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lunedì 1 giugno 2009

L'altra faccia dell'immigrazione

Immigrazione Vado fuori Italia tre giorni e succede questo e anche questo.

Francamente credo sia fisiologico che gli anziani, alla loro età, preferiscano cambiare coda alla cassa piuttosto che cambiare un'opinione mantenuta per decenni. Questo è valido sia per il velo, sia per i tatuaggi sul collo, sia per i piercing sul volto, e per molte altre cose. Non ci vedo razzismo, vedo un attaccamento a principi di una vita che non si ha voglia di mettere in discussione. Non lo condivido, ma lo capisco.

Secondo punto, i deficienti ci sono dappertutto. E non c'è bisogno di dire altro.

Terzo, credo che la turista genovese abbia semplicemente espresso un'opinione legata al setting della reggia di Venaria (sarebbe in effetti carino avere agli sportelli persone vestite con costumi dell'epoca... ma è un'idea come un'altra che deve essere presa solo come tale, senza costruirci polemiche dietro), e che non sia al corrente dell'immagine multiculturale della città.

Per la mia esperienza, Torino è una città dove l'apertura mentale è molto diffusa, e i torinesi di questo vanno molto orgogliosi. Puntare su un'integrazione (e non un'assimilazione) delle nazionalità immigrate è un punto di forza della città e, va detto, sono in particolare le donne maghrebine che stanno riuscendo molto bene. Le donne arabe non hanno mai attratto l'attenzione dell'opinione pubblica (nel bene o nel male... e dato che si arriva al centro dell'opinione pubblica quasi sempre solo per ragioni negative, in questo caso è un bene), e non ho mai sentito che il velo abbia suscitato polemiche o polveroni in città.

A proposito di opinione pubblica e immigrazione, siamo bombardati da informazioni di casi di malavita e crimine legati agli immigrati. Ne siamo così oberati che abbiamo finito per associare automaticamente l'immigrazione alla criminalità. Ma non è così. Dietro un criminale immigrato ce ne sono altri trenta che criminali non sono, e questi sono numeri che non è possibile contraddire. I media ci massacrano talmente tanto con queste spiacevoli notizie che dimentichiamo di vedere che l'immigrazione è anche altro, come un uomo di colore che appoggiato al palo della fermata del 4 a Porta Nuova legge un quadernetto di illustrazioni di animali con sotto riportato il nome dell'animale in Italiano.

Io lavoro con una ragazza musulmana che in quanto ad apertura mentale è al pari di Emma Bonino. Vederla coniugare tradizioni mauretane e del marocco sahariano con i nostri usi occidentali è una delizia.

Forse è più facile vedere l'immigrazione con altri occhi quando si è stati a propria volta immigrati in un paese più avanzato. In fondo non abbiamo scelto noi di nascere in Italia, così come africani, rumeni, albanesi e iraniani non hanno scelto di nascere dove sono nati. Forse dovremmo ricordarci anche di questo.



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