mercoledì 30 marzo 2011

A difesa della città

A difesa della città
E’ piccola, ma è una bella notizia. Noi amiamo il pazzo sferragliare dei tram. E ci piace l’idea di un cerchio chiuso. A difesa della città. Perché potrebbe contenere i lati di una immensa isola pedonale: Porta Nuova, Piazza Castello, Porta Palazzo, Porta Susa. E’ quasi l’antico perimetro del Seicento. Vorremmo che un giorno fosse il bordo dei nostri piedi. Lanuova linea 7 è un dolce piacere. Resta il sogno proibito di vedere i vecchi tram in funzione per sempre, anziché fino a novembre. Qualcuno dirà che Torino non è San Francisco, ma perché no? Anzi, forse è anche meglio.


mercoledì 23 marzo 2011

Sempre lassù

Come l'anno scorso (e in tutti i precedenti) anche nell'ultima rilevazione dei suoi 10 anni di mandato, Chiamparino rimane sul podio.

martedì 15 marzo 2011

Anniversario bagnato, anniversario fortunato?


Confesso che tutta la pioggia di oggi e le previsioni infauste per domani mi stanno un po' smorzando l'entusiasmo che avevo (inaspettatamente) raggiunto nei giorni precedenti. Dico inaspettatamente perché fino a qualche mese fa sembrava che sui giornali se ne parlasse solo per costrizione, perché era un appuntamento culturalmente troppo importante per ignorarlo come faceva la gente comune; e fino a qualche settimana fa sembrava tutto ridotto ad una bagarre politica che aveva come fulcro la questione dello stare a casa o meno nella giornata di giovedì.

E poi, quando meno te lo aspettavi, svraam! un tripudio di tricolori dai balconi, le striscette blu risorgimento su tutte le vetrine dei negozi, un programma di festeggiamenti fulminante già solo per domani sera che non sai proprio da dove partire, se dotarti di un paio di ali meccaniche per passare da un capo all'altro del centro per fare tutto il fattibile, assaggiare tutto l'assaggiabile e visitare tutto il visitabile.


E poi, la pioggia. Sgrunt. Peccato.

Quando Torino ebbe la notte bianca olimpica, io lavoravo a Sestriere e non feci in tempo a scendere e godermi la calca. Quando, pochi mesi dopo, l'Italia vinse il mondiale, io ero a Parigi; e per quanto cantare in 150 sotto l'hotel de ville fosse piacevole, non era la stessa cosa, specialmente dopo aver visto filmati di cosa non era Torino quella notte. Speravo di invadere la città anch'io con la massa, finalmente, domani sera.

Alla fine festeggeremo lo stesso, lo so. E sarà ugualmente bello.

Chissà cosa racconteremo tra 50 anni ai nostri nipoti di questa serata.

giovedì 10 marzo 2011

Euroregione AlpMed, il futuro di Torino è in Francia

Una macro area da 17 milioni di abitanti, un milione e mezzo di imprese, 500 miliardi di Pil di cui 9,5 spesi per l’innovazione e 8 mila strutture alberghiere. Se usassimo la graduatoria sugli stati della Banca mondiale, l’aggregato si collocherebbe al 17˚ posto assoluto per ricchezza davanti a Paesi come Turchia, Belgio, Svezia, Polonia e Svizzera.

Il punto è che il territorio stretto tra le Alpi e il Mediterraneo (AlpMed) non è uno stato classico ma qualcosa di più originale, una Euroregione che accorpa le aree transfrontaliere di Francia e Italia: Piemonte, Liguria, Valle D’Aosta, Rhône-Alpes e Provenza-Costa Azzurra (Paca). AlpMed è un territorio variegato che ogni giorno, sottotraccia, scava il vincolismo novecentesco dello Stato-nazione, scambiandosi merci, idee, beni e turisti molto più di quanto facciano con altre regioni italiane o francesi. Per qualcuno è l’europeismo del futuro: l’integrazione per macroregioni omogenee.

Anche se con quote in riduzione, causa globalizzazione (nel 1970 il Piemonte faceva il 25% dell’export italiano verso la Francia), la vicinanza geografica continua a giocare un ruolo: Parigi resta il primo mercato per le esportazioni delle 3 regioni italiane dell’AlpMed (pari al 16% del totale nazionale). Automotive e meccanica dall’Italia alla Francia; prodotti chimici e metallurgia dalla Francia all’Italia. Per un flusso di export complessivo che supera gli 11 miliardi di euro l’anno.

Sui legami storici si potrebbero scrivere paginate. Dai Savoia tra Chambéry e Torino alla storia dell’industria dei fiori che nasce a Ospedaletti il 3 maggio 1874 da una rudimentale joint venture tra Luigi Bessi, che ogni giorno va al mercato per acquistare fiori dall’ortolano, e il commerciante parigino Julien, che sverna tra Sanremo e Nizza. Da quel giorno la Julien & Bessi spedirà nella capitale francese 2 ceste quotidiane di violette di Taggia e di rose del Poggio. E’ la prima azienda floreale del mondo.

E ancora. Dall’interscambio del Piemonte sulla via della seta con Lione (un terzo dell’attivo commerciale post Unità d’Italia verrà per molti anni dall’export di seta grezza), all’avventura francese di Casa Agnelli (negli Anni 60 Parigi è il secondo mercato di Fiat), culminata nel tentativo, bocciato dal nazionalismo economico del generale De Gaulle, di prendersi Citroën per fare un grande polo italo-francese. Il resto è cronaca. La Costa Azzurra invasa ogni estate dai piemontesi, non senza battute salaci dei francesi - «con le seconde case vi siete praticamente ripresi Nizza...»- e più in generale l’interscambio turistico: 649.300 italiani sbarcati nel 2009 in Rhône-Alpes e Paca (il 13% dell’incoming straniero) e 408.321 francesi in Piemonte, Liguria e Val D’Aosta (19%). Eppure non si era mai avuto contezza statistica dei legami transfrontalieri. Il rapporto «Colloque franco-italien» che verrà presentato oggi comincia finalmente a colmare la lacuna, ragionando sulla scala AlpMed, l’Euroregione nata nel gennaio 2008. In Piemonte, ad esempio, sono localizzate oltre 100 imprese francesi che impiegano complessivamente 17.000 addetti. Ci sono multinazionali storiche come Michelin, l’Oréal e Saint-Gobain insieme a controllate più recenti come Akka Italia, Dassault Systémes e Alstom Ferroviaria. Così come in Rhô ne-Alpes e Paca ci sono 470 stabilimenti tricolore, per 15 mila addetti.

Passando per i 12 poli d’innovazione piemontesi mutuati dall’esperienza francese dei «Pôles de compétitivité»: 7 Park già collaborano con i loro omologhi transalpini sulle filiere dell’energia rinnovabile, l’agroalimentare, il biomedicale, l’edilizia sostenibile e le biotecnologie. Tutto bene dunque? Non proprio. Per il rapporto gli scambi crescono ma le istituzioni sono molto più indietro dell’economia. Mauro Oggero, ad di Foca costruzioni di Villarbasse, dice che «per noi il mercato francese è uno sbocco più naturale che andare nel Sud Italia». Ma ci sono «difficoltà nel tradurre l’eurocodice e c’è poco interfaccia bancaria tra le due sponde delle Alpi».

Una riserva condivisa dal francese Philippe Chapalain, ad di Go Concept, società di consulenza: «Insediarsi in Piemonte è l’ideale per la sua posizione baricentrica e perché si pescano buoni manager». Anche se «manca uno statuto economico transfrontaliero che fissi alcune regole uguali per tutta l’Euroregione». Insomma se l’interscambio cresce, lo spontaneismo non basta più. Ora serve la politica per guidare i processi.

via lastampa.it

venerdì 4 marzo 2011

Città di Torino - Testamento biologico

Città di Torino - Testamento biologico

Informazioni sul deposito del testamento biologico
Da marzo 2011 i cittadini maggiorenni residenti in Torino potranno, previo appuntamento, consegnare il proprio testamento biologico. Leggi di più...

venerdì 25 febbraio 2011

Primarie Torino: dove si vota, come si vota, quando si vota

Fassino, Gariglio, Passoni, Viale, Curto: ecco i nomi dei candidati alle primarie.

Dopo vicende alterne, alterchi, vicissitudini, e dopo un paio di mesi di campagna elettorale, Torino è arrivata al momento del voto per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra. La coalizione, una volta decise le regole delle primarie, è riuscita a non distruggersi; in compenso, si sono votati alla reciproca distruzione i candidati.

Ecco, fermiamoci qui un istante perché questa è una cosa che mi ha dato un solenne fastidio. Mi riferisco in particolar modo a Gariglio e Curto, e le orde dei loro seguaci che sono diventati di punto in bianco partigiani votati alla distruzione del nemico: Fassino per Gariglio e Passoni per Curto. Un atteggiamento che, in questi due casi, è venuto fuori allo scoperto, ma che si è generalmente visto in tutti i supporter di qualsiasi candidato. Allora, una cosa è la campagna elettorale che fa nascere una sana competizione, che ci sta; un'altra invece è perdere totalmente di vista che siamo tutti della stessa squadra e stiamo tutti cercando di fare del nostro meglio per la nostra città. Senza contare che chi vince le primarie si troverà comunque a relazionarsi e farsi aiutare da chi le perde, no? Abbiamo perso totalmente di vista la big picture di queste primarie, ed è un peccato.

Ad ogni modo, entriamo un po' più nelle cose tecniche e burocratiche di questa elezione.
Votare è semplice, se sai come farlo.

DOVE SI VOTA

In città sono stati allestiti una quantità enorme di seggi, per cui non si dovrà andare molto lontano per esprimere la preferenza.
Per votare basta sapere il numero di seggio riportato sulla tessera elettorale. Se ora come ora non avete voglia di andarla a pescare (ma domenica è obbligatoria!) potete andare qui e inserendo il nome della vostra via e il numero civico come per magia apparirà il numero di seggio. Dopodiché cercate il seggio più vicino qui inserendo circoscrizione e seggio e il gioco è fatto.

COME SI VOTA
Per votare è necessario essere muniti di un documento di identità valido e della tessera elettorale. Indispensabile la residenza a Torino. Anche gli stranieri e i maggiori di 16 anni possono votare. Per la votazione è previsto un contributo di 2 euro.
Si vota tracciando una X sulla casella del candidato per cui si vuole esprimere la preferenza.

QUANDO SI VOTA
Domenica 27 febbraio i seggi rimarranno aperti dalle 8 alle 20.

PERCHE' SI VOTA
Inutile ricordarvi l'importanza del voto in ogni occasione, e in particolare in questa. In un periodo dove noi italiani non possiamo nemmeno scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento che sono ormai dei "dipendenti" a tutti gli effetti di chi fa le liste, noi torinesi abbiamo la possibilità di scegliere chi mandare alle elezioni comunali. Che sembra un diritto banale, ma non lo è. Affatto.
Abbiamo la possibilità di contribuire anche noi con il nostro voto al miglioramento della città. Qualunque esso sia.

Io ho partecipato a spizzichi e bocconi in questa campagna elettorale, sostenendo da subito Gianguido Passoni. Credo che la giunta Chiamparino abbia governato bene questa città negli ultimi 10 anni e il fatto che Passoni dei 5 candidati sia l'unico rappresentante della giunta uscente rappresenta a mio parere un punto di favore, perché, appunto, il mio giudizio su questi ultimi 10 anni è positivo. Quindi cerco di favorire la continuità. Il che non vuol dire che non bisogna ripartire con una marcia in più: al contrario, ce ne vogliono tre in più perché la città deve continuare il cammino che ha iniziato e deve andare oltre quel cammino.

Ho conosciuto personalmente Gianguido Passoni e posso dire che mi ha da subito lasciato di sasso per la naturale tranquillità con cui parlava con tutti. Pensi sempre che questi personaggioni della politica siano superiori e pieni di sé, e poi rimani decisamente esterrefatto quando non è così. Avete presente quando una persona è sicura e non ha bisogno di comunicare la sua sicurezza? Ecco, quella è stata la prima impressione, confermata poi successivamente. Mi piace che sia il primo a dire che si poteva sicuramente fare di più e che certe cose sono state fatte in maniera sbagliata o esagerata. Trovo positivo che non voglia tagliare servizi e che voglia proseguire nella politica di integrazione adottata dalla città che ha prodotto risultati straordinari come in San Salvario.

Quello che trovo straordinario, poi, è tutta la piattaforma che sta dietro al candidato: torino bene comune è nata come un progetto dal basso che ha poi deciso di sostenere la candidatura di Passoni. Quando le iniziative nascono dal basso sono sempre grandiose. 23 idee per Torino che dettano poi le linee guida di quello che è diventato il programma di Passoni. Non ultima, infine, è la linea guida del rispetto delle libere scelte individuali, l'equiparazione e la tutela di single e coppie di fatto, gay o etero. Mi sono reso conto che per me è impossibile sostenere un candidato che non ne sia favorevole, anche se, a livello locale, nulla si può fare, certo.

Insomma, sapete quanto adoro questa città e sapete anche qual è la mia visione per il futuro della città, e io credo che Passoni sia quello che più si avvicina a questa mia visione. In ogni caso, qualunque sia il vostro voto, andate a votare. In fondo lo fate per voi stessi.
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...