venerdì 3 ottobre 2014

Bagexpress: un servizio non affidabile da non usare mai più

bagexpress non affidabile
Bagexpress inaffidabile: spedire il bagaglio è facile, riceverlo è un'impresa

Ho usufruito del servizio bagexpress pagando 83 euro per il trasporto di una valigia da Torino a Londra. La valigia avrebbe dovuto essere consegnata giovedì 12 giugno, giornata che io ho trascorso interamente a casa senza che arrivasse il corriere. Contattato dal call center, vengo riassicurato che la valigia sarebbe arrivata l'indomani. Trascorro di nuovo, per il secondo giorno consecutivo, tutta la giornata a casa e nessuno si fa vivo. Peccato che io abbia contattato il call center alle ore 18 inglesi, vale a dire le 19 italiane, di venerdì: per cui non si fa in tempo a fare nulla che gli uffici chiudono. Morale della favola (prima parte): DUE giornate intere PERSE ad aspettare il corriere e weekend ROVINATO perché avevo bisogno di un'attrezzatura presente nella valigia.

Il lunedì della settimana successiva apriamo la procedura di ritrovo del bagaglio, nessuno mi preannuncia quali potrebbero essere i tempi d'attesa, io penso che un paio di giorni possano bastare. Mi sbaglio: richiamo il call center venerdì 20 giugno e mi si dice che i tempi sono ben più lunghi. Perdo le speranze. Nel frattempo ricompro metà delle cose contenute nella valigia perché non posso più aspettare oltre, e arrivo a spendere circa 200 sterline. Morale della favola (seconda parte): 200 sterline spese.

Martedì 24 giugno mi arriva un'email dall'UPS: a quanto pare è stata trovata la mia valigia, in Germania. Il bagaglio riprende il viaggio, arriva a Londra, venerdì 27 viene fatto un primo tentativo di consegna. Io però ho iniziato a lavorare e non sono mai a casa durante il giorno, non ho nessuno in città che potrebbe ricevere la spedizione, al lavoro non è permesso ricevere posta. La valigia poi è pesantissima, le soluzioni sono o farsela consegnare a casa o andarla a prendere da qualche parte. Decido di chiamare l'UPS e farla consegnare a un UPS vicino a casa, ma dall'UPS mi dicono che ciò non è possibile: posso solo andarla a ritirare in un deposito specifico all'altro capo della città. Fantastico. Lunedì 30 giugno decido di andarla a prendere a questo deposito dell'UPS e per portarla a casa spendo non solo 2 ore del mio tempo per una consegna che dovrebbe essere garantita a casa, ma anche 3 sterline di metropolitana all'andata e 30 sterline tonde tonde di taxi al ritorno.

Morale della favola intera: ho speso 83 euro + 200 sterline + 30 sterline + 2 giornate perse per usufruire del servizio, che mi garantiva la consegna della valigia a casa l'11 giugno quando invece il bagaglio è entrato in casa mia il 30 giugno: 19 giorni di ritardo. So che gli imprevisti e le sfortune possono capitare; ciò nonostante ritengo la mia esperienza con Bagexpress penosa.

So che le condizioni di vendita mi danno diritto a un voucher dello stesso importo per un ritardo superiore ai 2 giorni, ma alla luce di tutto questo ho ritenuto doveroso chiedere il rimborso totale della somma che ho speso per il servizio e del taxi che ho pagato per riportare a casa la valigia. Le due giornate perse non me le darà mai nessuno indietro e così nemmeno i numerosi disagi che Bagexpress mi ha arrecato e le 200 sterline che ho speso per ricomprare il materiale nella valigia, ma credo che il buonsenso stabilisca che il rimborso totale degli 83 euro e delle 30 sterline del taxi sia quantomeno doveroso dopo un'esperienza del genere.

Come finisce la storia? Dopo 3 mesi di attesa (no, dico, TRE MESI) alle 18.30 del venerdì sera, il call center di Bagexpress mi dice che non mi daranno nessun rimborso. Ai miei 4 lettori consiglio dal profondo del cuore di non utilizzare questo inaffidabile servizio fregatura.

sabato 4 gennaio 2014

Una torinese nel cast di Game of Thrones



Ho appena scoperto che Paola Dionisotti, nata a Torino al 1946, interpreterà Lady Anya Waynwood nella quarta stagione della serie TV Il Trono di Spade, che sarà trasmessa dalla HBO a partire dal 31 marzo 2014.

Lady Waynwood è un'anziana nobile a capo dell'omonimo casato, vassallo degli Arryn of The Vale. Martin, nel farne una descrizione, ne sottolinea la "distinta aria di nobiltà".

Mica pizza e fichi insomma.

domenica 18 agosto 2013

Chaumont e Bardonnèche, quando la Valsusa era francese

di Claudio Gorlier per lastampa.it


Una mattina, esattamente 300 anni or sono, i miei antenati di Rollieres, alta valle di Susa, si svegliarono e scoprirono di non essere più francesi del Delfinato. Grazie al trattato di Utrecht, del 12 luglio, la valle di Susa (e la val Chisone) erano passate al fresco re Vittorio Amedeo di Savoia.  
Qui salta fuori una prima curiosità: la vicenda dei toponimi, ovviamente francesi. Per motivi tuttora discussi, in valle di Susa soltanto tre vennero italianizzati nel corso del secolo: Chiomonte (Chaumont), Bardonecchia (Bardonnèche) e Cesana (Cézanne). Tra l’altro, nell’ancora Cézanne Vittorio Alfieri trascorse un inverno, come narra nella Vita. In parallelo, il Cluzon divenne Chisone, Pragelas Pragelato, e Fenestrelles perdette la s finale. Con un criterio del tutto irrazionale il fascismo italianizzò una serie di località: Oulx (Ulzio), Salbertrand (Salabertano), Sauze (Salice) che recuperarono l’originale nel dopoguerra. 

I vecchi toponimi  
Per vostra curiosità, posso chiarirvi la matrice di toponimi che vigorosamente resistono. Champlas du Col, Champlas Janvier si rifanno al vecchio francese a dignificare «campo» e alla loro posizione. In quanto a Champlas Seguin, pare che si tratti di una antica variante di Suivant, seguente, data la sua posizione e la sua nascita. Volete altro? Thures deriva dal celtico Thor, porta, mentre la Dora si riconduce ancora al celtico Duria, corso d’acqua. Secondo una vecchia tradizione locale, la Dora e la Durance, che nascono sullo stesso altipiano del Monginevro, prima di discendere si scambiano ciascuna una battuta. «Moi», dice la Dora, «je vais féconder l’Italie», e la Durance replica: «Moi je vais ramage (devastare) la France». 

La II guerra mondiale  
Ma veniamo alla storia recente. Alla fine della Seconda guerra mondiale, la Francia gollista rivendica una risistemazione dalla frontiera con l’Italia. Per ciò che riguarda la valle di Susa, vorrebbe uno spostamento almeno fino al colle di Sestriere. Nasce una organizzazione clandestina, finanziata e controllata appunto dalla Francia. Si chiama «Rassemblent des anciens Dauphinois», riferendosi alla originale appartenenza di quelle valli. Io, ragazzo, e mio padre riceviamo una tessera in bianco, di ignota ma ovvia origine; senonché carabinieri e polizia identificano gli animatori, e li arrestano.  

Il «no» degli Usa  
Gli Stati Uniti scoraggiarono perentoriamente la Francia dalle sue aspirazioni. Da un lato, lo spostamento avrebbero aperto la strada verso la pianura padana; dall’altro, esisteva il timore che il partito comunista francese, raggiunti i vertici, potesse sfruttare la situazione. Così, la Francia dovette accontentarsi di una modifica territoriale di proporzioni sostanzialmente simboliche. Una riguardava la valle stretta a ridosso di Bardonecchia, addirittura priva di collegamenti stradali efficaci con la Francia. L’altra aveva un valore storico non indifferente, ma nulla più. Mi riferisco al monte Chaberton, fino alla guerra il più alto forte del mondo. Ma, purtroppo, le strutture del forte erano ormai obsolete, e allora nel giugno del 1940, una batteria francese, piazzata sul fondo valle, colpì il forte e lo mise fuori combattimento. Sopravvivono i resti delle torri del forte, e lo Chaberton è oggetto di tranquille ascensioni e competizioni sportive, specie ciclistiche. 
Non dimentichiamo, però, il marchio francese nelle valli torinesi. Intanto, gli splendidi forti di Fenestrelle e di Exilles (toponimo intatto) e poi la raffinata architettura religiosa. Se vi capita, visitate la chiesa di Bousson, e il caratteristico santuario di San Restituto, tra Rollieres e Sauze di Cesana. Quel santo è del tutto immaginario, e si chiamava, originariamente, Réstitué. Ma il monumento è un autentico gioiello. 

La battaglia dell’Assietta  
Dunque, la Francia è rimasta nei suoi confini, ma può a buon diritto celebrare le pagine di storia lasciate nelle nostre valli, e che i nomi originari conservano o, si potrebbe sostenere, difendono. Rendiamole omaggio, anche se le impedimmo di rifarsi sconfiggendola sull’Assietta, e facciamolo, per cortesia, pronunciando giusti i nomi originari, che hanno resistito trecento anni. Se andate a sciare a Sestrières (si scrive proprio così) non dite che vi piace «il Sèstriere»... 

lunedì 1 luglio 2013

Goodbye, Google Reader


A marzo Google ha comunicato la decisione dell'azienda di chiudere Google Reader dal 1 luglio 2013 per impegnarsi su altri fronti:

We launched Google Reader in 2005 in an effort to make it easy for people to discover and keep tabs on their favorite websites. While the product has a loyal following, over the years usage has declined. So, on July 1, 2013, we will retire Google Reader. Users and developers interested in RSS alternatives can export their data, including their subscriptions, with Google Takeout over the course of the next four months.
Ho scoperto Google Reader tantissimi anni fa, quando i blog erano la nuova frontiera del web e quando ho creato Nonsolotorino. Negli anni, in effetti, il mio uso di Google Reader è calato, ma l'icona è sempre rimasta una presenza fissa sulla mia barra dei segnalibri. Continuavo comunque a servirmene un paio di volte a settimana, soprattutto in quei momenti in cui era necessario riempire il tempo: sul pullman, sul treno, nella sala d'attesa del mio dentista... 

Insomma, mi spiace che GR finisca qui. Dato che questo blog è molto legato a GR sentivo di dovergli almeno un post con un ringraziamento e un Goodbye.

domenica 14 aprile 2013

Katowice


Oggi alle 17 Roberta Vinci affronta Petra Kvitova in finale al Katowice tennis open per il primo titolo dell'anno. Diretta su Eurosport 2.

sabato 13 aprile 2013

28.


Dal 19 al 25 aprile a Torino torna il gay film festival, arrivato alla ventottesima (no, dico VENTOTTESIMA) edizione. Io non ci sarò perché sarò via, ma voi andateci mi raccomando.
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