Visualizzazione post con etichetta Tricarico. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Tricarico. Mostra tutti i post

domenica 9 gennaio 2011

Primarie Torino: Tricarico scende in campo

Andrea Rossi, lastampa.it

Il guanto di sfida è racchiuso in una lettera. Ce n’è per tutti: il partito che asserragliato in se stesso anziché aperto alle forze della città; i vecchi dirigenti che non ne vogliono sapere di farsi da parte; l’orgoglio di chi ha amministrato la città negli ultimi anni; l’esigenza di un ricambio generazionale. Preceduta dalle scudisciate del senatore Ignazio Marino e dai ripetuti affondi dei rottamatori, sul Pd piomba la candidatura di Roberto Tricarico. L’assessore alla Casa, 42 anni, nato a Torino ma figlio d’immigrati, vuole partecipare alle primarie. «Intendo presentarmi con la spinta dei cittadini-elettori, iscritti e non iscritti al Pd, con i banchetti nei mercati e nelle piazze». Vuole correre, ma in polemica con il regolamento varato dal partito torinese: 700 firme da raccogliere tra i 3500 tesserati, ma non tra gli elettori. «Come mai a Milano, Bologna e Napoli i candidati alle primarie raccolgono le adesioni tra la gente e a Torino le firme dei cittadini sono contro lo statuto?», polemizza Diego Castagno, uno dei leader dei rottamatori torinesi.

Se non è una dichiarazione di guerra, quanto meno è uno schiaffo che sembra varcare i confini di Torino. C’è uno scenario nazionale in evoluzione: la direzione nazionale del 13 gennaio sarà preceduta, il giorno prima, da una contro-direzione organizzata dai rottamatori; i veltroniani sono in fibrillazione; il quadro di alleanze su cui la segreteria Bersani sta ragionando (apertura al terzo polo a costo di sacrificare Vendola e Di Pietro) fa storcere il naso a molti. L’irruzione a gamba tesa di Tricarico nasce in questo contesto, con la benedizione di Ignazio Marino e Pippo Civati, e a Torino sancisce l’irrompere della sfida generazionale: «Io sono nato nel 1968», dice Tricarico, «quando i nostri padri volevano portare l’immaginazione al potere e oggi, insieme con i nostri nonni, sono ancora lì a spiegarci che siamo troppo giovani. Negli altri Paesi alla mia età si è già fuori dalla politica e si è lasciato spazio a quella nuova generazione su cui il presidente Napolitano ha centrato buona parte del messaggio di fine anno».

La reazione del Pd, per ora, non promette nulla di buono. Il partito tiene il punto: le regole sono quelle stabilite, non ci saranno deroghe per nessuno. Il braccio di ferro è dietro l’angolo. E le scosse si avvertiranno anche a Roma. L’assessore tira dritto, convinto che alla fine nessuno potrà impedirne la candidatura se su di lui convergeranno persone e forze della città. Comincia a delineare scampoli di programma: «Cerchiamo soluzioni per attrarre altri investimenti e consolidare il nostro distretto dell’auto. E pensiamo a una Torino con più abitanti, più giovani, un incremento della conoscenza e dell’uso dell’intelligenza, anche tecnologica, in tutti i settori, dalla mobilità al welfare». Darà il via alla sua campagna dopo il referendum di Mirafiori. «Ho deciso così per rispetto della difficile scelta che gli operai e le loro famiglie stanno per compiere. Comprendo le ragioni del no, perché solo chi è in fabbrica può capire il peso delle nuove richieste dell’azienda e gli stravolgimenti che possono provocare alla propria vita. L’investimento promesso da Fiat ha una ricaduta positiva, per questo dobbiamo essere vicini alla scelta dei lavoratori».

Aspetterà il verdetto di Mirafiori, 13 e 14 gennaio. Aspetterà anche l’arrivo in città di Nichi Vendola, il 12. C’è un cantiere aperto, vorticose girandole d’incontri: sinistra vendoliana, rottamatori del Pd, Fabbriche di Nichi, Office corsare, studenti, Terra del Fuoco, Acmos, associazioni. Il percorso è avviato, la candidatura di Tricarico lì s’inserisce. Non è l’unica: un altro assessore della giunta Chiamparino, Gianguido Passoni, si è fatto avanti. Altri nomi potrebbero spuntare. «Le persone della mia età possono cedere il passo a una candidatura espressione della nuova generazione, un nuovo patto. Altrimenti tocca a noi», chiude Tricarico.

sabato 8 gennaio 2011

Nuova bagarre sulle primarie

L'intervista di Ignazio Marino alla Stampa di ieri è stata la miccia che ha rifatto esplodere il caso primarie a Torino. In particolare, a essere messe sulla graticola, sono le regole: regole che, a quanto pare, "limitano il numero di candidati" (e non è vero, sono già 4). Il caso è nientepopodimeno che dell'assessore alla casa e all'ambiente Roberto Tricarico che, non controllando manipoli di tesserati, faticherebbe a raggiungere le 700 firme necessarie per presentare la propria candidatura.

Ora, credo che il punto sollevato da Tricarico e Marino sia sacrosanto e che entrambi abbiano ragione a chiedere chea essere valide per la presentazione della candidatura siano anche le firme degli esterni al partito. Non so perché non sia stato deciso in questo modo infatti, dato che la questione era già stata posta in passato. Inoltre apprezzo il lavoro svolto dall'assessore in questi anni e sarei felice di vederlo in corsa: del resto, credo io, più siamo e meglio è - ma questo, in effetti, vale solo quando si parla di primarie di idee e non di nomi.

Ciò che tuttavia non condivido è il tempismo: le regole delle primarie sono state decise il mese scorso, dopo mesi e mesi di caciara in cui il PD si è fatto un danno potenzialmente preoccupante, e con lui tutta la sinistra torinese. Perché riaprire questo vaso di Pandora adesso? Se Tricarico si vuole candidare, inizi la campagna e cerchi queste benedette 700 firme dei tesserati. La mia è a sua disposizione.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...