sabato 12 febbraio 2011

Un flop chiamato Park&Ride

Leggo oggi sul Giornale del Piemonte questo articolo sui risultati dei tre parcheggi di interscambio a diversi anni dalla loro attivazione. I tre parcheggi, Caio Mario, Stura e Sofia, tutti e tre costruiti alle estremità della città, erano nati con l'intenzione di disincentivare l'uso dell'auto in città favorendo un cambio agevolato di mezzo: lasci la macchina nel parcheggio e prendi il tram (il 4, nel caso di Stura e Caio Mario, il 18 nel caso di Piazza Sofia).

Per incentivare l'uso del Park&Ride, negli anni era stato previsto anche un biglietto gratis per il mezzo pubblico, bastava presentare il biglietto del parcheggio per poter viaggiare senza problemi sul tram. La sosta a Caio Mario è persino gratuita (ed è utilizzata dai dipendenti Fiat Mirafiori). A Stura costa 1 euro per tutto il giorno.

Ad oggi, tuttavia, i risultati sono pressoché scadenti: la percentuale media di occupazione dei parcheggi è del 50% per Sofia, del 40% per Caio Mario, e un disastroso 3% per Stura.

Per analizzare bene il problema sarebbe utile avere un altro dato, che secondo me contrasta con quelli degli altri parcheggi, ossia la percentuale di utilizzo di un altro parcheggio di interscambio, quello di Fermi, a Collegno, che intescambia con la metropolitana. Non l'ho trovato su internet, ma negli ultimi anni in tutti i luoghi di lavoro che ho frequentati ho conosciuto diverse persone di Rivoli, Collegno o delle valli che lo utilizzavano e mi dicevano che non era difficile trovare posto, ma che comunque il parcheggio non era affatto vuoto.

Ecco, perché il parcheggio di Fermi è più utilizzato degli altri? La risposta credo sia chiara, perché inerscambia con la metropolitana, che garantisce una puntualità e un'efficienza che né il 4 né il 18 possono vantare. Il 4, nonostante ce la vogliano far passare come metropolitana leggera, è un normale tram che gode sì di una corsia preferenziale ma che deve sottostare al ritmo della strada dettato dai semafori. Se poi contiamo che il tempo di percorrenza Stura - Caio Mario (da me sperimentato quando abitavo a Settimo e lavoravo a Mirafiori) è di circa un'ora e si dimezza quindi se il tragitto si ferma in centro città, si capisce come sia molto più veloce andare in macchina, persino con il traffico di Corso Giulio. Quindi il problema dello scarso utilizzo del Park&Ride sarebbe da imputare non alla parte "Park" ma a quella "Ride".

Quando il passante ferroviario sarà completato, il parcheggio Stura potrà inoltre godere di una forte spinta in più data dalla ferrovia metropolitana. Ma questo è di là da venire.

Penso che sarebbe poco saggio abbandonare l'idea del Park&Ride tout court. La Sestero propone di pubblicizzarlo maggiormente, ma non credo risolverebbe il problema. La miglior pubblicità è quella che fa il passaparola, e il passaparola avviene quando un servizio è efficiente. Se un servizio funziona, si pubblicizza da sé. E' la linea 4 a dover essere migliorata: bisognerebbe dotarla di un sistema preferenziale che le permette di non avere mai semafori rossi, in modo che possa scorrere senza problemi fermandosi solo alle fermate di linea. In questo modo si realizzerebbe davvero il principio della "metropolitana leggera". Ma finché il 4 si muoverà al passo di un elefante ottomano, non andremo da nessuna parte e i parcheggi di interscambio continueranno a essere vuoti.

Primarie Torino, sondaggio TermometroPolitico

O, meglio, un'anteprima del sondaggio di Termometro Politico che è di stanza in questi giorni su lastampa.it. A darci questa anteprima, l'immancabile Spiffero, che aggiunge anche i numeri di un'altra ricerca "domestica" realizzata da Marco Maturano di GM&P, società di fiducia del PD nazionale. Partiamo da questa.

NOTORIETA'

Fassino 95,9%
Gariglio 57,2%
Viale 34,1%
Passoni 28,3%
Curto 21,7%

COALIZIONI con FASSINO candidato

CSX 49,7%
CDX 35,7%
CEN 10,3%
M5S 3,2%

POSSIBILITA' DI VITTORIA

Fassino 56,3%
Gariglio 8,8%

SFIDE CANDIDATI

Fassino 55,2%
Ghigo 30,8%

Fassino 57%
Coppola 22%

Fassino 56%
Ghiglia 25%

Fassino 56%
Bonino 23%

Ora i dati in anteprima della rilevazione in corso di TermometroPolitico.
Termometro Politico invece ha circoscritto la propria analisi proprio sul comportamento degli elettori di centrosinistra alle primarie. La società torinese, che si avvale di una metodologia molto nota all’estero (il caso di scuola è YouGov in Gran Bretagna) ma ancora poco praticata in Italia, quello delle indagini CAWI (Computer Assisted Web Interviewing), ha finora esaminato circa 4.200 interviste. Dai primi risultati, in corso di elaborazione, emerge un sostanziale testa a testa tra Fassino e Gariglio, entrambi comunque attestati al di sotto del 50%. La forbice che li separa è minima, al punto che è ipotizzabile, proprio per il profilo dei candidati che Gariglio abbia dalla sua una potenzialità di performance superiore a quella del più consolidato Fassino. Il lavoro, realizzato in esclusiva per LoSpiffero, sarà reso pubblico lunedì.
Attendiamo quindi lunedì, pur sottolineando che c'è ancora tempo per votare.

lunedì 7 febbraio 2011

Les jeux sont faits?

Un sondaggio di nuovasocietà mette a luce un terzo incomodo tra Fassino e Gariglio: Gianguido Passoni, che guida la classifica con il 41%. Segue Fassino con il 26% e Curto con il 13%. Gariglio quarto con il 10%, chiude Viale con l'8%.

venerdì 4 febbraio 2011

Qualche parola su... Passoni

Il candidato della sinistra resta, per ora, senza bandiere. Lo sostiene una parte di Sel e “Torino Bene Comune”. Prioritaria la difesa dei conti: una situazione strumentalizzata ad arte. L'assessore si rivela uno dei più leali collaboratori del sindaco che infatti potrebbe dargli una mano

È il miglior alleato di Fassino, come insinuano gli antipatizzanti, o un concorrente talmente leale con la coalizione e rigoroso sui contenuti politici da aborrire ogni forma di schermaglia polemica, secondo la descrizione dei (molti) estimatori? Sia quel che sia, Gianguido Passoni, il terzo incognito delle primarie democratiche, fatica non poco a scrollarsi di dosso l’etichetta del comunista prediletto di Sergio Chiamparino. Il sindaco lo stima a tal punto da aver accarezzato l’idea di incoronarlo per la sua successione, poi le cose sono andate come sono andate e l’assessore al Bilancio si è ritrovato a gareggiare da solo, senza grandi sponsor alle spalle, orfano di sigle e partiti, sostenuto unicamente da “Torino bene comune”, un advocacy group di militanti e dirigenti della sinistra torinese delle più varie estrazioni.


Non ha l’appeal dell'arruffapopolo – e forse per questa ragione il vertice locale di Sel è assai prudente a scendere al suo fianco –, alle starnazzate preferisce i ragionamenti “lunghi” e alle affermazioni demagogiche antepone proposte concrete: la salvaguardia delle risorse pubbliche, la tutela della vocazione manifatturiera della città, nuovi modelli di welfare comunale, valorizzazione delle differenze, bilancio sostenibile senza privatizzare le aziende partecipate. Ma è proprio sull’ultimo punto, il core business dell’impegno amministrativo degli ultimi anni, che Passoni raccoglie molte critiche. “Troppo schiacciato su Chiamparino”, dicono alla sua sinistra; “rischia di reggere la coda ai paladini del continuismo”, rintuzzano i garigliani.


Le sue prime mosse sembrano confermare quest’orientamento. Sullo stato disastroso delle casse di Palazzo di Città ha assunto le vesti del difensore d’ufficio, sebbene non abbia alcuna responsabilità della situazione debitoria, avendo ereditato la patata bollente dal suo predecessore Paolo Peveraro, protagonista (in)discusso della stagione della finanza creativa. Spiega in modo puntiglioso: «I dati sono confortanti: nel 2009, rispetto al 2008, il gruppo Città di Torino riduce l’indebitamento del 2,11%, aumenta del 4,12 % il valore dell’attivo immobilizzato, migliora il risultato economico del 71%, occupa 23281 persone, costituisce circa il 15% del prodotto interno della città. Tutti dati positivi che dimostrano come il tema del debito sia stato strumentalizzato, perché ampiamente superato dal valore dell’attivo di 9 miliardi e trecento milioni, tutti di investimenti. C’è un altro punto importante: con 3,352 miliardi di volume dei proventi e con una politica accorta e di buona gestione, si possono finanziare i servizi pubblici, asili compresi, senza liquidare e vendere le partecipate». Infine, una stoccata al tanto decantato federalismo: «Nel 2009 il Comune con i conti consolidati ha pagato allo Stato 129 milioni di imposte. Lo Stato, per contro, ci toglie 43 milioni di trasferimenti».


Forte di queste argomentazioni tecniche, corroborate dal rating di Standard & Poor's, Passoni ritiene di avere buone carte da giocare se solo il vertice del Pd non si mettesse di traverso, come ha fatto nei primi giorni di raccolta delle firme, lesinando sul numero dei moduli. L’esordio è stato confortante: la sola associazione “Rosso Ideale” ha portato d’emblée 400 firme, per i banchetti del weekend si sono fatti avanti molti volontari. Chiamparino, pur ufficialmente impegnato con Fassino, avrebbe assicurato una mano “discreta” nella raccolta delle tremila sottoscrizioni: le parcelle degli avvocati vanno onorate.

via http://www.lospiffero.com/

mercoledì 2 febbraio 2011

Torino è in rosso



Ahahah. Do atto a Maurizio Marrone di aver scelto un simpatico copy per il manifesto che campeggia per i corsi della città. Non ho trovato nessuna immagine, quindi proverò a descriverlo: fondo marrone, con la scritta "Torino è in rosso" e il claim in azzurro subito sotto: "cambia colore". In alto, in azzurro, il nome "Maurizio Marrone". Al centro, in basso il simbolo di Forza Italia. Pardon, del PDL.

Un simpatico gioco di colori che richiama la Torino rossa di sinistra e il debito della giunta Chiamparino, che contrasta con l'azzurro Forza Italia (ehm PDL); infine il cognome del politico a fare da corollario a tutto, con l'invito a cambiare colore e a scegliere il Marrone (o quanto meno l'azzurro).

Non so però quanti, non avvezzi alla politica locale, potrebbero capire il gioco di parole e colori. Già sapere che Torino è indebitata credo non sia da tutti; da lì poi a sapere che Marrone è il cognome del vice coordinatore cittadino del PDL...

Update: immagine trovata su La Stampa di giovedì 3 febbraio

domenica 30 gennaio 2011

Primarie Torino, il punto della situazione

Fassino ha raccolto oltre 1300 firme e i sondaggi lo danno al primo posto nelle primarie del csx.

Gariglio ha superato la fatidica soglia delle 700 firme e si prepara a dare battaglia a Fassino e all'establishment del pd.

Placido si ferma a quota 300 firme e abbandona la gara.

Ardito idem a 13 firme.

Tricarico si ritira perché il suo partito (PD) non vuole riservare a lui le regole della candidatura per gli esponenti della società civile.

Airaudo rifiuta la candidatura di SEL, preferendo continuare a occuparsi della FIOM a livello nazionale.

Passoni dichiara la sua intenzione di correre come esponente della società civile alle primarie del csx.

Silvio Viale sarà il candidato dei Radicali.

Michele Curto potrebbe essere il candidato del gruppo Abele.

In casa Terzo Polo, sono partite le trattative con Maria Caramelli.

Nel PDL, Ghigo non intenderebbe correre, ma tutti i sondaggi e le opinioni romane gli sono contro.

Coppola ha solo l'appoggio di Ghigo e nulla più.

Ghiglia stringe i denti ma sembra che nessuno lo consideri nemmeno dentro il suo partito.

La Sandretto ha aperto le trattative con il PDL, ma qualcuno già la ostacola.

Bertola si candida per il movimento 5 stelle.

Da Torino è tutto.

venerdì 28 gennaio 2011

Il discorso (in inglese) del Re

Per chi volesse vedere quel bono di Colin Firth ascoltando il suo bellissimo accento british (che poi nei film ambientati nel passato è sempre più marcato), oggi il cinema Centrale di via Carlo Alberto 23 dà il film The King's Speech in lingua originale.
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