lunedì 7 febbraio 2011

Les jeux sont faits?

Un sondaggio di nuovasocietà mette a luce un terzo incomodo tra Fassino e Gariglio: Gianguido Passoni, che guida la classifica con il 41%. Segue Fassino con il 26% e Curto con il 13%. Gariglio quarto con il 10%, chiude Viale con l'8%.

venerdì 4 febbraio 2011

Qualche parola su... Passoni

Il candidato della sinistra resta, per ora, senza bandiere. Lo sostiene una parte di Sel e “Torino Bene Comune”. Prioritaria la difesa dei conti: una situazione strumentalizzata ad arte. L'assessore si rivela uno dei più leali collaboratori del sindaco che infatti potrebbe dargli una mano

È il miglior alleato di Fassino, come insinuano gli antipatizzanti, o un concorrente talmente leale con la coalizione e rigoroso sui contenuti politici da aborrire ogni forma di schermaglia polemica, secondo la descrizione dei (molti) estimatori? Sia quel che sia, Gianguido Passoni, il terzo incognito delle primarie democratiche, fatica non poco a scrollarsi di dosso l’etichetta del comunista prediletto di Sergio Chiamparino. Il sindaco lo stima a tal punto da aver accarezzato l’idea di incoronarlo per la sua successione, poi le cose sono andate come sono andate e l’assessore al Bilancio si è ritrovato a gareggiare da solo, senza grandi sponsor alle spalle, orfano di sigle e partiti, sostenuto unicamente da “Torino bene comune”, un advocacy group di militanti e dirigenti della sinistra torinese delle più varie estrazioni.


Non ha l’appeal dell'arruffapopolo – e forse per questa ragione il vertice locale di Sel è assai prudente a scendere al suo fianco –, alle starnazzate preferisce i ragionamenti “lunghi” e alle affermazioni demagogiche antepone proposte concrete: la salvaguardia delle risorse pubbliche, la tutela della vocazione manifatturiera della città, nuovi modelli di welfare comunale, valorizzazione delle differenze, bilancio sostenibile senza privatizzare le aziende partecipate. Ma è proprio sull’ultimo punto, il core business dell’impegno amministrativo degli ultimi anni, che Passoni raccoglie molte critiche. “Troppo schiacciato su Chiamparino”, dicono alla sua sinistra; “rischia di reggere la coda ai paladini del continuismo”, rintuzzano i garigliani.


Le sue prime mosse sembrano confermare quest’orientamento. Sullo stato disastroso delle casse di Palazzo di Città ha assunto le vesti del difensore d’ufficio, sebbene non abbia alcuna responsabilità della situazione debitoria, avendo ereditato la patata bollente dal suo predecessore Paolo Peveraro, protagonista (in)discusso della stagione della finanza creativa. Spiega in modo puntiglioso: «I dati sono confortanti: nel 2009, rispetto al 2008, il gruppo Città di Torino riduce l’indebitamento del 2,11%, aumenta del 4,12 % il valore dell’attivo immobilizzato, migliora il risultato economico del 71%, occupa 23281 persone, costituisce circa il 15% del prodotto interno della città. Tutti dati positivi che dimostrano come il tema del debito sia stato strumentalizzato, perché ampiamente superato dal valore dell’attivo di 9 miliardi e trecento milioni, tutti di investimenti. C’è un altro punto importante: con 3,352 miliardi di volume dei proventi e con una politica accorta e di buona gestione, si possono finanziare i servizi pubblici, asili compresi, senza liquidare e vendere le partecipate». Infine, una stoccata al tanto decantato federalismo: «Nel 2009 il Comune con i conti consolidati ha pagato allo Stato 129 milioni di imposte. Lo Stato, per contro, ci toglie 43 milioni di trasferimenti».


Forte di queste argomentazioni tecniche, corroborate dal rating di Standard & Poor's, Passoni ritiene di avere buone carte da giocare se solo il vertice del Pd non si mettesse di traverso, come ha fatto nei primi giorni di raccolta delle firme, lesinando sul numero dei moduli. L’esordio è stato confortante: la sola associazione “Rosso Ideale” ha portato d’emblée 400 firme, per i banchetti del weekend si sono fatti avanti molti volontari. Chiamparino, pur ufficialmente impegnato con Fassino, avrebbe assicurato una mano “discreta” nella raccolta delle tremila sottoscrizioni: le parcelle degli avvocati vanno onorate.

via http://www.lospiffero.com/

mercoledì 2 febbraio 2011

Torino è in rosso



Ahahah. Do atto a Maurizio Marrone di aver scelto un simpatico copy per il manifesto che campeggia per i corsi della città. Non ho trovato nessuna immagine, quindi proverò a descriverlo: fondo marrone, con la scritta "Torino è in rosso" e il claim in azzurro subito sotto: "cambia colore". In alto, in azzurro, il nome "Maurizio Marrone". Al centro, in basso il simbolo di Forza Italia. Pardon, del PDL.

Un simpatico gioco di colori che richiama la Torino rossa di sinistra e il debito della giunta Chiamparino, che contrasta con l'azzurro Forza Italia (ehm PDL); infine il cognome del politico a fare da corollario a tutto, con l'invito a cambiare colore e a scegliere il Marrone (o quanto meno l'azzurro).

Non so però quanti, non avvezzi alla politica locale, potrebbero capire il gioco di parole e colori. Già sapere che Torino è indebitata credo non sia da tutti; da lì poi a sapere che Marrone è il cognome del vice coordinatore cittadino del PDL...

Update: immagine trovata su La Stampa di giovedì 3 febbraio

domenica 30 gennaio 2011

Primarie Torino, il punto della situazione

Fassino ha raccolto oltre 1300 firme e i sondaggi lo danno al primo posto nelle primarie del csx.

Gariglio ha superato la fatidica soglia delle 700 firme e si prepara a dare battaglia a Fassino e all'establishment del pd.

Placido si ferma a quota 300 firme e abbandona la gara.

Ardito idem a 13 firme.

Tricarico si ritira perché il suo partito (PD) non vuole riservare a lui le regole della candidatura per gli esponenti della società civile.

Airaudo rifiuta la candidatura di SEL, preferendo continuare a occuparsi della FIOM a livello nazionale.

Passoni dichiara la sua intenzione di correre come esponente della società civile alle primarie del csx.

Silvio Viale sarà il candidato dei Radicali.

Michele Curto potrebbe essere il candidato del gruppo Abele.

In casa Terzo Polo, sono partite le trattative con Maria Caramelli.

Nel PDL, Ghigo non intenderebbe correre, ma tutti i sondaggi e le opinioni romane gli sono contro.

Coppola ha solo l'appoggio di Ghigo e nulla più.

Ghiglia stringe i denti ma sembra che nessuno lo consideri nemmeno dentro il suo partito.

La Sandretto ha aperto le trattative con il PDL, ma qualcuno già la ostacola.

Bertola si candida per il movimento 5 stelle.

Da Torino è tutto.

venerdì 28 gennaio 2011

Il discorso (in inglese) del Re

Per chi volesse vedere quel bono di Colin Firth ascoltando il suo bellissimo accento british (che poi nei film ambientati nel passato è sempre più marcato), oggi il cinema Centrale di via Carlo Alberto 23 dà il film The King's Speech in lingua originale.

L'altra (candidata)

Nuova donna in campo per le comunali di Torino. Anzi, l'unica finora, visto che la Sandretto resta al momento una lontanissima ipotesi. Si tratta di Maria Caramelli, che, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto, dovrebbe essere la candidata del Terzo Polo torinese.

53 anni, veterinaria, direttrice dell'istituto zooprofilattico di Torino, si è occupata in prima persona dei casi di mucca pazza e delle mozzarelle blu.

Più citata su lazampa.it che su lastampa.it, sul web ho trovato una perla che la riguarda, una sua citazione:

Non so se esista la reale possibilità di conciliare figli e carriera. Fanno a pugni”.

Nemmeno io so se sia possibile, ma so che sicuramente questa dichiarazione fa a pugni con i valori dell'UDC.

Effetto Sandretto

L'unica cosa positiva che la destra torinese ha saputo tirar fuori è la (im)possibile candidatura a Sindaco di Patrizia Sandretto, imprenditrice torinese in campo artistico e culturale, Presidente della fondazione Sandretto Re Rebaudengo con sede in via Modane 16.
La Sandretto viene considerata espressione della società civile e rappresenta - dicono - quanto di più diverso dalla rete radical chic della sinistra. Insomma, una candidatura che potrebbe mettere d'accordo tutte le anime di un centrodestra torinese che se la sta passando persino peggio del centrosinistra cittadino (e ce ne vuole).

Sicuramente la candidatura della Sandretto, che si è detta disponibile a valutare il percorso, è competitiva: è giovane, donna, imprenditrice, figura di spicco in città. Un po' come lo era stata la candidatura della Porchietto alle provinciali torinesi. Ma sappiamo tutti come andò in quella occasione.

La verità è che il triplice cognome della Sandretto rievoca non i salotti radical chic della sinistra, ma un salotto ben più snob frequentato da persone agiate e benestanti che niente ha da spartire con quella città che marciava davanti ai cancelli di Mirafiori per protestare contro Marchionne solo qualche settimana fa. Torino è sicuramente cambiata negli ultimi dieci anni, ma nella sua classe media è sempre rimasta quella mentalità da classe operaia che rende i torinesi persone con i piedi per terra, dotate di senso comune, tanto laboriose e attive nel piccolo della vita quotidiana quanto scettici su chi mette in pubblica piazza i propri successi e le proprie ricchezze.
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