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venerdì 16 novembre 2012

Lo scomodo accordo Torino - San Pietroburgo


San Pietroburgo è una città bellissima. L'ho visitata per una settimana nel 2005 quando vivevo a Mosca da 2 mesi per un corso intensivo di russo.

Arrivando dalla claustrofobica, grigia, trafficata, sovietica Mosca, San Pietroburgo mi era apparsa un paradiso sceso sulla madre Russia - ariosa, verde, blu, ordinata persino sulla Prospettiva Nevskij, le case basse stile veneziano che ti facevano respirare, questo fiume che era dappertutto, i bambini che giocavano per strada (cosa improponibile a Mosca), coppie di innamorati sul lungo Neva al tramonto.

In tutte le cose si percepiva l'influenza europea che rendeva la città un unicum in tutto il mondo. Una metropoli che si reggeva su una combinazione straordinaria di elementi di storia imperiale (è stata capitale dell'impero russo per tre secoli), del passato sovietico da patria di Lenin e appunto dell'influenza europea introdotta da Pietro il Grande.

Ma l'influenza europea non è arrivata (ancora) su un punto cruciale, quello dei diritti civili. San Pietroburgo ha firmato un anno fa una bieca e retrograda legge che prevede multe e sanzioni a tutti i gay e le lesbiche che professano per strada il loro orientamento sessuale in presenza di minori. Questo comprende non solo gli scambi d'affetto ma anche manifestazioni civili come il gay pride, che è stato di fatto equiparato alla pedofilia.

Nel trambusto internazionale che è seguito all'approvazione della legge, in Italia l'associazione "Certi Diritti" ha anche chiesto al comune di Milano di revocare il gemellaggio con San Pietroburgo.

Ma è passato un anno e quella legge è ancora lì. Eppure ieri Torino ha firmato un accordo bilaterale di collaborazione in ambito economico, culturale, turistico e universitario con la seconda città russa.

L'accordo di per sé non ha niente di sbagliato: Torino ha una lunga tradizione di rapporti internazionali e avere una partnership privilegiata con la metropoli che è la porta europea al mondo russo non può che portare benefici alla nostra città.

Però Torino è anche, tra le grandi città italiane, la più all'avanguardia nella battaglia per i diritti degli omossessuali e non posso credere che la questione di questa legge che di fatto ripenalizza l'omosessualità sia stata dimenticata da Fassino e dai suoi assessori.

venerdì 20 aprile 2012

Arisa e Chiara Francini regine del festival

Normalmente la prima serata del festival si compone di una prima parte introduttiva, lunga e noiosa, e un film molto carino con cui concludere la serata.
Ieri sera l'ordine degli addendi è cambiato, non nella disposizione ma nella qualità: la prima parte della serata è stata davvero notevole e divertente.

Chiara Francini ha infranto la barriera del "ma chi è?" generale e ha fatto una figura pazzesca. Ironica, piena di spirito, forse lievemente a disagio nel ruolo di conduttrice ma con un savoir-faire da attrice di talento che le ha permesso di fare un'uscita di scena trionfante agli occhi del popolo gaio.

La presenza di Fassino è stata inaspettata ma gradita. Inaspettata perché Chiamparino in 10 anni non ha mai fatto capolino al festival (o almeno io non l'ho mai visto e di prime serate al festival ne faccio da anni... mi si perdoni se invece non dovesse essere così). Gradita perché il Sindaco ha espresso delle opinioni largamente condivisibili dalla platea. Non tanto sui diritti civili, di cui ha parlato ma forse recitando un copione da vecchio PCI pieno di parole che volevano dire tutto e niente, quanto sulla cultura. Il discorso sulla cultura è suonato sincero e convinto, e l'intenzione dell'amministrazione comunale di non tagliare fondi alla cultura non "nonostante la crisi" ma "proprio per via della crisi" ha suscitato applausi fragorosi.
Presenti per l'amministrazione comunale anche gli assessori Braccialarghe (cultura) e Spinosa (Pari Opportunità). Non pervenute Regione (ma si sapeva) e Provincia.

La sorpresa più grande però è arrivata alla fine: Arisa. Insomma, si sapeva che Arisa non è più quella sfigata Ugly Betty di una volta, ma che fosse davvero un "personaggio" è stata una scoperta. Al di là del talento vocale incredibile, Arisa si è rivelata una cabarettista nata con humour molto British e quasi cinico nel suo modo di dire poche cose ma incredibilmente vere e divertenti. Accompagnata dal solo pianoforte (grandissimo anche il pianista), Arisa ha messo su uno spettacolo di  6 o 7 canzoni che per un'ora ha accompagnato il pubblico passando dll'ironico al serio e al faceto. Grandissima esibizione.

Peccato che la serata sia finita con il film olandese "Alle Tijd" di Gosschalk: una pellicola che inizia come commedia per passare in modo repentino alla tragedia. Un film serio, troppo serio senza persino essere impegnato. Poi il finale molto triste pieno di lacrimoni che è stato a pare mio un brutto modo di concludere una serata molto divertente. Amen.

giovedì 12 aprile 2012

Mai nascondersi


La nuova, bellissima, pubblicità Ray Ban che tappezzerà la città per i prossimi giorni.
Prorompente nella sua normalità.

Ed è di nuovo Torino GLBT Festival

Arrivato alla sua 27esima edizione, anche quest'anno il Torino GLBT Festival "Da Sodoma a Hollywood" imperverserà per la città raccontandoci con punti di vista particolari la normalità delle vite omo- ed eterosessuali.

Madrina dell'evento Chiara Francini, attrice rivelazione dell’anno alla 68a edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia con il Premio Biraghi (che però io non conosco).

L'inaugurazione del Festival avverrà il 19 aprile al Lingotto con Arisa nelle vesti di ospite d'onore:
«Ho accettato l’invito perché ho capito che è un Festival coraggioso e tutte le cose fatte con coraggio meritano rispetto e adesione».

A parte la serata iniziale, il resto della manifestazione si svolgerà presso l'immancabile Cinema Massimo, dietro la Mole. La serata conclusiva dell'evento con la cerimonia di premiazione si svolgerà il 25 aprile alle 20.45.

martedì 23 agosto 2011

Torino bollino verde per i diritti

Una proposta della Concia per la creazione di un sistema che assegni un bollino verde alle aziende o associazioni che dimostrino di considerare le diversità un patrimonio da valorizzare. Con Torino come città apripista.
Funzionerà?


lunedì 2 maggio 2011

Un'altra Italia è possibile. E si trova a Torino.

Riporto le parole di un blogger che seguo da tempo, che descrivono Torino.
Tra l'altro, lui, romano, si è appena trasferito a Milano. E, un giorno di festa, lui e il suo ragazzo prendono e vengono a Torino - e, devo dire, sono piacevolmente stupito che qualcuno da Milano si sposti verso ovest per venire da noi: segno che le cose sono cambiate più di quanto noi torinesi percepiamo da qui dentro:

[...] Un gioiello come la nostra meta finale nella giornata di ieri, Torino, che sembra sinceramente appartenere ad un altro paese. E’ l’Italia, lo so, ma un’altra Italia. Distante anni luci dal resto della penisola. La giornata è splendida, i palazzi sono ‘affrescati’ con tricolori in ogni dove, e in centro ci sono varie manifestazioni ad hoc, per festeggiare come si deve il Primo Maggio. Centinaia di coccarde e di bandiere ROSSE annunciano la pesante presenza in piazza dei ‘Comunisti Italiani’, la cui esistenza pensavo appartenesse ormai al passato, con i centri sociali che animano cortei e piazza a suon di musica.

Dietro la magnifica Mole Antonelliana da pochi giorni è iniziato il Festival Internazionale del Cinema Gay, pubblicizzato OVUNQUE in tutta la città. Davanti al cinema troneggia un banchetto EuroPride 2011, con gadget, pacchetti ‘vacanze’ per partire per Roma, con annesso pernottamento. Nel vederlo resto quasi di sasso. In pieno centro e con tanta visibilità. Per me, romano, pura fantascienza. Eppure qui nessuno inveisce contro nessuno, non ci sono slogan fascisti o urla contro il Festival GLBTQ che ‘colora’ la città. La tranquillità, la gentilezza, l’educazione e l’accettazione dominano tutto e tutti. Se nella ‘gay-friendly’ Milano passeggiare abbracciato al mio lui comporta occhiatacce di sdegno, anche nella parte più finocchia del quadrilatero modaiolo, qui la cosa passa ‘quasi’ inosservata.

La città, che da quel poco che ho potuto vedere perfetta NON è soprattutto nella parte periferica, trasuda comunque cultura e impegno politico, colpendo nel segno. Perché un’altra Italia è forse possibile. Perché un’altra Italia forse già esiste. E si trova a Torino.

giovedì 28 aprile 2011

Noi dentro IKEA, Giovanardi fuori dal mondo

Bellissima iniziativa che gira su Facebook in questi giorni. Sabato 30 aprile anche all'IKEA di Torino Collegno ci sarà un Flash mob di persone che per un minuto alle 15 in punto si baceranno alla facciazza di quel vecchio rimba di Giovanardi. E dopo si entrerà tutti insieme all'IKEA, rigorosamente mano nella mano.

Dato che noi siamo dentro IKEA, una delle aziende più all'avanguardia nella sostenibilità e nell'etica, non discriminiamo: all'evento sono invitati gay, etero, trans, sposati, conviventi, civilmente uniti, single, genitori, figli, nonni e anche cani, gatti e puledri, se riuscite a farli entrare in macchina.

martedì 27 luglio 2010

Re: Coppie Gay e confusione

Carissima Signora Madda,

in risposta alla sua lettera a Torino CronacaQui, mi vengono in mente tre piccoli pensieri.

Il primo, che il Sindaco amministra la città e i cittadini (tutti i cittadini, senza tralasciare nessuno), non la salute spirituale dei cattolici.
Il secondo, che le parole di San Paolo che lei cita sono contenute in una raccolta evangelica, non nella Costituzione, e quindi non sono legge civile né morale dello Stato Italiano di cui io e lei facciamo parte.
Il terzo, è che favorire gay e islamici non vuol dire automaticamente penalizzare i cattolici. Vuol dire prendersi la responsabilità di integrare le minoranze con la maggioranza, al fine di creare una società più sicura e più giusta per tutti. E per i figli di tutti, anche dei cattolici.

giovedì 22 luglio 2010

Re: Attestato di stima

from Segreteria Assessore Ferraris
to Dario Cracco
date Thu, Jul 22, 2010 at 10:13 AM
subject Re: Attestato di stima


Gentile Signor Cracco,

nel ringraziarLa sentitamente per le Sue parole di apprezzamento, tengo a precisarLe che io vivo in modo profondo il senso del servizio e dell’impegno per l’istituzione che rappresento, prima ancora dei miei personali convincimenti di natura politica, cosa che porto avanti da oltre vent’anni.

Inoltre, mi pare fondamentale tutelare il principio democratico della sovranità del Consiglio Comunale, che nel caso in questione mi imponeva l’esercizio delle mie funzioni per l’applicazione della volontà espressa con il voto di quella particolare delibera, benchè non mi vedesse concorde sull’argomento.

Nel rinnovarLe il ringraziamento, rimango a Sua disposizione in caso di future necessità.

Cordiali saluti.


Dott. Ing. Giovanni Maria Ferraris
cell. 3456511189

e-mail giovanniferraris@studioferraris.net

mercoledì 21 luglio 2010

Debora e Antonella all'anagrafe per la prima unione civile omosessuale


Un altro tassello. Magari simbolico, ma per noi importante. A chi non capisce provo a spiegare: l’altra sera abbiamo telefonato alla mamma di Debora che saremmo venute a prendere questo certificato dove si attesta che siamo “una famiglia anagrafica in ragione dell’esistenza di vincoli affettivi” e lei si è messa a piangere. Ha detto: “Ma è una cosa molto importante”. In quel momento abbiamo compreso cosa sia la sofferenza di un genitore per la discriminazione di un figlio. Noi conviviamo con la mancanza di diritti. È una condizione sotto pelle a cui ci siamo, purtroppo, abituate. Una mamma non si abitua.


(via lastampa)

martedì 20 luglio 2010

Quando ci vuole, ci vuole

from Dario Cracco
to segreteria.assessoreferraris@comune.torino.it
date Fri, Jul 16, 2010 at 3:56 PM
subject Attestato di stima

Gentile Assessore Ferraris,

volevo farle i miei complimenti per la diligenza con cui sta seguendo la nuova procedura delle unioni civili nonostante la sua personale contrarietà a tale provvedimento. Stimo molto la professionalità che sta dimostrando e che ho più volte letto nelle sue dichiarazioni ai quotidiani. Continui così.

Cordialità
Dario Cracco

martedì 29 giugno 2010

Torino, civile sempre.

L'amministrazione comunale ieri ha votato il provvedimento sulle unioni civili, una delle prime città italiane a farlo (non facilmente, bisogna dirlo: si è dovuto eliminare un passaggio che citava le "pari opportunità" per calmare gli animi dei democratici più conservatori che vedevano già il matrimonio allo sfascio).

Da oggi l'anagrafe potrà rilasciare un certificato con cui si riconosce un attestato di "famiglia anagrafica basata sul vincolo affettivo".

Il documento sarà valido per il riconoscimento di diritti e benefici previsti dall’amministrazione comunale: casa, sanità e servizi sociali, giovani, genitori e anziani, sport e tempo libero, formazione, scuola e servizi educativi, diritti e partecipazione.

Grazie, grazie, grazie Torino.

martedì 15 giugno 2010

Torino, diversa sempre.

Si avvicina l'estate ed è tempo di gay pride, tempo di continuare la battaglia per i diritti civili e per qualcosa di ancora più fondamentale: il rispetto. Rispetto, perché questa ondata di omofobia che dilaga in tutto il paese deve far riflettere sullo stato di incivilità e intolleranza che permea la nazione, a partire dai suoi più alti rappresentanti politici.

Anche per questa edizione del Pride regionale, la città di Torino si mostra diversa dal resto d'Italia offrendo il proprio patrocinio all'evento. Le bellissime righe che riporto (e il titolo del post, che dà inizio ad un nuovo tag) sono presi dal sito ufficiale del Torino Pride, www.torinopride.it .

Il comune di Torino ha concesso il patrocino alla manifestazione del 19 giugno prossimo "I diritti sono il nostro Pride".

Anche gli scorsi anni la giunta aveva concesso il patrocinio al Pride, ma quella di quest'anno è un'esperienza del tutto diversa. A fianco del Coordinamento Torino Pride LGBT che raggruppa le associazioni gay, lesbiche e trans della città, hanno promosso e lavorato a questo progetto le Donne di Torino per l'Autodeterminazione, il Coordinamento Immigrati Auto-Organizzati di Torino e la Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni.

"Un anno importante questo a Torino per le persone lgbt," commenta Daniele Viotti del Coordinamento Torino Pride "prima lo sposalizio di Antonella e Debora alla presenza del sindaco, poi questo patrocinio. Se pensiamo che i nostri compagni delle associazioni milanesi non sono neppure stati ricevuti dal sindaco Moratti, si capisce quanta distanza ci separa purtroppo". "Ma i diritti, anche quelli acquisiti vanno sempre difesi. La maternità come scelta, l'interruzione di gravidanza, il divorzio, la laicità dello stato, ci sono costati dure lotte e non possiamo permettere che nuove ondate conservatrici le annullino in un attimo." Così Margherita Granero delle Donne di Torino per l'Autodeterminazione. "Nella difesa o nella conquista saremo sempre unite e uniti, consapevoli che i diritti non riguardano mai una minoranza ma sono patrimonio di tutte le persone" conclude Indrit Aliu del Coordinamento Immigrati Auto-Organizzati di Torino.

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