Le «tre chicche» Il sindaco ha voluto cominciare il suo discorso con «tre chicche di fine anno». Tre problemi risolti a cominciare dalla soluzione dell’«affaire» Palazzo del Lavoro, «che per gli ultimi vent’anni è stato ostaggio del degrado e che, da edificio-simbolo dell’Italia unita che era, si è drammaticamente trasformato in monumento all’abbandono». Chiamparino ha rivendicato con orgoglio il fatto che gli olandesi di Corío stanno per investire 140 milioni per far nascer nel Palazzo del Lavoro un centro commerciale con molte parti a disposizione del pubblico, ma, soprattutto, creando mille posti di lavoro. La seconda novità che inorgoglisce Chiamparino è la nuova gestione, in vista del 150˚, della pulizia della città, con gli spazzini «on demand», utilizzando disoccupati, così come accade quando nevicava con gli spalatori: «lo andavo predicando da anni, finalmente ci siamo arrivati». Poi c’è un’altra figura che sarà sperimentata sulla Linea 4 ed è quella del bigliettaio del tram: aumenta il senso di sicurezza e si ripaga con la sconfitta della «portoghesità».
Il Palazzo del Lavoro è l'ultimo dei meriti della giunta, che in effetti ci lavorava da tempo.
La gestione della pulizia "on demand" mi giunge invece nuova, ohibò.

La conversione Partendo dall’invito ricevuto il 7 e l’8 dicembre scorsi dalla London School of Economics a intervenire a Chicago insieme con Barcellona, Seul e Monaco per spiegare al mondo come una città può fare della riconversione un’occasione di rilancio a tutto campo, Chiamparino ha spiegato che «in questi quindici anni Torino ha saputo scommettere sul rinnovamento, coniugando sviluppo con coesione sociale, passando dall’industria al turismo dando prova di intentionality» . E poi via con Italia 150: «Si ricreerà l’atmofera magica che c’era durante le Olimpiadi, anche lì, pur con situazioni diverse, si accese l’entusiasmo e si superò il «canton dij barboton» (l’angolo di chi borbotta) solo quando arrivò in città la fiaccola sono certo che sarà così anche per il 2011: quando apriranno le mostre e arriverà il presidente della Repubblica, il 18 e 19 marzo, si rivivrà la magia del febbraio 2006».
"Coesione sociale" mi sa di parola presa in prestito dal lessico di Ilda Curti, assessore alle politiche di integrazione (piccola chicca dovuta).

La capitale turistica «I giornali di oggi spiegano che Torino è la seconda città in Italia dopo Roma ad essere stata scelta come mèta turistica: questo è un primato di cui andar fieri costruito dopo le Olimpiadi grazie a partnership con l’Alitalia per i voli internazionali, offerta di pacchetti turistici e culturali. Nel 2010 siamo giunti al record di 3 milioni e 600 mila presenze, più che nel 2006.
Il centro aperto sempre «Non mi capacito di come persone alla guida di importanti associazioni non capiscano che c’è un nesso stretto fra il turismo e le misure di crescente razionalizzazione del centro». L’attacco alla presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa - che più volte ha criticato l’assessore alla Mobilità Sestero a causa della Ztl - è fin troppo chiaro. Chiamparino s’infervora: «A riprova del fatto che anche stavolta l’amministrazione sta facendo la cosa giusta ci sono pile di giornali vecchi, che raccontano le levate di scudi contro la pedonalizzazione di piazza San Carlo o via Lagrange che oggi sono due gemme del nostro centro. E poi nessuno di noi è tanto sciocco da credere che ci sia qualcuno che si mette in coda alle otto per far shopping, anche perchè i negozi aprono dopo le dieci. E allora, mi chiedo: perchè non girare la questione e spiegare alle persone che il centro è aperto tutti i giorni dalle 10,30 e il sabato anche prima? E’ un asso che i commercianti si rifiutano di calare e alla fine la gente pensa che sia chiuso sul serio il centro».
Ambiente, viabilità, eventi e un ritrovato orgoglio sabaudo sono gli assi nella manica dei 10 anni della giunta Chiamparino. Personalmente, ho apprezzato molto il loro operato, sia della giunta sia del Sindaco in sé. Infatti è un peccato che l'esperienza non possa proseguire per vincoli legislativi. Ma, in fondo, sono passati 10 anni ed è, forse, giusto così.
(via lastampa.it)
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