mercoledì 12 gennaio 2011

Primarie Torino: 40 domande per 4 candidati

L'altra sera sono andato all'incontro organizzato da Sinistra in Rete con i 4 candidati ufficiali delle primarie del PD e volevo esprimere qualche pensiero sparso.

Penso sia triste che, dopo aver avuto una giunta comunale molto buona e con un approval rating molto alto per tutti gli anni di mandato, non ci sia alcun rappresentante candidato a raccogliere il testimone di Chiamparino. Questo mi dispiace molto. E lo trovo anche insensato.

Lo staff di Sinistra in Rete si è sbattuto tanto per organizzare l'evento (e si vedeva: dalla grafica interattiva molto originale, ai segnaposti dei candidati molto curati...) e per questo hanno il mio plauso.

Le introduzioni a questi incontri sono terribilmente odiose e dovrebbero essere limitate a fare gli onori di casa per massimo 3 minuti. Ogni secondo in più è un'agonia.

I temi erano 8, e ogni tema prevedeva 5 domande contrassegnate da un numero: i candidati erano stati messi a conoscenza delle 40 domande totali, ma in realtà era Tropeano a scegliere un tema e i 4 garibaldini dovevano scegliere un numero, che celava la domanda a cui avrebbero dovuto rispondere. Un ottimo modo per estrarre a sorte.

Peccato che Tropeano di questi 8 temi (che in teoria avrebbero dovuto essere coperti tutti) ne abbia scelti solo 5 lasciando fuori alcuni per me di grande interesse, vale a dire "area metropolitana" e "giovani".

Ora qualche parola sui candidati.

Ardito. Personalmente non lo conoscevo prima, è sicuramente l'outsider e ha fatto l'impressione dell'outsider. Anche lo schema comunicativo era posto in attacco: la voce era sempre alta, aggressiva, cercava di fare "scandalo" e creare interesse per la sua figura. Voci di corridoio in sala dicevano comunque che probabilmente si ritirerà prima della fine della corsa, e che comunque non riuscirà a raccogliere le firme.
Schietto, dirompente, alla fine esce dall'incontro con un giudizio sicuramente più positivo dell'indifferenza che prima gli spettava. Le sue posizioni sono spesso estreme, è l'unico dei candidati che voterebbe NO al referendum della Fiat (se fosse operaio ma solo se senza famiglia e senza figli). Il suo exploit è arrivato alla terza domanda, quando gli è stato chiesto se fosse necessario costruire altri alloggi a Torino. Secca la sua risposta "No", punto. E poi silenzio. Tropeano gli chiede di argomentare, e lui ribatte: "Ma cosa c'è da argomentare? No, punto." E inizia a snocciolare per venti secondi numeri precisissimi sulla situazione degli appartamenti vuoti a Torino e su una politica della casa che dovrebbe agevolare il loro riempimento. Il pubblico applaude, è il suo momento di gloria. Ma era preparato.

Fassino. Tra i 4 è quello che fa una migliore impressione. Competente, serio, conosce la situazione della città, non evita le domande, propone soluzioni, sembra abbia chiaro quello che bisogna fare. Ho trovato poi piacevole la disponibilità a partecipare alle primarie e a partecipare a incontri di questo tipo, perché pensavo che un politico del suo calibro non si sarebbe mai "abbassato" a comparse del genere.
Ribatte che Chiamparino ha un anno più di lui, e che Profumo ne avrebbe avuti solo 5 in meno, quindi si chiede perché il discorso dell'età anagrafica valga per alcuni e per altri no. Strike 1 per Fassino. Dice comunque che la classe dirigente a Torino c'è (e che è ovvio che ci siano state le condizioni più favorevoli in assoluto per prepararla, visto che nei 5 anni precedenti si è governato la Regione, la Provincia e il Comune contemporaneamente) e che lui offre la sua carriera politica e internazionale al servizio della Città per far crescere questa classe dirigente. Una sorta di traghettatore tra l'era Chiamparino e l'era del futuro Sindaco, probabilmente più giovane e "diverso".
Un politico di lungo corso, e si vede. L'ho decisamente rivalutato dopo l'incontro.


Gariglio. Sicuramente è preparato, ma a pelle proprio non mi piace. Durante l'incontro cercava di portare a segno quanto più possibile i suoi interventi per meritare l'applauso del pubblico, e così alzava la voce, assumeva spesso un tono esasperato, e due volte ha ottenuto ciò che voleva. Ma in realtà il timbro della sua voce non è forte, e immaginatevi uno che grida cercando di darsi importanza con una voce "a metà". Non ci siamo.
Sembra intelligente, ma elude le domande. Risponde sempre a quello che vuole lui. Tropeano gli si lancia contro per due domande chidendogli del suo passato democristiano e provando a metterlo in difficoltà (e se la prima volta ci stava, la seconda aveva rotto): gli chiede cosa pensa dei diritti civili e del matrimonio lesbico officiato da Chiamparino, e Gariglio parla di sharia. Non ci siamo.
L'età gioca a suo favore, il curriculum è sicuramente buono, ma... non mi convince.

Placido. Dei 4 è il più popolare, "popolare" nel senso di "venuto dal popolo". Il suo modo di parlare è molto colloquiale, talvolta sgrammaticato, gesticola un sacco (e non mi piace), in sala pareva fosse il preferito tra il pubblico. Ha sicuramente delle idee sulla città, non ha mai alzato la voce ma ha fatto dei punti molto sensati. Il tono poi era molto sincero, e talvolta sembrava anche leggermente imbarazzato. A volte in difficoltà nel dare le risposte. Null'altro da segnalare.

Ho dimenticato in ufficio gli appunti delle risposte dei candidati, quindi probabilmente integrerò questo post in seguito con qualche contenuto più "succoso". Concludo aggiungendo che me ne sono andato dall'incontro, spossato e tediato, prima che i candidati facessero il discorsino finale da 5 minuti sulle ragioni della loro candidatura; per cui se qualcuno è a conoscenza di quale propaganda si siano fatti può comunicarmelo nei commenti, grazie.

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