Visualizzazione post con etichetta Italia150. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Italia150. Mostra tutti i post

martedì 15 marzo 2011

Anniversario bagnato, anniversario fortunato?


Confesso che tutta la pioggia di oggi e le previsioni infauste per domani mi stanno un po' smorzando l'entusiasmo che avevo (inaspettatamente) raggiunto nei giorni precedenti. Dico inaspettatamente perché fino a qualche mese fa sembrava che sui giornali se ne parlasse solo per costrizione, perché era un appuntamento culturalmente troppo importante per ignorarlo come faceva la gente comune; e fino a qualche settimana fa sembrava tutto ridotto ad una bagarre politica che aveva come fulcro la questione dello stare a casa o meno nella giornata di giovedì.

E poi, quando meno te lo aspettavi, svraam! un tripudio di tricolori dai balconi, le striscette blu risorgimento su tutte le vetrine dei negozi, un programma di festeggiamenti fulminante già solo per domani sera che non sai proprio da dove partire, se dotarti di un paio di ali meccaniche per passare da un capo all'altro del centro per fare tutto il fattibile, assaggiare tutto l'assaggiabile e visitare tutto il visitabile.


E poi, la pioggia. Sgrunt. Peccato.

Quando Torino ebbe la notte bianca olimpica, io lavoravo a Sestriere e non feci in tempo a scendere e godermi la calca. Quando, pochi mesi dopo, l'Italia vinse il mondiale, io ero a Parigi; e per quanto cantare in 150 sotto l'hotel de ville fosse piacevole, non era la stessa cosa, specialmente dopo aver visto filmati di cosa non era Torino quella notte. Speravo di invadere la città anch'io con la massa, finalmente, domani sera.

Alla fine festeggeremo lo stesso, lo so. E sarà ugualmente bello.

Chissà cosa racconteremo tra 50 anni ai nostri nipoti di questa serata.

giovedì 23 luglio 2009

Italia150 o Torino150?

Italia150 1861-2011
Modello Torino


Galli della Loggia denuncia il vuoto di iniziative. Ma sotto laMole
il programma è già pronto


di Alberto Papuzzi



Se volete capire l’identità dell’Italia dopo l’Unità, ripercorrerne la storia e anticiparne il futuro, se volete sentire cosa voglia dire continuare a essere italiani, prenotate un soggiorno a Torino fra primavera e autunno 2011, quando nella città saranno celebrati i centocinquant’anni di storia unitaria, a far data dal 23 marzo 1861 in cui venne nominato il primo governo del Regno presieduto da Cavour. Nel vuoto di iniziativa delle istituzioni statali, denunciato dallo storico Galli della Loggia sul Corriere della Sera e ieri anche dalla Fondazione Di Vittorio, tale che Ciampi, ex capo dello Stato, minaccia deluso le dimissioni da presidente del Comitato per il 2011, nella pigrizia di gran parte dei politici, nel disinteresse verso una moderna concezione dell’idea di nazione, zitta zitta, attenta al fare, Torino è l’unica città che ha elaborato un progetto per questi 150 anni.

I torinesi mettono un mattone sopra l’altro, fanno i conti con i tagli per la crisi e confezionano con due anni d’anticipo un buon progetto, sostanzialmente autonomo anche per i finanziamenti, chiedendo allo Stato soltanto due cose: un «Gratta e vinci» come per le Olimpiadi 2006, e il riconoscimento di Torino come sede nazionale unica delle celebrazioni per il 150°. Il che incontra resistenze politiche: si teme che l’Italia vista da Torino possa apparire una realtà vista soprattutto da sinistra. «E allora? - dice polemico Paolo Verri, vulcanico direttore del Comitato Italia150 responsabile del progetto - Per vederci riconosciuti dovremmo aspettare che questa città diventi di destra?». Il progetto è pronto e sarà ufficialmente presentato a settembre. Siamo in grado di anticiparlo in tutte le sue parti.

Innanzi tutto quattro grandi mostre divulgative. Alle ex Ogr, officine ferroviarie con spazi profondi come antri, luogo simbolo della Torino industriale, saranno ospitate Fare gli italiani a cura degli storici Walter Barberis e Giovanni De Luna, direzione artistica di Mario Martone, e una esposizione che forse sarà chiamata Futuro e creatività, curata dall’editore Vittorio Bo, specializzato in organizzazione di eventi scientifici. La prima sarà lo spettacolo numero uno dell’anniversario: un viaggio nella storia italiana per ricapitolarne gli elementi identitari. Con una chiave fondamentale di lettura: il binomio inclusione o esclusione, per distinguere fra i momenti che hanno avvicinato gli italiani e quelli invece che li hanno separati, dalla lotta al brigantaggio alle leggi razziali. La seconda mostra aprirà invece un oblò sul futuro, intorno a sei temi della quotidianità: abitare, muoversi, studiare, lavorare, divertirsi, curarsi.

Altre due esposizioni, ancora senza titolo, saranno allestite alla Venaria Reale. Una d’arte nelle scuderie e nella citroneria (oltre cinquemila metri quadrati) con trecento capolavori che dal Medioevo all’Unità possano rispecchiare i caratteri italiani, dai papi ai dogi, dalla Venezia dei vedutisti alla Toscana dei macchiaioli (curatore principale Antonio Paolucci, ex ministro dei Beni Culturali, direttore dei Musei Vaticani). L’altra sul cibo, all’avanguardia, affidata a Slow Food, a Carlo Petrini e all’Università di scienze gastronomiche di Pollenzo: pensata soprattutto per un pubblico di famiglie, mostrerà il passaggio dall’orto al prodotto, dalla coltivazione alla consumazione. Sempre nell’ambito degli eventi culturali si prevedono inaugurazioni in quattro musei: nuovi allestimenti in quello del Risorgimento e in quello del Cinema, raddoppio del Museo dell’Automobile (a cura di François Confino) e sale ipogee al Museo Egizio.

Attorno a questi capisaldi un’aggregazione di manifestazioni specifiche, dai convegni di linguisti alla seconda edizione della Biennale Democrazia. Ma il progetto torinese comprende anche eventi popolari, festeggiamenti divertenti, manifestazioni di massa, in uno sperimentato mix fra cultura e spettacolo: «Questo anniversario tutto deve essere - dice Verri - fuorché un appuntamento d’élite». Per maggio sono in programma i raduni degli alpini, dei bersaglieri e dei carabinieri: tutti prenderanno il via dalle Officine grandi riparazioni, passeranno per il monumento a Vittorio Emanuele II, guadagneranno le piazze San Carlo e Castello e daranno vita a feste in piazza Vittorio Veneto.

Il giorno prima dell’arrivo degli alpini suggestiva partenza del Giro d’Italia: i corridori si misureranno in una cronometro disegnata nei luoghi risorgimentali. Per lo sport anche i Campionati Universitari, con 25 mila giovani a invadere Torino.
Crisi e tagli hanno pesato su un solo ambito: le opere pubbliche. Ma una trasformazione dal grande significato simbolico si è salvata: il Parco Dora, area verde dove c’erano Michelin, Teksid, Savigliano e Paracchi. Dalla città delle fabbriche alla città postfordista.

Per il solo maggio 2011 gli organizzatori annunciano l’arrivo a Torino di un milione e mezzo di visitatori. Dice uno slogan di Italia150: «Per festeggiare una nazione ci vuole una città». La città c’è. Torino 2011.


(via lastampa.it)



Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...