venerdì 2 aprile 2010

Un puro caso di assonanza

Ma perché RU486 mi ricorda tanto Ruini?

Effetto Cota

Anche gli amici di skyscrapercity sono preoccupati per la realizzazione del grattacielo della Regione Piemonte in zona Millefonti.

Il Torino film festival arriva a 25

DA SUBITO si è fatta notare per il nome, "Da Sodoma a Hollywood", ed era una piccola rassegna di cinema a tematiche omosessuali, la prima in Italia. A 25 anni di distanza è diventato Torino Glbt Film Festival (anche se sul web preferiscono chiamarlo più semplicemente Togay), celebrato come il più antico d'Europa e terzo nel mondo dopo i leggendari Frameline di San Francisco e Outfest di Los Angeles. Nome a parte, in un quarto di secolo ha testimoniato la sempre maggiore visibilità del movimento gay e la vitalità del cinema che meglio lo rappresentava, le conquiste sociali e le affermazioni artistiche di giovani autori diventati nel tempo dei maestri per le nuove generazioni. Per festeggiare le nozze d'argento il festival - che si svolgerà a Torino dal 15 al 22 aprile 2010 - dedica una retrospettiva dal titolo I venticinque film che ci hanno cambiato la vita.

Storico direttore del festival è Giovanni Minerba che lo creò insieme a Ottavio Mai, suo compagno di vita e di arte scomparso nel '92. I due cominciarono realizzando alcuni video il primo dei quali, Dalla vita di Piero, fu presentato all'allora neonato CinemaGiovani di Torino. "Cominciammo a frequentare molti festival all'estero per presentare i nostri primi due film - racconta Minerba - e scoprimmo che c'era molto cinema che parlava di tematiche omosessuali e che non arrivava in Italia. Da lì ci venne l'idea e dopo qualche anno abbiamo finalmente incontrato un assessore illuminato che ci ha aiutati a realizzare la rassegna, inaugurata nell'86 e coronata da una sorta di comitato d'onore, necessario per tamponare le prevedibili reazioni, ma abbiamo trovato una schiera di amici che hanno volentieri sostenuto la nostra iniziativa. Lo abbiamo chiamato Da Sodoma a Hollywood e nel tempo si è aggiunto l'acronimo Glbt (Gay, lesbiche, bisessuali e transgender), che all'epoca non esisteva".

Da allora il festival è cresciuto. "Piano piano, come un bambino, con la nostra voglia, la regia mia e di Ottavio e delle persone che lavoravano con noi" prosegue Minerba citando le edizioni più riuscite. "Tra le tante, ricordo in particolare quella dell'88 quando presentammo il primo film di Gus Van Sant, Mala noche, che da noi ottenne il primo premio della sua carriera. Lo stesso con François Ozon che vinse con il suo primo cortometraggio ma sono molti gli autori che abbiamo fatto conoscere sin dalle prime opere cui sono molto legato come Todd Haynes, Gregg Araki o Derek Jarman".

Per festeggiare le nozze d'argento con il pubblico, il festival ha dedicato una sezione con 25 titoli scelti tra quelli che ne hanno marcato la storia nel corso di questi anni, oltre a una manciata di film da riscoprire. Tra questi Bent (1997) del britannico Sean Mathias, film che ha fatto epoca sull'amore ai tempi dell'Olocausto; la commedia spagnola A mia madre piacciono le donne (2002), della coppia Inés Paris e Daniela Fejerman; il canadese Lilies (1996) di John Greyson; Cuori nel deserto (1985) di Donna Deitch, tra i primi film a mostrare apertamente, in maniera romantica, una relazione lesbica; l'argentino Otra historia de amor che a Torino vinse il premio del pubblico nell'88, opera prima e unica di Américo Ortiz de Zárate, che morì nell'89 appena quarantenne; Poison (1991) di Todd Haynes, premiato al Sundance, a Locarno e a Berlino, ma anche Festa di compleanno per il mio amico Harold (1970) di William Friedkin, pietra miliare della cinematografia gay. E infine Happy Together (1997) di Wong Kar-wai, Palma d'oro a Cannes, 25esimo film scelto dal pubblico del web che ha partecipato al sondaggio sul sito del Festival.

"Sappiamo che saremo criticati per le nostre scelte - dichiara Minerba - ma la selezione è stata fatta partendo dal criterio di non scegliere titoli mainstream, sicuramente più noti e amati da un pubblico più vasto, ma di andare a scovare quei film più difficili da recuperare, pensando alle nuove generazioni che non li hanno mai visti. Ci sono corti, documentari e lungometraggi ma soprattutto film che hanno fatto la storia del cinema gay come la Festa di Friedkin, che compie 40 anni, oppure Cuori nel deserto che ne compie 20".

Fra i temi in evidenza in questa edizione il "tormentato, intenso e a volte morboso rapporto madri e figli omosessuali; la bisessualità, non vissuta più come indecisione ma come scelta, ora che si va imponendo la fluidità di genere e l'intersex; e, in una società sempre più invecchiata e consapevole, i problemi dei gay anziani e soli". Quest'anno al festival si parlerà anche di "Transgender elettronici" con un montaggio del videogioco cult Grand Theft Auto: The ballad of Gay Tony; di nuove serie televisive, di musica con una panoramica sulla storia dell'Eurofestival, dagli Abba a Céline Dion.

Gli omaggi saranno dedicati a tre icone del cinema "altro": Maria Beatty, filmaker newyorkese sperimentale che indaga i territori dell'erotismo lesbico, Patricia Rozema con Ho sentito le sirene cantare, When night is falling e Mansfield Park, tre titoli chiave della cinematografia femminista e lesbica. E infine una mini-rassegna che vede come protagonista Holly Woodlawn, attrice, cantante, transgender e performer portoricana cresciuta nella Factory di Andy Warhol: fu a lei che Lou Reed si riferiva nel celebre brano, Walk on the wild side. Tra le novità anche l'istituzione di un premio alla carriera, il "Dorian Gray", una statuetta con le fattezze di Oscar Wilde ideato da Ugo Nespolo, che ha firmato anche la locandina della rassegna, attribuito a una personalità - regista, interprete, produttore - che si è particolarmente distinta nel cinema gay.

Un cartellone ricco di proposte e suggestioni che dimostra la vitalità del cinema a tematica gay. "Oggi è più facile ed è quasi di moda vedere film di questo tipo in altri festival - spiega il direttore - ma prima era molto raro persino a Venezia. Sono molti di più e non c'è guerra con altre mostre per accaparrarsi i titoli. Ma quando mi tocca scartare qualcosa - conclude Minerba - è sempre a malincuore. Avendo partecipato sia da una parte che dall'altra, so cosa vuol dire essere rifiutati da un festival. Ma si deve andare avanti".

(via Rita Celi per Repubblica)

mercoledì 31 marzo 2010

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Il Presidente Cota, per nulla affaticato dalla campagna elettorale si è subito messo al lavoro ed ha affrontato uno dei più gravi problemi della Regione Piemonte: il patrocinio della Regione Piemonte al Pride di Torino.

Pare, infatti, che nel corso di una trasmissione televisiva il neo Presidente della Regione Piemonte Roberto Cota abbia dichiarato più volte: “Dovrò revocare il patrocinio al Gay ride”.

Nel ringraziarlo per l’attenzione vorremmo confortare lui, il suo staff e i suoi solerti collaboratori: nessuno ha mai chiesto, né alla precedente amministrazione né a quella attuale, il patrocinio per il prossimo Pride.

Ora il Presidente può prendersi una meritata pausa e con calma dedicarsi, più in là nei tempi, a questioni meno urgenti e meno sentite dalle donne e dagli uomini di questa regione: il lavoro, la crisi economica, la sanità.

Daniele Viotti
Coordinatore del Coordinamento Torino Pride LGBT

Cota, dovrò revocare il patrocinio al Gay Pride

Roma - Il neogovernatore del Piemonte Roberto Cota, intervenendo alla trasmissione "Porta a porta", ha anticipato che revocherà il patrocinio alla prossima edizione del Gay pride torinese concesso dall'ex presidente Mercedes Bresso. "Dovrò revocare il patrocincio al Gay pride" ha ripetuto più volte l'esponente leghista al termine della puntata.

(via voceditalia)

Inauguriamo quindi il tag buongiorno Padania.

Il nuovo consiglio regionale del Piemonte

Con Roberto Cota presidente della Regione Piemonte su 60 consiglieri 36 vanno al centrodestra, 22 al centrosinistra e 2 ai «grillini», Davide Bono, eletto a Torino e provincia e Fabrizio Biolè, eletto a Cuneo. Roberto Cota ha vinto con 1.043.318 voti, pari al 47,32%, contro la presidente uscente Mercedes Bresso che con 1.033.946 voti è arrivata al 46,90%. La differenza è stata di 9.372 voti. La lista Grillo ha ottenuto 90.086 voti.

I seggi di Cota sono 12 del listino più 24 della coalizione (13 Pdl, 9 Lega, Pensionati-Giovine e VerdiVerdi- Lupi); quelli di Mercedes Bresso:1 lei e altri 21 della coalizione (12 Pd, 3 Di Pietro, 2 Udc, 1 ciascuno Insieme per Bresso, Moderati, Rifondazione e Sinistra-Libertà).

Nella suddivisione per provincia a Torino 6 seggi sono Pd, 2 Di Pietro e 1 ciascuno a Moderati, Insieme per Bresso, Udc, Rifondazione e Sinistra-Libertà, 6 Pdl, 3 Lega, 1 ciascuno a Pensionati e VerdiVerdi, 1 a Grillo. Ad Alessandria: 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; ad Asti 1 Pdl e 1 Pd; a Biella 1 Pdl e 1 Pd; a Cuneo 2 alla Lega, 1 Pdl ,1 Pd, 1 Udc, 1 Di Pietro, 1 Grillo; a Novara: 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; nel Verbano-Cusio-Ossola 1 Pdl, 1 Lega, 1 Pd; a Vercelli 1 Pdl, 1 Lega.

Gli eletti della lista regionale sono: Elena Maccanti, Daniele Cantore, Alberto Cortopassi, Rosa Anna Costa, Michele Marinello, Angiolino Mastrullo, Massimiliano Motta, Roberto Rosso, Carla Spagnuolo, Cristiano Bussola e Augusta Montaruli. Si aggiunge la candidata del centro-sinistra Mercedes Bresso.

Secondo gli ultimi dati forniti dal Ministero degli Interni, i candidati eletti nella provincia di Torino sono: del Popolo della libertà Barbara Bonino, Angelo Burzi, Fabrizio Comba, Michele Coppola, Caterina Ferrero e Claudia Porchietto; della Lega Nord Mario Carossa, Gianfranco Novaro, Antonello Angeleri; del Partito Democratico Davide Gariglio, Roberto Placido, Giovanna Pentenero, Nino Boeti, Mauro Laus, Stefano Lepri; del Movimento 5 stelle Davide Bono; dei Moderati per Bresso Michele Dell’Utri; di Rifondazione Comunista Eleonora Artesio; di Sinistra Ecologia e Libertà Monica Cerutti; dell’Italia dei Valori Andrea Buquicchio, Luigi Cursio; di Insieme per Bresso Andrea Stara; dell’Unione di Centro Alberto Goffi; dei Verdi-Verdi Maurizio Lupi; del Partito Pensionati per Cota Michele Giovine.

Gli eletti nella provincia di Cuneo risultano essere Fabrizio Biolè (Movimento 5 stelle); Mino Taricco (Pd);Tullio Ponso (Italia dei Valori); Federico Gregorio e Claudio Sacchetto (Lega Nord); Giovanni Negro (Unione di Centro); Alberto Cirio (Popolo della libertà). Nella provincia di Asti ce l’hanno fatta Angela Motta (Pd) e Rosanna Valle (Popolo della libertà). Nell’Alessandrino Ugo Cavallera (Popolo della Libertà), Riccardo Molinari (Lega NOrd), Rocco Muliere (Pd). Gli eletti nella provincia di Vercelli Luca Pedrale (Popolo della Libertà) e Gianluca Buonanno (Lega Nord). A Novara si sono affermati Mimmo La Rocca (Popolo della Libertà), Massimo Giordano (Lega Nord) e Giuliana Manica (Pd). Nel Verbano-Cusio-Ossola Valerio Cattaneo (Popolo della libertà), Michele Marinello (Lega Nord), Aldo Reschigna (Pd). Infine a Biella Lorenzo Leardi (Popolo della libertà) e Gianni Ronzani (Pd).

(via lastampa)

martedì 30 marzo 2010

Intanto

Mentre noi metabolizziamo la sconfitta in Piemonte, a Venezia, a più del 60% delle sezioni scrutinate, Brunetta sta perdendo al primo turno. Sta a vedere che, zitti zitti, i veneziani stravolgono il più certo dei pronostici.
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