giovedì 11 giugno 2009

Al referendum voto NO

O meglio, NO NO e SI.
E comunque, cosa ancor più importante, A VOTARE IO CI VADO.
Non tollero i politici che invitano ad andare al mare e disertare le urne, o rifiutarsi di prendere la scheda.
Ma stiamo scherzando?
Ma vi sembra normale?
Il voto è un nostro diritto ed un nostro dovere. Un politicante che incita a non votare vuole ledere i nostri diritti e impedirci di fare il nostro dovere. O no? E' un po' come se il vostro datore di lavoro cercasse di convincervi a non mettervi in mutua quando state veramente male, ma allo stesso tempo quando mostrate l'intenzione di andare comunque al lavoro lui vi sprona a prendere le ferie perché non vi vuole in ufficio. E' un CONTROSENSO, e una TRUFFA.
Diffidate di invidui del genere.

Riprendo alcune delle considerazioni di questo mio vecchio post sul referendum per spiegare perché ho deciso di votare NO ai primi due quesiti.

1) perché credo in un sistema multipartitico. Il che non vuol dire anelare ad una situazione in cui la gamma di partiti è infinita, ma credo che un sistema formato da 5 o 6 partiti possa reggere in maniera eccellente, sia per rendere governabile una maggioranza (formata tendenzialmente da 2 o 3 partiti), sia per contenere le aspirazioni espansionistiche che un unico partito al potere può avere o sviluppare nel tempo. Ben venga ora come ora che al governo ci sia la Lega, perché pone un freno alla megalomania di Berlusconi.

2) perché credo che un sistema multipartitico possa rendere la politica più interessante. Uno scenario come quello americano Repubblicani vs. Democratici è una delle cose più sterili che posso immaginare. In fondo se tanto all'interno di un partito ci sono multiple correnti, non è la stessa cosa che avere multipli partiti? A patto che se ne limiti l'influenza. Come dire, i numeri non mentono.

3) perché credo che la cultura Europea sia più portata al multipartitismo rispetto a quella americana. Storicamente, ideologicamente, mentalmente.

4) perché credo profondamente in un sistema multipartitico come quello scandinavo, dove il partito vincitore delle elezioni può formare anche governi di minoranza e cercare di volta in volta una maggioranza trasversale diversa a seconda delle questioni trattate. Non è questo il più onesto esempio di democrazia?Altro che partiti comandati da un Duce che votano blindati a seconda di quanto fa più piacere al proprio capo. Un po' macchinoso forse, magari solo i Norvegesi riescono a farlo, ma
anche se siamo in Italia sperare un po' è ancora lecito, giusto?

5) Perché non credo nei premi di maggioranza. Non credo che il primo partito abbia diritto al 55% dei seggi a prescindere dal proprio risultato elettorale, dai propri numeri. Carta canta. Sei il primo partito ma hai preso il 10% dei voti, beccati i seggi che ti spettano e muovi le chiappe a cercare una maggioranza tenendo conto di cosa gli italiani hanno votato.

Non dimentichiamo che sono i nostri voti che devono contare. Dobbiamo costringere il sistema politico a tenerne conto.

Voterò invece sì al terzo quesito, perché mi pare il minimo che un politico non si possa candidare laddove gli pare tanto per provare così come si prova un test di ammissione all'università. In un caso stiamo parlando di istruzione, nell'altro stiamo parlando di opportunismo.

Ad ogni modo, votate come preferite. Sì, no, niente, x, mettete del prosciutto nella scheda e scrivete "magna magna"... ma andate a votare.



2 commenti:

Claudio ha detto...

Ciao Dario, stavo cercando di informarmi sul referendum (che voterò, a differenza delle ultime amministrative) e mi sono imbattuto in vari siti, tra cui il tuo blog. Ti faccio i complimenti per come hai esposto i contenuti, dicendo ciò che sul sito "ufficiale" del SI non viene detto (ideologicamente, temo ;-)). Quanto hai scritto ha confermato la direzione che stavo prendendo nello sciogliere i miei dubbi: anch'io come te voterò NO, NO e SI.
ciao
claudio

Dario ha detto...

Grazie Claudio
(in ritardo)
Purtroppo i nostri voti sono andati in fumo, ma almeno abbiamo la consolazione di aver fatto il nostro dovere e aver usufruito di un nostro diritto.
Alla prossima!

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