerlo, ci stanno dando dentro. Ha dettato la linea Grillo, salutando il successo di Pisapia come una disgrazia. Ha continuato Vendola, scambiando piazza del Duomo per plaza de la Revolucion a L’Avana. Ingelosito, il comunista Ferrero ha inneggiato agli espropri proletari. Finché ieri Bersani e Vendola si sono scambiati qualche parola: la più carina è stata «meschino». E devono ancora cominciare i mal di pancia fra gli aspiranti premier del Pd, una mezza dozzina. Tanto per cambiare, la vittoria non ha insegnato niente. Neanche la cosa principale: che stavolta a vincere non sono stati i partiti, ma gli elettori. E che gli elettori hanno premiato i candidati sgraditi alla nomenclatura, con l’unica eccezione di Torino, dove però Fassino ha raccolto la semina del suo predecessore, che non veniva certo percepito come un notabile. Accecati da un successo che non è il loro, i partiti già si azzuffano per dividersi i bocconi migliori della giunta Pisapia. Altro che zingari, a Milano (e altrove) il vero rischio è l’ennesima invasione dei portaborse.

sabato 4 giugno 2011

BruiseSharing

Ahimé non sono il solo ad aver sperimentato parecchi disservizi con le bici condivise di TObike.
Peccato, perché il servizio è potenzialmente ottimo: bisogna però aumentare la manutenzione e le riparazioni delle bici perché da qualche mese a questa parte fanno (purtroppo) davvero pena.

venerdì 3 giugno 2011

Capitale della cultura

Sono convinto che la sequenza di grandi eventi che Torino ha ospitato in questi ultimi anni sia da proseguire. Certo, la politica dei grandi eventi non è più sostenibile per i grandi costi che comporta e sicuramente andrà ridimensionata, ma non sottovaluterei il suo impatto sulla "reputazione" e sull'internazionalizzazione della città, e le conseguenti ricadute economiche.

E' innegabile che le Olimpiadi abbiano dato alla città un lustro che Torino forse non aveva mai avuto, e che le celebrazioni di Italia150 abbiano acuito ancora di più quel nuovo, ritrovato entusiasmo dei Torinesi per la loro città. Senza contare tutti gli eventi mondiali sebbene di minor risonanza, dal mondiale di scacchi, ai tuffi, al nuoto, all'atletica... Questo tornare ad essere sulla scena mondiale da protagonisti ha fatto sentire i Torinesi nuovamente orgogliosi della propria città, ed è questo orgoglio, a mio parere, la chiave del successo dei 10 anni di amministrazione Chiamparino.
Fossi in Fassino, cercherei di non perderlo.
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