martedì 4 novembre 2008

Licenziati.

Italytorino
Ieri, come ogni mattina, arrivo al lavoro passando, come sempre, dall'ingresso posteriore. Al posto del portone spalancato però, ad accogliermi trovo un uomo tutto vestito di nero della sicurezza che mi fissa e con tono perentorio mi intima: "tesserino". Io rimango stranito, tesserino di cosa? Io non ne ho mai avuto uno.



Poi mi viene in mente che la mia società condivide il palazzo con la Motorola (o, meglio, ne affitta alcuni uffici al secondo piano), e mi torna alla mente quello che avevo appena letto su La Stampa al bar, proprio cinque minuti prima: l'articolo spiegava che la Motorola temesse che gli impiegati licenziati o licenziandi portassero via tutto l'arraffabile: portatili, cellulari, altre diavolerie tecnologiche... come alla Lehmann Brothers qualche settimana fa. E per questo avevano persino fatto sparire tutti gli scatoloni dall'ufficio.



E ora anche la sicurezza all'ingresso.



Dichiarando di lavorare al secondo piano, la guardia mi fa entrare e lì vedo tutti lì, al pian terreno, davanti all'ingresso, gli impiegati della Motorola. Ci sarà una riunione in mattinata per decidere il futuro del centro torinese. Le voci di corridoio dicono che la comunicazione del fatto che ci sarebbero stati esuberi fosse arrivata venerdì da un responsabile, che pare avesse detto "ci sarà una riunione lunedì, e non ci saranno buone notizie". Patatrak. Una bomba così, dal nulla. Just like that.



Solo che venerdì la peggiore delle ipotesi contemplata pare fosse il licenziamento della metà degli impiegati del centro torinese, mentre lunedì mattina si parla anche della possibilità di un licenziamento totale e delle chiusura del centro. Un centro che non ha nemmeno rappresentanza sindacale, presumo perché i rapporti con la società americana sono sempre filati lisci.



Rimango abbastanza sconfortato dall'atmosfera che si respira. Il giorno prima era scoppiato il caso Michelin, poi la Dayco, ora anche la Motorola, con cui per giunta ho un contatto diretto quotidiano. Anche nel mio ufficio l'atmosfera di quella mattina non è delle migliori. Aspettiamo notizie su lastampa.it, ma più di tutti aspettiamo delle reazioni dai piani di sotto.



Non sentiamo nulla però - almeno finché non arriva un'e-mail ad un mio collega da parte di una sua amica impiegata alla Motorola: la riunione è finita. Il centro Motorola torinese chiude.



Sono stati tutti licenziati.



Just like that.



sabato 1 novembre 2008

Scuola, università, preferenze, scioperi e violenza

Berlusca
Purtroppo ultimamente non ho avuto tempo di informarmi a dovere su tutto quello che sta succedendo relativamente alla riforma della scuola, dell'università, agli scioperi e agli ultimi sviluppi violenti di tutto quanto.



Quanto è successo a Piazza Navona è un vero scandalo. Io parlo avendo ascoltato solo una campana, quella del servizio di Enrico Mentana a Matrix ieri sera, quindi potrei non aver colto le argomentazioni dell'altra parte. Ad ogni modo, che il governo al Senato abbia lodato le forze dell'ordine per aver svolto la loro funzione in maniera 'equilibrata' è una stronzata bella e buona. Senza criticare le forze dell'ordine il cui compito non era certamente facile, ma essere stati - secondo il servizio di Mentana - 3 minuti senza fare nulla mentre i manifestanti si prendevano a botte e bastonate non può certamente essere definita un'azione 'equilibrata'.



Poi, Maroni che interviene con il decreto per arrestare chi occupa. E due settimane fa Berlusconi che dice che manderanno la polizia, poi si smentisce, e ora probabilmente smentirà anche la smentita. Ma dove stiamo? Ma cosa stiamo facendo? Ma la democrazia dov'è finita? Il Governo puzza sempre di più di quell'autorità che molti giornali già avevano annusato uno o due mesi fa - ovvero grazie alla loro forza numerica nelle camere, stanno andando avanti per la loro strada senza curarsi di nulla.



E non mi vengano a dire che alle manifestazioni ci vanno solo i facinorosi. La serie di manifestazioni studentesche è durata UNA SETTIMANA, non stiamo parlando di due orette in centro a Roma, ma di manifestazioni, occupazioni e proteste durate una settimana IN TUTTO IL PAESE. Eppure Gelmini, Berlusconi & Co. paiono neanche accorgersi della portata del movimento, e continuano a scrollare le spalle preferendo dare (come al solito) la colpa alla sinistra che 'prende in giro' gli studenti. Pronto? Terra chiama Berlusconi, Terra chiama Berlusconi.



Un meraviglioso thumb up agli studenti per la stupenda organizzazione che hanno avuto. Vorrei solo aver avuto più tempo per valutare le misure previste dalla riforma sulle università per poter esprimere meglio la mia opinione. Non potendo, mi permetto solo di giudicare quello che vedo - e in questo caso quello che vedo è che gli studenti hanno avuto il coraggio di imporsi in maniera uniforme per ciò che riguarda il loro futuro, e non si sono afflosciati ad aspettare inermi come molte altre categorie sociali l'arrivo di tempi migliori, lasciando al governo via libera per fare i loro comodi. Peccato che gli sconti di piazza Navona abbiano guastato il tutto. Ma, forse, anche questo non è casuale, come qualcuno sostiene.



Intanto la categoria dei parlamentari continua a inorridirmi sempre di più. E vorrei avere qui davanti Berlusconi a dirmi che le preferenze bloccate servono ad avere politici seri al Parlamento Europeo. Berlusconi, ma vai a quel paese tu e la tua concezione di democrazia.



E ovviamente la frase ogni paese ha i politici che merita ha la sua bella dose di verità sempiterna.



(foto: despina92)



giovedì 30 ottobre 2008

Mattino d'autunno a Torino

Autunno_torino_g
Ma quanto è bello svegliarsi la mattina con una giornata come quella di oggi? Un cielo così terso, il profilo delle Alpi così ben visibile, le foglie gialle cadute dagli alberi sui corsi torinesi...



E poi Torino d'autunno dà il meglio di sé. Il lieve colore beige del centro e quello appena più scuro dei palazzi d'epoca che riflette la luce del sole mattutino che spunta da dietro Superga...



Ma quanto mi piace la mia città?



(foto: provincia di Torino)



martedì 28 ottobre 2008

La Carfagna e la presidenza della Campania

Carfagna
Io evito di commentare e copio e incollo quanto tratto da clandestinoweb.com nella giornata di oggi:



Mara Carfagna non scioglie le riserve ma confessa che non potrebbe dire di no di fronte all'eventuale proposta di candidarsi per la presidenza della Regione Campania.

"Sarebbe un onore, per quanto sono legata al mio territorio e alla mia gente", dice il ministro per le Pari Opportunità, intervistata da Mario Orfeo per 'Faccia a faccia' su Radio3.
"Sinceramente - prosegue - non conosco ancora così bene la politica, e forse non ho così tanta esperienza come richiede il governo di quella Regione. Ma se me lo chiederanno - conferma Carfagna al direttore del 'Mattino' - non potrò assolutamente dire di no".



 Ma se crede di non avere esperienza per dirigere una Regione come ha fatto ad accettare un Ministero?



Voglio concludere postando il commento di Abate Cruento, sempre su clandestinoweb.com:



"Cos'è, il governo se ne vuole già liberare e la rigirano in Campania?"

(foto: clandestinoweb.com)



Obama la butta sul ridere

Il più bell'esempio di advertisment di campagna elettorale, vedere per credere:




sabato 25 ottobre 2008

Multata in bicicletta

Multa Ieri ho letto una lettera pubblicata su Specchio dei tempi de La Stampa inviata da una ragazza di cui ora come ora non ricordo il nome, ma che provvederò a scrivere appena riprendo il giornale che ho ancora a casa. (Francesca Paviglianiti)



Il testo della lettera raccontava che la ragazza era stata multata da un vigile urbano perché in bicicletta era passata con un semaforo rosso. Ammontare della multa: 143 euro.



Ora, passare con il rosso è comunque illegale e costituisce un pericolo per sé stessi e per gli altri, nonché per la circolazione, sia che a farlo sia un auto sia una bicicletta. In questo senso la multa è sacrosanta.



Forse l'importo è un tantino esagerato però.



E poi è anche vero che fra tutti gli automobilisti cafoni che ci sono a Torino, i vigili urbani dovevano proprio fermare una bicicletta? Ma perché? Perché fermare una bici richiedeva meno sforzo di fermare un'auto?



Perché altro motivo giuro non mi viene in mente.



No, sinceramente: con la penuria di ciclisti che abbiamo a Torino ci scaraventiamo pure contro di loro in questo modo?



Togliamo loro anche i punti della patente a questo punto, no?



(foto: alebelotti)



venerdì 24 ottobre 2008

L'ingiustizia di Rachida Dati

Rachida
A quanto pare non sono solo in Italia i Ministri nullafacenti e preoccupati più della loro immagine di personaggio pubblico che del loro mandato governativo. La Francia, a quanto si legge da un articolo di Domenico Quirico su lastampa.it, è in rivolta contro il Ministro della Giustizia, Rachida Dati, uno degli emblemi del governo Sarkozy, uno dei Ministri più discussi e diventata poi una delle yummy mummy più discusse per quanto riguarda la paternità del figlio. Insomma, dalla popolarità come Ministro, Rachida ha raggiunto la popolarità anche in quanto personaggio mediatico.



Con le sue mise Dior in piena crisi economica, Quirico la descrive come la Marie Antoinette sarkoziana. Pare che abbia addirittura tutti contro, anche sindacati e magistrati che solitamente si combattono tra loro. La definiscono un caporale, una dittatrice, una che non vuole ascoltare niente e nessuno perché fermamente convinta di avere sempre indiscutibilmente la ragione dalla propria parte. Sembra anche che a Sarkozy non dispiacerebbe disfarsi di lei.  L'onda di 91 suicidi nelle carceri francesi ha proiettato l'attenzione dei media su una situazione della giustizia in generale completamente barcollante da quanto Rachida ne ha preso i Sigilli.



Le Monde poi riporta questa frase agghiacciante se si pensa che possa provenire da colei che deve garantire il rispetto dei diritti di tutti e la legalità dei provvedimenti:



"Mme Dati multiplie les annonces et les déplacements. Les
critiques exprimées contre le parquet de Metz après le suicide d'un
mineur ont suscité de vives protestations. Tout comme l'instruction
passée aux directeurs de prison de ne plus tenir compte des avis
médicaux, après le meurtre de Rouen, où un détenu suicidaire a été
sorti de l'isolement, puis a tué son codétenu.
"On ne peut pas créer une règle à chaque événement exceptionnel. On ne sait plus où l'on est", critique le Dr Paulet."



Peccato. E' un peccato proprio perché la storia della Dati, figlia di immigrati che riesce a laurearsi con le sue forze e arrivare a capo di un ministero, ne faceva un bell'esempio di self-made woman e delle possibilità che in Francia tutti hanno di ottenere ciò che meritano. Senza parlare della componente minoritaria che faceva di Rachida il primo ministro di origine maghrebina, aumentando l'immagine della tolleranza e del multiculturalismo della nazione.



Ma del resto si sa, l'immagine non è tutto.

(immagine ladepeche.fr)



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