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sabato 8 gennaio 2011

Nuova bagarre sulle primarie

L'intervista di Ignazio Marino alla Stampa di ieri è stata la miccia che ha rifatto esplodere il caso primarie a Torino. In particolare, a essere messe sulla graticola, sono le regole: regole che, a quanto pare, "limitano il numero di candidati" (e non è vero, sono già 4). Il caso è nientepopodimeno che dell'assessore alla casa e all'ambiente Roberto Tricarico che, non controllando manipoli di tesserati, faticherebbe a raggiungere le 700 firme necessarie per presentare la propria candidatura.

Ora, credo che il punto sollevato da Tricarico e Marino sia sacrosanto e che entrambi abbiano ragione a chiedere chea essere valide per la presentazione della candidatura siano anche le firme degli esterni al partito. Non so perché non sia stato deciso in questo modo infatti, dato che la questione era già stata posta in passato. Inoltre apprezzo il lavoro svolto dall'assessore in questi anni e sarei felice di vederlo in corsa: del resto, credo io, più siamo e meglio è - ma questo, in effetti, vale solo quando si parla di primarie di idee e non di nomi.

Ciò che tuttavia non condivido è il tempismo: le regole delle primarie sono state decise il mese scorso, dopo mesi e mesi di caciara in cui il PD si è fatto un danno potenzialmente preoccupante, e con lui tutta la sinistra torinese. Perché riaprire questo vaso di Pandora adesso? Se Tricarico si vuole candidare, inizi la campagna e cerchi queste benedette 700 firme dei tesserati. La mia è a sua disposizione.

Primarie Torino: intervista a Roberto Placido

Bilancio, municipalizzate e soprattutto lavoro in questa breve intervista a Roberto Placido condotta dal Manifesto.

Mi fa sorridere che Placido parli di politica che "torni ad ascoltare la gente comune": credevo che questo fosse uno dei meriti della giunta Chiamparino. Inoltre, non vado pazzo per il suo uso di espressioni come capitale e lavoro: mi sanno di antenatismo allo stato puro.

martedì 28 dicembre 2010

Problemi di bilancio per Fassino

Italia oggi pubblica un articolo che anticipa in qualche modo i temi della campagna elettorale delle primarie del centrosinistra torinese, vale a dire l'ingresso di Peveraro nella squadra fassiniana.
Peveraro, ex assessore al bilancio del comune e in seguito vice di Mercedes Bresso in regione, è da molti additato come il principale responsabile dell'altissimo indebitamento del comune di Torino, accumulato durante gli anni di preparazione alle Olimpiadi, coincidenti con il primo mandato di Chiamparino.
E dietro questo ingresso ci sarebbe proprio Chiamparino, passato a supportare esplicitamente Fassino dopo aver abbandonato la potenziale candidatura di Profumo, il Rettore "tentenna".

Città democratica: Torino verso le amministrative

Un'ottima e puntuale analisi dei flussi elettorali nella Città di Torino, fatta sul blog Città Democratica, che riporto interamente qui di seguito (l'originale lo trovate qui)

Tra le grandi città in cui nel 2011 si terranno le elezioni amministrative Torino è probabilmente quella in cui la macchina elettorale si sta muovendo con maggiore ritardo.

Dopo il forfait del Rettore del Politecnico, Profumo, si è scatenata una vera girandola di nomi nel centrosinistra che solo in questi giorni si sta focalizzando intorno ai nomi di Fassino, Placido, Gariglio e Ardito, in attesa di Tricarico e di un nome ancora ignoto in quota SEL.

Il centrodestra pare oscillare tra Coppola e Coppa, ma in questo momento la sua strategia è estremamente attendista, quasi fosse anch'esso in attesa delle primarie del centrosinistra fissate al momento per il 13 febbraio.

Questa situazione permette di tralasciare in questa prima analisi l'eventuale effetto candidato, per concentrarsi sulla forza delle coalizioni sotto la Mole.

A questo link si trova un excel contenente i risultati delle elezioni regionali 2005, politiche 2006, comunali 2006, politiche 2008, provinciali 2009 e regionali 2010 così come riportate dal servizio elettorale1 del Comune di Torino: tutte le tornate elettorali degli ultimi sei anni ad eccezioni delle europee 2009, proprio per prendere in considerazione solo le elezioni in cui si puntava all'elezione di una carica monocratica. La forte connotazione personalistica data alle elezioni politiche nella II Repubblica permette di considerarle, da questo punto di vista, paragonabili alle elezioni amministrative.





Confronto centrodestra-centrosinistra

nel Comune di Torino (2005 - 2010)
Il quadro che emerge è abbastanza chiaro: Torino è una città di centrosinistra. Nelle tornate elettorali prese in considerazione il centrosinistra ha oscillato tra il 46,14% ed il 63,62% (media 54,95%, deviazione standard 6,91%), mentre il centrodestra ha ottenuto una forbice che spazia tra il 32,16% ed il 42,47% (media 38,37%, deviazione standard 3,45%).



È bene evidenziare il fatto che per consultazioni elettorali differenti i concetti di centrodestra e centrosinistra sono a loro volta differenti: la geometria e la composizione delle coalizioni è variata più volte nel corso degli anni, e con essa la presenza o meno delle cosiddette terze forze.



Facendo i dati riferimento ai risultati ottenuti dalle liste e non dai candidati, la bassa deviazione standard che emerge osservando i dati del centrodestra permette di trarre una prima importante conclusione: i risultati di tale coalizione restano grosso modo sempre gli stessi indipendentemente dalla competizione elettorale. Questo significa che il numero di votanti della coalizione di centrodestra, a Torino, è fortemente correlato con il numero dei votanti in generale, e l'affluenza non ha pertanto grossi impatti su questa parte politica.

Al contrario, è evidente che il fenomeno del non-voto - così come il diverso richiamo alle urne che suscitano competizioni di tipo differente - provoca di volta in volta delle oscillazioni piuttosto sensibili sulla coalizione di centrosinistra, ribadendo il cronico problema che attanaglia questa parte politica da diversi anni a questa parte, ovvero la capacità o meno di portare alle urne i propri simpatizzanti.



Se si osserva nel dettaglio il rapporto tra i partiti della coalizione, diventa interessante misurare da un lato l'andamento relativo tra PdL e Lega, e dall'altro quello tra PD, IdV e SEL.







Rapporto PDL-Lega

nel Comune di Torino (2005 - 2010)





Rapporto PD-IdV-SEL

nel Comune di Torino (2005 - 2010)


In entrambi gli schieramenti principali si assiste, dopo il 2008, ad un repentino e violento calo percentuale dei partiti principali (PdL e PD) in favore delle forze di minoranza (Lega da una parte e IdV e SEL dall'altra).

La causa dietro a questo fenomeno è evidente: se si osserva l'andamento dell'IdV si nota una violenta cesura tra il 2006 ed il 2008 con un passaggio da meno di 10.000 voti ad oltre 30.000 preferenze; tra il 2008 ed il 2010, tuttavia, le simpatie per il partito di Di Pietro si sono mantenute su un livello pressoché stabile. Un discorso analogo, anche in termini di cifre, può essere fatto per la Lega Nord, mentre Sinistra Ecologia e Libertà presenta una serie storica troppo breve per essere presa in esame in questo tipo di analisi.

La stabilità di Lega e IdV, a fronte di un accrescimento del loro peso a livello di coalizione, implica che esiste una diaspora di consensi nel PD e nel PdL che, se da un lato si compensa a livello di rapporti di forza tra le coalizioni, dall'altro muta in maniera molto evidente la composizione delle coalizioni stesse.


Ancora più importante, questa analisi permette di capire come il principale nemico di PD e PdL sia l'astensionismo. Il cannibalismo che Lega e IdV hanno esercitato all'interno delle rispettive coalizioni non è legato ad un vero e proprio travaso di consensi, ma alla capacità di mantenere - senza accrescere - il proprio elettorato mentre quello dei partiti "maggiori" calava o si disperdeva su altre formazioni.

Naturalmente non bisogna dimenticare un certo margine di errore nei risultati ottenuti, dovuto alla presenza o all'assenza di liste civiche all'interno delle coalizioni, liste che storicamente "pescano" in maniera più evidente nei partiti di maggiori dimensioni. La tendenza è tuttavia innegabile.






Risultati ottenuti dal centrodestra

nel Comune di Torino (2005 - 2010)

Cliccare per vedere l'animazione





Risultati ottenuti dal centrosinistra


nel Comune di Torino (2005 - 2010)

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Ripartizione circoscrizioni

nel Comune di Torino (2005 - 2010)

Cliccare per vedere l'animazione


Esaminando lo scenario cittadino dal punto di vista geografico, si vede come il centrodestra sia in grado di prevalere unicamente nella circoscrizione più centrale di Torino (Circoscrizione I: Centro - Crocetta) e di essere vicino al pareggio nella Circoscrizione VIII (San Salvario - Borgo Po - Cavoretto). In tutto il resto della città il centrosinistra prevale senza eccessive difficoltà, specie nelle sue roccaforti delle circoscrizioni II, V e X.







Peso delle circoscrizioni

nel Comune di Torino (2005-2010)


Prendendo in considerazione, infine, il peso relativo delle circoscrizioni, si colgono alcuni accenni di trend - salita della VIII e calo della VI su tutti - in un'ottica tuttavia di sostanziale stazionarietà, sintomo che le differenze di affluenza legate alle differenti competizioni elettorali e alle evoluzioni del fenomeno dell'astensionismo colpiscono in maniera abbastanza uniforme a livello cittadino, quindi in maniera abbastanza scorrelata dalla composizione elettorale del campione formato dagli abitanti di una data circoscrizione.

Si arriva quindi ad un'apparente contraddizione: la variabilità del voto incide soprattutto a sinistra, eppure il peso delle circoscrizioni resta invariato, suggerendo una partecipazione proporzionale malgrado i vari quartieri di Torino presentino risultati anche molto diversi tra loro. Non si notano in sostanza cali significativi di rappresentanza delle circoscrizioni più di sinistra in concomitanza con le elezioni che hanno riservato gli esiti peggiori per la coalizione progressista.

In realtà questi due dati consentono di inquadrare meglio il fenomeno dell'astensionismo relativamente all'area torinese: non vi è un problema - o almeno non è il problema principale - a livello della base storica del partito, ma al contrario vi è molta delusione nel cosiddetto ceto medio progressista, la gente di sinistra non tanto per rivalsa sociale o necessità storica, ma per l'ideale di un mondo migliore, più ecologico, più equo, più meritocratico.

Una fascia di elettorato non collocabile geograficamente ma al tempo stesso sufficientemente numerosa da determinare pesantemente l'esito della prossima competizione elettorale.

(via cittademocratica)

Comunali Torino 2011: primarie PDL


Una pagina immacolata e di una semplicità terrificante: ecco cosa trova chi si reca su www.votailtuosindaco.org, il sito delle primarie farlocche del PDL. Non uno straccio di biografia dei partecipanti, solo una foto, un nome e un cognome. E, dopo aver votato, una pagina bianca ti chiede i dati per rimanere aggiornato sui risultati della consultazione, che saranno resi noti a fine gennaio.
Alla vigilia erano dati favoriti Coppola e la Bonino, che avrebbero sconfitto Ghiglia in uno scontro giovani-vecchi 2 a 0; ma pare che in testa ora ci sia Maurizio Marrone.

Primarie per Torino: sondaggio Facebook

Una graziosa e semplice applicazione di Facebook conta i sostenitori dei vari candidati per le primarie di Torino, con i risultati (provvisori) riportati sopra: Placido stravince, Fassino argento staccato di oltre 20 lunghezze, Tricarico bronzo.

Primarie per Torino, si parte

E vissero tutti felici e contenti.
Ops, ma non è ancora finito tutto l'ambaradan?
Dopo tutti questi mesi passati ad assistere alla Profumopoli, alle inversioni di marcia del PD, a SEL che prima di unisce poi si toglie, al vano inseguimento del Terzo Polo torinese da parte dei democratici, l'interesse per lo scenario cittadino del centrosinistra è calato a me che sono elettore attivo nonché partecipe della vita politica torinese, figuriamoci a chi non lo è.

Tuttavia, ora le cose sembrano partite, su entrambi i fronti.
Nel centrosinistra, Fassino ha detto sì dopo aver consultato mezza città e, partito lui, si è trascinato dietro altri tre competitors: Ardito, Gariglio e Placido. La data delle primarie è stata fissata per il 27 febbraio 2010.
Nel centrodestra, sono partite le primarie farlocche online. Sicuramente una grande prova di tecnologia (che permetterà al PDL di raccogliere un bel po' di nominativi e contatti di elettori torinesi attivi di centrodestra a Torino), un po' meno di democrazia visto che la consultazione sarà solo usata come un normale sondaggio e non avrà altro valore.

Insomma, si parte.

sabato 13 novembre 2010

Profumopoli/3

Salvatore Tropea su Repubblica dice cose giuste su Profumo e Primarie:

Le primarie o sono pensate, organizzate e realizzate seriamente o non servono a un bel nulla. A Profumo devono averglielo detto ma sembra che faccia qualche fatica a recepire il messaggio.
E ancora:

Se il rettore del Politecnico accetta di andare alle pimarie e di confrontarsi a viso aperto come questo metodo prevede, allora potrà essere il candidato di area forte del Pd. Se al contrario lui ha in mente di andare verso primarie di incoronazione, allora la sua corsa, ammesso che cominci, non lo porterà lontano.

Sacrosanto, come peraltro si era già detto qui. Secondo me la candidatura di Profumo è ottima (e mi stupisco che il 55% non trovi il suo profilo adeguato alla candidatura per il posto di Sindaco), ma il Rettore deve avere l'umiltà di passare attraverso le primarie. Del resto, come leggevo ieri su Repubblica, come può uno che ha paura del giudizio popolare pensare di guidare una città di un milione di abitanti?

E se, malauguratamente, il PD dovesse davvero fare le primarie come dice, e Profumo accettasse invece l'investitura solenne di UDC, API e Moderati spaccando il centrosinistra... nessuno sarà perdonato per aver consegnato la città ottimamente guidata da 10 anni di centrosinistra al centrodestra.

lunedì 8 novembre 2010

Profumopoli/2

Stando a un sondaggio della Stampa, il 52% dei votanti non ritiene Profumo un candidato credibile come futuro sindaco di Torino. Hanno votato solo 701 persone alle 23.30 di oggi, vedremo come finirà.

Aggiornamento; ora che hanno votato in 1300, è il 54% che non lo ritiene credibile come sindaco. Sarebbe curioso sapere se per via del suo profilo (che a me sembra ineccepibile) o per via degli infiniti tentennamenti a scendere in campo.

mercoledì 3 novembre 2010

Profumo di primarie

Oggi Repubblica dedica una pagina completa della sua edizione torinese al toto aspiranti sindaci, tracciando un breve profilo per ogni possibile candidato. Nomi che ormai circolano da un po' (a parte Giorgis, che non avevo mai sentito nominare prima nella rosa di successori di Chiamparino).

Qui si sa da tempo come la pensa chi scrive: ben vengano le primarie insomma, ma che ci si sbrighi a organizzarle.
E si colga l'occasione per dire un "no, grazie" a chi alle primarie non vuole partecipare. In una città dove il centrosinistra è avanti di 15 punti rispetto al centrodestra, avere l'investitura ufficiale di candidato della sinistra equivale ad avere una scarpa già a Palazzo di Città: e la pretesa di farlo senza passare dalle primarie mi sembra troppo facile. Mi sembra un regalo, quando invece la candidatura è una cosa che bisogna meritare.

mercoledì 13 ottobre 2010

Profumopoli - episodio 12.437

Meno male che la Profumopoli va avanti.
Per tutti quelli che si fossero sintonizzati solo ora su questo canale, vi riassumo io la storia: tutti nel centrosinistra torinese pensavano a Profumo, Rettore del Politecnico, come papabile successore di Chiamparino. Lui si è sempre rifiutato di dare una risposta. Allora altri del PD si sono dichiarati disponibili a correre alle primarie del partito e di tutto il centrosinistra. Però - si viene a sapere dall'entourage del Rettore - Profumo non accetta di correre alla primarie. Allora si è scatenato il dibattito primarie sì, primarie no. Però l'ipotesi Profumo rimane lì, anche se l'interessato ancora non dice se è intenzionato a correre o no. Tergiversa che tergiversa, si va avanti così da mesi e mesi.

L'ultimo episodio della Profumopoli è questo: il Rettore ha visto (di nuovo) Sergio Chiamparino. Ma la risposta tanto attesa non è ancora arrivata. Meraviglioso.

Quindi ricapitoliamo: il partito è in attesa di sapere se questo si candida o meno. Se decide, con i suoi tempi, di candidarsi, allora le primarie non si faranno più d'ufficio e tutte le altre candidature andranno a schiantarsi contro un muro di acciaio inox. Se invece questo decide che non si candida, e magari lo comunica a febbraio 2011, il Partito è rimasto appeso a questa ipotesi per mesi e si presenta alle elezioni in ritardo e senza preparazione, quando invece avrebbe potuto scrollarsi di dosso questo indeciso e costruire bene una candidatura (anche di un uomo "nuovo") attraverso le primarie di coalizione.

Insomma: il tempo c'è, la sinistra in città ha 15 punti di vantaggio sulla destra, Chiampa ha amministrato bene, i torinesi sono confident... cerchiamo di fare di tutto per perdere queste elezioni, mi raccomando.

Come al solito, nulla di nuovo sul fronte occidentale.
Al prossimo episodio.

giovedì 16 settembre 2010

Primarie sì, primarie no

Uno dei motivi per cui il PD perde voti è che non riesce neanche a tenere il manubrio dritto quando si tratta di regole che si è dato da solo. C'è sempre la deroghina qui e l'eccezione là per tizio, caio o per la particolare situazione.

Questa diatriba "primarie sì, primarie no" ci ha proprio rotto i maroni. Si scegliesse una linea e la si rispettasse, si farebbe tutti una più bella figura.

Invece no, se tizio, che è una carta vincente per il PD, non vuole fare le primarie, allora bisogna far di tutto per farle saltare e investirlo dall'alto. Magari il giorno di Natale in un anno che finisca con due zeri, come Carlo Magno. Eh sì perché le primarie distruggono la coesione interna del partito. Ma quale coesione interna? Non c'è mai stata una coesione interna al PD, guelfi, ghibellini, bianchi e neri non erano nulla rispetto a questi politicans che ci troviamo oggi sui giornali o in TV. Almeno alle primarie ce ne si dà di santa ragione e chi alla fine vince, vince. Perché in questo caso il popolo ti giudica.

E se una persona non ci sta a passare attraverso le primarie, credo sarebbe anche ora di salutarla e augurarle buon viaggio.

Il PD sembra sempre impegnatissimo a correre dietro a chi scappa, senza mai andare incontro a quelli che (con umiltà?) sono disposti a impegnarsi, a mettersi in gioco, e (soprattutto) a rimettersi alla decisione dei cittadini. Svegliatevi cribbio, qui non bastano neanche più i pop corn a tenerci svegli.

mercoledì 15 settembre 2010

Tutti i candidati per Torino

La corsa alla sucessione di Sergio Chiamparino è diventata a Torino una vera corrida. Se da una parte il centrosinistra non ride, viste anche le tensioni relative alla scelta di chiedere il riconteggio delle schede delle elezioni regionali, dall’altra parte il PDL certamente non ride.

Nel centrosinistra le candidature che hanno preso forma sono queste:

Francesco Profumo, un curriculum professionale di prim’ordine: dal 2005 è il Rettore del Politecnico di Torino. Dal Gennaio 2005 è il Presidente del Panel 09 (Ingegneria Industriale e Ingegneria dell’Informazione) del Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR) del Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR). Un uomo che non si sbilancia mai, su nulla. È il candidato tirato fuori dal cilindro del segretario regionale del PD, Gianfranco Morgando, per bloccare la candidatura Fassino, a cui è solidamente contrario. Cattolico ma non troppo. Tecnico al 100%. Non vuole fare le primarie, perchè non si è mai confrontato con il consenso, ma è corteggiato anche da una parte del PdL. La sua candidatura sarebbe sostenuta con una certa passione anche dall’Api, che a Torino ha come leader Gianni Vernetti. Nella sua visita torinese Massimo D’Alema ha detto: “speriamo di non fare la fine di Bologna”. I giornalisti hanno pensato si riferisse alle divisioni del PD, altri hanno inteso che si riferisse ad un certo attivismo relazionale del candidato in pectore. È talmente conosciuto fuori Torino che l’Unità, facendo una pagina sulla sua candidatura, l’ha confuso con un altro Profumo, Alessandro, quello di Unicredit.

Piero Fassino. Gli ex democratici di sinistra lo vorrebbero subito in campo. La sua candidatura piace anche il segretario provinciale Gioacchino Cuntrò, ma trova l’ostilità di Morgando (ex Margherita, ma grande elettore di Pier Luigi Bersani). I pro alla sua candidatura sono: l’impressionante capacità di lavoro, i rapporti con molte realtà forti della città. I contro: l’essere un uomo della vecchia politica, la difficile capacità di competere con un giovane candidato del centrodestra e la difficolta ad ampliare il range degli elettori possibili. Insomma Fassino prenderebbe i voti di chi ha già votato PD e non quelli degli indecisi e dei moderati.

Pietro Buffa, due lauree, Scienze Politiche e Criminologia Clinica, padronanza impeccabile di quattro lingue. Dirige dal 1997 il carcere delle Vallette, quasi 1600 detenuti, oltre al personale amministrativo e penitenziario: una piccola città. Una persona di notevole livello. Piace al sindaco Chiamparino. A suo favore c’è l’universale qualità della sua azione e il livello culturale della persona. Contro la candidatura: la sua professione. Certo, ad un certo punto potrebbe esserci bisogno delle sue competenze, ma chiedere a sinistra i voti per fare diventare sindaco il direttore del carcere potrebbe non essere così agevole. Anche lui, come Profumo, non vuole confrontarsi nelle primarie.

Davide Gariglio. cattolico, lettiano, presidente del Consiglio regionale. Uomo con grandi relazioni e soprattutto capace di raccogliere molti voti. Sì è già quasi ufficialmente candidato, ad una recente riunione del PD regionale ha detto: «Non sono un amante delle primarie ma ritengo che siano il male minore rispetto all’ipotesi che alla fine le scelte si facciano con meccanismi non democratici». Piace ai cattolici del PD, pur non essendo un integralista ed ha una buona relazione con la Bresso (e questo potrebbe essere il suo vero problema).

Roberto Tricarico, ora è Assessore all’Ambiente, alle Politiche per la casa e al Verde. È – se così si può dire – un chiampariniano doc. Durante il congresso del PD si è schierato con Ignazio Marino ed è attualmente il capo della corrente mariniana a Torino. Elegante e raffinato, ha un rapporto piuttosto elitario con la realtà, ma è apprezzato in quelli che una volta potevano essere definiti “strati emergenti”.

Tra gli altri che vengono accreditati di qualche possibilità ci sono: l’avvocato Fulvio Gianaria, popolare in una parte della città per essere il difensore di Luciano Moggi; L’avvocato Gian Paolo Zancan, che è stato il vicepresidente della commissione Giustizia del Senato, nonché l’ex presidente dell’Ordine forense di Torino; Roberto Placido, pubblicitario e in regione da tre legislature e vicepresidente del consiglio regionale; Andrea Giorgis, Professore Ordinario di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino e docente di Garanzie dei diritti fondamentali nell’Università del Piemonte orientale, un professore, molto professore. Evelina Christillin reduce dai trionfi olimpionici si vedrebbe bene come sindaco. Probabilmente è solo lei a guardare a questo scenario.

Dall’altra parte, a piazza Castello siede Roberto Cota, quindi è evidente che il candidato a sindaco di Torino non potrà essere un leghista (anche se si è vagheggiato di un primo turno con candidati diversi tra PdL e Lega).

Enzo Ghigo è il grande regista delle cose piemontesi (in compagnia di un altro fedelissimo di Berlusconi, Osvaldo Napoli) e la sua posizione espressa a Repubblica qualche tempo fa, appare molto chiara: “Non voglio fare polemiche sui risultati dei 18 anni di governo di questa coalizione, nata dall’idea di Salza (ex presidente di Intesa San Paolo, ndr) di cementare la borghesia torinese con la sinistra più o meno operaia. Chiamparino ne dà un giudizio positivo ed è normale. Io faccio valutazioni diverse e penso soprattutto che 18 anni siano tanti. È arrivato il momento di una svolta. Ci vuole un’alternativa e riteniamo ci sia spazio, anche in una città difficile come Torino, per una proposta di governo che rifugga gli errori fatti dal Pdl del passato e metta in campo un candidato che rappresenti un elemento di novità, ma anche di sicurezza, capacità amministrativa e continuità”. Berlusconi aveva indicato proprio il nome di Ghigo come candidato ideale, ma lui ha fatto tre passi indietro. I maligni sostengono che il motivo sia l’incompatibilità tra il suo attuale livello di vita e lo stipendio da sindaco.

In pole position è Michele Coppola, vicepresidente del Consiglio Comunale. Classe 1973, si sta preparando per la maratona di New York, ma forse la sua corsa sarà un’altra. Ghigo lo ha lanciato, ma il suo più potente sponsor politico è il boss del PdL Vito Bonsignore (uno che accoglie a casa sua Silvio Berlusconi e – nella migliore tradizione berlusconiana – alimenta qualche chiacchiera relativa ai flussi nei propri conti in banca). Coppola è elegante, viveur, con una straordinaria capacità di relazioni con la gente, ha un’ottima capacità affabulatoria. Questo suo stile è interpretato come presuntuoso da molti. Insomma tende a tirarsela un po’ troppo. Qualunque candidato del centrosinistra sarebbe in difficoltà in un confronto diretto con lui.

Agostino Ghiglia è un outsider: ha un retroterra tutto MSI, anche se in questi ultimi tempi ha tenuto più la rotta di Ignazio La Russa. Non ha molte possibilità, ma in un panorama ristretto come quello del PDL torinese va segnalato.

Claudia Porchietto è assessore di Cota e vuole avere riconosciuto il ruolo di capobastone del PDL. Nel suo blog per spiegare se stessa dice: dirige con il marito uno studio commercialista e partecipa alla gestione dell’azienda di famiglia. In questi mesi ha lavorato più per abbattere la candidatura di Coppola che per facilitare la propria. Per ora non è una favorita.

La presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa, come rappresentante della società civile. Prima donna eletta vice presidente nazionale di Confcommercio, non ha mai preso posizioni politiche nette, tanto che alcuni, nel PD, la pensavano come possibile candidata del centrosinistra.

A proposito di chi poteva stare su una staffa o sull’altra, come candidato del centrodetra era venuto fuori anche il nome di Francesco Profumo, che comunque continua a fare il pesce in barile e si guarda bene dall’aprir bocca. “Ci sto pensando” diceva ancora ieri.

(via ilpost)

venerdì 27 agosto 2010

Il nuovo nome per Torino

Leggo oggi su Repubblica che da mesi si lavora dietro le quinte alla candidatura di Pietro Buffa, direttore delle Vallette, alle primarie del centrosinistra per scegliere il futuro candidato Sindaco di Torino.

Stando a quanto emerge dalle due piccole colonnine del quotidiano, il tratto più distintivo del direttore mi sembra adeguato per il profilo che vorrei la città continuasse a mantenere (vale a dire attenta alla coesione sociale senza essere repressiva).

Qui trovate una sua lettera in cui spiega i motivi dell'istituzione del sito internet del carcere Le Vallette.

A me uno così può piacere. Ben venga la sua candidatura alle primarie.

giovedì 3 giugno 2010

Mobilità sostenibile

Luciano Gallino a Repubblica spiega che il potenziamento della mobilità sostenibile dovrebbe essere il motore della prossima amministrazione comunale.

sabato 22 maggio 2010

Torino2020

Pur trovando la discesa in campo dell'ennesimo nome post Chiamparino molto discutibile, credo sia ora di rompere gli indugi e iniziare a parlare qui sul web di come vorremmo che fosse Torino nel 2020 (perché se aspettiamo i politici, campacavallo)
Lancio subito i miei primi pensieri:

  • una rete di piste ciclabili estesa e sicura, che permetta di spostarsi in città se non su tutte le strade almeno su alcune direttive nord/sud/est/ovest che permettano di raggiungere tutte le periferie (e i comuni della prima cintura)
  • costruzione della seconda rete di metropolitana e sviluppo del progetto della M3 (io la vedrei bene su C.so Grosseto/Potenza/Lecce/Trapani/Siracusa/Cosenza, al posto dell'attuale bus 2, con interscambi a Rebaudengo (passante ferroviario e M2)/ Rivoli (M1) / Lingotto FS (passante ferroviario) e la futura stazione metro Regione Piemonte (M1) su Corso Caduti della Libertà)
  • "più ricerca per tutti": investimento su green economy e nuove tecnologie
  • recupero di aree dismesse come Fiat Avio (e facciamolo sto grattacielo della Regione)
  • ristrutturazione della facciata delle Molinette che fa pietà, e già che ci siamo quella ciminiera che fa tanto Savona buttiamola giù o se proprio non possiamo dipingiamola di qualche colore allegro almeno
  • la tangenziale est!! che spostarsi la mattina su corso Moncalieri/Casale è un calvario
  • e allarghiamo la tangenziale a 4 corsie almeno nel tratto tra Venaria e Corso Orbassano
  • un servizio di raccolta differenziata gestito in maniera più efficiente (i cassonetti per strada, riservati a quei palazzi che non hanno un cortile interno, frequentemente non bastano e le strade e i marciapiedi si riempiono di rifiuti, e non è un belvedere)
Altro?

venerdì 5 marzo 2010

Sindaci & Primarie


Non è ancora terminata la campagna elettorale per le regionali che già inizia il totosindaco per le comunali dell'anno prossimo, direi che a Torino siamo sempre troppo avanti.
L'uscita di Vietti ha fatto incacchiare un po' tutti e non è servita a rasserenare gli animi in questo momento di tensione elettorale per via delle esclusioni delle liste PDL a Roma e Milano e del colpo di stato paventato da La Russa (autogol(pe), visto che è lui ad essere al governo), e nemmeno a dare la carica alla sua coalizione delle regionali che nell'ultimo mese ha visto la propria candidata data per vincente sempre più di frequente.

Detto ciò, dico la mia: sono favorevole alle primarie. Trovare un successore all'altezza di Chiamparino sarà difficile di per sé, che almeno sia la città a sceglierlo.

[E poi comunque non Vietti, ma stiamo scherzando?]
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