giovedì 18 febbraio 2010

martedì 16 febbraio 2010

Piemontesi. Non pirla.

Uno dei nuovi tre messaggi della campagna di Mercedes Bresso per le elezioni regionali 2010 in Piemonte. Gli altri due sono "Piemonte. Non padania" e "Tute blu. Non camicie verdi". Tre messaggi di forte contrapposizione alla concezione leghista della regione.

Bresso: per la Binetti non piangerò

Interpreta il pensiero di molti Mercedes Bresso in questa intervista a e-polis.
[Certo, potrebbe tirarsela un po' di meno.]

domenica 14 febbraio 2010

Buon San Valentino

Ha deciso. Finalmente.
La figliuola prodiga, dopo aver sputato veleno in quante più interviste possibili su tutte le pecore colorate (che le hanno riservato uno scranno in Senato), torna da suo padre e dal suo gregge di pecore bianche bianchissime.

Buon San Valentino a tutti.

L'importanza del marketing

(via marginalrevolution.com)

Il peggio del peggio in 20 parole

Berlusconi al party Renata-Silvio:

Quando vedo le belle donne perdo il filo. Gli italiani sono tutti così, o preferite quegli altri, Marrazzo per esempio?

Maschilismo
becero, sciovinismo a buon mercato, omofobia gretta: il tutto in una mirabile sintesi da osteria di sole 20 (dicasi venti) parole (compresi gli articoli e le preposizioni).

Una domanda alle donne del Lazio: ve la sentite davvero di votare una candidata che non si vergogna, ma al contrario sorride, dopo aver ricevuto un endorsement del genere?


(via miriam pomodorina)

Ecosistemedia

Non sorprende che l'Osservatorio di Pavia registri una prevalenza del governo e della maggioranza nel tempo dedicato dai telegiornali alle dichiarazioni dei politici. Però un po' sorprende la proporzione. (Sole 24 Ore, 2010 e 2009)

Solo su Tg3 il governo e l'opposizione hanno lo stesso tempo. Su Tg1, Tg2, Tg4, Tg5 e Studio Aperto, non c'è paragone. Negli altri telegiornali della Rai i quattro partiti dell'opposizione hanno meno di un terzo del tempo, riporta Marco Mele del Sole. Mentre sui telegiornali della Mediaset, che appartiene al capo del governo e della maggioranza, la parte politica del proprietario ottiene quote comprese tra il 60 e l'80% del tempo. Se poi si moltiplica tutto questo per l'audience, si vede che la grandissima parte degli italiani sono martellati dai messaggi della maggioranza. Ricordando che una quota superiore alla metà degli italiani ottiene le notizie solo dai telegiornali si trova conferma alla convinzione che in queste condizioni la partita del consenso non è facile per l'opposizione.

Ma è chiaro che l'opposizione, quando era governo, non ha pensato che tutto questo potesse essere importante, visto che non ha preso provvedimenti strutturali in materia di proprietà delal tv. Chi dà ragione all'attuale opposizione, dunque, non può preoccuparsi dei dati rilevati dall'Osservatorio di Pavia. (Oppure non è d'accordo con la strategia tenuta in passato in materia dall'opposizione stessa e con chi l'ha guidata in quella direzione).
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