mercoledì 31 marzo 2010

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Il Presidente Cota, per nulla affaticato dalla campagna elettorale si è subito messo al lavoro ed ha affrontato uno dei più gravi problemi della Regione Piemonte: il patrocinio della Regione Piemonte al Pride di Torino.

Pare, infatti, che nel corso di una trasmissione televisiva il neo Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota abbia dichiarato più volte: “Dovrò revocare il patrocinio al Gay ride”.

Nel ringraziarlo per l’attenzione vorremmo confortare lui, il suo staff e i suoi solerti collaboratori: nessuno ha mai chiesto, né alla precedente amministrazione né a quella attuale, il patrocinio per il prossimo Pride.

Ora il Presidente può prendersi una meritata pausa e con calma dedicarsi, più in là nei tempi, a questioni meno urgenti e meno sentite dalle donne e dagli uomini di questa regione: il lavoro, la crisi economica, la sanità.

Daniele Viotti
Coordinatore del Coordinamento Torino Pride LGBT

Cota, dovrò revocare il patrocinio al Gay Pride

Roma - Il neogovernatore del Piemonte Roberto Cota, intervenendo alla trasmissione "Porta a porta", ha anticipato che revocherà il patrocinio alla prossima edizione del Gay pride torinese concesso dall'ex presidente Mercedes Bresso. "Dovrò revocare il patrocincio al Gay pride" ha ripetuto più volte l'esponente leghista al termine della puntata.

(via voceditalia)

Inauguriamo quindi il tag buongiorno Padania.

Il nuovo consiglio regionale del Piemonte

Con Roberto Cota presidente della Regione Piemonte su 60 consiglieri 36 vanno al centrodestra, 22 al centrosinistra e 2 ai «grillini», Davide Bono, eletto a Torino e provincia e Fabrizio Biolè, eletto a Cuneo. Roberto Cota ha vinto con 1.043.318 voti, pari al 47,32%, contro la presidente uscente Mercedes Bresso che con 1.033.946 voti è arrivata al 46,90%. La differenza è stata di 9.372 voti. La lista Grillo ha ottenuto 90.086 voti.

I seggi di Cota sono 12 del listino più 24 della coalizione (13 Pdl, 9 Lega, Pensionati-Giovine e VerdiVerdi- Lupi); quelli di Mercedes Bresso:1 lei e altri 21 della coalizione (12 Pd, 3 Di Pietro, 2 Udc, 1 ciascuno Insieme per Bresso, Moderati, Rifondazione e Sinistra-Libertà).

Nella suddivisione per provincia a Torino 6 seggi sono Pd, 2 Di Pietro e 1 ciascuno a Moderati, Insieme per Bresso, Udc, Rifondazione e Sinistra-Libertà, 6 Pdl, 3 Lega, 1 ciascuno a Pensionati e VerdiVerdi, 1 a Grillo. Ad Alessandria: 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; ad Asti 1 Pdl e 1 Pd; a Biella 1 Pdl e 1 Pd; a Cuneo 2 alla Lega, 1 Pdl ,1 Pd, 1 Udc, 1 Di Pietro, 1 Grillo; a Novara: 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; nel Verbano-Cusio-Ossola 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; a Vercelli 1 Pdl, 1 Lega.

Gli eletti della lista regionale sono: Elena Maccanti, Daniele Cantore, Alberto Cortopassi, Rosa Anna Costa, Michele Marinello, Angiolino Mastrullo, Massimiliano Motta, Roberto Rosso, Carla Spagnuolo, Cristiano Bussola e Augusta Montaruli. Si aggiunge la candidata del centro-sinistra Mercedes Bresso.

Secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero degli Interni, i candidati eletti nella provincia di Torino sono: del Popolo della libertà Barbara Bonino, Angelo Burzi, Fabrizio Comba, Michele Coppola, Caterina Ferrero e Claudia Porchietto; della Lega Nord Mario Carossa, Gianfranco Novaro, Antonello Angeleri; del Partito Democratico Davide Gariglio, Roberto Placido, Giovanna Pentenero, Nino Boeti, Mauro Laus, Stefano Lepri; del Movimento 5 stelle Davide Bono; dei Moderati per Bresso Michele Dell’Utri; di Rifondazione Comunista Eleonora Artesio; di Sinistra Ecologia e Libertà Monica Cerutti; dell’Italia dei Valori Andrea Buquicchio, Luigi Cursio; di Insieme per Bresso Andrea Stara; dell’Unione di Centro Alberto Goffi; dei Verdi-Verdi Maurizio Lupi; del Partito Pensionati per Cota Michele Giovine.

Gli eletti nella provincia di Cuneo risultano essere Fabrizio Biolè (Movimento 5 stelle); Mino Taricco (Pd);Tullio Ponso (Italia dei Valori); Federico Gregorio e Claudio Sacchetto (Lega Nord); Giovanni Negro (Unione di Centro); Alberto Cirio (Popolo della libertà). Nella provincia di Asti ce l’hanno fatta Angela Motta (Pd) e Rosanna Valle (Popolo della libertà). Nell’Alessandrino Ugo Cavallera (Popolo della Libertà), Riccardo Molinari (Lega NOrd), Rocco Muliere (Pd). Gli eletti nella provincia di Vercelli Luca Pedrale (Popolo della Libertà) e Gianluca Buonanno (Lega Nord). A Novara si sono affermati Mimmo La Rocca (Popolo della Libertà), Massimo Giordano (Lega Nord) e Giuliana Manica (Pd). Nel Verbano-Cusio-Ossola Valerio Cattaneo (Popolo della libertà), Michele Marinello (Lega Nord), Aldo Reschigna (Pd). Infine a Biella Lorenzo Leardi (Popolo della libertà) e Gianni Ronzani (Pd).

(via lastampa)

martedì 30 marzo 2010

Intanto

Mentre noi metabolizziamo la sconfitta in Piemonte, a Venezia, a più del 60% delle sezioni scrutinate, Brunetta sta perdendo al primo turno. Sta a vedere che, zitti zitti, i veneziani stravolgono il più certo dei pronostici.

Diecimila ragioni per una sconfitta


Come preannunciato, la sfida in Piemonte si è giocata sul filo del rasoio ed è stata partita aperta fino all'ultimo voto. In questo senso, non è che la Bresso ne esca sconfitta in maniera pesante. La sua sconfitta maggiore sta nel fatto di non aver portato quel valore aggiunto che tutti le attribuivano (e quantificavano in 1/2 punti percentuali): in realtà la zarina ha preso meno voti di quelli della sua coalizione, mentre per Cota è stato l'opposto. Anche qui parliamo di un pugno di voti, ben inteso.

Dove sono mancati questi diecimila voti che avrebbero fatto vincere la Bresso? E' quasi impossibile determinarlo. Può essere dalla provincia di Alessandria, storicamente divisa 50/50 tra cdx e csx, che ieri ha premiato Cota di qualche punto percentuale. Può essere dipeso invece dalla città di Moncalieri, la quinta città del Piemonte, ricordiamolo, notoriamente feudo rosso, in cui però ieri la Bresso ha vinto solo con un 49%, mentre dagli altri comuni della cintura è uscita una media di 55/60% di voti per il csx. O, ancora, in Torino città: la Bresso ottiene 'solo' il 55% dei voti, mentre forse ci si aspettava un due/tre punti in più.

Anche Cota non ha stravinto nelle altre province del Piemonte, il suo dato oscilla tra il 57% di Cuneo (che probabilmente ha determinato lo scarto dei diecimila voti) e il 52% di Asti. Nella sua Novara nemmeno ha sfondato: 'solo' il 54,7%. Insomma, Cota in provincia di Torino ha tenuto meglio di quanto ha tenuto la Bresso nelle province del Piemonte 2, e questo ha fatto la differenza.

A Torino città, Bresso oscilla tra il 50% del centro (bassino), e il 60% di Mirafiori Sud. La mia circoscrizione 9 si è comportata bene e le ha dato il 57% dei voti. Anche il temuto sorpasso in Barriera di Milano non c'è stato: Bresso batte Cota 55 a 40.

L'unica soddisfazione di questa tornata elettorale, al di là della tenuta di Torino città e provincia, è di aver portato in consiglio Monica Cerutti di sinistra ecologia e libertà, nonostante la povera performance del partito in Piemonte.

Sulla riconta delle schede, direi che è doveroso quando un'elezione termina al fotofinish. Non ho visto la Bresso intervenire a Porta a Porta, ma mi hanno detto che ha parlato con decoro e contegno, chiedendo sì la riconta della scheda ma ammettendo la sconfitta. Invece mi è giunta voce di un Cota estremamente arrogante (ma certo, è leghista, l'arroganza è di default), però è risultato vincitore e può permetterselo.

Ma quanto brucia.

Postmortem di un'elezione

Ha vinto il centrodestra, poche palle.
A livello nazionale strappa, seppur per un pugno di voti, Piemonte e Lazio e ora governa tutte le regioni più popolose d'Italia, scusate se è poco. A niente valgono le considerazioni di Bersani di "inversione di tendenza" (ma dove?). L'unica inversione di tendenza è la vittoria di Vendola, meritata, meritatissima nel contesto pugliese in cui tutti hanno cercato di mettergli i bastoni tra le ruote. Ma, anche qui, molto è dipeso dal fatto che il cdx si presentasse diviso (cosa che è successa anche in Calabria per il csx, ma che non ha influito sulla sconfitta che sarebbe arrivata comunque).

Bossi vince ma a parer mio non stravince (pur essendo lui senza dubbio il più grande vincitore di queste elezioni): prende Piemonte e Veneto, supera il PDL in Veneto, non lo supera in Lombardia e in scala nazionale cresce di un punto percentuale (+2% in Piemonte rispetto alle europee). Berlu esce da queste elezioni molto rafforzato. Casini inneggia alla vittoria, ma la realtà è che nessuno se lo caga e l'UDC esce fortemente ridimensionato da queste elezioni. Bersani perde su tutta la linea, l'unica vittoria di cui può vantarsi è quella in Liguria dove le cose sono andate come sia Bersani sia Casini volevano. Certo, Lazio e Piemonte sono state perse per poche decine di migliaia di voti, ma sono comunque andate perse.

lunedì 29 marzo 2010

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