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martedì 5 aprile 2011

PD svegliati, a Milano si può


Raccomando l'editoriale di Europa di oggi, con un piccolo monito al PD a crederci davvero perché "rivincere a Torino e Bologna è quasi un dovere e non sarebbe una notizia, farcela a Napoli e Cagliari sarebbe una bella sorpresa ma non uno tsunami come la vittoria contro la Moratti".

venerdì 1 aprile 2011

Elezioni comunali Torino: secondo GM&P Fassino Sindaco al primo turno

Credo sia un sondaggio commissionato dal PD, quindi è ovvio che tenda a esagerare il risultato di Fassino. Ad ogni modo, credo che la direzione in cui stiamo andando sia quella: Fassino porta a casa la partita già al primo turno, magari non con il 57% del sondaggio ma con il 51/52 tutto. A meno di una brillante campagna elettorale di Coppola e Musy, s'intende.

lunedì 7 febbraio 2011

Les jeux sont faits?

Un sondaggio di nuovasocietà mette a luce un terzo incomodo tra Fassino e Gariglio: Gianguido Passoni, che guida la classifica con il 41%. Segue Fassino con il 26% e Curto con il 13%. Gariglio quarto con il 10%, chiude Viale con l'8%.

venerdì 4 febbraio 2011

Qualche parola su... Passoni

Il candidato della sinistra resta, per ora, senza bandiere. Lo sostiene una parte di Sel e “Torino Bene Comune”. Prioritaria la difesa dei conti: una situazione strumentalizzata ad arte. L'assessore si rivela uno dei più leali collaboratori del sindaco che infatti potrebbe dargli una mano

È il miglior alleato di Fassino, come insinuano gli antipatizzanti, o un concorrente talmente leale con la coalizione e rigoroso sui contenuti politici da aborrire ogni forma di schermaglia polemica, secondo la descrizione dei (molti) estimatori? Sia quel che sia, Gianguido Passoni, il terzo incognito delle primarie democratiche, fatica non poco a scrollarsi di dosso l’etichetta del comunista prediletto di Sergio Chiamparino. Il sindaco lo stima a tal punto da aver accarezzato l’idea di incoronarlo per la sua successione, poi le cose sono andate come sono andate e l’assessore al Bilancio si è ritrovato a gareggiare da solo, senza grandi sponsor alle spalle, orfano di sigle e partiti, sostenuto unicamente da “Torino bene comune”, un advocacy group di militanti e dirigenti della sinistra torinese delle più varie estrazioni.


Non ha l’appeal dell'arruffapopolo – e forse per questa ragione il vertice locale di Sel è assai prudente a scendere al suo fianco –, alle starnazzate preferisce i ragionamenti “lunghi” e alle affermazioni demagogiche antepone proposte concrete: la salvaguardia delle risorse pubbliche, la tutela della vocazione manifatturiera della città, nuovi modelli di welfare comunale, valorizzazione delle differenze, bilancio sostenibile senza privatizzare le aziende partecipate. Ma è proprio sull’ultimo punto, il core business dell’impegno amministrativo degli ultimi anni, che Passoni raccoglie molte critiche. “Troppo schiacciato su Chiamparino”, dicono alla sua sinistra; “rischia di reggere la coda ai paladini del continuismo”, rintuzzano i garigliani.


Le sue prime mosse sembrano confermare quest’orientamento. Sullo stato disastroso delle casse di Palazzo di Città ha assunto le vesti del difensore d’ufficio, sebbene non abbia alcuna responsabilità della situazione debitoria, avendo ereditato la patata bollente dal suo predecessore Paolo Peveraro, protagonista (in)discusso della stagione della finanza creativa. Spiega in modo puntiglioso: «I dati sono confortanti: nel 2009, rispetto al 2008, il gruppo Città di Torino riduce l’indebitamento del 2,11%, aumenta del 4,12 % il valore dell’attivo immobilizzato, migliora il risultato economico del 71%, occupa 23281 persone, costituisce circa il 15% del prodotto interno della città. Tutti dati positivi che dimostrano come il tema del debito sia stato strumentalizzato, perché ampiamente superato dal valore dell’attivo di 9 miliardi e trecento milioni, tutti di investimenti. C’è un altro punto importante: con 3,352 miliardi di volume dei proventi e con una politica accorta e di buona gestione, si possono finanziare i servizi pubblici, asili compresi, senza liquidare e vendere le partecipate». Infine, una stoccata al tanto decantato federalismo: «Nel 2009 il Comune con i conti consolidati ha pagato allo Stato 129 milioni di imposte. Lo Stato, per contro, ci toglie 43 milioni di trasferimenti».


Forte di queste argomentazioni tecniche, corroborate dal rating di Standard & Poor's, Passoni ritiene di avere buone carte da giocare se solo il vertice del Pd non si mettesse di traverso, come ha fatto nei primi giorni di raccolta delle firme, lesinando sul numero dei moduli. L’esordio è stato confortante: la sola associazione “Rosso Ideale” ha portato d’emblée 400 firme, per i banchetti del weekend si sono fatti avanti molti volontari. Chiamparino, pur ufficialmente impegnato con Fassino, avrebbe assicurato una mano “discreta” nella raccolta delle tremila sottoscrizioni: le parcelle degli avvocati vanno onorate.

via http://www.lospiffero.com/

mercoledì 2 febbraio 2011

Torino è in rosso



Ahahah. Do atto a Maurizio Marrone di aver scelto un simpatico copy per il manifesto che campeggia per i corsi della città. Non ho trovato nessuna immagine, quindi proverò a descriverlo: fondo marrone, con la scritta "Torino è in rosso" e il claim in azzurro subito sotto: "cambia colore". In alto, in azzurro, il nome "Maurizio Marrone". Al centro, in basso il simbolo di Forza Italia. Pardon, del PDL.

Un simpatico gioco di colori che richiama la Torino rossa di sinistra e il debito della giunta Chiamparino, che contrasta con l'azzurro Forza Italia (ehm PDL); infine il cognome del politico a fare da corollario a tutto, con l'invito a cambiare colore e a scegliere il Marrone (o quanto meno l'azzurro).

Non so però quanti, non avvezzi alla politica locale, potrebbero capire il gioco di parole e colori. Già sapere che Torino è indebitata credo non sia da tutti; da lì poi a sapere che Marrone è il cognome del vice coordinatore cittadino del PDL...

Update: immagine trovata su La Stampa di giovedì 3 febbraio

venerdì 28 gennaio 2011

L'altra (candidata)

Nuova donna in campo per le comunali di Torino. Anzi, l'unica finora, visto che la Sandretto resta al momento una lontanissima ipotesi. Si tratta di Maria Caramelli, che, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto, dovrebbe essere la candidata del Terzo Polo torinese.

53 anni, veterinaria, direttrice dell'istituto zooprofilattico di Torino, si è occupata in prima persona dei casi di mucca pazza e delle mozzarelle blu.

Più citata su lazampa.it che su lastampa.it, sul web ho trovato una perla che la riguarda, una sua citazione:

Non so se esista la reale possibilità di conciliare figli e carriera. Fanno a pugni”.

Nemmeno io so se sia possibile, ma so che sicuramente questa dichiarazione fa a pugni con i valori dell'UDC.

lunedì 24 gennaio 2011

Comunali Torino 2011, Ghiglia vince le primarie farlocche del PDL

Agostino Ghiglia ha vinto le primarie online indette dal PDL con puro intento consultivo e non definitivo. Sarà lui l'erede di Rocco Buttiglione, candidato a Sindaco di Torino nelle elezioni comunali di quest'anno?
Ghiglia ha totalizzato il 18% su poco meno di 1800 voti, vincendo di poco sul fino ad ora sconosciuto Maurizio Marrone, coordinatore cittadino del partito. Medaglia di bronzo a Michele Coppola con il 13%, quarta Barbara Bonino al 11,6%, seguono Giacometto e Ravello appaiati con l'11,5% e tutto il resto della cricca.

Ora la domanda: ma 1734 voti raccolti rappresentano un successo?

Sì vabbé

Vedere la Santanché, che ha impostato qualche anno fa tutta la sua intera campagna elettorale sul modo in cui Berlusconi tratta le donne (ricordate il famoso slogan "le vede solo in orizzontale"?), difendere Berlusconi sul TG La7 dicendo che è un povero perseguitato non ha prezzo. Disgustorama. 
Ma cosa pensa, che la gente dimentichi? 
Che faccia da culo, incredibile. Non c'è proprio più dignità. La coerenza l'abbiamo persa da tempo in politica, la dignità pure, ora.

martedì 18 gennaio 2011

Primarie Torino: si vota il 27 febbraio 2011

Save the date: 27 febbraio 2011.
Per scegliere il candidato del centrosinistra per le elezioni comunali di Torino, in cui verrà eletto il successore di Chiamparino come Sindaco della città.


Dal sito pdtorino.it:

I moduli di raccolta firme, per sottoscrivere le candidature alle Primarie per l’elezione del candidato Sindaco della Città di Torino, saranno disponibili a partire da venerdì 7 gennaio 2011, presso la sede del Partito Democratico di Torino, in Via San Francesco d’Assisi 35 a Torino. Per sottoscrivere le candidature dei candidati del PD è necessario essere iscritti al Partito di Torino entro e non oltre il 30 novembre 2010, in caso contrario non è consentita la sottoscrizione. Gli orari della sede sono i seguenti:lun-ven: 9.30-13.00 14.00-18.30sabato e domenica chiuso. Per info: Partito Democratico di Torino 011-4407687 011-4546053e-mail: partitodemocratico.to@gmail.com

Infine, le istruzioni per l'uso contenute nella lettera di Paola Bragantini, segretaria provinciale del PD, inviata a tutti gli iscritti torinesi:

Caro Amico, cara Amica
desidero informarti che – in ossequio allo Statuto Nazionale del nostro Partito – domenica 27 febbraio 2011 si terranno le Primarie per la selezione della candidatura alla carica di Sindaco del Comune di Torino in occasione delle elezioni amministrative della prossima primavera.
Ad oggi la Segreteria del Partito Democratico di Torino ha ricevuto la disponibilità a candidarsi di Giorgio Ardito, Piero Fassino, Davide Gariglio e Roberto Placido.
La nostra Assemblea Provinciale - riunitasi mercoledì 15 e sabato 18 dicembre - ha stabilito che lesottoscrizioni a sostegno di una proposta di candidatura possano essere raccolte dal 7 al 27 gennaio e che ciascuna di esse debba essere corredata da un numero di firme pari al 20% degli iscritti nei circoli del comune di riferimento, in questo caso Torino. A tal fine sono valide le firme di coloro che hanno rinnovato la tessera entro il 30 novembre 2010; non sono valide le sottoscrizioni dei nuovi tesserati della campagna 2011, in partenza da martedì 4 gennaio. Ogni iscritto può sottoscrivere una sola candidatura.
Qualora tu intenda sottoscrivere una candidatura, dal 7 al 27 gennaio puoi recarti nella sede del Partito Democratico di Torino, in via San Francesco d’Assisi n. 35, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.30 alle ore 18.30, oppure puoi telefonare ai numeri sotto riportati per avere informazioni rispetto agli orari di apertura del tuo circolo.

mercoledì 12 gennaio 2011

Primarie Torino, primo sondaggio candidati

PRIMARIE DI TORINO PD SONDAGGIO: 27 FEBBRAIO
P.FASSINO(pd): 47 %
(R.TRICARICO pd): 28 %
D.GARIGLIO(MODERATI ,EX MARGHERITA) : 15 %
R.PLACIDO: 6 %
G.ARDITO(SX ESTREMA) : 4 %

Dopo un'autentica bufera sulle firme per presentarsi,e con ancora l'incognita Tricarico sulla gara,il Pd sembra avvicinarsi a questa sfida che vede l'ex segretario dei Ds molto avvantaggiato. La destra, pur se in ritardo sembra candidare la nuova leva Coppola, molto giovane, ma che soffrirà moltissimo la
candidatura di un uomo del terzo polo e il passaggio del popolare Rosso a Fli.

Primarie Torino: 40 domande per 4 candidati

L'altra sera sono andato all'incontro organizzato da Sinistra in Rete con i 4 candidati ufficiali delle primarie del PD e volevo esprimere qualche pensiero sparso.

Penso sia triste che, dopo aver avuto una giunta comunale molto buona e con un approval rating molto alto per tutti gli anni di mandato, non ci sia alcun rappresentante candidato a raccogliere il testimone di Chiamparino. Questo mi dispiace molto. E lo trovo anche insensato.

Lo staff di Sinistra in Rete si è sbattuto tanto per organizzare l'evento (e si vedeva: dalla grafica interattiva molto originale, ai segnaposti dei candidati molto curati...) e per questo hanno il mio plauso.

Le introduzioni a questi incontri sono terribilmente odiose e dovrebbero essere limitate a fare gli onori di casa per massimo 3 minuti. Ogni secondo in più è un'agonia.

I temi erano 8, e ogni tema prevedeva 5 domande contrassegnate da un numero: i candidati erano stati messi a conoscenza delle 40 domande totali, ma in realtà era Tropeano a scegliere un tema e i 4 garibaldini dovevano scegliere un numero, che celava la domanda a cui avrebbero dovuto rispondere. Un ottimo modo per estrarre a sorte.

Peccato che Tropeano di questi 8 temi (che in teoria avrebbero dovuto essere coperti tutti) ne abbia scelti solo 5 lasciando fuori alcuni per me di grande interesse, vale a dire "area metropolitana" e "giovani".

Ora qualche parola sui candidati.

Ardito. Personalmente non lo conoscevo prima, è sicuramente l'outsider e ha fatto l'impressione dell'outsider. Anche lo schema comunicativo era posto in attacco: la voce era sempre alta, aggressiva, cercava di fare "scandalo" e creare interesse per la sua figura. Voci di corridoio in sala dicevano comunque che probabilmente si ritirerà prima della fine della corsa, e che comunque non riuscirà a raccogliere le firme.
Schietto, dirompente, alla fine esce dall'incontro con un giudizio sicuramente più positivo dell'indifferenza che prima gli spettava. Le sue posizioni sono spesso estreme, è l'unico dei candidati che voterebbe NO al referendum della Fiat (se fosse operaio ma solo se senza famiglia e senza figli). Il suo exploit è arrivato alla terza domanda, quando gli è stato chiesto se fosse necessario costruire altri alloggi a Torino. Secca la sua risposta "No", punto. E poi silenzio. Tropeano gli chiede di argomentare, e lui ribatte: "Ma cosa c'è da argomentare? No, punto." E inizia a snocciolare per venti secondi numeri precisissimi sulla situazione degli appartamenti vuoti a Torino e su una politica della casa che dovrebbe agevolare il loro riempimento. Il pubblico applaude, è il suo momento di gloria. Ma era preparato.

Fassino. Tra i 4 è quello che fa una migliore impressione. Competente, serio, conosce la situazione della città, non evita le domande, propone soluzioni, sembra abbia chiaro quello che bisogna fare. Ho trovato poi piacevole la disponibilità a partecipare alle primarie e a partecipare a incontri di questo tipo, perché pensavo che un politico del suo calibro non si sarebbe mai "abbassato" a comparse del genere.
Ribatte che Chiamparino ha un anno più di lui, e che Profumo ne avrebbe avuti solo 5 in meno, quindi si chiede perché il discorso dell'età anagrafica valga per alcuni e per altri no. Strike 1 per Fassino. Dice comunque che la classe dirigente a Torino c'è (e che è ovvio che ci siano state le condizioni più favorevoli in assoluto per prepararla, visto che nei 5 anni precedenti si è governato la Regione, la Provincia e il Comune contemporaneamente) e che lui offre la sua carriera politica e internazionale al servizio della Città per far crescere questa classe dirigente. Una sorta di traghettatore tra l'era Chiamparino e l'era del futuro Sindaco, probabilmente più giovane e "diverso".
Un politico di lungo corso, e si vede. L'ho decisamente rivalutato dopo l'incontro.


Gariglio. Sicuramente è preparato, ma a pelle proprio non mi piace. Durante l'incontro cercava di portare a segno quanto più possibile i suoi interventi per meritare l'applauso del pubblico, e così alzava la voce, assumeva spesso un tono esasperato, e due volte ha ottenuto ciò che voleva. Ma in realtà il timbro della sua voce non è forte, e immaginatevi uno che grida cercando di darsi importanza con una voce "a metà". Non ci siamo.
Sembra intelligente, ma elude le domande. Risponde sempre a quello che vuole lui. Tropeano gli si lancia contro per due domande chidendogli del suo passato democristiano e provando a metterlo in difficoltà (e se la prima volta ci stava, la seconda aveva rotto): gli chiede cosa pensa dei diritti civili e del matrimonio lesbico officiato da Chiamparino, e Gariglio parla di sharia. Non ci siamo.
L'età gioca a suo favore, il curriculum è sicuramente buono, ma... non mi convince.

Placido. Dei 4 è il più popolare, "popolare" nel senso di "venuto dal popolo". Il suo modo di parlare è molto colloquiale, talvolta sgrammaticato, gesticola un sacco (e non mi piace), in sala pareva fosse il preferito tra il pubblico. Ha sicuramente delle idee sulla città, non ha mai alzato la voce ma ha fatto dei punti molto sensati. Il tono poi era molto sincero, e talvolta sembrava anche leggermente imbarazzato. A volte in difficoltà nel dare le risposte. Null'altro da segnalare.

Ho dimenticato in ufficio gli appunti delle risposte dei candidati, quindi probabilmente integrerò questo post in seguito con qualche contenuto più "succoso". Concludo aggiungendo che me ne sono andato dall'incontro, spossato e tediato, prima che i candidati facessero il discorsino finale da 5 minuti sulle ragioni della loro candidatura; per cui se qualcuno è a conoscenza di quale propaganda si siano fatti può comunicarmelo nei commenti, grazie.

domenica 9 gennaio 2011

Primarie Torino: Tricarico scende in campo

Andrea Rossi, lastampa.it

Il guanto di sfida è racchiuso in una lettera. Ce n’è per tutti: il partito che asserragliato in se stesso anziché aperto alle forze della città; i vecchi dirigenti che non ne vogliono sapere di farsi da parte; l’orgoglio di chi ha amministrato la città negli ultimi anni; l’esigenza di un ricambio generazionale. Preceduta dalle scudisciate del senatore Ignazio Marino e dai ripetuti affondi dei rottamatori, sul Pd piomba la candidatura di Roberto Tricarico. L’assessore alla Casa, 42 anni, nato a Torino ma figlio d’immigrati, vuole partecipare alle primarie. «Intendo presentarmi con la spinta dei cittadini-elettori, iscritti e non iscritti al Pd, con i banchetti nei mercati e nelle piazze». Vuole correre, ma in polemica con il regolamento varato dal partito torinese: 700 firme da raccogliere tra i 3500 tesserati, ma non tra gli elettori. «Come mai a Milano, Bologna e Napoli i candidati alle primarie raccolgono le adesioni tra la gente e a Torino le firme dei cittadini sono contro lo statuto?», polemizza Diego Castagno, uno dei leader dei rottamatori torinesi.

Se non è una dichiarazione di guerra, quanto meno è uno schiaffo che sembra varcare i confini di Torino. C’è uno scenario nazionale in evoluzione: la direzione nazionale del 13 gennaio sarà preceduta, il giorno prima, da una contro-direzione organizzata dai rottamatori; i veltroniani sono in fibrillazione; il quadro di alleanze su cui la segreteria Bersani sta ragionando (apertura al terzo polo a costo di sacrificare Vendola e Di Pietro) fa storcere il naso a molti. L’irruzione a gamba tesa di Tricarico nasce in questo contesto, con la benedizione di Ignazio Marino e Pippo Civati, e a Torino sancisce l’irrompere della sfida generazionale: «Io sono nato nel 1968», dice Tricarico, «quando i nostri padri volevano portare l’immaginazione al potere e oggi, insieme con i nostri nonni, sono ancora lì a spiegarci che siamo troppo giovani. Negli altri Paesi alla mia età si è già fuori dalla politica e si è lasciato spazio a quella nuova generazione su cui il presidente Napolitano ha centrato buona parte del messaggio di fine anno».

La reazione del Pd, per ora, non promette nulla di buono. Il partito tiene il punto: le regole sono quelle stabilite, non ci saranno deroghe per nessuno. Il braccio di ferro è dietro l’angolo. E le scosse si avvertiranno anche a Roma. L’assessore tira dritto, convinto che alla fine nessuno potrà impedirne la candidatura se su di lui convergeranno persone e forze della città. Comincia a delineare scampoli di programma: «Cerchiamo soluzioni per attrarre altri investimenti e consolidare il nostro distretto dell’auto. E pensiamo a una Torino con più abitanti, più giovani, un incremento della conoscenza e dell’uso dell’intelligenza, anche tecnologica, in tutti i settori, dalla mobilità al welfare». Darà il via alla sua campagna dopo il referendum di Mirafiori. «Ho deciso così per rispetto della difficile scelta che gli operai e le loro famiglie stanno per compiere. Comprendo le ragioni del no, perché solo chi è in fabbrica può capire il peso delle nuove richieste dell’azienda e gli stravolgimenti che possono provocare alla propria vita. L’investimento promesso da Fiat ha una ricaduta positiva, per questo dobbiamo essere vicini alla scelta dei lavoratori».

Aspetterà il verdetto di Mirafiori, 13 e 14 gennaio. Aspetterà anche l’arrivo in città di Nichi Vendola, il 12. C’è un cantiere aperto, vorticose girandole d’incontri: sinistra vendoliana, rottamatori del Pd, Fabbriche di Nichi, Office corsare, studenti, Terra del Fuoco, Acmos, associazioni. Il percorso è avviato, la candidatura di Tricarico lì s’inserisce. Non è l’unica: un altro assessore della giunta Chiamparino, Gianguido Passoni, si è fatto avanti. Altri nomi potrebbero spuntare. «Le persone della mia età possono cedere il passo a una candidatura espressione della nuova generazione, un nuovo patto. Altrimenti tocca a noi», chiude Tricarico.

sabato 8 gennaio 2011

Nuova bagarre sulle primarie

L'intervista di Ignazio Marino alla Stampa di ieri è stata la miccia che ha rifatto esplodere il caso primarie a Torino. In particolare, a essere messe sulla graticola, sono le regole: regole che, a quanto pare, "limitano il numero di candidati" (e non è vero, sono già 4). Il caso è nientepopodimeno che dell'assessore alla casa e all'ambiente Roberto Tricarico che, non controllando manipoli di tesserati, faticherebbe a raggiungere le 700 firme necessarie per presentare la propria candidatura.

Ora, credo che il punto sollevato da Tricarico e Marino sia sacrosanto e che entrambi abbiano ragione a chiedere chea essere valide per la presentazione della candidatura siano anche le firme degli esterni al partito. Non so perché non sia stato deciso in questo modo infatti, dato che la questione era già stata posta in passato. Inoltre apprezzo il lavoro svolto dall'assessore in questi anni e sarei felice di vederlo in corsa: del resto, credo io, più siamo e meglio è - ma questo, in effetti, vale solo quando si parla di primarie di idee e non di nomi.

Ciò che tuttavia non condivido è il tempismo: le regole delle primarie sono state decise il mese scorso, dopo mesi e mesi di caciara in cui il PD si è fatto un danno potenzialmente preoccupante, e con lui tutta la sinistra torinese. Perché riaprire questo vaso di Pandora adesso? Se Tricarico si vuole candidare, inizi la campagna e cerchi queste benedette 700 firme dei tesserati. La mia è a sua disposizione.

martedì 28 dicembre 2010

Toglietemi tutto ma non l'indennità

Il Movimento 5 Stelle Piemonte ha proposto la riduzione della cosiddetta indennità dei consiglieri regionali del 30 per cento, l’eliminazione dei rimborsi forfettari (oltre 2.400 euro netti mensili), la riduzione dei gettoni di presenza da 122 euro a una cifra simbolica di un euro, la riduzione dei rimborsi chilometrici e infine la riduzione del vitalizio di un terzo agli ex consiglieri (quello attuale concede dopo i 65 anni un assegno mensile di 3.000 euro dopo un mandato fino ad un massimo di 8.000 euro dopo 4 mandati).

Attualmente lo stipendio di un consigliere regionale veleggia tra un minimo di un consigliere senza nessun altro incarico e residente a Torino, che autocertifica una media di 12 incontri istituzionali di 7,553 euro netti mensili ad un massimo di un consigliere capogruppo, che autocertifica 30 attività istituzionali al mese, residente a 200 km da Torino, di quasi 17 mila euro netti.

Pdl, Pd e Lega hanno bocciato le proposte dei grillini in Commissione. Hanno votato a favore l’Idv e l’ex Rifondazione, la rappresentante di Sel era assente.

Domani mercoledì 29 la questione sarà ridiscussa in Consiglio regionale.

Spero che almeno i consiglieri del centrosinistra rinsaviscano e si rendano conto che anche i gesti simbolici hanno il loro significato, soprattutto in un momento di crisi economica. Uno stipendio di 3.500-4.000 euro per un consigliere regionale è fin troppo generoso, e comunque basta per mantenere decorosamente la propria famiglia.

Il mio pieno appoggio all’iniziativa di Davide Bono e Fabrizio Biolé."

(via piovono rane)

Problemi di bilancio per Fassino

Italia oggi pubblica un articolo che anticipa in qualche modo i temi della campagna elettorale delle primarie del centrosinistra torinese, vale a dire l'ingresso di Peveraro nella squadra fassiniana.
Peveraro, ex assessore al bilancio del comune e in seguito vice di Mercedes Bresso in regione, è da molti additato come il principale responsabile dell'altissimo indebitamento del comune di Torino, accumulato durante gli anni di preparazione alle Olimpiadi, coincidenti con il primo mandato di Chiamparino.
E dietro questo ingresso ci sarebbe proprio Chiamparino, passato a supportare esplicitamente Fassino dopo aver abbandonato la potenziale candidatura di Profumo, il Rettore "tentenna".

Città democratica: Torino verso le amministrative

Un'ottima e puntuale analisi dei flussi elettorali nella Città di Torino, fatta sul blog Città Democratica, che riporto interamente qui di seguito (l'originale lo trovate qui)

Tra le grandi città in cui nel 2011 si terranno le elezioni amministrative Torino è probabilmente quella in cui la macchina elettorale si sta muovendo con maggiore ritardo.

Dopo il forfait del Rettore del Politecnico, Profumo, si è scatenata una vera girandola di nomi nel centrosinistra che solo in questi giorni si sta focalizzando intorno ai nomi di Fassino, Placido, Gariglio e Ardito, in attesa di Tricarico e di un nome ancora ignoto in quota SEL.

Il centrodestra pare oscillare tra Coppola e Coppa, ma in questo momento la sua strategia è estremamente attendista, quasi fosse anch'esso in attesa delle primarie del centrosinistra fissate al momento per il 13 febbraio.

Questa situazione permette di tralasciare in questa prima analisi l'eventuale effetto candidato, per concentrarsi sulla forza delle coalizioni sotto la Mole.

A questo link si trova un excel contenente i risultati delle elezioni regionali 2005, politiche 2006, comunali 2006, politiche 2008, provinciali 2009 e regionali 2010 così come riportate dal servizio elettorale1 del Comune di Torino: tutte le tornate elettorali degli ultimi sei anni ad eccezioni delle europee 2009, proprio per prendere in considerazione solo le elezioni in cui si puntava all'elezione di una carica monocratica. La forte connotazione personalistica data alle elezioni politiche nella II Repubblica permette di considerarle, da questo punto di vista, paragonabili alle elezioni amministrative.





Confronto centrodestra-centrosinistra

nel Comune di Torino (2005 - 2010)
Il quadro che emerge è abbastanza chiaro: Torino è una città di centrosinistra. Nelle tornate elettorali prese in considerazione il centrosinistra ha oscillato tra il 46,14% ed il 63,62% (media 54,95%, deviazione standard 6,91%), mentre il centrodestra ha ottenuto una forbice che spazia tra il 32,16% ed il 42,47% (media 38,37%, deviazione standard 3,45%).



È bene evidenziare il fatto che per consultazioni elettorali differenti i concetti di centrodestra e centrosinistra sono a loro volta differenti: la geometria e la composizione delle coalizioni è variata più volte nel corso degli anni, e con essa la presenza o meno delle cosiddette terze forze.



Facendo i dati riferimento ai risultati ottenuti dalle liste e non dai candidati, la bassa deviazione standard che emerge osservando i dati del centrodestra permette di trarre una prima importante conclusione: i risultati di tale coalizione restano grosso modo sempre gli stessi indipendentemente dalla competizione elettorale. Questo significa che il numero di votanti della coalizione di centrodestra, a Torino, è fortemente correlato con il numero dei votanti in generale, e l'affluenza non ha pertanto grossi impatti su questa parte politica.

Al contrario, è evidente che il fenomeno del non-voto - così come il diverso richiamo alle urne che suscitano competizioni di tipo differente - provoca di volta in volta delle oscillazioni piuttosto sensibili sulla coalizione di centrosinistra, ribadendo il cronico problema che attanaglia questa parte politica da diversi anni a questa parte, ovvero la capacità o meno di portare alle urne i propri simpatizzanti.



Se si osserva nel dettaglio il rapporto tra i partiti della coalizione, diventa interessante misurare da un lato l'andamento relativo tra PdL e Lega, e dall'altro quello tra PD, IdV e SEL.







Rapporto PDL-Lega

nel Comune di Torino (2005 - 2010)





Rapporto PD-IdV-SEL

nel Comune di Torino (2005 - 2010)


In entrambi gli schieramenti principali si assiste, dopo il 2008, ad un repentino e violento calo percentuale dei partiti principali (PdL e PD) in favore delle forze di minoranza (Lega da una parte e IdV e SEL dall'altra).

La causa dietro a questo fenomeno è evidente: se si osserva l'andamento dell'IdV si nota una violenta cesura tra il 2006 ed il 2008 con un passaggio da meno di 10.000 voti ad oltre 30.000 preferenze; tra il 2008 ed il 2010, tuttavia, le simpatie per il partito di Di Pietro si sono mantenute su un livello pressoché stabile. Un discorso analogo, anche in termini di cifre, può essere fatto per la Lega Nord, mentre Sinistra Ecologia e Libertà presenta una serie storica troppo breve per essere presa in esame in questo tipo di analisi.

La stabilità di Lega e IdV, a fronte di un accrescimento del loro peso a livello di coalizione, implica che esiste una diaspora di consensi nel PD e nel PdL che, se da un lato si compensa a livello di rapporti di forza tra le coalizioni, dall'altro muta in maniera molto evidente la composizione delle coalizioni stesse.


Ancora più importante, questa analisi permette di capire come il principale nemico di PD e PdL sia l'astensionismo. Il cannibalismo che Lega e IdV hanno esercitato all'interno delle rispettive coalizioni non è legato ad un vero e proprio travaso di consensi, ma alla capacità di mantenere - senza accrescere - il proprio elettorato mentre quello dei partiti "maggiori" calava o si disperdeva su altre formazioni.

Naturalmente non bisogna dimenticare un certo margine di errore nei risultati ottenuti, dovuto alla presenza o all'assenza di liste civiche all'interno delle coalizioni, liste che storicamente "pescano" in maniera più evidente nei partiti di maggiori dimensioni. La tendenza è tuttavia innegabile.






Risultati ottenuti dal centrodestra

nel Comune di Torino (2005 - 2010)

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Risultati ottenuti dal centrosinistra


nel Comune di Torino (2005 - 2010)

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Ripartizione circoscrizioni

nel Comune di Torino (2005 - 2010)

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Esaminando lo scenario cittadino dal punto di vista geografico, si vede come il centrodestra sia in grado di prevalere unicamente nella circoscrizione più centrale di Torino (Circoscrizione I: Centro - Crocetta) e di essere vicino al pareggio nella Circoscrizione VIII (San Salvario - Borgo Po - Cavoretto). In tutto il resto della città il centrosinistra prevale senza eccessive difficoltà, specie nelle sue roccaforti delle circoscrizioni II, V e X.







Peso delle circoscrizioni

nel Comune di Torino (2005-2010)


Prendendo in considerazione, infine, il peso relativo delle circoscrizioni, si colgono alcuni accenni di trend - salita della VIII e calo della VI su tutti - in un'ottica tuttavia di sostanziale stazionarietà, sintomo che le differenze di affluenza legate alle differenti competizioni elettorali e alle evoluzioni del fenomeno dell'astensionismo colpiscono in maniera abbastanza uniforme a livello cittadino, quindi in maniera abbastanza scorrelata dalla composizione elettorale del campione formato dagli abitanti di una data circoscrizione.

Si arriva quindi ad un'apparente contraddizione: la variabilità del voto incide soprattutto a sinistra, eppure il peso delle circoscrizioni resta invariato, suggerendo una partecipazione proporzionale malgrado i vari quartieri di Torino presentino risultati anche molto diversi tra loro. Non si notano in sostanza cali significativi di rappresentanza delle circoscrizioni più di sinistra in concomitanza con le elezioni che hanno riservato gli esiti peggiori per la coalizione progressista.

In realtà questi due dati consentono di inquadrare meglio il fenomeno dell'astensionismo relativamente all'area torinese: non vi è un problema - o almeno non è il problema principale - a livello della base storica del partito, ma al contrario vi è molta delusione nel cosiddetto ceto medio progressista, la gente di sinistra non tanto per rivalsa sociale o necessità storica, ma per l'ideale di un mondo migliore, più ecologico, più equo, più meritocratico.

Una fascia di elettorato non collocabile geograficamente ma al tempo stesso sufficientemente numerosa da determinare pesantemente l'esito della prossima competizione elettorale.

(via cittademocratica)

Comunali Torino 2011: primarie PDL


Una pagina immacolata e di una semplicità terrificante: ecco cosa trova chi si reca su www.votailtuosindaco.org, il sito delle primarie farlocche del PDL. Non uno straccio di biografia dei partecipanti, solo una foto, un nome e un cognome. E, dopo aver votato, una pagina bianca ti chiede i dati per rimanere aggiornato sui risultati della consultazione, che saranno resi noti a fine gennaio.
Alla vigilia erano dati favoriti Coppola e la Bonino, che avrebbero sconfitto Ghiglia in uno scontro giovani-vecchi 2 a 0; ma pare che in testa ora ci sia Maurizio Marrone.

Primarie per Torino: sondaggio Facebook

Una graziosa e semplice applicazione di Facebook conta i sostenitori dei vari candidati per le primarie di Torino, con i risultati (provvisori) riportati sopra: Placido stravince, Fassino argento staccato di oltre 20 lunghezze, Tricarico bronzo.

giovedì 11 novembre 2010

venerdì 15 ottobre 2010

Deformazione leghistica

Ancora con la questione degli italiani transfrontalieri in Svizzera. In questo post ci chiedevamo cosa avrebbe detto la Lega a riguardo, visto che i discriminati ora sono proprio i padani, qui Pippo Civati commenta la risposta leghista, in onore della quale inauguriamo il nuovo tag deformazione leghistica.
Perché è davvero ora di mettere in risalto che l'ideologia leghista, che tanto spopola qui al Nord, è insieme deformazione, nel senso di contraddizione e distorsione della realtà, e de-formazione, nel senso di mistificazione e disinformazione, che magari la pancia non coglie, ma il cervello sì.
Per essere tutti un po' meno trogloditi.


Per la serie: se il leghista dà del razzista al ticinese. In Regione Lombardia, la Lega chiede l'istituzione di una commissione speciale d'inchiesta circa «i recenti fatti che hanno coinvolto i frontalieri lombardi in Canton Ticino (Svizzera)». I leghisti sono arrabbiati per la campagna anti-frontalieri, i quali raffigurati come «topi italiani» (per i leghisti due insulti in un colpo solo) andrebbero derattizzati. E non si fa. Mentre dire foeura di ball si può, al di qua delle Alpi, sotto il sole padano. Borghezio non abita più qui: dare un cacio agli italiani non è come dare un calcio agli stranieri. Giusto. La motivazione è ancora più gustosa: «Senza entrare nel merito delle modalità e dei contenuti di tale campagna denigratoria, occorre evidenziare che questi episodi attengono a circa 45.000 frontalieri lombardi e non è da sottovalutare anche il profilo prettamente economico dei ristorni fiscali, pari a 56 milioni di franchi ovvero 44 milioni di euro». A prescindere dalla questione specifica dei ristorni, ci si chiede perché il mitico dato economico non sia mai richiamato quando si tratta degli stranieri residenti in Italia... Ma si sa, gli svizzeri sono razzisti, i padani sono solo padani.
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