venerdì 5 marzo 2010

Bevevo nelle lattine

Quando ho letto il titolo di questa importantissima notizia la prima volta in maniera veloce, ho letto "bevevo nelle lattine". E mi chiedevo cosa ci fosse di così scandaloso in una notizia così.
La seconda volta, sempre di sfuggita, ho letto "bevevo nelle lattrine". E allora sì che qualcosa di scandaloso poteva starci, Aldo Busi povero che per dissetarsi doveva ricorrere alle lattrine delle stazioni.
Ora, per la terza volta, con più calma, leggo: "battevo nelle lattrine".
Ma che scandalo è più ormai?
Meglio "bevevo nelle lattine".

Porchiettata

Scommetto che se avesse vinto l'appalto un'impresa torinese, la Porchietto avrebbe accusato la Bresso di essere protezionistica e contro le leggi del libero mercato.

Sindaci & Primarie


Non è ancora terminata la campagna elettorale per le regionali che già inizia il totosindaco per le comunali dell'anno prossimo, direi che a Torino siamo sempre troppo avanti.
L'uscita di Vietti ha fatto incacchiare un po' tutti e non è servita a rasserenare gli animi in questo momento di tensione elettorale per via delle esclusioni delle liste PDL a Roma e Milano e del colpo di stato paventato da La Russa (autogol(pe), visto che è lui ad essere al governo), e nemmeno a dare la carica alla sua coalizione delle regionali che nell'ultimo mese ha visto la propria candidata data per vincente sempre più di frequente.

Detto ciò, dico la mia: sono favorevole alle primarie. Trovare un successore all'altezza di Chiamparino sarà difficile di per sé, che almeno sia la città a sceglierlo.

[E poi comunque non Vietti, ma stiamo scherzando?]

giovedì 4 marzo 2010

Authority, ma quale?

Metilparaben ipotizza:

Supponiamo che io sia il consulente di un'associazione senza scopo di lucro che si occupa di assistere i malati, e immaginiamo che quell'associazione, avendone i requisiti, decida di iscriversi all'elenco degli enti che possono ricevere il 5 per mille dai contribuenti allo scopo di raccogliere fondi da destinare alla sua lodevole attività: come la legge prescrive, per essere inserita nella lista l'associazione incarica un commercialista abilitato (cioè me) di inviare via internet un'apposita domanda all'Agenzia delle Entrate entro la mezzanotte di una certa data.

Supponiamo che io, ricevuto l'incarico, aspetti l'ultimo giorno utile per provvedere all'adempimento, e che proprio allora mi venga la febbre a quaranta, resti chiuso in un ascensore, mi si fermi la macchina mentre sto tornando da chissà dove, oppure mi capiti qualche altro impedimento ben più serio della semplice esigenza di mangiarmi un panino.

Supponiamo che alla fine io mi liberi, superando mille peripezie, ma riesca a mettermi davanti al computer solo tre quarti d'ora dopo la mezzanotte, e che a quel punto tenti disperatamente di inviare la domanda fuori tempo massimo, sia pure per una manciata di minuti, per cercare di evitare che un ente dai fini così meritori perda la possibilità di reperire il denaro necessario a portare avanti le sue benefiche iniziative.

Ebbene, sapete come andrebbe a finire? La domanda sarebbe tardiva. Cioè irricevibile. Cioè senza alcuna speranza di accoglimento. E non basterebbero il TAR, la Corte d'Appello, il Presidente della Repubblica e tutti i comizi del mondo per sanare la situazione, perché il termine era perentorio, io lo conoscevo in anticipo e se avessi voluto premunirmi contro i contrattempi dell'ultimo momento avrei potuto agevolmente provvedere qualche giorno prima: per i malati, per l'assistenza che avrebbero potuto ottenere grazie ai fondi che l'associazione avrebbe raccolto, nessuna possibilità.

Sarebbe giusto così, evidentemente, perché la legge è la legge, e se così non fosse l'Agenzia delle Entrate si troverebbe a dover gestire centinaia di domande tardive con relative giustificazioni, precisazioni, pretesti e scuse, e alla fine sarebbe costretta a fissare un tempo massimo per ricevere tutte le domande tardive, ma quel tempo massimo a sua volta potrebbe essere disatteso per tre quarti d'ora con relative proteste ed eccezioni da prendere nuovamente in considerazione, e così via all'infinito.

Ciò detto, mi domando: perché mai per i partiti dovrebbe essere diverso? Per quale motivo chi si candida a rappresentare gli elettori, e quindi dovrebbe essere il primo a rispettare le regole cui essi sono tenuti ogni santo giorno, si arroga la facoltà di esserne esente? Ma c'è di più: con quale autorità, una volta eletti, costoro potranno obbligare i cittadini a rispettare le scadenze se invece di dare l'esempio sono stati i primi a disattenderle?

Dite la verità: non riuscite a vergognarvi neanche un po' per quello che state chiedendo?

domenica 28 febbraio 2010

Più figli, meno omosessuali

Non metterò link in questo post, ce ne sarebbero troppi da mettere e in ogni caso non servirebbero a nulla. Mi struggo però ogni volta che leggo gli slogan di forza nuova o le opinioni di qualche ciellino, uomo di chiesa ma anche solo quelle del politico medio di Lega, PDL e UDC.

In particolare la cosa che mi sfinisce è proprio la contrapposizione tra "famiglia" e "omosessuali", come se fossero due concetti antitetici che presuppongono per una conquista dell'uno la perdita di qualcosa per l'altro.

Non ho più parole per spiegare che non è così, che non è una contrapposizione, che le politiche a favore dell'una non escludono ambiti di azione a favore anche degli altri, che una legislazione che ufficializzi le coppie di fatto omosessuali non penalizza la famiglia, nemmeno quella intesa nel senso più tradizionale del termine.

Dotare di diritti civili persone ed entità che ora ne sono escluse, non penalizza le coppie sposate con rito cattolico celebrato in chiesa.

Il gay pride non esclude il family day. Questa è solo la contrapposizione che i politici italiani hanno voluto creare perché sono persone crudeli che vogliono escludere l'estensione dei diritti di cui essi godono a chi non li ha e ne ha comunque diritto (è questa la cosa che mi manda in bestia) in quanto cittadino italiano.

Chiedere "più figli e meno omosessuali" mi suona come una richiesta che ha tanto senso quanto lo slogan "più gelato e meno crema pasticcera". Solo che qui non è una questione di dieta macrobiotica; in questo caso c'è in ballo la serenità di molte persone e chi vuole impedirla non è altro che un crudele egoista.

Incertezze elettorali

Il Piemonte è dato come sfida dall'esito incerto da tre dei quattro maggiori istituti di ricerche. Solo Piepoli lo assegna al centrosinistra (ed assegna la Liguria al centrodestra).



Lazio, Liguria e Piemonte si confermano le regioni in cui si giocherà la vittoria di una coalizione e la sconfitta dell'altra (in Puglia è data la riconferma vendoliana da tre istituti su quattro). Vincere in due di queste regioni (il Lazio ha poi un valore simbolico ancora più alto), potrebbe risollevare le sorti di un csx in stallo da ormai due anni. Perderle tutte sarebbe invece il colpo di grazia.

Grande attesa inoltre per le sorti di Casini. Se Vendola e Bonino vincono e Bresso e Burlando perdono, la sua strategia fallisce totalmente e potremmo persino vedere un cambio al vertice dell'UDC.

La mia previsione è che finirà 8-5 per il centrosinistra.
Si accettano scommesse.
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