sabato 26 maggio 2012

Il pubblico molla Caselle: 3 ragioni per esserne felici

Comune, Provincia e ora anche Regione vendono le loro quote di azioni in Sagat, la società che gestisce l'aeroporto di Torino.

Normalmente una simile notizia mi farebbe rizzare le orecchie e mi metterebbe sull'attenti, dato che la maggioranza delle azioni in mano pubblica dovrebbe garantire che tutti gli interventi vengano fatti in modo da favorire il territorio e la comunità che in quel territorio risiede.
Ma vista la maniera insulsa con cui è stato gestito l'aeroporto in questo decennio, direi che è una buona notizia.

L'aeroporto di Torino ha un potenziale enorme per gli investitori: un bacino di oltre 2 milioni di persone, vale a dire 2 milioni di potenziali clienti, gravita intorno al Sandro Pertini. Tutta la provincia di Torino, Cuneo, Asti, Alessandria, Aosta, senza contare il Monginevro e le zone di confine della Francia che a Torino già fanno riferimento per altri servizi.

Eppure sempre più torinesi utilizzano lo scalo di Malpensa come base di partenza per le loro destinazioni. E come mai? Non certo di loro spontanea volontà. L'offerta dell'aeroporto di Torino è scandalosamente ridicola, sia come destinazioni sia come orari.

In tutti questi anni, nonostante le manifestazioni di interesse di Ryanair (che è logicamente interessata a Torino per far concorrenza sul Nord Ovest a Easy Jet che ha la base a Malpensa), i vertici della Sagat non sono riusciti a concludere uno straccio di accordo. Un accordo che avrebbe fatto decollare davvero l'aeroporto, che invece latita oltre la decima posizione in Italia per numero di passeggeri, scavalcato da Catania e Bologna e fino a qualche mese fa anche da Pisa e Cagliari. Francamente, che l'aeroporto sia da due anni consecutivi il vincitore del "Best Airport Award" non ci interessa perché non ha senso che l'aeroporto sia il migliore d'Europa se poi nessuno lo usa per volare.

Che dire quindi? Peggio di così è difficile si possa fare. Ben vengano gli investitori privati.

sabato 5 maggio 2012

Every little helps (come da Tesco)



Appello del Bike Pride torinese per la ricerca di fondi: anche solo un euro e un passaparola possono fare la differenza:


Il Bike Pride come qualunque evento o organizzazione ha dei costi vivi. Il primo anno è stato sostenuto in parte dai promotori e delle associazioni, che ci hanno rimesso, il secondo anno ha trovato qualche sponsor. Quest'anno stiamo cercando su più fronti di arrivare almeno in parità. Le istituzioni non ci hanno mai dato un euro. Ecco, anche solo 1 euro, va benissimo.

Più alta sarà l'affluenza alla giornata di festa in bicicletta più incisivo sarà il messaggio che consegneremo alle amministrazioni comunali, provinciali e regionali.
Abbiamo formulato richieste precise per la sicurezza stradale anche grazie al grande network #salvaiciclisti. Ma abbiamo bisogno di un aiuto da parte di tutti.
Dobbiamo (associazioni e volontari) stampare le cartoline, i manifesti, gli espositori, pagare le ambulanze e l'aiuto nella logistica e nella grafica. Abbiamo considerato circa 800€ di spese.
Per questo motivo, se credete in questa battaglia di civilità dateci una mano. Anche piccola.
QUEST'ANNO DOBBIAMO ESSERE ALMENO 10.000 ..e meglio diffondiamo il messaggio più saremo a pedalare!


Su www.bikepride.it tutte le informazioni sull'evento.
A questo indirizzo la pagina per donare con Paypal o Carta di credito.
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