martedì 27 aprile 2010

Cromatizzazione

Siore e siori, vi annuncio che sono ufficialmente passato a Chrome.
Firefox era diventato un elefante e non ne potevo più.
Non che mi piaccia polarizzarmi sull'universo Google, ma tant'è.

Bentornato nucleare


Il Piemonte in cima alla lista delle regioni in cui installare una centrale nucleare.
Buona giornata a tutti.

domenica 25 aprile 2010

Un'altra finale


Quattro finali in cinque anni. Due Fed Cup in saccoccia e la possibilità di conquistare la terza.
Pennetta, Schiavone, Errani, Vinci: la squadra che vince da 5 anni.
Queste ragazze sono f o r t i s s i m e !
Quando si degneranno i media di cagarle un po' di più?

C'è del buono in Danimarca

Certo che vedere i due maggiori partiti d'opposizione in Danimarca andare assolutamente d'accordo e i loro due leader fare persino una campagna elettorale insieme come reazione alla nuova riforma fiscale dell'estrema destra crea un notevole disagio in un elettore della sinistra italiana.

sabato 24 aprile 2010

Nessun patto sulla MIA vita



Siamo donne e uomini di diverse realtà del movimento torinese che si sono ritrovate in seguito alla sottoscrizione del neopresidente alla Regione Piemonte Roberto Cota del cosiddetto "Patto per la vita e per la famiglia" e alle dichiarazioni da lui rilasciate immediatamente dopo le elezioni in merito alla pillola Ru486, all'aborto e al Pride. Abbiamo deciso di incontrarci e unirci in assemblea per iniziare un percorso di mobilitazione e controinformazione, per dare una prima risposta politica immediata a Cota e al suo famigerato patto Lega - Vaticano. Saremo in Piazza Vittorio a Torino sabato 24 aprile alle ore 15.30, ad un mese esatto dalla sottoscrizione del patto, per una manifestazione il più partecipata possibile.




Reagiamo a Cota punto per punto e proponiamo il nostro patto per le nostre vite!

Noi donne e uomini sottoscriviamo un patto per le nostre vite fondato sull'autodeterminazione e la libertà di scelta.
Vogliamo essere liber* di decidere come nascere, vivere e morire.
Vogliamo poter scegliere come costruire e gestire i nostri rapporti, le nostre relazioni, la nostra sessualità.


Se per Cota l'aborto è un crimine e la pillola Ru486 una banalizzazione perchè le donne devono sempre e in ogni caso soffrire, noi vogliamo che ogni donna possa decidere se e quando diventare madre e avere il diritto di essere assistita in strutture pubbliche e gratuite.
Rigettiamo qualsiasi ipotesi di presenza del Movimento per la vita, nei consultori, negli ospedali, nelle scuole.

Se per Cota la vita da tutelare è solo quella dell'embrione, noi invece pensiamo a tutte quelle vite non tutelate e lasciate sole, costrette ad affrontare la loro quotidianità senza reddito, lavoro, casa, diritti, servizi.
Pretendiamo di poter scegliere sui nostri corpi anche alla fine della nostra vita, senza accanimenti e strumentalizzazioni.

Se per Cota esiste solo la famiglia monogamica, eterosessuale e fondata sul matrimonio cattolico, noi consideriamo una ricchezza la pluralità di modi differenti di vivere e di amarsi.
Vogliamo vivere liberamente la nostra sessualità!

Se per Cota e la Lega i migranti sono solo criminali, prostitute, badanti o schiavi, per noi sono donne e uomini che come noi aspirano e hanno diritto ad un'esistenza migliore.
Respingiamo ogni forma di discriminazione volta a criminalizzare le/i migranti.

Contro un patto per la vita che ha sapore di morte!
Sabato 24 aprile ore 15.30
manifestazione in Piazza Vittorio a Torino

martedì 20 aprile 2010

L'Eyjafjallajökull e noi


Come quando manca la luce: da un evento naturale, una pausa e una lezione

A voi, personalmente, che cosa ha fatto? Vi ha costretti a dormire in aeroporto? Rimandare un viaggio, mancare un appuntamento, perdere un lavoro? Tanti hanno un racconto da fare, sulla nube che improvvisamente ci ha fatto sentire più europei dell’euro.
La parola «nube» è una delle più belle parole che ci siano. Pochi titoli sono evocativi come La nube purpurea di Matthew Phipps Shiel, dove si racconta di una nube apocalittica che minaccia di estinguere l’umanità. Ma oggi la storia di una nuvola di cenere, che dal cuore di un vulcano nella lontana Islanda irrompe nelle nostre vite e cambia i nostri programmi, creando disagi grandi e piccoli, sembra uscita da un film di fantascienza neanche tanto originale.
Coloro per i quali la faccenda della nube è stata un disagio, o anche un disastro (per molte persone coinvolte col Salone del Mobile, ad esempio, il mancato arrivo dei buyers stranieri è stata un’occasione mancata che si tradurrà in un grosso problema economico), non trovano nessuno che li consoli, perché in fondo stiamo tutti dalla parte della nube, l’evento naturale e imprevisto che ci ricorda in un lampo da dove veniamo e dove torneremo.
È come quando manca la corrente elettrica. Alla luce della candela il pensiero delle provviste che marciscono nel freezer, o del cellulare senza carica, non basta a soffocare l’emozione di tornare, per un momento, a sentirci più umani, più vicini a ciò che conta. E pazienza se dobbiamo rinunciare al sushi o al funerale di Kaczynski (con rispetto parlando), pazienza se perdiamo anche dei soldi.
Parlo così perché non possiedo una compagnia aerea, evidentemente, e nemmeno un albergo, un ristorante o un taxi. I taxisti milanesi che contavano sulla solita orda di architetti e designer tedeschi e olandesi da trasportare qua e là per il Fuori Salone forse saranno meno ben disposti di noi nei confronti della nube di cenere che non intossica (pare) ma ci costringe a fermarci.
Fermarsi, che liberazione. E spedire una email in cui diciamo che non possiamo andare alla Fiera del libro di Londra causa vulcano, come dei Marco Polo o degli Amerigo Vespucci.
I quotidiani della domenica, una volta tanto, sono pieni di articoli di scrittori, filosofi, scienziati e teologi: chi ci ricorda la potenza della natura matrigna citando il Dialogo della Natura e di un Islandese di Leopardi, chi riflette sulla caducità del nostro supposto dominio sul mondo, chi tira in ballo Kant e chi Voltaire. Carlo Petrini di Slow Food auspica un mondo slow dove si va più piano e ci si ricorda sempre che «basta la salute». E c’è chi sogna, segretamente, che la nube, come l’extraterrestre di Finardi, ci porti via: «In un pianeta su cui ricominciare». Viva la nube, che per un giorno ci ha reso più saggi.

(via Daria Bignardi)

Il Post

È online. Lo trovate su www.ilpost.it
Buon lavoro e buona lettura.

lunedì 19 aprile 2010

Carsharing


Mentre si aspetta che l'effetto-cenere svanisca, su Facebook gli europei si sono già attrezzati per spostarsi in auto.

(via manteblog)

sabato 17 aprile 2010

La nuova giunta regionale Cota

E così, dopo un andirivieni interminabile, la partita nel centrodestra si chiude - ancora una volta - a Roma, a cena con il Sultano.

Tra i lati positivi della nuova giunta sicuramente c'è l'età media degli assessori, 42,8. Bene anche la riduzione a 12 assessorati per risparmiare sui costi della politica. Se vogliamo, bene anche che Cota si tenga la gestione di parte della sanità.

Poi ci sono i lati negativi, e quelli incomprensibili: perché la gestione dei parchi non è andata a Ravello, assessore all'ambiente, ma è andata all'assessore al commercio Casoni? E le pari opportunità mescolate all'assessorato al bilancio? (e per di più date a una persona, la leghista Quaglia, che ammette di non aver alcuna esperienza nel campo. Come a dire, ma che ce frega a noi della Lega delle pari opportunità - evviva.). Poi l'istruzione accorpata al turismo...

Insomma, stiamo a vedere.

Da sottolineare che la Porchietto, nonostante il bottino di voti, nonostante fosse in lizza per due o tre assessorati, è rimasta esclusa dall'assegnazione delle deleghe. E' rimasta a bocca aperta. Con un palmo di naso. Forse forse, col senno di poi, le conveniva rimanere a fare opposizione in Provincia.

Il funerale di Raimondo Vianello diventa un Berlusconi show

Io non ho la tv a casa. L'unico momento in cui guardo la tv (peraltro senza sonoro) è quando corro sul tapis roulant in palestra. Oggi una delle tv era sintonizzata su canale 5, con uno speciale del TG5 che trasmetteva i funerali di Raimondo Vianello. Ebbene, su grossomodo un'ora di cerimonia, 30 minuti sono stati passati a inquadrare Silvio Berlusconi che, seduto dietro Sandra Mondaini e i due figli filippini adottivi, baciava ripetutamente la testa della vedova e le asciugava il sudore.

Ora, io non voglio fare polemiche, ma mi dite perché ogni volta che vado in palestra (e questo ultimamente succede solo una volta alla settimana) e mi capita di guardare la tv c'è sempre B tra le palle? Era successo anche qui.

Sembrava di guardare Berlusconi TV. Sembrava il TG4. Hanno passato più tempo a riprendere lui che a riprendere la Mondaini. In uno dei baci a Sandra l'ho anche sgamato che guardava la telecamera, probabilmente per assicurarsi che stesse riprendendo.

Orrore e raccapriccio. E soprattutto tanto schifo.

Che poi io posso anche credere che lui volesse davvero bene sia a Sandra sia a Raimondo, ma non vi pare un tantino esagerata come comparsa? C'erano anche Gerry Scotti, Pippo Baudo e Letizia Moratti, ma nessuno è andato dietro la Mondaini affossando le radici e calamitando l'attenzione delle telecamere, nemmeno Alba Parietti.

Detto ciò, riposa in pace Raimondo, e grazie per tutto.

Finalmente inaugurata la nuova passerella sulla Dora


Verde scuro, proprio come l'avevamo scelta noi cittadini, è stata inaugurata da Maria Grazia Sestero e da Piero Ramasso dopo qualche problemino nella realizzazione per via del fallimento della prima ditta appaltatrice dell'opera.

Insieme alla passerella sono stati risagomati i percorsi ciclo-pedonali che corrono sulle sponde del fiume, sui quali la passerella si inserisce, e sono state risistemate le sponde.

Run for life, stamattina al Lingotto

3300 metri di corsa sulla ex pista di collaudo del Lingotto per raccogliere fondi per contribuire all’azione dell’Unicef a sostegno della popolazione dell’isola di Haiti. E' «Run for life», gara podistica amatoriale ideata dagli hotel Le Méridien di Torino in programma sabato 17 aprile a 30 metri di altezza, sul tetto dello storico stabilimento Fiat. Una iniziativa che coniuga sport, divertimento, viaggi e solidarietà in una cornice piena di fascino, con un panorama a 360 gradi sulla città.

L'appuntamento è per le ore 9 nella hall dell’Hotel Le Méridien Lingotto, in via Nizza 262, alle 10 il via alla gara che sarà dato da prestigiatori e illusionisti del Circolo della Magia. Madrina della manifestazione la cantante Emma Re, torinese ma ormai internazionale dopo il successo decretato dalla sua esibizione all'inaugurazione dell'anno olimpico a Pechino e la recente presentazione alla stampa francese da Chez Maxim's a Parigi.

La quota di partecipazione di 25 euro comprende la partecipazione alla corsa e una t-shirt della manifestazione realizzata da Promocard per Holding tessile, il rinfresco nel Giardino delle Meraviglie, weekends premio in alberghi della catena per i vincitori della gara ma anche, ad estrazione, per i partecipanti, oltre all'ingresso gratuito alla Pinacoteca Agnelli per tutta la giornata della gara. Per Le Méridien una nuova iniziativa di solidarietà dopo «Art is Life» nell'ambito della collaborazione «Check Out for Children» a favore di Unicef, che finanzia programmi di sensibilizzazione all'Hiv.

Grazie a questa iniziativa, i clienti hanno la possibilità di donare 1 euro (o l'equivalente in moneta locale) al momento del checkout, in 63 alberghi in Europa, Africa e Medio Oriente, per finanziare programmi educativi condotti dai giovani e per i giovani in Mozambico, nella Sierra Leone, in Namibia, nel Lesotho, in Angola, in Etiopia, nello Zambia e nel Malawi.
Per informazioni e iscrizioni: info.torino(at)lemeridien.com tel.011 6642000

(via lastampa)

venerdì 16 aprile 2010

Fantastica Cardinale al Turin Film Festival

Ieri sono andato alla prima serata del 25° festival glbt di Torino, il famoso Da Sodoma a Hollywood. Madrina d'eccezione: Claudia Cardinale. L'inaugurazione si è tenuta presso la sala 1 dell'Ideal, ed era non piena - di più. Rissa per comprare gli ultimi biglietti disponibili. Gente di ogni età seduta persino sulle gradinate, a mo' di stadio. Ospite anche l'Onorevole Anna Paola Concia.

La serata è iniziata sul noioso andante: presenza scenica di Minerba, zero. Presenza scenica degli altri due che hanno intervistato la Cardinale, zero. La presentatrice Ramona Dell'Abate che per fortuna sollevava un mortorio fatto sala di cinema.

E poi invece il film (Le Fil), una storia gay (come tante altre) ambientata nei suggestivi paesaggi tunisini, con Claudia Cardinale nel ruolo della madre prima apprensiva poi aperta e tollerante. Immigrazione, senso di appartenenza, esterofilia i temi toccati dal film. Il lieto fine è un po' un melenso inno all'amore con la A maiuscola e la O a forma di cuore, ma in generale il film produce un'atmosfera molto rilassata e piacevole. Cardinale fantastica attrice - a detta del mio amico Matteo, "è lei che porta avanti il film".

Un grande augurio al proseguimento del Festival, e un grande augurio alla Cardinale che ieri compiva gli anni. Quanti? Naaah non si dice.

domenica 11 aprile 2010

Aboliamo Biancaneve

In Spagna aboliscono Biancaneve e tutte quelle favole politicamente scorrette in cui le donne hanno un ruolo passivo per sostituirle con favole da XXIesimo secolo, con principesse sportive che si sanno difendere da sole.

Ottima cosa l'aggiornamento, a mio parere; ma vorrei riflettere sul bandire tout court le favole classiche, che è cosa da Inquisizione del 1500, non da XXIesimo secolo.

sabato 10 aprile 2010

Bentornata nel mondo dei vivi, Sindone

Da non perdere la Stampa di oggi con un inserto speciale sulla Sindone (e la sua bellissima storia, avvincente dal punto di vista storico-medievalistico) e le mete turistico-religiose della citta'.

La visita alla Sindone dura solo 15 meri minuti ed è prenotabile online sul sito http://www.sindone.org/ , no muss no fuss quindi. E soprattutto niente code. Un invito a tutti i torinesi restii a visitare le opere della propria città. Io ci andrò in pausa pranzo, figuratevi un po'.

giovedì 8 aprile 2010

Pedaggio o non pedaggio

Il dilemma dell'autostrada interrata di Corso Marche.

Scatta una foto al tuo bidone di fiducia

Un bellissimo concorso di fotografia indetto dalla coop Arcobaleno, quella del progetto Cartesio, per festeggiare un anniversario importante per l'ambiente e per la città: i 15 anni di raccolta carta a Torino.

Come si partecipa? Fai una foto, anche con il tuo cellulare, di un bidone giallo di quelli della raccolta carta e invia la foto a concorsofotografico@cooparcobaleno.net entro le ore 14 di lunedì 19 aprile. Niente di più facile o immediato!

domenica 4 aprile 2010

Swg, flussi elettorali in Piemonte

C’è un messaggio - chiaro, dirompente - che il voto consegna alle forze politiche piemontesi: servono volti nuovi, possibilmente giovani. Aria fresca. Chi l’ha portata - o l’ha fatto credere - è stato premiato. Vince Cota, 42 anni. Vince il Movimento 5 Stelle, una truppa agguerrita di trentenni. Perdono, e tanto, i partiti guidati da classi dirigenti che si perpetuano identiche da anni.

Le coalizioni
La fotografia è dell’istituto Swg. Si partiva dal 50,2 per cento del centrodestra contro il 49,7 del centrosinistra (compresa l’Udc) delle Europee 2009. Il voto di domenica e lunedì segna il sorpasso - al ribasso - del centrosinistra: 47,4 a 46,9. I 9 mila voti che scavano il solco tra Cota e Bresso stanno tutti nelle preferenze assegnate ai candidati presidente. È lì che il centrodestra si è spinto fino al milione e 43 mila consensi contro il milione e 34 mila degli avversari. Il perché ha poco a che vedere con l’astensionismo. Il centrosinistra perde 245 mila elettori, che decidono di non votare e recupera 154 mila ex astenuti: il saldo negativo è di 91 mila. Il centrodestra cede al non voto 275 mila persone e ne recupera appena 170 mila, con un divario a sfavore di 105 mila. L’osmosi tra le coalizioni è in perfetto pareggio: 64 mila voti da destra a sinistra, altrettanti da sinistra a destra. La differenza la scavano le liste Rabellino e soprattutto il Movimento 5 Stelle: a loro il centrodestra cede 25 mila consensi, il centrosinistra 48 mila. E questi finiscono quasi tutti nella cassaforte dei «grillini».

I «guastafeste»
Per una settimana hanno respinto l’accusa dell’entourage di Bresso: sono stati loro a consegnare il Piemonte a Cota. Si sono sforzati di tracciare i contorni del loro elettorato: «Non ci fossimo stati noi non avrebbero votato». I flussi elaborati da Swg in parte li smentiscono: dei 69 mila voti raccolti dai «grillini» appena 14 mila provengono dall’area del non voto. E gli altri? Pdl, Pd e Lega ne cedono 8 mila a testa; i Radicali 5 mila; la sinistra 3 mila; Udc e altri 2 mila. Ne restano 21 mila, ed è forse qui l’origine della Caporetto: i «grillini» li hanno sottratti all’Italia dei Valori.

I vincitori
Vince la Lega. Però perde. Controsenso? Niente affatto: il Carroccio lascia per strada 60 mila voti in un anno, dovuti al boom dell’astensionismo. Ne consegna pure 14 mila al centrosinistra, però ne erode ben 39 mila al Pdl. «Merito dell’affermazione di Cota - ragiona Enzo Risso, direttore di Swg - Centrale è stata la sua capacità di intercettare le istanze di rinnovamento, anche generazionale, che sono la cifra dominante di queste elezioni». Non è un caso, forse, se il neo presidente è riuscito a conquistare i favori delle categorie più provate dalla crisi, più sensibili ai volti nuovi. «Il simbolo sono disoccupati e precari», analizza Risso. «La loro fiducia in Cota è passata da 26 per cento di gennaio al 73 di marzo».

I grandi sconfitti
Non è un caso, allora, se tra i democratici, all’indomani della batosta, si è aperto il nodo del ricambio generazionale. Il Pd frana: racimola 13 mila voti al centrodestra, mille all’Udc e nemmeno uno a sinistra; ne perde 4 mila verso l’Idv, mille verso la sinistra, 8 mila verso i «grillini», 47 mila verso la lista Bresso. Ma soprattutto 115 mila elettori dei democratici sono rimasti a casa, ed è la conferma che - prima di perdersi in tatticismi e risiko di alleanze - il partito dovrà pensare a recuperare i delusi. In casa Pdl, se possibile, se la passano ancora peggio. La coalizione vince, ma gli ex Forza Italia e An sono l’unico gruppo a non drenare consensi da nessun altro partito. Ne perdono e basta: 39 mila in uscita verso la Lega, 6 mila a La destra, 17 mila alle liste Cota, 7 mila all’Udc, 41 mila al centrosinistra, 8 mila ai «grillini» e ben 186 mila astenuti.

(via lastampa)

venerdì 2 aprile 2010

Un puro caso di assonanza

Ma perché RU486 mi ricorda tanto Ruini?

Effetto Cota

Anche gli amici di skyscrapercity sono preoccupati per la realizzazione del grattacielo della Regione Piemonte in zona Millefonti.

Il Torino film festival arriva a 25

DA SUBITO si è fatta notare per il nome, "Da Sodoma a Hollywood", ed era una piccola rassegna di cinema a tematiche omosessuali, la prima in Italia. A 25 anni di distanza è diventato Torino Glbt Film Festival (anche se sul web preferiscono chiamarlo più semplicemente Togay), celebrato come il più antico d'Europa e terzo nel mondo dopo i leggendari Frameline di San Francisco e Outfest di Los Angeles. Nome a parte, in un quarto di secolo ha testimoniato la sempre maggiore visibilità del movimento gay e la vitalità del cinema che meglio lo rappresentava, le conquiste sociali e le affermazioni artistiche di giovani autori diventati nel tempo dei maestri per le nuove generazioni. Per festeggiare le nozze d'argento il festival - che si svolgerà a Torino dal 15 al 22 aprile 2010 - dedica una retrospettiva dal titolo I venticinque film che ci hanno cambiato la vita.

Storico direttore del festival è Giovanni Minerba che lo creò insieme a Ottavio Mai, suo compagno di vita e di arte scomparso nel '92. I due cominciarono realizzando alcuni video il primo dei quali, Dalla vita di Piero, fu presentato all'allora neonato CinemaGiovani di Torino. "Cominciammo a frequentare molti festival all'estero per presentare i nostri primi due film - racconta Minerba - e scoprimmo che c'era molto cinema che parlava di tematiche omosessuali e che non arrivava in Italia. Da lì ci venne l'idea e dopo qualche anno abbiamo finalmente incontrato un assessore illuminato che ci ha aiutati a realizzare la rassegna, inaugurata nell'86 e coronata da una sorta di comitato d'onore, necessario per tamponare le prevedibili reazioni, ma abbiamo trovato una schiera di amici che hanno volentieri sostenuto la nostra iniziativa. Lo abbiamo chiamato Da Sodoma a Hollywood e nel tempo si è aggiunto l'acronimo Glbt (Gay, lesbiche, bisessuali e transgender), che all'epoca non esisteva".

Da allora il festival è cresciuto. "Piano piano, come un bambino, con la nostra voglia, la regia mia e di Ottavio e delle persone che lavoravano con noi" prosegue Minerba citando le edizioni più riuscite. "Tra le tante, ricordo in particolare quella dell'88 quando presentammo il primo film di Gus Van Sant, Mala noche, che da noi ottenne il primo premio della sua carriera. Lo stesso con François Ozon che vinse con il suo primo cortometraggio ma sono molti gli autori che abbiamo fatto conoscere sin dalle prime opere cui sono molto legato come Todd Haynes, Gregg Araki o Derek Jarman".

Per festeggiare le nozze d'argento con il pubblico, il festival ha dedicato una sezione con 25 titoli scelti tra quelli che ne hanno marcato la storia nel corso di questi anni, oltre a una manciata di film da riscoprire. Tra questi Bent (1997) del britannico Sean Mathias, film che ha fatto epoca sull'amore ai tempi dell'Olocausto; la commedia spagnola A mia madre piacciono le donne (2002), della coppia Inés Paris e Daniela Fejerman; il canadese Lilies (1996) di John Greyson; Cuori nel deserto (1985) di Donna Deitch, tra i primi film a mostrare apertamente, in maniera romantica, una relazione lesbica; l'argentino Otra historia de amor che a Torino vinse il premio del pubblico nell'88, opera prima e unica di Américo Ortiz de Zárate, che morì nell'89 appena quarantenne; Poison (1991) di Todd Haynes, premiato al Sundance, a Locarno e a Berlino, ma anche Festa di compleanno per il mio amico Harold (1970) di William Friedkin, pietra miliare della cinematografia gay. E infine Happy Together (1997) di Wong Kar-wai, Palma d'oro a Cannes, 25esimo film scelto dal pubblico del web che ha partecipato al sondaggio sul sito del Festival.

"Sappiamo che saremo criticati per le nostre scelte - dichiara Minerba - ma la selezione è stata fatta partendo dal criterio di non scegliere titoli mainstream, sicuramente più noti e amati da un pubblico più vasto, ma di andare a scovare quei film più difficili da recuperare, pensando alle nuove generazioni che non li hanno mai visti. Ci sono corti, documentari e lungometraggi ma soprattutto film che hanno fatto la storia del cinema gay come la Festa di Friedkin, che compie 40 anni, oppure Cuori nel deserto che ne compie 20".

Fra i temi in evidenza in questa edizione il "tormentato, intenso e a volte morboso rapporto madri e figli omosessuali; la bisessualità, non vissuta più come indecisione ma come scelta, ora che si va imponendo la fluidità di genere e l'intersex; e, in una società sempre più invecchiata e consapevole, i problemi dei gay anziani e soli". Quest'anno al festival si parlerà anche di "Transgender elettronici" con un montaggio del videogioco cult Grand Theft Auto: The ballad of Gay Tony; di nuove serie televisive, di musica con una panoramica sulla storia dell'Eurofestival, dagli Abba a Céline Dion.

Gli omaggi saranno dedicati a tre icone del cinema "altro": Maria Beatty, filmaker newyorkese sperimentale che indaga i territori dell'erotismo lesbico, Patricia Rozema con Ho sentito le sirene cantare, When night is falling e Mansfield Park, tre titoli chiave della cinematografia femminista e lesbica. E infine una mini-rassegna che vede come protagonista Holly Woodlawn, attrice, cantante, transgender e performer portoricana cresciuta nella Factory di Andy Warhol: fu a lei che Lou Reed si riferiva nel celebre brano, Walk on the wild side. Tra le novità anche l'istituzione di un premio alla carriera, il "Dorian Gray", una statuetta con le fattezze di Oscar Wilde ideato da Ugo Nespolo, che ha firmato anche la locandina della rassegna, attribuito a una personalità - regista, interprete, produttore - che si è particolarmente distinta nel cinema gay.

Un cartellone ricco di proposte e suggestioni che dimostra la vitalità del cinema a tematica gay. "Oggi è più facile ed è quasi di moda vedere film di questo tipo in altri festival - spiega il direttore - ma prima era molto raro persino a Venezia. Sono molti di più e non c'è guerra con altre mostre per accaparrarsi i titoli. Ma quando mi tocca scartare qualcosa - conclude Minerba - è sempre a malincuore. Avendo partecipato sia da una parte che dall'altra, so cosa vuol dire essere rifiutati da un festival. Ma si deve andare avanti".

(via Rita Celi per Repubblica)
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...