giovedì 28 luglio 2011

Ikea, una posizione pro Saitta

Ieri era il solo, oggi no: un lettore ha scritto a Specchio dei Tempi plaudendo la risoluta presa di posizione di Saitta.


Un lettore scrive: 
«Finalmente si è riusciti a dire un "no" ad un nuovo insediamento commerciale che avrebbe distrutto migliaia di mq. di terreno agricolo. Era ora che si incominciasse ad imboccare questa strada. L'Ikea ha già aperto un mega centro a Collegno, con relativa scomparsa di verde e campi, il secondo lo possiamo tranquillamente evitare. Se proprio vogliono insediarsi in provincia, si cerchi una zona industriale abbandonata, una zona dove sono stati costruiti capannoni in cemento, adducendo la solita scusa dei posti di lavoro e poi lasciati li, ad invecchiare. Nell'articolo su La Stampa, si dice che negli Stati Uniti i terreni quasi li regalano, ma si dimentica che a fronte di un quintuplo della nostra popolazione, gli Usa hanno 31volte il nostro territorio e in Slovenia a fronte di un quindicesimo del nostro territorio, la popolazione slovena è un trentesimo di quella italiana. Pertanto di terreno agricolo, noi, non possiamo più sprecarne. Tra l'altro parliamo di alcuni tra i terreni più fertili d'Italia, e questi terreni sono quelli che permetteno, oltre al nostro sostentamento, di coltivare quei prodotti che tanto sponsorizziamo con il Salone del Gusto». ALESSANDROSORRENTINO

mercoledì 27 luglio 2011

NoTAV, NoTangEst, NoGrat, NoIKEA


Il patatrac è fatto. Ormai la decisione della Provincia di Torino di negare il permesso alla costruzione del nuovo centro commerciale IKEA è sulle pagine di tutti i giornali e ha provocato solo polemiche e contestazioni - da parte dell'azienda stessa, dell'opposizione in Provincia, ma anche del parroco di la Loggia, del Sindaco e dei residenti. Non c'è nessuno, se non Saitta, che difenda la scelta della Provincia.

E dire che in tutti questi anni non si è mai creato nessun movimento popolare "No IKEA" - il che merita attenzione, visto il proliferare di questi NO-movimenti negli ultimi anni. Forse non avere un movimento contro cui lottare rendeva il tutto troppo semplice e troppo "giusto".

martedì 26 luglio 2011

Bye bye Ikea

E così IKEA ha deciso: niente più secondo centro commerciale nell'area torinese. Dopo l'ennesimo no della Provincia, l'azienda svedese alza i tacchi e va in cerca di nuovi lidi.
Avevo già discusso il caso mesi orsono, quando era scoppiato: lodevoli le intenzioni di Saitta, ma in questo momento, tra il lavoro e la conservazione del suolo agricolo torinese, in caso di mancato compromesso, il primo dovrebbe avere sicuramente la priorità.

Il compromesso a quanto pare non è stato trovato, e così ci abbiamo perso tutti.


La Provincia lamenta il metodo ultimatum a cui è ricorsa IKEA - "o La Loggia o niente"; IKEA, dal canto suo, contesta che il piano del nuovo centro era stato già preventivamente approvato dalla Provincia numerose volte - e solo in seguito è giunto il no di Saitta.

Direi che entrambi hanno la propria bella fetta di torto. La Provincia avrebbe potuto far saltare subito il piano a La Loggia in favore di un altro, IKEA potrebbe lavorare a un altro studio di fattibilità da qualche altra parte: certo, bisogna ripartire da capo per un lavoro lungo, ma non credo che le manchino le risorse per farlo.

In questi casi comunque credo fortemente che la verità stia nel mezzo, e che se c'è davvero la sincera volontà di trovare un accordo da entrambe le parti, l'accordo si trova. Evidentemente questa volontà non c'è stata. Spero che quello di IKEA sia un bluff e che le trattative continuino; altrimenti, che dire? Gioiremo per il verde salvato: da disoccupati avremo tanto tempo libero per farlo.

Update: lo Spiffero si chiede se il discorso sui terreni agricoli valga anche per la Tangenziale Est, progetto, questo, invece fortemente voluto da Saitta. Eggià.

Linea 7 storica, i perché di uno stop

Spiegati su Torinoclick (e ripresi da un amico di skyscrapercity) i motivi dello stop alla circolazione per i tram della linea storica 7 nei giorni feriali (cliccare sull'immagine per ingrandire):

lunedì 25 luglio 2011

Sospensione estiva ZTL e zone blu

Come negli anni scorsi la Giunta Comunale ha disposto la sospensione estiva del pagamento della sosta nelle “zone blu” e delle limitazioni previste dalla ZTL ordinaria: la sospensione riguarderà il periodo tra l’8 ed il 20 agosto compresi.

Nei parcheggi a barriera ed in quelli “in struttura” affidati a GTT resterà in vigore la sosta a pagamento, mentre per quanto riguarda quelli in gestione ad altri l’eventuale sospensione verrà definita con apposite ordinanze.
Gli abbonamenti ai parcheggi GTT acquistati per il mese di settembre potranno essere utilizzati a partire dal 22 agosto, mentre con quelli validi per il mese di luglio si potrà sostare fino al 6 agosto.

Resteranno invece in vigore anche durante l’estate i divieti alla circolazione nella ZTL Area Romana tra le 21 e le 7,30 (dalle 19,30 in piazza Emanuele Filiberto), nelle vie e corsie riservate ai mezzi pubblici (tra 7 e le 21), nelle aree pedonali e nella ZTL Valentino (in entrambi i casi dalle 0 alle 24 di tutti i giorni, festivi compresi). (e.v.)

(via MarcoAddonisio)

martedì 5 luglio 2011

At last

via http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/07/05/fassino-le-dimissioni-lo-stipendio/


Ieri pomeriggio, verso le quattro, mi ha telefonato il sindaco Fassino. Lo scopo era preavvertirmi del fatto che domani, mercoledì, presenterà a Fini le dimissioni da deputato. Suppongo che la telefonata sia dovuta a questo post che gli deve essere stato molto vagamente segnalato da qualcuno.




Fassino ha aggiunto, a mia domanda, che da sindaco guadagnerà «cinquemila euro netti al mese, cioè meno della metà di quello che prendevo da deputato».


Gli ho chiesto se gli sembrava tanto o poco ma su questo ha preferito non rispondere, facendomi tuttavia notare che governa «una città da un milione di abitanti».


I cinquemila euro, ha aggiunto, sono per 12 mensilità e non producono pensione. La pensione da parlamentare (suppongo abbondante, viste le cinque legislature) gli scatterà quando avrà finito di fare il sindaco, dice.


Gli ho chiesto quando di fatto smetterà di essere parlamentare, ma mi ha risposto che con precisione non lo sa e che non dipende più da lui, perché una volta mandate le dimissioni a Fini (domani, appunto) è la Camera che deve approvarle; comunque pensa che sia una questione di una o due settimane al massimo.


Ps. Ho scritto ‘molto vagamente segnalato da qualcuno’ perché per tutta la telefonata Fassino è stato convinto che io stessi scrivendo un articolo sul suo doppio incarico per il settimanale cartaceo: quindi si è mostrato decisamente stupito nell’apprendere che L’Espresso ha anche un sito e dei blog, e quando l’ha saputo era preoccupatissimo del fatto che io potessi scrivere delle sue dimissioni prima che le annunciasse in consiglio (ieri sera), dato che lui mi aveva telefonato in previsione dell’Espresso cartaceo in uscita venerdì. Sicché più volte ho dovuto rassicurarlo sul fatto che non avrei approfittato della sua un po’ goffa anticipazione facendo uno sgarbo a un’istituzione elettiva.

sabato 2 luglio 2011

Buonsenso

http://gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/06/30/domande-lecite/

Stipendio a 5 stelle

Una cosa che ai Grillini ho sempre riconosciuto è la trasparenza: condividere dati, numeri, comportamenti legati agli incarichi pubblici di cui altrimenti non si parla mai.
Riporto qui di seguito un post molto interessante del neoeletto in consiglio comunale per il Movimento 5 Stelle Vittorio Bertola. Parla di quanto gli spetta come remunerazione, benefit e allocazione spazi in quanto neoconsigliere comunale.

http://bertola.eu/nearatree/?p=2177

C’è voluto più di un mese, ma abbiamo quasi interamente chiarito il nostro trattamento da consiglieri in Comune; e dunque vorrei fare un riassunto, per trasparenza, e chiedere il vostro parere su alcuni dubbi.


Stipendio. Un consigliere comunale di Torino non ha un compenso fisso, ma prende un gettone di circa 120 euro lordi a seduta; dunque, ha degli introiti solo quando partecipa alle sedute, mentre nei mesi di ferie (es. agosto), se si ammala o se si assenta per qualsiasi motivo non percepisce nulla. Vengono retribuite sia le sedute del consiglio che quelle delle commissioni, con un tetto massimo di 3 sedute retribuite in un giorno e di 19 sedute retribuite in un mese, oltre le quali non si percepisce più niente. Il tetto mensile - che i consiglieri di gruppi piccoli come il nostro, nei mesi “pieni”, tendenzialmente raggiungono sempre o quasi - è dunque di circa 2200 euro lordi. In pratica, facendo la media, è come avere uno stipendio di circa 1300 euro netti al mese per 13 mensilità, ma lo sapremo meglio quando avremo le prime buste paga.


Staff. Il Comune trasferirà al nostro gruppo consiliare due dipendenti, che avranno funzione di segreteria e supporto; non possiamo assumere esterni, ma solo suggerire chi preferiamo tra persone che già lavorino in Comune ad un certo livello. Noi abbiamo indicato due nostri militanti di lunga data e attendiamo di sapere se saranno accettati.


Ufficio. Martedì scorso sono stati assegnati gli uffici: noi abbiamo ricevuto tre stanzette affacciate su via Garibaldi, e saremo in quattro in 40 mq. Siamo quelli sistemati peggio: per fare qualche esempio, la Lega ha avuto 71 mq per 5 persone, l’UDC 52 mq per 2 persone, SEL addirittura 126 mq per 4 persone; persino la lista Domenico Coppola ha avuto tre stanze e 35 mq per 2 persone. Queste discrepanze si spiegano con motivi storici, con vincoli tecnici e con la difficoltà di suddividere in modo efficiente uno stabile storico del Seicento, ma ovviamente noi paghiamo lo scotto degli ultimi arrivati.


In più, mentre gli altri (tranne fintocoppola) esistevano già e dunque sono già operativi e installati, noi dovremo ancora attendere che ci sistemino gli uffici, perché le tre stanze non sono nemmeno comunicanti e devono aprire una porta e murarne un’altra; dunque c’è il rischio di dover aspettare settembre, anche se noi cercheremo di accamparci subito in qualche modo. Nel frattempo noi finiamo per perderci convocazioni e materiali, che tutti gli altri ricevono in ufficio; le segretarie devono inseguirci alle riunioni per lasciarci i documenti; dobbiamo scrivere e stampare gli atti a casa e poi portarli; insomma, siamo svantaggiati rispetto a tutti gli altri. Non abbiamo nemmeno ancora l’accesso al sistema informatico, per presentare gli atti ricorriamo alla gentilezza di alcune segretarie che li caricano per noi…


Attrezzature. Gli uffici saranno attrezzati con mobili, scrivanie e computer; io e Chiara riceveremo un netbook con chiavetta, e io avrò anche un cellulare (senza la SIM se ho ben capito). Inoltre avremo a disposizione un budget di circa 1000 euro al mese per pagare le bollette del telefono, le piccole spese, piccole attrezzature extra (che poi resteranno al Comune) ed eventualmente l’organizzazione di eventi legati all’attività consiliare (non all’attività del Movimento).


Benefit. I consiglieri comunali sono esentati dal pagare il biglietto dei mezzi pubblici (basta mostrare il tesserino del Consiglio); inoltre, il Comune ci dà un posto auto sotto forma di una tessera che concede libero accesso al parcheggio sotterraneo comunale Santo Stefano (quello dietro il Duomo), e di un “permesso viola” per la ZTL.


Ora, noi istintivamente ci siamo chiesti se non fosse il caso di rifiutare questi benefit. I primi due sono un “extra stipendio” sotto forma di prestazioni in natura, che al Comune sostanzialmente non costano; in più, l’accesso libero ai mezzi pubblici ci dovrebbe servire anche per poter regolarmente andare a vedere come funzionano. Io spesso uso la bici o i mezzi, e sono culturalmente contrario ai datori di lavoro che offrono posti auto in centro ai propri dipendenti, perché incentivano l’uso dell’auto privata; devo però dire che ci sono effettivamente situazioni in cui è difficile fare a meno dell’auto, o perché devo trasportare del materiale, o perché sono di corsa; perdermi l’inizio della riunione pur di spostarmi in bus mi sembra comunque un peggior servizio ai miei elettori che prendere l’auto, e a quel punto ovviamente non pagare la sosta è un beneficio gradito. Trattandosi dunque di vantaggi economici, da sommare a uno stipendio che è decisamente inferiore al tetto già stabilito, mi sembra di poterli accettare.


Avrei invece voluto rifiutare il permesso ZTL, che è l’unico vero privilegio (un cittadino qualunque non può averlo, nemmeno pagando) e che tra l’altro è del tipo che permette assurdità come percorrere via Garibaldi o entrare nei parchi cittadini. Ci ho provato, ma mi hanno fatto notare che senza il permesso non potrei raggiungere il parcheggio per le riunioni del mattino; infatti agli abbonati al parcheggio viene concesso di entrare nella ZTL per arrivarci, ma il tesserino che mi danno non è un abbonamento pagato ma solo un “aprisbarra gratuito”, e dunque non include l’esenzione. A questo punto l’unica strada sensata mi sembra di accettare il permesso ma di usarlo solo per arrivare al parcheggio e magari per portare le attrezzature in piazza Castello quando facciamo i gazebo (ho portato un po’ di volte a braccia le sedie da giardino da piazza Castello a via IV Marzo e non è un bel lavoro).


Questo mi sembra un buon punto medio tra il rifiutare privilegi indebiti (l’idea di imporre ai torinesi il sacrificio della ZTL e poi autoesentarsi mi sembra immorale) e il mantenere la massima efficienza nel lavoro per cui mi pagate, che non è quello di prendere il pullman ma è quello di partecipare alle riunioni in Comune. Tuttavia, per evitare polemiche, mi sono riservato di dare una risposta definitiva domani mattina e dunque ho fatto un post per chiedere un vostro parere.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...