mercoledì 12 gennaio 2011

Primarie Torino, primo sondaggio candidati

PRIMARIE DI TORINO PD SONDAGGIO: 27 FEBBRAIO
P.FASSINO(pd): 47 %
(R.TRICARICO pd): 28 %
D.GARIGLIO(MODERATI ,EX MARGHERITA) : 15 %
R.PLACIDO: 6 %
G.ARDITO(SX ESTREMA) : 4 %

Dopo un'autentica bufera sulle firme per presentarsi,e con ancora l'incognita Tricarico sulla gara,il Pd sembra avvicinarsi a questa sfida che vede l'ex segretario dei Ds molto avvantaggiato. La destra, pur se in ritardo sembra candidare la nuova leva Coppola, molto giovane, ma che soffrirà moltissimo la
candidatura di un uomo del terzo polo e il passaggio del popolare Rosso a Fli.

Primarie Torino: 40 domande per 4 candidati

L'altra sera sono andato all'incontro organizzato da Sinistra in Rete con i 4 candidati ufficiali delle primarie del PD e volevo esprimere qualche pensiero sparso.

Penso sia triste che, dopo aver avuto una giunta comunale molto buona e con un approval rating molto alto per tutti gli anni di mandato, non ci sia alcun rappresentante candidato a raccogliere il testimone di Chiamparino. Questo mi dispiace molto. E lo trovo anche insensato.

Lo staff di Sinistra in Rete si è sbattuto tanto per organizzare l'evento (e si vedeva: dalla grafica interattiva molto originale, ai segnaposti dei candidati molto curati...) e per questo hanno il mio plauso.

Le introduzioni a questi incontri sono terribilmente odiose e dovrebbero essere limitate a fare gli onori di casa per massimo 3 minuti. Ogni secondo in più è un'agonia.

I temi erano 8, e ogni tema prevedeva 5 domande contrassegnate da un numero: i candidati erano stati messi a conoscenza delle 40 domande totali, ma in realtà era Tropeano a scegliere un tema e i 4 garibaldini dovevano scegliere un numero, che celava la domanda a cui avrebbero dovuto rispondere. Un ottimo modo per estrarre a sorte.

Peccato che Tropeano di questi 8 temi (che in teoria avrebbero dovuto essere coperti tutti) ne abbia scelti solo 5 lasciando fuori alcuni per me di grande interesse, vale a dire "area metropolitana" e "giovani".

Ora qualche parola sui candidati.

Ardito. Personalmente non lo conoscevo prima, è sicuramente l'outsider e ha fatto l'impressione dell'outsider. Anche lo schema comunicativo era posto in attacco: la voce era sempre alta, aggressiva, cercava di fare "scandalo" e creare interesse per la sua figura. Voci di corridoio in sala dicevano comunque che probabilmente si ritirerà prima della fine della corsa, e che comunque non riuscirà a raccogliere le firme.
Schietto, dirompente, alla fine esce dall'incontro con un giudizio sicuramente più positivo dell'indifferenza che prima gli spettava. Le sue posizioni sono spesso estreme, è l'unico dei candidati che voterebbe NO al referendum della Fiat (se fosse operaio ma solo se senza famiglia e senza figli). Il suo exploit è arrivato alla terza domanda, quando gli è stato chiesto se fosse necessario costruire altri alloggi a Torino. Secca la sua risposta "No", punto. E poi silenzio. Tropeano gli chiede di argomentare, e lui ribatte: "Ma cosa c'è da argomentare? No, punto." E inizia a snocciolare per venti secondi numeri precisissimi sulla situazione degli appartamenti vuoti a Torino e su una politica della casa che dovrebbe agevolare il loro riempimento. Il pubblico applaude, è il suo momento di gloria. Ma era preparato.

Fassino. Tra i 4 è quello che fa una migliore impressione. Competente, serio, conosce la situazione della città, non evita le domande, propone soluzioni, sembra abbia chiaro quello che bisogna fare. Ho trovato poi piacevole la disponibilità a partecipare alle primarie e a partecipare a incontri di questo tipo, perché pensavo che un politico del suo calibro non si sarebbe mai "abbassato" a comparse del genere.
Ribatte che Chiamparino ha un anno più di lui, e che Profumo ne avrebbe avuti solo 5 in meno, quindi si chiede perché il discorso dell'età anagrafica valga per alcuni e per altri no. Strike 1 per Fassino. Dice comunque che la classe dirigente a Torino c'è (e che è ovvio che ci siano state le condizioni più favorevoli in assoluto per prepararla, visto che nei 5 anni precedenti si è governato la Regione, la Provincia e il Comune contemporaneamente) e che lui offre la sua carriera politica e internazionale al servizio della Città per far crescere questa classe dirigente. Una sorta di traghettatore tra l'era Chiamparino e l'era del futuro Sindaco, probabilmente più giovane e "diverso".
Un politico di lungo corso, e si vede. L'ho decisamente rivalutato dopo l'incontro.


Gariglio. Sicuramente è preparato, ma a pelle proprio non mi piace. Durante l'incontro cercava di portare a segno quanto più possibile i suoi interventi per meritare l'applauso del pubblico, e così alzava la voce, assumeva spesso un tono esasperato, e due volte ha ottenuto ciò che voleva. Ma in realtà il timbro della sua voce non è forte, e immaginatevi uno che grida cercando di darsi importanza con una voce "a metà". Non ci siamo.
Sembra intelligente, ma elude le domande. Risponde sempre a quello che vuole lui. Tropeano gli si lancia contro per due domande chidendogli del suo passato democristiano e provando a metterlo in difficoltà (e se la prima volta ci stava, la seconda aveva rotto): gli chiede cosa pensa dei diritti civili e del matrimonio lesbico officiato da Chiamparino, e Gariglio parla di sharia. Non ci siamo.
L'età gioca a suo favore, il curriculum è sicuramente buono, ma... non mi convince.

Placido. Dei 4 è il più popolare, "popolare" nel senso di "venuto dal popolo". Il suo modo di parlare è molto colloquiale, talvolta sgrammaticato, gesticola un sacco (e non mi piace), in sala pareva fosse il preferito tra il pubblico. Ha sicuramente delle idee sulla città, non ha mai alzato la voce ma ha fatto dei punti molto sensati. Il tono poi era molto sincero, e talvolta sembrava anche leggermente imbarazzato. A volte in difficoltà nel dare le risposte. Null'altro da segnalare.

Ho dimenticato in ufficio gli appunti delle risposte dei candidati, quindi probabilmente integrerò questo post in seguito con qualche contenuto più "succoso". Concludo aggiungendo che me ne sono andato dall'incontro, spossato e tediato, prima che i candidati facessero il discorsino finale da 5 minuti sulle ragioni della loro candidatura; per cui se qualcuno è a conoscenza di quale propaganda si siano fatti può comunicarmelo nei commenti, grazie.

domenica 9 gennaio 2011

Il referral del giorno


Mi sento molto Marta Flavi.

Primarie Torino: Tricarico scende in campo

Andrea Rossi, lastampa.it

Il guanto di sfida è racchiuso in una lettera. Ce n’è per tutti: il partito che asserragliato in se stesso anziché aperto alle forze della città; i vecchi dirigenti che non ne vogliono sapere di farsi da parte; l’orgoglio di chi ha amministrato la città negli ultimi anni; l’esigenza di un ricambio generazionale. Preceduta dalle scudisciate del senatore Ignazio Marino e dai ripetuti affondi dei rottamatori, sul Pd piomba la candidatura di Roberto Tricarico. L’assessore alla Casa, 42 anni, nato a Torino ma figlio d’immigrati, vuole partecipare alle primarie. «Intendo presentarmi con la spinta dei cittadini-elettori, iscritti e non iscritti al Pd, con i banchetti nei mercati e nelle piazze». Vuole correre, ma in polemica con il regolamento varato dal partito torinese: 700 firme da raccogliere tra i 3500 tesserati, ma non tra gli elettori. «Come mai a Milano, Bologna e Napoli i candidati alle primarie raccolgono le adesioni tra la gente e a Torino le firme dei cittadini sono contro lo statuto?», polemizza Diego Castagno, uno dei leader dei rottamatori torinesi.

Se non è una dichiarazione di guerra, quanto meno è uno schiaffo che sembra varcare i confini di Torino. C’è uno scenario nazionale in evoluzione: la direzione nazionale del 13 gennaio sarà preceduta, il giorno prima, da una contro-direzione organizzata dai rottamatori; i veltroniani sono in fibrillazione; il quadro di alleanze su cui la segreteria Bersani sta ragionando (apertura al terzo polo a costo di sacrificare Vendola e Di Pietro) fa storcere il naso a molti. L’irruzione a gamba tesa di Tricarico nasce in questo contesto, con la benedizione di Ignazio Marino e Pippo Civati, e a Torino sancisce l’irrompere della sfida generazionale: «Io sono nato nel 1968», dice Tricarico, «quando i nostri padri volevano portare l’immaginazione al potere e oggi, insieme con i nostri nonni, sono ancora lì a spiegarci che siamo troppo giovani. Negli altri Paesi alla mia età si è già fuori dalla politica e si è lasciato spazio a quella nuova generazione su cui il presidente Napolitano ha centrato buona parte del messaggio di fine anno».

La reazione del Pd, per ora, non promette nulla di buono. Il partito tiene il punto: le regole sono quelle stabilite, non ci saranno deroghe per nessuno. Il braccio di ferro è dietro l’angolo. E le scosse si avvertiranno anche a Roma. L’assessore tira dritto, convinto che alla fine nessuno potrà impedirne la candidatura se su di lui convergeranno persone e forze della città. Comincia a delineare scampoli di programma: «Cerchiamo soluzioni per attrarre altri investimenti e consolidare il nostro distretto dell’auto. E pensiamo a una Torino con più abitanti, più giovani, un incremento della conoscenza e dell’uso dell’intelligenza, anche tecnologica, in tutti i settori, dalla mobilità al welfare». Darà il via alla sua campagna dopo il referendum di Mirafiori. «Ho deciso così per rispetto della difficile scelta che gli operai e le loro famiglie stanno per compiere. Comprendo le ragioni del no, perché solo chi è in fabbrica può capire il peso delle nuove richieste dell’azienda e gli stravolgimenti che possono provocare alla propria vita. L’investimento promesso da Fiat ha una ricaduta positiva, per questo dobbiamo essere vicini alla scelta dei lavoratori».

Aspetterà il verdetto di Mirafiori, 13 e 14 gennaio. Aspetterà anche l’arrivo in città di Nichi Vendola, il 12. C’è un cantiere aperto, vorticose girandole d’incontri: sinistra vendoliana, rottamatori del Pd, Fabbriche di Nichi, Office corsare, studenti, Terra del Fuoco, Acmos, associazioni. Il percorso è avviato, la candidatura di Tricarico lì s’inserisce. Non è l’unica: un altro assessore della giunta Chiamparino, Gianguido Passoni, si è fatto avanti. Altri nomi potrebbero spuntare. «Le persone della mia età possono cedere il passo a una candidatura espressione della nuova generazione, un nuovo patto. Altrimenti tocca a noi», chiude Tricarico.

sabato 8 gennaio 2011

Nuova bagarre sulle primarie

L'intervista di Ignazio Marino alla Stampa di ieri è stata la miccia che ha rifatto esplodere il caso primarie a Torino. In particolare, a essere messe sulla graticola, sono le regole: regole che, a quanto pare, "limitano il numero di candidati" (e non è vero, sono già 4). Il caso è nientepopodimeno che dell'assessore alla casa e all'ambiente Roberto Tricarico che, non controllando manipoli di tesserati, faticherebbe a raggiungere le 700 firme necessarie per presentare la propria candidatura.

Ora, credo che il punto sollevato da Tricarico e Marino sia sacrosanto e che entrambi abbiano ragione a chiedere chea essere valide per la presentazione della candidatura siano anche le firme degli esterni al partito. Non so perché non sia stato deciso in questo modo infatti, dato che la questione era già stata posta in passato. Inoltre apprezzo il lavoro svolto dall'assessore in questi anni e sarei felice di vederlo in corsa: del resto, credo io, più siamo e meglio è - ma questo, in effetti, vale solo quando si parla di primarie di idee e non di nomi.

Ciò che tuttavia non condivido è il tempismo: le regole delle primarie sono state decise il mese scorso, dopo mesi e mesi di caciara in cui il PD si è fatto un danno potenzialmente preoccupante, e con lui tutta la sinistra torinese. Perché riaprire questo vaso di Pandora adesso? Se Tricarico si vuole candidare, inizi la campagna e cerchi queste benedette 700 firme dei tesserati. La mia è a sua disposizione.

Primarie Torino: intervista a Roberto Placido

Bilancio, municipalizzate e soprattutto lavoro in questa breve intervista a Roberto Placido condotta dal Manifesto.

Mi fa sorridere che Placido parli di politica che "torni ad ascoltare la gente comune": credevo che questo fosse uno dei meriti della giunta Chiamparino. Inoltre, non vado pazzo per il suo uso di espressioni come capitale e lavoro: mi sanno di antenatismo allo stato puro.

Tutti al Senato

Segnatevi la data, signore e signori, torinesi e non: dal 17 marzo all'8 gennaio 2012 a Palazzo Madama sarà visitabile l'aula del primo Senato del Regno d'Italia, che proprio nella bellissima costruzione di piazza Castello albergò negli anni successivi all'Unità dal 1861 al 1864, quando la capitale fu trasferita a Firenze.
Sempre a Palazzo Madama, nel fossato, verrà aperto anche il giardino medievale, ricostruito seguendo fedelmente le indicazioni d'epoca.
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