domenica 11 settembre 2011

Dieci anni dopo

La Mole spenta per le Twin Towers.


giovedì 1 settembre 2011

Save Piazza San Giovanni


Che sarebbe poi la Piazza del Duomo. Nemmeno io ne conoscevo il nome fino a ieri, quando ho letto sulla Stampa che la Soprintendenza aveva esteso la sua ala protettrice anche a quello conosciuto come "Palazzaccio", il brutto edificio (o quantomeno discutibile) di fronte al Duomo (qui una breve storia del palazzo, di seguito la foto di Palazzo Richelmy, il predecessore del Palazzaccio):


Oggi leggo su Repubblica un nuovo intervento della soprintendente ai beni culturali Luisa Papotti, un appello a non lamentarsi di quello che c'è sulla piazza (perché tanto ci rimarrà, per quanto discutibile possa essere) ma a provare a valorizzarla cambiando quello che si può cambiare.

In effetti la Papotti fa una riflessione molto giusta quando dice che "in genere la piazza della cattedrale è importante in una città, per Torino non è così". Quanti di noi sanno il nome della Piazza? Quanti la frequentano? Quanti di quelli che la conoscono e ci passano si fermano mai come in piazza Castello o in piazza San Carlo? Piazza del Duomo è effettivamente solo un luogo di passaggio (io la attraverso in genere arrivando da Piazzetta Reale per andare al Quadrilatero romano). La posizione defilata non aiuta: quando ne si descrive la posizione si dice solitamente che si trova "dietro" Piazza Castello, che poi è un "dietro" non solo in senso fisico ma anche di importanza.

E ancora dice la Papotti: "Questo Duomo non ha un sagrato, esci dalla chiesa e ti passa davanti a piena velocità un tram". Tram che, secondo la soprintendente, potrebbe facilmente essere spostato su piazza Castello e sui Giardini Reali.

Senza contare poi che quella piazza costituisce anche l'accesso alla zona dei Fori Romani di Torino che, anch'essi, passano decisamente inosservati o meno osservati di quanto potrebbero essere.

Chiudere quel tratto di via XX Settembre riuscirebbe a creare un senso di staticità che è più proprio di una Piazza. Ma non è il solo intervento che si potrebbe fare: ci vorrebbero più panchine per permettere alla gente di sostare e "creare" un senso di piazza - piazza come luogo d'incontro, piazza come luogo vivo e vissuto. L'ultimo tratto di via XX Settembre, quello che passa tra il parco della Porta Palatina e il Museo di Archeologia, potrebbe diventare un ben viale alberato incorporato nel parco (pensate da via Garibaldi e persino da via Pietro Micca che bell'effetto visivo!) e terminare su Corso Regina. E ovviamente Wi-Fi libero per tutti.

lunedì 29 agosto 2011

Porta Nuova pronta ad andare in pensione

Con il passante ferroviario, le stazioni principali di Torino saranno Porta Susa e Lingotto, con Zappata, Rebaudengo e Stura a fare da seconde.
E quindi si apre (anzi,c ontinua) il dibattito su cosa fare non tanto di Porta Nuova, che è appena stata ristrutturata da Trenitalia e quindi continuerà a fare il centro commerciale, quanto piuttosto dell'aria dei binari che saranno dismessi.
Nuovo investimento edilizio per unire San Salvario e San Secondo?
Mah.
Forse si può pensare ad altro.
(NO, non intendo il mare)

Torino Daily Photo: Chiusa la LIS

da Torino Daily Photo

Si è chiusa ieri la LIS - Libreria Internazionale de La Stampa (oggi Libreria Mondadori) in via Roma 80 a Torino. Per i torinesi tuttavia è sempre stata la Libreria de La Stampa. Da ragazzo andavo a sfogliare di straforo i giornali stranieri provando l'ebbrezza di essere un po' all'estero. So che oggi ciò muove quasi un sorriso di commiserazione ma per noi ragazzi cresciuti senza Internet, era già molto. Gli ultimi anni ha fatto bella mostra -al numero 82- il manifesto che QUI si vede in grandezza tale da poter essere letto. Raffigura Norberto Bobbio e la citazione è tratta da "Politica e Cultura" (1955): ""Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze""... Io sono un estimatore di Apple ma che al posto della Libreria de La Stampa e del manifesto di Bobbio venga aperto un Apple Store, no, non provoca in me alcun entusiasmo. Anzi.

domenica 28 agosto 2011

Via Carlo Alberto: plebiscito pedonalizzazione completa

L'Assessore Lubatti ha chiesto ieri ai torinesi di esprimere la loro preferenza rispetto alla pedonalizzazione completa o parziale di via Carlo Alberto e i torinesi hanno risposto in maniera inequivocabile: al momento, su 1000 voti, il 77% vuole la pedonalizzazione completa della via, al di là del problema della raggiungibilità del parcheggio di piazza Bodoni.



La seconda opzione, con un misero 11%, è favorevole alla circolazione delle auto nel tratto da Corso Vittorio a via Mazzini: tra le tre opzioni presentate che prevedevano la circolazione delle auto, quella fino a via Mazzini è quella che vede la circolazione minima indispensabile per raggiungere il parcheggio sotto il Conservatorio.

Le altre opzioni prevedevano la circolazione delle auto fino a via Andrea Doria (e quindi alla bellissima Piazzetta Due Lampioni, appena venuta alla luce grazie alla pedonalizzazione dell'area) o fino a via Maria Vittoria.
Nelle foto, prima e dopo - piazzetta Due Lampioni com'era prima e com'è adesso:




Come raggiungere quindi, in caso di completa pedonalizzazione della via, il parcheggio di Piazza Bodoni? Il problema c'è, e non è cosa da poco. La struttura contiene 454 posti e vi si accede scendendo su via Carlo Alberto e svoltando a destra in piazzetta Due Lampioni su via Bodoni. La soluzione ottimale per mantenere questa viabilità sarebbe autorizzare la circolazione delle auto fino a via Andrea Doria, ma così si perderebbe la pedonalizzazione della piccola piazzetta della banca Passadore: soluzione che consiglio vivamente di evitare. Piuttosto, si renda via Bodoni percorribile su entrambi i sensi, eliminando i parcheggi in superficie: così darà possibile accedere al parcheggio da via San Francesco da Paola.

Giardini Reali alti: ancora due anni per l'apertura

Botta e risposta su Specchio dei Tempi in merito alla chiusura della parte alta dei Giardini Reali (ma da quanti anni ormai?)

14/8/2011

Un lettore:

«Si è cercato, in occasione delle manifestazioni per il 150° dell’Unità d’Italia, di abbellire Torino e di mettere in mostra le sue innumerevoli bellezze, ma i giardini di Palazzo Reale sono chiusi, perché?
«Sono passato, pochi giorni fa, sotto il porticato del cortile del Palazzo ed ho visto l’entrata ai giardini chiusa da uno sgangherato portone, con buchi che lasciavano vedere l’interno, tutto incolto e pieno di sterpaglie.
«Chiedo, a chi di dovere, come mai codesti giardini, con le loro bellissime piante secolari (una in particolare ricordo, con tutti i rami che scendevano a terra, formava al suo interno una specie di antro buio suggestivo), la grande fontana, le statue, i sentieri: un luogo fresco e tranquillo nel pieno centro della città, che sarebbe tanto gradito agli innumerevoli visitatori del Palazzo Reale, è colpevolmente chiuso e inagibile?
«Ricordo che, anni addietro - d’estate - vi si tenevano spettacoli interessanti, feste, era un luogo frequentatissimo e d’intrattenimento, come mai è finito così miseramente?
«Si sono spesi (e si continuano a spendere) tanti soldi per creare ex novo giardini in altra reggia alle porte di Torino, mentre ciò che c’era, da decenni e decenni, viene lasciato in abbandono?
«Chissà se qualcuno può dare risposta alla mia amarezza per tanta incuria?».
GIUSEPPE M.


27/8/2011

Il direttore di Palazzo Reale scrive:

«Gentile lettore, rispondo alle sue osservazioni del 14 agosto sul tema dei Giardini Reali e della loro attuale chiusura. «Il discorso parte da lontano, dal 1997 e dall'incendio della Cappella della Sindone, il cui immenso e problematico cantiere ha imposto il collocamento della gru e di tutti gli apparati di servizio appunto nei Giardini, dietro il Cortile d'Onore di Palazzo Reale e in adiacenza della Manica Nuova.


Nella stessa area è stato allestito anche il cantiere di restauro di Palazzo Reale (anch'esso danneggiato dall'incendio), durati cinque anni. «In alternativa, i cantieri avrebbero potuto essere posizionati in Piazzetta Reale o presso il Duomo: ma che ne sarebbe stato dell'immagine della città durante gli anni meravigliosi che hanno preceduto e seguito le Olimpiadi invernali, il Congresso mondiale degli architetti, le stesse Celebrazioni del centocinquantenario? «La chiusura dei Giardini è parsa il male minore. E tale è sembrata anche nei confronti dei restauri a seguire: la Manica Nuova di Palazzo Reale destinata ad ospitare la Galleria Sabauda, il cui cantiere è attivo da tempo senza alcuna invasione della città insieme a quello delle centrali tecnologiche di servizio per l'intero Polo Reale.


«Non solo: a breve gli stessi Giardini saranno oggetto di un restauro imponente, sia sotto il profilo impiantistico che formale, ritrovando entro due anni gli antichi tracciati sei e settecenteschi, rinnovando le alberate ormai esauste per vetustà. Contiamo di poter offrire ai torinesi e ai visitatori sempre più numerosi uno spazio verde più sicuro, accogliente e suggestivo».
DANIELA BIANCOLINI

venerdì 26 agosto 2011

Un Po di spazzatura


In effetti sono stato ai Murazzi e sull'altra sponda ieri sera e devo dire di non avere mai visto un fiume così sporco. Sarà che non ci ho mai fatto troppo caso?
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