mercoledì 13 ottobre 2010
Profumopoli - episodio 12.437
Per tutti quelli che si fossero sintonizzati solo ora su questo canale, vi riassumo io la storia: tutti nel centrosinistra torinese pensavano a Profumo, Rettore del Politecnico, come papabile successore di Chiamparino. Lui si è sempre rifiutato di dare una risposta. Allora altri del PD si sono dichiarati disponibili a correre alle primarie del partito e di tutto il centrosinistra. Però - si viene a sapere dall'entourage del Rettore - Profumo non accetta di correre alla primarie. Allora si è scatenato il dibattito primarie sì, primarie no. Però l'ipotesi Profumo rimane lì, anche se l'interessato ancora non dice se è intenzionato a correre o no. Tergiversa che tergiversa, si va avanti così da mesi e mesi.
L'ultimo episodio della Profumopoli è questo: il Rettore ha visto (di nuovo) Sergio Chiamparino. Ma la risposta tanto attesa non è ancora arrivata. Meraviglioso.
Quindi ricapitoliamo: il partito è in attesa di sapere se questo si candida o meno. Se decide, con i suoi tempi, di candidarsi, allora le primarie non si faranno più d'ufficio e tutte le altre candidature andranno a schiantarsi contro un muro di acciaio inox. Se invece questo decide che non si candida, e magari lo comunica a febbraio 2011, il Partito è rimasto appeso a questa ipotesi per mesi e si presenta alle elezioni in ritardo e senza preparazione, quando invece avrebbe potuto scrollarsi di dosso questo indeciso e costruire bene una candidatura (anche di un uomo "nuovo") attraverso le primarie di coalizione.
Insomma: il tempo c'è, la sinistra in città ha 15 punti di vantaggio sulla destra, Chiampa ha amministrato bene, i torinesi sono confident... cerchiamo di fare di tutto per perdere queste elezioni, mi raccomando.
Come al solito, nulla di nuovo sul fronte occidentale.
Al prossimo episodio.
Fantapolitica
Che poi mi chiedo perché Chiamparino si macchi di cosiddetto leghismo: per avere rapporti formali ed educati con esponenti della Lega? Ma quello non è leghismo, è banale rispetto (come dicevamo ieri), solo che è qualcosa di talmente lontano dalla politica odierna che ci siamo dimenticati come si chiama e a cosa serve.
martedì 12 ottobre 2010
A volte ritornano
Chiamatelo, se ricordate la parola, rispetto.
giovedì 7 ottobre 2010
20 anni di amministrazione leghista pesano
In particolare, questo blog è arrivato alla stessa conclusione a cui sono arrivato io:
Varese sta raccogliendo i frutti di 20 anni di governo Lega-Pdl.
Ne parlavo giusto qualche settimana fa con un mio nuovo amico che vive a Novara a lavora a Biella: ebbene, nonostante Novara superi i 100.000 abitanti, sia la seconda città del Piemonte e abbia quasi il doppio degli abitanti di Biella, la vita a Novara - mi diceva - è praticamente nulla. Novara sta scontando, come Varese, i 20 anni di amministrazione Leghista che, mentre apparentemente promuove i prodotti e i servizi locali, schiaccia completamente la vita cittadina, quella che rende una città vivace. I locali per "giovani" (e non solo) sono bannati, con conseguente mancanza di senso cittadino, inteso come senso di appartenenza alla città, negli stessi (vedi il 71% dei varesini). La vita cittadina non prosegue oltre le ore 22, le città diventano come paesi di 2.000 abitanti, diventano dormitori. Dormitori in cui i servizi possono anche essere eccellenti e la qualità della vita superiore alla media regionale, per carità: ma senza spunti culturali, di svago e di divertimento, le città muoiono. Lo dimostra il caso di Biella, con la sua frizzante vita culturale e anche (perché no) notturna, con molta probabilità dovuta a tutti gli anni di amministrazione di centro sinistra. E con una qualità della vita eccellente.
giovedì 30 settembre 2010
martedì 28 settembre 2010
Sono Padani Questi Ratti
sabato 18 settembre 2010
E Torino Capitale?
venerdì 17 settembre 2010
Lieto fine
mercoledì 15 settembre 2010
Tutti i candidati per Torino
La corsa alla sucessione di Sergio Chiamparino è diventata a Torino una vera corrida. Se da una parte il centrosinistra non ride, viste anche le tensioni relative alla scelta di chiedere il riconteggio delle schede delle elezioni regionali, dall’altra parte il PDL certamente non ride.
Nel centrosinistra le candidature che hanno preso forma sono queste:
Francesco Profumo, un curriculum professionale di prim’ordine: dal 2005 è il Rettore del Politecnico di Torino. Dal Gennaio 2005 è il Presidente del Panel 09 (Ingegneria Industriale e Ingegneria dell’Informazione) del Comitato di Indirizzo per la Valutazione della Ricerca (CIVR) del Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR). Un uomo che non si sbilancia mai, su nulla. È il candidato tirato fuori dal cilindro del segretario regionale del PD, Gianfranco Morgando, per bloccare la candidatura Fassino, a cui è solidamente contrario. Cattolico ma non troppo. Tecnico al 100%. Non vuole fare le primarie, perchè non si è mai confrontato con il consenso, ma è corteggiato anche da una parte del PdL. La sua candidatura sarebbe sostenuta con una certa passione anche dall’Api, che a Torino ha come leader Gianni Vernetti. Nella sua visita torinese Massimo D’Alema ha detto: “speriamo di non fare la fine di Bologna”. I giornalisti hanno pensato si riferisse alle divisioni del PD, altri hanno inteso che si riferisse ad un certo attivismo relazionale del candidato in pectore. È talmente conosciuto fuori Torino che l’Unità, facendo una pagina sulla sua candidatura, l’ha confuso con un altro Profumo, Alessandro, quello di Unicredit.
Piero Fassino. Gli ex democratici di sinistra lo vorrebbero subito in campo. La sua candidatura piace anche il segretario provinciale Gioacchino Cuntrò, ma trova l’ostilità di Morgando (ex Margherita, ma grande elettore di Pier Luigi Bersani). I pro alla sua candidatura sono: l’impressionante capacità di lavoro, i rapporti con molte realtà forti della città. I contro: l’essere un uomo della vecchia politica, la difficile capacità di competere con un giovane candidato del centrodestra e la difficolta ad ampliare il range degli elettori possibili. Insomma Fassino prenderebbe i voti di chi ha già votato PD e non quelli degli indecisi e dei moderati.
Pietro Buffa, due lauree, Scienze Politiche e Criminologia Clinica, padronanza impeccabile di quattro lingue. Dirige dal 1997 il carcere delle Vallette, quasi 1600 detenuti, oltre al personale amministrativo e penitenziario: una piccola città. Una persona di notevole livello. Piace al sindaco Chiamparino. A suo favore c’è l’universale qualità della sua azione e il livello culturale della persona. Contro la candidatura: la sua professione. Certo, ad un certo punto potrebbe esserci bisogno delle sue competenze, ma chiedere a sinistra i voti per fare diventare sindaco il direttore del carcere potrebbe non essere così agevole. Anche lui, come Profumo, non vuole confrontarsi nelle primarie.
Davide Gariglio. cattolico, lettiano, presidente del Consiglio regionale. Uomo con grandi relazioni e soprattutto capace di raccogliere molti voti. Sì è già quasi ufficialmente candidato, ad una recente riunione del PD regionale ha detto: «Non sono un amante delle primarie ma ritengo che siano il male minore rispetto all’ipotesi che alla fine le scelte si facciano con meccanismi non democratici». Piace ai cattolici del PD, pur non essendo un integralista ed ha una buona relazione con la Bresso (e questo potrebbe essere il suo vero problema).
Roberto Tricarico, ora è Assessore all’Ambiente, alle Politiche per la casa e al Verde. È – se così si può dire – un chiampariniano doc. Durante il congresso del PD si è schierato con Ignazio Marino ed è attualmente il capo della corrente mariniana a Torino. Elegante e raffinato, ha un rapporto piuttosto elitario con la realtà, ma è apprezzato in quelli che una volta potevano essere definiti “strati emergenti”.
Tra gli altri che vengono accreditati di qualche possibilità ci sono: l’avvocato Fulvio Gianaria, popolare in una parte della città per essere il difensore di Luciano Moggi; L’avvocato Gian Paolo Zancan, che è stato il vicepresidente della commissione Giustizia del Senato, nonché l’ex presidente dell’Ordine forense di Torino; Roberto Placido, pubblicitario e in regione da tre legislature e vicepresidente del consiglio regionale; Andrea Giorgis, Professore Ordinario di Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino e docente di Garanzie dei diritti fondamentali nell’Università del Piemonte orientale, un professore, molto professore. Evelina Christillin reduce dai trionfi olimpionici si vedrebbe bene come sindaco. Probabilmente è solo lei a guardare a questo scenario.
Dall’altra parte, a piazza Castello siede Roberto Cota, quindi è evidente che il candidato a sindaco di Torino non potrà essere un leghista (anche se si è vagheggiato di un primo turno con candidati diversi tra PdL e Lega).
Enzo Ghigo è il grande regista delle cose piemontesi (in compagnia di un altro fedelissimo di Berlusconi, Osvaldo Napoli) e la sua posizione espressa a Repubblica qualche tempo fa, appare molto chiara: “Non voglio fare polemiche sui risultati dei 18 anni di governo di questa coalizione, nata dall’idea di Salza (ex presidente di Intesa San Paolo, ndr) di cementare la borghesia torinese con la sinistra più o meno operaia. Chiamparino ne dà un giudizio positivo ed è normale. Io faccio valutazioni diverse e penso soprattutto che 18 anni siano tanti. È arrivato il momento di una svolta. Ci vuole un’alternativa e riteniamo ci sia spazio, anche in una città difficile come Torino, per una proposta di governo che rifugga gli errori fatti dal Pdl del passato e metta in campo un candidato che rappresenti un elemento di novità, ma anche di sicurezza, capacità amministrativa e continuità”. Berlusconi aveva indicato proprio il nome di Ghigo come candidato ideale, ma lui ha fatto tre passi indietro. I maligni sostengono che il motivo sia l’incompatibilità tra il suo attuale livello di vita e lo stipendio da sindaco.
In pole position è Michele Coppola, vicepresidente del Consiglio Comunale. Classe 1973, si sta preparando per la maratona di New York, ma forse la sua corsa sarà un’altra. Ghigo lo ha lanciato, ma il suo più potente sponsor politico è il boss del PdL Vito Bonsignore (uno che accoglie a casa sua Silvio Berlusconi e – nella migliore tradizione berlusconiana – alimenta qualche chiacchiera relativa ai flussi nei propri conti in banca). Coppola è elegante, viveur, con una straordinaria capacità di relazioni con la gente, ha un’ottima capacità affabulatoria. Questo suo stile è interpretato come presuntuoso da molti. Insomma tende a tirarsela un po’ troppo. Qualunque candidato del centrosinistra sarebbe in difficoltà in un confronto diretto con lui.
Agostino Ghiglia è un outsider: ha un retroterra tutto MSI, anche se in questi ultimi tempi ha tenuto più la rotta di Ignazio La Russa. Non ha molte possibilità, ma in un panorama ristretto come quello del PDL torinese va segnalato.
Claudia Porchietto è assessore di Cota e vuole avere riconosciuto il ruolo di capobastone del PDL. Nel suo blog per spiegare se stessa dice: dirige con il marito uno studio commercialista e partecipa alla gestione dell’azienda di famiglia. In questi mesi ha lavorato più per abbattere la candidatura di Coppola che per facilitare la propria. Per ora non è una favorita.
La presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa, come rappresentante della società civile. Prima donna eletta vice presidente nazionale di Confcommercio, non ha mai preso posizioni politiche nette, tanto che alcuni, nel PD, la pensavano come possibile candidata del centrosinistra.
A proposito di chi poteva stare su una staffa o sull’altra, come candidato del centrodetra era venuto fuori anche il nome di Francesco Profumo, che comunque continua a fare il pesce in barile e si guarda bene dall’aprir bocca. “Ci sto pensando” diceva ancora ieri.
(via ilpost)
venerdì 10 settembre 2010
Tutti fermi
domenica 5 settembre 2010
Oggi sono qui
sabato 4 settembre 2010
Napolitano superstar
venerdì 27 agosto 2010
Il nuovo nome per Torino
Stando a quanto emerge dalle due piccole colonnine del quotidiano, il tratto più distintivo del direttore mi sembra adeguato per il profilo che vorrei la città continuasse a mantenere (vale a dire attenta alla coesione sociale senza essere repressiva).
Qui trovate una sua lettera in cui spiega i motivi dell'istituzione del sito internet del carcere Le Vallette.
A me uno così può piacere. Ben venga la sua candidatura alle primarie.
mercoledì 21 luglio 2010
Debora e Antonella all'anagrafe per la prima unione civile omosessuale
Un altro tassello. Magari simbolico, ma per noi importante. A chi non capisce provo a spiegare: l’altra sera abbiamo telefonato alla mamma di Debora che saremmo venute a prendere questo certificato dove si attesta che siamo “una famiglia anagrafica in ragione dell’esistenza di vincoli affettivi” e lei si è messa a piangere. Ha detto: “Ma è una cosa molto importante”. In quel momento abbiamo compreso cosa sia la sofferenza di un genitore per la discriminazione di un figlio. Noi conviviamo con la mancanza di diritti. È una condizione sotto pelle a cui ci siamo, purtroppo, abituate. Una mamma non si abitua.
(via lastampa)
giovedì 8 luglio 2010
Come il Parlamento dà il buon esempio agli Italiani
mercoledì 30 giugno 2010
martedì 29 giugno 2010
Torino, civile sempre.
Da oggi l'anagrafe potrà rilasciare un certificato con cui si riconosce un attestato di "famiglia anagrafica basata sul vincolo affettivo".
Il documento sarà valido per il riconoscimento di diritti e benefici previsti dall’amministrazione comunale: casa, sanità e servizi sociali, giovani, genitori e anziani, sport e tempo libero, formazione, scuola e servizi educativi, diritti e partecipazione.
Grazie, grazie, grazie Torino.
martedì 15 giugno 2010
Azzus
Direi che con un'astensione del 76% c'è non solo da preoccuparsi, ma proprio da correre ai ripari.
Chi ha responsabilità amministrative nel territorio dovrebbe iniziare a porsi delle domande. O no?
sabato 22 maggio 2010
venerdì 14 maggio 2010
Nessuno si stupisca delle 12000 preferenze del Trota
Da Piovonorane
Sull’elezione di Renzo Bossi ricevo e volentieri pubblico questa lettera di Michele, segretario di seggio in un comune lombardo alle ultime regionali, in una circoscrizione dove Renzo Bossi non era candidato.
Gentile Dottor Gilioli,
L’elezione di Renzo Bossi e l’elevato numero di preferenze che ha ottenuto secondo me non dovrebbero stupire più di tanto.
Infatti in Italia vige il principio del favor voti, in base al quale «il voto, ancorchè non espresso nelle forme previste dal legislatore, può ritenersi valido tutte le volte in cui, da un lato, risulti manifesta la volontà dell’ elettore (univocità del voto) e, dall’ altro, per le modalità di espressione (non conformi al modello legislativo), esso non sia riconoscibile».
Secondo questo principio, dunque, la sostanza (ovvero la volontà dell’elettore se chiaramente manifesta) prevale su eventuali vizi di forma.
Quindi, se una scheda presenta la croce sul simbolo di un partito e al contempo nello spazio riservato alla preferenza il cognome e/o nome di un candidato anche scritto in modo grammaticalmente scorretto, è valido sia il voto al partito che la preferenza indicata. Ma non solo. Nel caso in cui la preferenza fosse espressa ad un politico non presente tra i “preferenziabili”, ma a tutti noto, comunque il voto al partito sarebbe valido (perchè l’elettore non è riconoscibile), mentre ovviamente la preferenza no.
Ebbene, nelle le ultime elezioni regionali, durante le quali ho assunto la funzione di Segretario di seggio presso una sezione di un piccolo Comune brianzolo, ricordo moltissimi casi di schede contenenti la croce sul simbolo del Partito e contemporaneamente, nelle preferenze, l’indicazione di un politico nazionale non tra quelli in lista (per esempio, scheda votata al PDL e nelle preferenze “Berlusconi” o “Formigoni”, piuttosto che scheda votata per IDV e nelle preferenze “Di Pietro”).
Come detto, tutti questi voti sono stati, anche in accordo con i rappresentanti di lista, considerati validi per il partito, mentre la preferenza ovviamente no, non potendola attribuire ad alcuno dei candidati in lista.
Puoi ben immaginare quante siano state, in un piccolo paese del profondo nord brianzolo, le schede votate per la Lega Nord con indicazione “Bossi”.
Non posso chiaramente fornirti cifre, anche perchè queste schede indicanti preferenze ad un politico non compreso nelle liste non venivano conteggiate, ma son sicuro di aver letto assai più “Berlusconi” o “Formigoni” o “Bossi” rispetto a qualunque altro candidato presente nelle liste.
Per tanto, a me pare ovvio che, se nella mia circoscrizione si fosse presentato un candidato dal nome “Giuseppe Berlusconi”, piuttosto che “Sandro Formigoni”, piuttosto che “Lorenzo Bossi”, a lui sarebbero andate tutte le preferenze espresse da quegli elettori che hanno accompaganto il loro voto con l’indicazione del politico nazionale famoso.
Sarebbe molto interessante prendere una circoscrizione dove Renzo Bossi non era candidato, verificare quante schede riportano tra le preferenze il cognome “Bossi”, e confrontare questo dato con le preferenze a “Bossi” espresse nella circoscrizione in cui era candidato.
Ovviamente, Renzo Bossi è stato eletto in modo democratico, rispettando la legge elettorale e ha pieno diritto di essere consigliere della Regione Lombardia e da cittadino lombardo spero che faccia bene.
Forse, più che interrogarsi su “chi l’ha votato” occorrerebbe chiedersi se il sistema elettorale è corretto.
Ciao.
Michele.