Aggiornamento; ora che hanno votato in 1300, è il 54% che non lo ritiene credibile come sindaco. Sarebbe curioso sapere se per via del suo profilo (che a me sembra ineccepibile) o per via degli infiniti tentennamenti a scendere in campo.
lunedì 8 novembre 2010
Profumopoli/2
Stando a un sondaggio della Stampa, il 52% dei votanti non ritiene Profumo un candidato credibile come futuro sindaco di Torino. Hanno votato solo 701 persone alle 23.30 di oggi, vedremo come finirà.
Terza Fed Cup per l'Italia
Lontana dalla copertura mediatica della (disastrosa) squadra di Davis maschile, la squadra femminile non ha subito pressioni ed è potuta crescere con basi solide e uno spirito di squadra incredibile: cinque finali in cinque anni, tre successi, ieri il terzo contro gli Stati Uniti. Grandissime ragazze, grandissime Pennetta e Schiavone, grandissima Italia.
sabato 6 novembre 2010
Buchi neri
venerdì 5 novembre 2010
mercoledì 3 novembre 2010
Profumo di primarie
Oggi Repubblica dedica una pagina completa della sua edizione torinese al toto aspiranti sindaci, tracciando un breve profilo per ogni possibile candidato. Nomi che ormai circolano da un po' (a parte Giorgis, che non avevo mai sentito nominare prima nella rosa di successori di Chiamparino).
Qui si sa da tempo come la pensa chi scrive: ben vengano le primarie insomma, ma che ci si sbrighi a organizzarle.
E si colga l'occasione per dire un "no, grazie" a chi alle primarie non vuole partecipare. In una città dove il centrosinistra è avanti di 15 punti rispetto al centrodestra, avere l'investitura ufficiale di candidato della sinistra equivale ad avere una scarpa già a Palazzo di Città: e la pretesa di farlo senza passare dalle primarie mi sembra troppo facile. Mi sembra un regalo, quando invece la candidatura è una cosa che bisogna meritare.
venerdì 15 ottobre 2010
Deformazione leghistica
Ancora con la questione degli italiani transfrontalieri in Svizzera. In questo post ci chiedevamo cosa avrebbe detto la Lega a riguardo, visto che i discriminati ora sono proprio i padani, qui Pippo Civati commenta la risposta leghista, in onore della quale inauguriamo il nuovo tag deformazione leghistica.
Perché è davvero ora di mettere in risalto che l'ideologia leghista, che tanto spopola qui al Nord, è insieme deformazione, nel senso di contraddizione e distorsione della realtà, e de-formazione, nel senso di mistificazione e disinformazione, che magari la pancia non coglie, ma il cervello sì.
Per essere tutti un po' meno trogloditi.
Per la serie: se il leghista dà del razzista al ticinese. In Regione Lombardia, la Lega chiede l'istituzione di una commissione speciale d'inchiesta circa «i recenti fatti che hanno coinvolto i frontalieri lombardi in Canton Ticino (Svizzera)». I leghisti sono arrabbiati per la campagna anti-frontalieri, i quali raffigurati come «topi italiani» (per i leghisti due insulti in un colpo solo) andrebbero derattizzati. E non si fa. Mentre dire foeura di ball si può, al di qua delle Alpi, sotto il sole padano. Borghezio non abita più qui: dare un cacio agli italiani non è come dare un calcio agli stranieri. Giusto. La motivazione è ancora più gustosa: «Senza entrare nel merito delle modalità e dei contenuti di tale campagna denigratoria, occorre evidenziare che questi episodi attengono a circa 45.000 frontalieri lombardi e non è da sottovalutare anche il profilo prettamente economico dei ristorni fiscali, pari a 56 milioni di franchi ovvero 44 milioni di euro». A prescindere dalla questione specifica dei ristorni, ci si chiede perché il mitico dato economico non sia mai richiamato quando si tratta degli stranieri residenti in Italia... Ma si sa, gli svizzeri sono razzisti, i padani sono solo padani.
Perché è davvero ora di mettere in risalto che l'ideologia leghista, che tanto spopola qui al Nord, è insieme deformazione, nel senso di contraddizione e distorsione della realtà, e de-formazione, nel senso di mistificazione e disinformazione, che magari la pancia non coglie, ma il cervello sì.
Per essere tutti un po' meno trogloditi.
Per la serie: se il leghista dà del razzista al ticinese. In Regione Lombardia, la Lega chiede l'istituzione di una commissione speciale d'inchiesta circa «i recenti fatti che hanno coinvolto i frontalieri lombardi in Canton Ticino (Svizzera)». I leghisti sono arrabbiati per la campagna anti-frontalieri, i quali raffigurati come «topi italiani» (per i leghisti due insulti in un colpo solo) andrebbero derattizzati. E non si fa. Mentre dire foeura di ball si può, al di qua delle Alpi, sotto il sole padano. Borghezio non abita più qui: dare un cacio agli italiani non è come dare un calcio agli stranieri. Giusto. La motivazione è ancora più gustosa: «Senza entrare nel merito delle modalità e dei contenuti di tale campagna denigratoria, occorre evidenziare che questi episodi attengono a circa 45.000 frontalieri lombardi e non è da sottovalutare anche il profilo prettamente economico dei ristorni fiscali, pari a 56 milioni di franchi ovvero 44 milioni di euro». A prescindere dalla questione specifica dei ristorni, ci si chiede perché il mitico dato economico non sia mai richiamato quando si tratta degli stranieri residenti in Italia... Ma si sa, gli svizzeri sono razzisti, i padani sono solo padani.
mercoledì 13 ottobre 2010
Profumopoli - episodio 12.437
Meno male che la Profumopoli va avanti.
Per tutti quelli che si fossero sintonizzati solo ora su questo canale, vi riassumo io la storia: tutti nel centrosinistra torinese pensavano a Profumo, Rettore del Politecnico, come papabile successore di Chiamparino. Lui si è sempre rifiutato di dare una risposta. Allora altri del PD si sono dichiarati disponibili a correre alle primarie del partito e di tutto il centrosinistra. Però - si viene a sapere dall'entourage del Rettore - Profumo non accetta di correre alla primarie. Allora si è scatenato il dibattito primarie sì, primarie no. Però l'ipotesi Profumo rimane lì, anche se l'interessato ancora non dice se è intenzionato a correre o no. Tergiversa che tergiversa, si va avanti così da mesi e mesi.
L'ultimo episodio della Profumopoli è questo: il Rettore ha visto (di nuovo) Sergio Chiamparino. Ma la risposta tanto attesa non è ancora arrivata. Meraviglioso.
Quindi ricapitoliamo: il partito è in attesa di sapere se questo si candida o meno. Se decide, con i suoi tempi, di candidarsi, allora le primarie non si faranno più d'ufficio e tutte le altre candidature andranno a schiantarsi contro un muro di acciaio inox. Se invece questo decide che non si candida, e magari lo comunica a febbraio 2011, il Partito è rimasto appeso a questa ipotesi per mesi e si presenta alle elezioni in ritardo e senza preparazione, quando invece avrebbe potuto scrollarsi di dosso questo indeciso e costruire bene una candidatura (anche di un uomo "nuovo") attraverso le primarie di coalizione.
Insomma: il tempo c'è, la sinistra in città ha 15 punti di vantaggio sulla destra, Chiampa ha amministrato bene, i torinesi sono confident... cerchiamo di fare di tutto per perdere queste elezioni, mi raccomando.
Come al solito, nulla di nuovo sul fronte occidentale.
Al prossimo episodio.
Per tutti quelli che si fossero sintonizzati solo ora su questo canale, vi riassumo io la storia: tutti nel centrosinistra torinese pensavano a Profumo, Rettore del Politecnico, come papabile successore di Chiamparino. Lui si è sempre rifiutato di dare una risposta. Allora altri del PD si sono dichiarati disponibili a correre alle primarie del partito e di tutto il centrosinistra. Però - si viene a sapere dall'entourage del Rettore - Profumo non accetta di correre alla primarie. Allora si è scatenato il dibattito primarie sì, primarie no. Però l'ipotesi Profumo rimane lì, anche se l'interessato ancora non dice se è intenzionato a correre o no. Tergiversa che tergiversa, si va avanti così da mesi e mesi.
L'ultimo episodio della Profumopoli è questo: il Rettore ha visto (di nuovo) Sergio Chiamparino. Ma la risposta tanto attesa non è ancora arrivata. Meraviglioso.
Quindi ricapitoliamo: il partito è in attesa di sapere se questo si candida o meno. Se decide, con i suoi tempi, di candidarsi, allora le primarie non si faranno più d'ufficio e tutte le altre candidature andranno a schiantarsi contro un muro di acciaio inox. Se invece questo decide che non si candida, e magari lo comunica a febbraio 2011, il Partito è rimasto appeso a questa ipotesi per mesi e si presenta alle elezioni in ritardo e senza preparazione, quando invece avrebbe potuto scrollarsi di dosso questo indeciso e costruire bene una candidatura (anche di un uomo "nuovo") attraverso le primarie di coalizione.
Insomma: il tempo c'è, la sinistra in città ha 15 punti di vantaggio sulla destra, Chiampa ha amministrato bene, i torinesi sono confident... cerchiamo di fare di tutto per perdere queste elezioni, mi raccomando.
Come al solito, nulla di nuovo sul fronte occidentale.
Al prossimo episodio.
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