martedì 18 novembre 2008

Berlusconi il burlone

Cucu_2
Dopo la carineria dell'abbronzatura di Obama, gioca a nascondino con la Merkel.



Non sottostimare la tua giovinezza sempiterna, Silvio: non hai solo la gagliardia di un ventenne, hai anche un cervello che ai vent'anni ancora non ci è arrivato.



Come non amarlo?



(foto: Sannazzaro)



Un altro salasso

Stamattina prima di andare al lavoro ho sentito su qualche TG che il taccheggio nei supermercati è in aumento in Italia, e il prodotto più taccheggiato pare essere le lamette da barba.



Il che mi pare perfettamente logico: qualcuno ha mai visto quanto costano le lamette da barba Gillette?



Fateci caso.



lunedì 17 novembre 2008

Alziamo lo stipendio alla Carlucci!

Carluccifoto4
Gabriella, non Milly.
La parlamentare di Forza Italia, per intenderci.



Ha detto in un'intervista a Libero che lo stipendio dei parlamentari è troppo basso.
Che stanno meglio gli operai.



Come se l'avessero costretta a fare la parlamentare, insomma.



Certo che non c'è limite alla mancanza di vergogna.



(foto: solotrani)



venerdì 14 novembre 2008

La sfida interna del Parti Socialiste, tutti contro Ségolène Royal

Politiques
Iniziamo la giornata di oggi con un bel post agguerrito sulla politica francese. Come sapete, oggi si tiene a Reims il congresso del Parti Socialiste per eleggere il segretario che succederà a François Hollande. Allora, qui il PS inizia a sembrare l'ambientazione di una telenovela, quindi prestate bene attenzione alla trama e all'intreccio.



Hollande è l'ex compagno di Ségolène Royal, che è stata la candidata del PS alle elezioni presidenziali di due anni fa, perdendo 46% a 54% contro Sarkozy. Ora, la carriera di Ségolène è quasi paragonabile a quella di Sarah Palin - è infatti presidente della regione del Poitou-Charentes. La sua campagna del 2006 è partita dalle primarie del PS, in cui gli sfidanti socialisti hanno cercato di demolirla accusandola di non essere capace a seguire una conversazione e a far osservazioni pertinenti, figuriamoci a governare. Eppure Ségolène è stata acclamata dal popolo socialista, ottenendo il 60% del voto alle primarie con una campagna concentrata sul ricambio generazionale di cui il partito aveva bisogno, e quindi contro gli elefanti del partito, tra cui Strauss-Kahn e Fabius.



Pur avendo vinto le primarie tuttavia, la reputazione di Ségolène è stata distrutta in campo generale - dai sondaggi risultava infatti che per la maggior parte della popolazione la governatrice non risultasse adatta a dirigere un paese - alcune voci di corridoio dicevano addirittura che ai comizi le parole le venivano suggerite dai propri collaboratori, tra cui, guarda caso, Hollande, segretario del PS. Sta di fatto che, nonostante un'impressione ben competitiva e al di sopra delle aspettative al dibattito pre-elettorale contro Sarkozy, il candidato dell'UMP ha avuto vita facile e ha vinto le elezioni.



Ma Ségolène ha detto chiaro e tondo che non sarebbe finita lì.



E così è stato. E' tornata alla ribalta proponendo la sua mozione al PS affiancandosi a quelle del sindaco di Parigi Delanoe, del sindaco di Lille Martine Aubry e a quella di Benoit Hamon. Ed è arrivata prima. Ha ottenuto il 29% dei voti, contro il 26% di Delanoe, il 22% della Aubry e il 16% di Hamon. Stando così le cose, spetta a lei l'iniziativa per raggiungere una maggioranza dei consensi nella votazione che si tiene oggi.



Questa maggioranza dei consensi però è ben lontana dall'essere una possibilità. Pur avendo inviato lettere di rapprochement agli altri candidati, e pur non avendo ancora dichiarato l'intenzione o meno di candidarsi alla segreteria del partito (Ségolène ha sempre detto che il posto di segretario non era fatto per lei, che è fondamentalmente un'estranea ai meccanismi del partito, e che il suo obiettivo fosse piuttosto le presidenziali del 2012), Ségolène non ha trovato alleati disponibili nemmeno ad una negoziazione. Martine Aubry l'ha seccata completamente dicendo che le loro concezioni di sinistra sono troppo diverse, e ha preferito invece trattare prima con Hamon e ora (pare) con Delanoe. Hamon rappresenta la frangia di estrema sinistra del partito, e per i suoi sostenitori la strategia di avvincinamento al partito centrista francese MoDem contemplata da Ségolène non è apprezzabile. L'unico che finora ha lasciato una titubante porta aperta è stato Bertrand Delanoe, sindaco di Parigi e gay dichiarato, che sembra considerare possibile una mediazione tra la sua mozione e quella della Royal, a patto però che quest'ultima non ascenda alla guida del partito.



I detrattori di Ségolène (ma non solo), dicono che, se lei diventasse segretario, il partito si spaccherebbe. Il che forse non sarebbe neanche male, visto che la crisi del partito socialista è molto paragonabile a quella del nostro partito democratico (sebbene le crisi siano nate per due fattori opposti) e va avanti ormai da anni. Un sondaggio di oggi pubblicato da TNS Sofres ha anche mostrato che la fiducia dei francesi verso il PS è costantemente in calo. Alcuni poi affermano l'incompatibilità delle posizioni di segretario e candidato presidenziale, più per una consuetudine consolidata che per una reale ragione tecnica.



Sta di fatto che Ségolène è un personaggio dinamico che ha saputo e continua ad attrarre l'opinione pubblica, sia nel bene sia nel male. Io personalmente credo molto che questo odio e questa ammirazione nei suoi confronti riflettano e siano senza dubbio sintomatici della crisi di identità che attraversa il PS.



Rimaniamo ora in attesa di notizie da Reims per sapere quale sarà il futuro del PS e insieme della sinistra francese. 



giovedì 13 novembre 2008

Ségolène candidate éternelle

Guardate cosa ho trovato nel mio giro quotidiano di contatti, quest'oggi in Francia. A pochi giorni dal successo (risicato, ma pur sempre successo) della sua mozione all'interno del congresso del Parti Socialiste Français, ecco come Charliehebdo.fr, un giornale satirico d'oltralpe, dipinge la cara Ségolène:








Segolene_3





 




mercoledì 12 novembre 2008

"Sad Motorola" e svendita cervelli

Motorolainside
Continuando il tema del mio post di una settimana fa sul licenziamento dei dipendenti Motorola, dopo una settimana di silenzio stagno in cui le uniche parole che sentivamo noi al secondo piano erano quelle della sicurezza che, al cancello, imperterrita, domandava il tesserino per lasciarti entrare, sono finalmente arrivati i primi movimenti. I primi gesti, espressioni di malcontento, di delusione per una sorte che pare essere stata decisa nel giro di un fine settimana. O poco più.



Le bandiere dei sindacati appese all'ingresso. Uno striscione che recita "SVENDITA CERVELLI" appeso alla balconata del primo piano. E un logo fenomenale appeso alle finestre degli uffici: sad Moto. Sad Moto è l'espressione grafica di quello che era un grande progetto, apprezzato da tutto l'hinterland torinese, un piano che doveva portare Torino ad essere un polo di eccellenza nella tecnologia - un piano che ora è fallito.



Pare. Almeno per ora.



Rimangono solo le parole di consolazione di Mercedes Bresso (veritiere, ma sempre di mera consolazione... almeno per ora):



«Il Piemonte - ha spiegato - ha un’economia più aperta rispetto ad
altre realtà italiane. Questo significa anche essere maggiormente
esposti a crisi originate all’estero. La chiusura del centro di ricerca
della Motorola - ha esemplificato - non è un fallimento del nostro
sistema, ma la conseguenza del fatto di avere aziende straniere che
investono sul nostro territorio. Tali aziende hanno ovviamente il loro
core business altrove, e di fronte alle difficoltà chiudono quello che
avevano aperto da noi».



«Però essere aperti - ha concluso
Mercedes Bresso - vale nei due sensi, saremo anche i primi quando
arriverà il momento della ripresa. E tornando alla Motorola, non ci
diamo ancora per sconfitti: avere a Torino 400 ingegneri e tecnici di
elevata qualità in cerca di lavoro potrebbe attirare sul nostro
territorio altre imprese del settore».



Intanto l'unico a tenere campo qui in via Cardinal Massaia è sad Moto.
Almeno per ora.



(intervista: lastampa.it)
(foto: motorolainside)



lunedì 10 novembre 2008

L'Unione Sovietica è ancora tra noi

Soviet_union_flag_cccp
Nella mia ricerca contatti di oggi sono capitato su ocean-tv.su .



.SU? 



Ohibò.

Ho quindi interpellato la mia amica wikipedia e guardate che responso mi ha dato:

.su was assigned as the country code top-level domain for the Soviet Union
on September 19, 1990. It remains in use today, even though the Soviet
Union itself no longer exists, and is administered by the Russian
Institute for Development of Public Networks (RIPN or RosNIIRos).



Pare che avessero detto di terminare le registrazioni in .su nel 2007, ma che poi sia stato contrattato altrimenti (e i prezzi per un dominio .su sono anche scesi più in basso dei .ru).
Da stat.nic.ru risulta che sono 8715 i domini .su registrati, il 95% dei quali all'interno della Russia e ben l'1% negli Stati Uniti.



What a surprise.



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