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sabato 24 novembre 2012

Non l'ho detto


Ma alle primarie del centrosinistra di domani voterò Renzi.
Le motivazioni sono tante.

Parto dal fatto che i tre principali candidati mi piacciono molto di più come squadra che come singoli: Renzi è l'innovatore, mi piacciono le sue posizioni economiche e l'approccio ai problemi del paese (un approccio da 2012, non da 1992), è il sindaco più amato d'Italia e questo la dice lunga sulle sue capacità. Bersani è una bella persona, un bravissimo mediatore, mi piace la sua tendenza a includere tutti e la capacità di fare una sintesi delle posizioni, anche le più diverse. Vendola è il più avanti sui diritti civili e sui diritti sociali, è un grande ispiratore (e ci vuole anche questo).

Allo stesso tempo, di Renzi non mi va a genio il protagonismo, sono sospettoso del suo passato democristiano e ciellino, non mi va giù che non consideri matrimoni e adozioni gay. Di Bersani, le stesse cose che mi piacciono mi fanno traballare la palpebra: un leader non può basare la sua azione solo sulla sintesi senza avere una propria posizione: così non si va da nessuna parte, come ha fatto il PD in questi anni. Senza contare che Bersani si porterebbe dietro tutti quei matusa che si ritrova nel PD, aiuto. Vendola sull'economia ha posizioni ancora novecentesche, parla (ancora!) di "capitale" e "lavoro", non ha capito che siamo sulla stessa barca e se le imprese affondano affondiamo anche noi lavoratori. Poi va a braccetto con la CGIL che è totalmente fuori dal mondo con la sua difesa delle persone già ampiamente tutelate.

Insieme, i tre potrebbero fare molto bene. Ma ci vuole una persona che abbia chiara la direzione in cui vuole andare, e secondo me quella persona è Renzi. Un governo di centrosinistra a traino di Renzi con Bersani, Vendola e anche la Puppato (che a me piace molto) potrebbe fare un gran bene all'Italia.

Nei giorni scorsi due post hanno sviluppato esattamente i miei pensieri a riguardo di queste primarie: il primo è di Suzukimaruti ed è lunghissimo, ma vale davvero la pena prendersi 10 minuti per leggerlo e illuminarsi. Il secondo è il bellissimo endorsement del Post a Matteo Renzi.

Oggi sono andato a registrarmi presso il banchetto/ufficio elettorale in via Garibaldi angolo Corso Palestro e domani andrò a votare, con la speranza che saremo in tanti e con la consapevolezza che le primarie, qualunque sia il risultato, non si perdono mai. E fanno un gran bene all'Italia.

martedì 7 giugno 2011

Tanto per cambiare

Il Buongiorno di oggi:

E’ ufficialmente iniziata la campagna del centrosinistra per perdere le prossime elezioni. Stavolta non sarà facile: il vento ha cambiato direzione, la crisi punisce i governi in ogni angolo d’Europa e a molti elettori dell’altra parrocchia Berlusconi è venuto a nausea, perché non è riuscito a realizzare le riforme liberali che aveva promesso. La situazione del Pd e dei suoi alleati è dunque disperata: tutto congiura a favore di una loro vittoria. Per evitarla occorrerà raddoppiare gli sforzi.


I ragazzi, bisogna riconoscerlo, ci stanno dando dentro. Ha dettato la linea Grillo, salutando il successo di Pisapia come una disgrazia. Ha continuato Vendola, scambiando piazza del Duomo per plaza de la Revolucion a L’Avana. Ingelosito, il comunista Ferrero ha inneggiato agli espropri proletari. Finché ieri Bersani e Vendola si sono scambiati qualche parola: la più carina è stata «meschino». E devono ancora cominciare i mal di pancia fra gli aspiranti premier del Pd, una mezza dozzina. Tanto per cambiare, la vittoria non ha insegnato niente. Neanche la cosa principale: che stavolta a vincere non sono stati i partiti, ma gli elettori. E che gli elettori hanno premiato i candidati sgraditi alla nomenclatura, con l’unica eccezione di Torino, dove però Fassino ha raccolto la semina del suo predecessore, che non veniva certo percepito come un notabile. Accecati da un successo che non è il loro, i partiti già si azzuffano per dividersi i bocconi migliori della giunta Pisapia. Altro che zingari, a Milano (e altrove) il vero rischio è l’ennesima invasione dei portaborse.

lunedì 27 settembre 2010

Manifestatio praecox

A quanto pare, nonostante commenti titubanti, la nuova campagna di manifesti del PD "la pazienza è finita" (o "rimbocchiamoci le maniche") con Bersani in bianco e nero piace alla maggioranza degli elettori di centro e di sinistra.

martedì 30 marzo 2010

Postmortem di un'elezione

Ha vinto il centrodestra, poche palle.
A livello nazionale strappa, seppur per un pugno di voti, Piemonte e Lazio e ora governa tutte le regioni più popolose d'Italia, scusate se è poco. A niente valgono le considerazioni di Bersani di "inversione di tendenza" (ma dove?). L'unica inversione di tendenza è la vittoria di Vendola, meritata, meritatissima nel contesto pugliese in cui tutti hanno cercato di mettergli i bastoni tra le ruote. Ma, anche qui, molto è dipeso dal fatto che il cdx si presentasse diviso (cosa che è successa anche in Calabria per il csx, ma che non ha influito sulla sconfitta che sarebbe arrivata comunque).

Bossi vince ma a parer mio non stravince (pur essendo lui senza dubbio il più grande vincitore di queste elezioni): prende Piemonte e Veneto, supera il PDL in Veneto, non lo supera in Lombardia e in scala nazionale cresce di un punto percentuale (+2% in Piemonte rispetto alle europee). Berlu esce da queste elezioni molto rafforzato. Casini inneggia alla vittoria, ma la realtà è che nessuno se lo caga e l'UDC esce fortemente ridimensionato da queste elezioni. Bersani perde su tutta la linea, l'unica vittoria di cui può vantarsi è quella in Liguria dove le cose sono andate come sia Bersani sia Casini volevano. Certo, Lazio e Piemonte sono state perse per poche decine di migliaia di voti, ma sono comunque andate perse.

domenica 28 marzo 2010

Appunti dal web


Berlusconi vince
- se conquista una regione tra Piemonte, Liguria, Lazio, Puglia
- se la Lega non sorpassa il PDL

Berlusconi perde
- se si ferma alle 4 regioni già date per vinte
- se la Lega supera il PDL

Bossi vince
- se conquista il Piemonte
- se la Lega supera il PDL anche in Lombardia
- se la Lega cresce esponenzialmente in tutte le altre regioni

Bossi perde
- se perde il Piemonte
- se la Lega non supera il PDL

Bersani vince
- se conquista Liguria, Puglia e una regione tra Piemonte e Lazio

Bersani perde
- se conquista solo le regioni rosse. Puglia e Liguria sono quasi date per certe al CSX.

Casini vince
- se conquista Puglia, Lazio, Liguria e Piemonte

Casini perde
- se vincono Cota, Bonino, Vendola e Biasotti

Ma questi appunti dal web non serviranno a nulla perché inevitabilmente tutti si dichiareranno vincitori alla fine dello spoglio.

giovedì 7 gennaio 2010

Senza palle


Il PD strattonato da UDC, sinistra e ora anche IDV. Bersani costretto a chiamare IDV per chiarire. Costretto a inseguire l'UDC e a subire i suoi diktat, costretto a eliminare la sinistra radicale anche laddove gli alleati sono sempre stati leali.

Un partito del 29% che si fa strattonare da due partiti del 7%. Incredibile.

Si sta giocando all'affosso, si vogliono creare problemi anche dove non ci sono: basti guardare il caso delle candidature per le regionali in Umbria (perché in Lazio, Puglia e Calabria la situazione è tragica).

E' tempo di tirare fuori quelle benedette palle da tennis, ragazzi. Così non si va avanti. A volte è meglio perdere bene che vincere male.
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