giovedì 7 febbraio 2013

Crisis management: l'errore da non fare


Ieri sulla Stampa, sezione Quartieri, è uscita questa breve di Andrea Ciattaglia sulla chiusura forzata del bar Break Point di via Giulia di Barolo, davanti alla Chiesa di Santa Giulia:


Ieri sera per caso sono passato lì davanti mentre andavo al Margò. Mi è venuta in mente la news che avevo letto la mattina, ero a piedi e quindi ho fatto caso ai cartelli appiccicati sulle serrande del bar. Peccato che attaccati a tre delle quattro saracinesche del locale ci fosse questo avviso:
 

Mentre sull'ultima dietro l'angolo invece ho trovato questo, più criptico ma in linea con la notizia della Stampa:


Lungi da me esprimere un giudizio sulla vicenda giudiziaria, di cui peraltro non so nulla. La mia è una constatazione di puro crisis management: cercare di camuffare un provvedimento della polizia in una chiusura per manutenzione straordinaria è proprio una caduta di stile (anche per un bar che di stile non ne ha mai visto molto, almeno dopo gli anni 80 direi).

Sarebbe stato più dignitoso non scrivere nulla, o scrivere un cartello molto più generico ("siamo chiusi fino al 12/2"), o lasciare il solo cartello della polizia che è assolutamente incomprensibile e quindi neutro. In questi casi cercare di mascherare l'errore o il motivo di vergogna è decisamente controproducente, mentre la totale trasparenza è la soluzione per uscirne a testa alta conservando più o meno intatta la propria reputation. Anche perché, diciamocela tutta, al giorno d'oggi basta l'ultimo dei blogger che legge La Stampa la mattina e ti passa lì davanti la sera per screditarti davanti a tutta la città.

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