venerdì 25 febbraio 2011

Primarie Torino: dove si vota, come si vota, quando si vota

Fassino, Gariglio, Passoni, Viale, Curto: ecco i nomi dei candidati alle primarie.

Dopo vicende alterne, alterchi, vicissitudini, e dopo un paio di mesi di campagna elettorale, Torino è arrivata al momento del voto per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra. La coalizione, una volta decise le regole delle primarie, è riuscita a non distruggersi; in compenso, si sono votati alla reciproca distruzione i candidati.

Ecco, fermiamoci qui un istante perché questa è una cosa che mi ha dato un solenne fastidio. Mi riferisco in particolar modo a Gariglio e Curto, e le orde dei loro seguaci che sono diventati di punto in bianco partigiani votati alla distruzione del nemico: Fassino per Gariglio e Passoni per Curto. Un atteggiamento che, in questi due casi, è venuto fuori allo scoperto, ma che si è generalmente visto in tutti i supporter di qualsiasi candidato. Allora, una cosa è la campagna elettorale che fa nascere una sana competizione, che ci sta; un'altra invece è perdere totalmente di vista che siamo tutti della stessa squadra e stiamo tutti cercando di fare del nostro meglio per la nostra città. Senza contare che chi vince le primarie si troverà comunque a relazionarsi e farsi aiutare da chi le perde, no? Abbiamo perso totalmente di vista la big picture di queste primarie, ed è un peccato.

Ad ogni modo, entriamo un po' più nelle cose tecniche e burocratiche di questa elezione.
Votare è semplice, se sai come farlo.

DOVE SI VOTA

In città sono stati allestiti una quantità enorme di seggi, per cui non si dovrà andare molto lontano per esprimere la preferenza.
Per votare basta sapere il numero di seggio riportato sulla tessera elettorale. Se ora come ora non avete voglia di andarla a pescare (ma domenica è obbligatoria!) potete andare qui e inserendo il nome della vostra via e il numero civico come per magia apparirà il numero di seggio. Dopodiché cercate il seggio più vicino qui inserendo circoscrizione e seggio e il gioco è fatto.

COME SI VOTA
Per votare è necessario essere muniti di un documento di identità valido e della tessera elettorale. Indispensabile la residenza a Torino. Anche gli stranieri e i maggiori di 16 anni possono votare. Per la votazione è previsto un contributo di 2 euro.
Si vota tracciando una X sulla casella del candidato per cui si vuole esprimere la preferenza.

QUANDO SI VOTA
Domenica 27 febbraio i seggi rimarranno aperti dalle 8 alle 20.

PERCHE' SI VOTA
Inutile ricordarvi l'importanza del voto in ogni occasione, e in particolare in questa. In un periodo dove noi italiani non possiamo nemmeno scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento che sono ormai dei "dipendenti" a tutti gli effetti di chi fa le liste, noi torinesi abbiamo la possibilità di scegliere chi mandare alle elezioni comunali. Che sembra un diritto banale, ma non lo è. Affatto.
Abbiamo la possibilità di contribuire anche noi con il nostro voto al miglioramento della città. Qualunque esso sia.

Io ho partecipato a spizzichi e bocconi in questa campagna elettorale, sostenendo da subito Gianguido Passoni. Credo che la giunta Chiamparino abbia governato bene questa città negli ultimi 10 anni e il fatto che Passoni dei 5 candidati sia l'unico rappresentante della giunta uscente rappresenta a mio parere un punto di favore, perché, appunto, il mio giudizio su questi ultimi 10 anni è positivo. Quindi cerco di favorire la continuità. Il che non vuol dire che non bisogna ripartire con una marcia in più: al contrario, ce ne vogliono tre in più perché la città deve continuare il cammino che ha iniziato e deve andare oltre quel cammino.

Ho conosciuto personalmente Gianguido Passoni e posso dire che mi ha da subito lasciato di sasso per la naturale tranquillità con cui parlava con tutti. Pensi sempre che questi personaggioni della politica siano superiori e pieni di sé, e poi rimani decisamente esterrefatto quando non è così. Avete presente quando una persona è sicura e non ha bisogno di comunicare la sua sicurezza? Ecco, quella è stata la prima impressione, confermata poi successivamente. Mi piace che sia il primo a dire che si poteva sicuramente fare di più e che certe cose sono state fatte in maniera sbagliata o esagerata. Trovo positivo che non voglia tagliare servizi e che voglia proseguire nella politica di integrazione adottata dalla città che ha prodotto risultati straordinari come in San Salvario.

Quello che trovo straordinario, poi, è tutta la piattaforma che sta dietro al candidato: torino bene comune è nata come un progetto dal basso che ha poi deciso di sostenere la candidatura di Passoni. Quando le iniziative nascono dal basso sono sempre grandiose. 23 idee per Torino che dettano poi le linee guida di quello che è diventato il programma di Passoni. Non ultima, infine, è la linea guida del rispetto delle libere scelte individuali, l'equiparazione e la tutela di single e coppie di fatto, gay o etero. Mi sono reso conto che per me è impossibile sostenere un candidato che non ne sia favorevole, anche se, a livello locale, nulla si può fare, certo.

Insomma, sapete quanto adoro questa città e sapete anche qual è la mia visione per il futuro della città, e io credo che Passoni sia quello che più si avvicina a questa mia visione. In ogni caso, qualunque sia il vostro voto, andate a votare. In fondo lo fate per voi stessi.

giovedì 17 febbraio 2011

Orrore150


Insomma, giudicate voi.
Il manifesto scelto per Italia150 è stato fatto da Nubioli, lo stesso che realizzò quello per Italia '61.
E infatti direi che il tocco grafico è rimasto lo stesso, vecchio di cinquant'anni.

D'accordo che non bisogna scordare il passato per guardare al futuro, ma di futuro qui  non c'è proprio traccia.
Brutto, proprio brutto, non credo lo digerirò mai. Tutta colpa di Coppola.

sabato 12 febbraio 2011

TO Bike or not to bike?

Oggi ho avuto la mia prima volta.
Parliamo di TOBike, il bike sharing di Torino, nato nel 2010 e arrivato in soli 7 mesi ad avere 5000 abbonati.
Premetto che io ho una mia bici mia e non ho (ancora) fatto l'abbonamento al TOBike perché non ne ho mai avuto bisogno. Almeno fino ad oggi, quando la mia indomita Kala ha smesso di frenare e ho dovuto portarla a riparare.

Oggi pomeriggio avevo due/tre impegni tutti in centro, tra Borgo Dora e il Lungo Po, e quindi avevo un ardente bisogno di biciclettare avanti e indietro. E così sono andato fino a Borgo Dora a piedi all'andata; invece tornando, complice il mio amico Mathieu che è un tipo sempre troppo avanti, io e lui notiamo sul Lungo Dora Savona una stazione TOBike. Mat, con grande savoir faire, tira fuori dalla sua giacca un portafoglio e dal portafoglio una tessera: una preziosa tessera TOBike.

Fu così che ebbi la mia prima volta.

In sella alla bici cabriolet, con la schiena eretta (la mia bici abituale è una mountain bike invece, quindi potete capire il mio impaccio nello stare così dritto) ho pedalato con i capelli al vento sentendomi un po' come la principessa Mary di Danimarca mentre pattinava sulla spiaggia di Amager. La bici era fantasticamente a posto, abbiamo avuto un problema con un'altra bici che invece non voleva saperne di venire fuori dalla palina ma il pronto Mathieu ha chiamato il numero verde (lo sapete che sono aperti anche al sabato?) e hanno brillantemente risolto tutto nel giro di 4 minuti e mezzo.

Insomma, una figata.

Ho riattaccato la bici-cabriolet alla stazione davanti al Gradenigo e sono andato a prendere la mia bici riaggiustata a puntino, ma la prossima volta mica mi faccio fregare ancora: faccio subito richiesta per una tessera TOBike tutta mia.

Un flop chiamato Park&Ride

Leggo oggi sul Giornale del Piemonte questo articolo sui risultati dei tre parcheggi di interscambio a diversi anni dalla loro attivazione. I tre parcheggi, Caio Mario, Stura e Sofia, tutti e tre costruiti alle estremità della città, erano nati con l'intenzione di disincentivare l'uso dell'auto in città favorendo un cambio agevolato di mezzo: lasci la macchina nel parcheggio e prendi il tram (il 4, nel caso di Stura e Caio Mario, il 18 nel caso di Piazza Sofia).

Per incentivare l'uso del Park&Ride, negli anni era stato previsto anche un biglietto gratis per il mezzo pubblico, bastava presentare il biglietto del parcheggio per poter viaggiare senza problemi sul tram. La sosta a Caio Mario è persino gratuita (ed è utilizzata dai dipendenti Fiat Mirafiori). A Stura costa 1 euro per tutto il giorno.

Ad oggi, tuttavia, i risultati sono pressoché scadenti: la percentuale media di occupazione dei parcheggi è del 50% per Sofia, del 40% per Caio Mario, e un disastroso 3% per Stura.

Per analizzare bene il problema sarebbe utile avere un altro dato, che secondo me contrasta con quelli degli altri parcheggi, ossia la percentuale di utilizzo di un altro parcheggio di interscambio, quello di Fermi, a Collegno, che intescambia con la metropolitana. Non l'ho trovato su internet, ma negli ultimi anni in tutti i luoghi di lavoro che ho frequentati ho conosciuto diverse persone di Rivoli, Collegno o delle valli che lo utilizzavano e mi dicevano che non era difficile trovare posto, ma che comunque il parcheggio non era affatto vuoto.

Ecco, perché il parcheggio di Fermi è più utilizzato degli altri? La risposta credo sia chiara, perché inerscambia con la metropolitana, che garantisce una puntualità e un'efficienza che né il 4 né il 18 possono vantare. Il 4, nonostante ce la vogliano far passare come metropolitana leggera, è un normale tram che gode sì di una corsia preferenziale ma che deve sottostare al ritmo della strada dettato dai semafori. Se poi contiamo che il tempo di percorrenza Stura - Caio Mario (da me sperimentato quando abitavo a Settimo e lavoravo a Mirafiori) è di circa un'ora e si dimezza quindi se il tragitto si ferma in centro città, si capisce come sia molto più veloce andare in macchina, persino con il traffico di Corso Giulio. Quindi il problema dello scarso utilizzo del Park&Ride sarebbe da imputare non alla parte "Park" ma a quella "Ride".

Quando il passante ferroviario sarà completato, il parcheggio Stura potrà inoltre godere di una forte spinta in più data dalla ferrovia metropolitana. Ma questo è di là da venire.

Penso che sarebbe poco saggio abbandonare l'idea del Park&Ride tout court. La Sestero propone di pubblicizzarlo maggiormente, ma non credo risolverebbe il problema. La miglior pubblicità è quella che fa il passaparola, e il passaparola avviene quando un servizio è efficiente. Se un servizio funziona, si pubblicizza da sé. E' la linea 4 a dover essere migliorata: bisognerebbe dotarla di un sistema preferenziale che le permette di non avere mai semafori rossi, in modo che possa scorrere senza problemi fermandosi solo alle fermate di linea. In questo modo si realizzerebbe davvero il principio della "metropolitana leggera". Ma finché il 4 si muoverà al passo di un elefante ottomano, non andremo da nessuna parte e i parcheggi di interscambio continueranno a essere vuoti.

Primarie Torino, sondaggio TermometroPolitico

O, meglio, un'anteprima del sondaggio di Termometro Politico che è di stanza in questi giorni su lastampa.it. A darci questa anteprima, l'immancabile Spiffero, che aggiunge anche i numeri di un'altra ricerca "domestica" realizzata da Marco Maturano di GM&P, società di fiducia del PD nazionale. Partiamo da questa.

NOTORIETA'

Fassino 95,9%
Gariglio 57,2%
Viale 34,1%
Passoni 28,3%
Curto 21,7%

COALIZIONI con FASSINO candidato

CSX 49,7%
CDX 35,7%
CEN 10,3%
M5S 3,2%

POSSIBILITA' DI VITTORIA

Fassino 56,3%
Gariglio 8,8%

SFIDE CANDIDATI

Fassino 55,2%
Ghigo 30,8%

Fassino 57%
Coppola 22%

Fassino 56%
Ghiglia 25%

Fassino 56%
Bonino 23%

Ora i dati in anteprima della rilevazione in corso di TermometroPolitico.
Termometro Politico invece ha circoscritto la propria analisi proprio sul comportamento degli elettori di centrosinistra alle primarie. La società torinese, che si avvale di una metodologia molto nota all’estero (il caso di scuola è YouGov in Gran Bretagna) ma ancora poco praticata in Italia, quello delle indagini CAWI (Computer Assisted Web Interviewing), ha finora esaminato circa 4.200 interviste. Dai primi risultati, in corso di elaborazione, emerge un sostanziale testa a testa tra Fassino e Gariglio, entrambi comunque attestati al di sotto del 50%. La forbice che li separa è minima, al punto che è ipotizzabile, proprio per il profilo dei candidati che Gariglio abbia dalla sua una potenzialità di performance superiore a quella del più consolidato Fassino. Il lavoro, realizzato in esclusiva per LoSpiffero, sarà reso pubblico lunedì.
Attendiamo quindi lunedì, pur sottolineando che c'è ancora tempo per votare.

lunedì 7 febbraio 2011

Les jeux sont faits?

Un sondaggio di nuovasocietà mette a luce un terzo incomodo tra Fassino e Gariglio: Gianguido Passoni, che guida la classifica con il 41%. Segue Fassino con il 26% e Curto con il 13%. Gariglio quarto con il 10%, chiude Viale con l'8%.

venerdì 4 febbraio 2011

Qualche parola su... Passoni

Il candidato della sinistra resta, per ora, senza bandiere. Lo sostiene una parte di Sel e “Torino Bene Comune”. Prioritaria la difesa dei conti: una situazione strumentalizzata ad arte. L'assessore si rivela uno dei più leali collaboratori del sindaco che infatti potrebbe dargli una mano

È il miglior alleato di Fassino, come insinuano gli antipatizzanti, o un concorrente talmente leale con la coalizione e rigoroso sui contenuti politici da aborrire ogni forma di schermaglia polemica, secondo la descrizione dei (molti) estimatori? Sia quel che sia, Gianguido Passoni, il terzo incognito delle primarie democratiche, fatica non poco a scrollarsi di dosso l’etichetta del comunista prediletto di Sergio Chiamparino. Il sindaco lo stima a tal punto da aver accarezzato l’idea di incoronarlo per la sua successione, poi le cose sono andate come sono andate e l’assessore al Bilancio si è ritrovato a gareggiare da solo, senza grandi sponsor alle spalle, orfano di sigle e partiti, sostenuto unicamente da “Torino bene comune”, un advocacy group di militanti e dirigenti della sinistra torinese delle più varie estrazioni.


Non ha l’appeal dell'arruffapopolo – e forse per questa ragione il vertice locale di Sel è assai prudente a scendere al suo fianco –, alle starnazzate preferisce i ragionamenti “lunghi” e alle affermazioni demagogiche antepone proposte concrete: la salvaguardia delle risorse pubbliche, la tutela della vocazione manifatturiera della città, nuovi modelli di welfare comunale, valorizzazione delle differenze, bilancio sostenibile senza privatizzare le aziende partecipate. Ma è proprio sull’ultimo punto, il core business dell’impegno amministrativo degli ultimi anni, che Passoni raccoglie molte critiche. “Troppo schiacciato su Chiamparino”, dicono alla sua sinistra; “rischia di reggere la coda ai paladini del continuismo”, rintuzzano i garigliani.


Le sue prime mosse sembrano confermare quest’orientamento. Sullo stato disastroso delle casse di Palazzo di Città ha assunto le vesti del difensore d’ufficio, sebbene non abbia alcuna responsabilità della situazione debitoria, avendo ereditato la patata bollente dal suo predecessore Paolo Peveraro, protagonista (in)discusso della stagione della finanza creativa. Spiega in modo puntiglioso: «I dati sono confortanti: nel 2009, rispetto al 2008, il gruppo Città di Torino riduce l’indebitamento del 2,11%, aumenta del 4,12 % il valore dell’attivo immobilizzato, migliora il risultato economico del 71%, occupa 23281 persone, costituisce circa il 15% del prodotto interno della città. Tutti dati positivi che dimostrano come il tema del debito sia stato strumentalizzato, perché ampiamente superato dal valore dell’attivo di 9 miliardi e trecento milioni, tutti di investimenti. C’è un altro punto importante: con 3,352 miliardi di volume dei proventi e con una politica accorta e di buona gestione, si possono finanziare i servizi pubblici, asili compresi, senza liquidare e vendere le partecipate». Infine, una stoccata al tanto decantato federalismo: «Nel 2009 il Comune con i conti consolidati ha pagato allo Stato 129 milioni di imposte. Lo Stato, per contro, ci toglie 43 milioni di trasferimenti».


Forte di queste argomentazioni tecniche, corroborate dal rating di Standard & Poor's, Passoni ritiene di avere buone carte da giocare se solo il vertice del Pd non si mettesse di traverso, come ha fatto nei primi giorni di raccolta delle firme, lesinando sul numero dei moduli. L’esordio è stato confortante: la sola associazione “Rosso Ideale” ha portato d’emblée 400 firme, per i banchetti del weekend si sono fatti avanti molti volontari. Chiamparino, pur ufficialmente impegnato con Fassino, avrebbe assicurato una mano “discreta” nella raccolta delle tremila sottoscrizioni: le parcelle degli avvocati vanno onorate.

via http://www.lospiffero.com/

mercoledì 2 febbraio 2011

Torino è in rosso



Ahahah. Do atto a Maurizio Marrone di aver scelto un simpatico copy per il manifesto che campeggia per i corsi della città. Non ho trovato nessuna immagine, quindi proverò a descriverlo: fondo marrone, con la scritta "Torino è in rosso" e il claim in azzurro subito sotto: "cambia colore". In alto, in azzurro, il nome "Maurizio Marrone". Al centro, in basso il simbolo di Forza Italia. Pardon, del PDL.

Un simpatico gioco di colori che richiama la Torino rossa di sinistra e il debito della giunta Chiamparino, che contrasta con l'azzurro Forza Italia (ehm PDL); infine il cognome del politico a fare da corollario a tutto, con l'invito a cambiare colore e a scegliere il Marrone (o quanto meno l'azzurro).

Non so però quanti, non avvezzi alla politica locale, potrebbero capire il gioco di parole e colori. Già sapere che Torino è indebitata credo non sia da tutti; da lì poi a sapere che Marrone è il cognome del vice coordinatore cittadino del PDL...

Update: immagine trovata su La Stampa di giovedì 3 febbraio
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