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sabato 4 giugno 2011

BruiseSharing

Ahimé non sono il solo ad aver sperimentato parecchi disservizi con le bici condivise di TObike.
Peccato, perché il servizio è potenzialmente ottimo: bisogna però aumentare la manutenzione e le riparazioni delle bici perché da qualche mese a questa parte fanno (purtroppo) davvero pena.

martedì 10 maggio 2011

Maglia rosa a Torino per il Giretto d'Italia 2011

A Ferrara e Udine il 40% del traffico è a pedali, in 11 centri urbani almeno 3 abitanti su 10 hanno scelto le due ruote per andare a scuola o al lavoro, e in grandi città come Torino, Milano e Firenze tra il 13 e il 19% degli spostamenti cittadini è stato effettuato con veicoli a trazione muscolare. Questi i risultati del primo Campionato nazionale della Ciclabilità Urbana organizzato da Legambiente, Fiab e Cittainbici che si è disputato nei giorni scorsi in tutta Italia.

La gara - La sfida si è svolta monitorando la mattina di un normale giorno lavorativo tutti i veicoli, auto, moto, scooter, camion, bus, taxi, pedoni, che hanno varcato i check point allestiti per l’occasione in vari punti del territorio comunale. Il conteggio ha permesso di assegnare il ruolo di leader delle tre diverse categorie (città grandi, medie e piccole) al centro urbano con la percentuale più alta di utilizzo della bicicletta sul totale degli spostamenti.

I vincitori - La maglietta rosa del girone delle città piccole se l’è aggiudicata Udine con il 39,8% degli spostamenti in bicicletta, mentre il girone delle città medie è andato a Ferrara (38,2%). Ma in questa categoria ci sono state altre grandi performance: Parma ha ottenuto il 35,6%, Vicenza il 31,3%, Ravenna il 31%, Reggio Emilia il 30,9%, Modena il 28,8%, Padova il 25%, Bolzano il 24,8%. Tra le grandi città primeggia Torino (19%) seguita da Milano (18,7%) da Verona (16,9%) e Firenze (13,6%).Nella classifica a punti trionfano invece Bolzano, Padova e Trento. In questo caso il Giretto d’Italia ha premiato quei centri urbani con la quota di mobilità sostenibile più alta, confrontando le cifre dell’insieme di pedoni, utenti di bus e ciclisti con la somma dei mezzi a motore in circolazione. Bene anche le prestazioni di Bari, Roma e Genova. Il capoluogo pugliese (5,4%) conferma di essere uno dei pochi grandi centri urbani del Mezzogiorno che sta investendo su una mobilità più sostenibile; il 5% della Capitale dimostra che finalmente anche a Roma c’è un discreto numero di frequent biker che ha rinunciato ai mezzi a motore e che per crescere ancora ha bisogno di più spazio e più sicurezza. Mentre il 2,7% di Genova va elogiato perché il Comune ligure s’è messo in gioco col Giretto e forse potrà approfittare dell’occasione per capire che un maggior investimento politico e strategico su ciclabilità e intermodalità potrebbe far salire le due ruote in circolazione.

Maglia a pois - All’Emilia Romagna e dunque a Carpi, Ferrara, Modena, Parma, Ravenna e Reggio Emilia va la maglia a pois della classifica a squadre dal momento che tutti insieme questi Comuni hanno abbondantemente superato la media del 30% di spostamenti in bici.

Maglia azzurra - La maglia azzurra va a tutti i Comuni che hanno superato il 30% di spostamenti a pedali: Carpi, Ferrara, Parma, Pordenone, Ravenna, Reggio Emilia, Schio, Senigallia, Trento, Udine e Vicenza.

Maglia ciclamino - La maglia ciclamino della classifica a punti della mobilità sostenibile la indossano invece Bolzano, Trento e Padova, i centri urbani dove l’insieme di ciclisti, utenti del trasporto pubblico e pedoni ha prevalso con numeri schiaccianti su auto e scooter: 90% a 10%.

Maglia blu - Bolzano, Reggio Emilia, Padova e Venezia condividono la maglia blu ciclabilità, poiché negli ultimi anni sono le quattro città che probabilmente hanno riorganizzato al meglio la propria viabilità, separando i flussi auto/bici o limitando il traffico motorizzato a vantaggio degli altri mezzi di trasporto.

Maglia verde - Infine la maglia verde dei grimpeur è per Genova, e quella bianca delle giovani promesse va a Bari: anche se in entrambi i casi non è un premio vero e proprio, ma l’auspicio che in futuro le amministrazioni locali possano rendere il proprio territorio sempre più a misura di bici.

via http://www.agenziaimpress.it/ingr_news.php?id_news=7883

sabato 12 febbraio 2011

TO Bike or not to bike?

Oggi ho avuto la mia prima volta.
Parliamo di TOBike, il bike sharing di Torino, nato nel 2010 e arrivato in soli 7 mesi ad avere 5000 abbonati.
Premetto che io ho una mia bici mia e non ho (ancora) fatto l'abbonamento al TOBike perché non ne ho mai avuto bisogno. Almeno fino ad oggi, quando la mia indomita Kala ha smesso di frenare e ho dovuto portarla a riparare.

Oggi pomeriggio avevo due/tre impegni tutti in centro, tra Borgo Dora e il Lungo Po, e quindi avevo un ardente bisogno di biciclettare avanti e indietro. E così sono andato fino a Borgo Dora a piedi all'andata; invece tornando, complice il mio amico Mathieu che è un tipo sempre troppo avanti, io e lui notiamo sul Lungo Dora Savona una stazione TOBike. Mat, con grande savoir faire, tira fuori dalla sua giacca un portafoglio e dal portafoglio una tessera: una preziosa tessera TOBike.

Fu così che ebbi la mia prima volta.

In sella alla bici cabriolet, con la schiena eretta (la mia bici abituale è una mountain bike invece, quindi potete capire il mio impaccio nello stare così dritto) ho pedalato con i capelli al vento sentendomi un po' come la principessa Mary di Danimarca mentre pattinava sulla spiaggia di Amager. La bici era fantasticamente a posto, abbiamo avuto un problema con un'altra bici che invece non voleva saperne di venire fuori dalla palina ma il pronto Mathieu ha chiamato il numero verde (lo sapete che sono aperti anche al sabato?) e hanno brillantemente risolto tutto nel giro di 4 minuti e mezzo.

Insomma, una figata.

Ho riattaccato la bici-cabriolet alla stazione davanti al Gradenigo e sono andato a prendere la mia bici riaggiustata a puntino, ma la prossima volta mica mi faccio fregare ancora: faccio subito richiesta per una tessera TOBike tutta mia.

Un flop chiamato Park&Ride

Leggo oggi sul Giornale del Piemonte questo articolo sui risultati dei tre parcheggi di interscambio a diversi anni dalla loro attivazione. I tre parcheggi, Caio Mario, Stura e Sofia, tutti e tre costruiti alle estremità della città, erano nati con l'intenzione di disincentivare l'uso dell'auto in città favorendo un cambio agevolato di mezzo: lasci la macchina nel parcheggio e prendi il tram (il 4, nel caso di Stura e Caio Mario, il 18 nel caso di Piazza Sofia).

Per incentivare l'uso del Park&Ride, negli anni era stato previsto anche un biglietto gratis per il mezzo pubblico, bastava presentare il biglietto del parcheggio per poter viaggiare senza problemi sul tram. La sosta a Caio Mario è persino gratuita (ed è utilizzata dai dipendenti Fiat Mirafiori). A Stura costa 1 euro per tutto il giorno.

Ad oggi, tuttavia, i risultati sono pressoché scadenti: la percentuale media di occupazione dei parcheggi è del 50% per Sofia, del 40% per Caio Mario, e un disastroso 3% per Stura.

Per analizzare bene il problema sarebbe utile avere un altro dato, che secondo me contrasta con quelli degli altri parcheggi, ossia la percentuale di utilizzo di un altro parcheggio di interscambio, quello di Fermi, a Collegno, che intescambia con la metropolitana. Non l'ho trovato su internet, ma negli ultimi anni in tutti i luoghi di lavoro che ho frequentati ho conosciuto diverse persone di Rivoli, Collegno o delle valli che lo utilizzavano e mi dicevano che non era difficile trovare posto, ma che comunque il parcheggio non era affatto vuoto.

Ecco, perché il parcheggio di Fermi è più utilizzato degli altri? La risposta credo sia chiara, perché inerscambia con la metropolitana, che garantisce una puntualità e un'efficienza che né il 4 né il 18 possono vantare. Il 4, nonostante ce la vogliano far passare come metropolitana leggera, è un normale tram che gode sì di una corsia preferenziale ma che deve sottostare al ritmo della strada dettato dai semafori. Se poi contiamo che il tempo di percorrenza Stura - Caio Mario (da me sperimentato quando abitavo a Settimo e lavoravo a Mirafiori) è di circa un'ora e si dimezza quindi se il tragitto si ferma in centro città, si capisce come sia molto più veloce andare in macchina, persino con il traffico di Corso Giulio. Quindi il problema dello scarso utilizzo del Park&Ride sarebbe da imputare non alla parte "Park" ma a quella "Ride".

Quando il passante ferroviario sarà completato, il parcheggio Stura potrà inoltre godere di una forte spinta in più data dalla ferrovia metropolitana. Ma questo è di là da venire.

Penso che sarebbe poco saggio abbandonare l'idea del Park&Ride tout court. La Sestero propone di pubblicizzarlo maggiormente, ma non credo risolverebbe il problema. La miglior pubblicità è quella che fa il passaparola, e il passaparola avviene quando un servizio è efficiente. Se un servizio funziona, si pubblicizza da sé. E' la linea 4 a dover essere migliorata: bisognerebbe dotarla di un sistema preferenziale che le permette di non avere mai semafori rossi, in modo che possa scorrere senza problemi fermandosi solo alle fermate di linea. In questo modo si realizzerebbe davvero il principio della "metropolitana leggera". Ma finché il 4 si muoverà al passo di un elefante ottomano, non andremo da nessuna parte e i parcheggi di interscambio continueranno a essere vuoti.

venerdì 31 dicembre 2010

Torino medaglia di bronzo per trasporti ecologici

Torino terza città in Italia per la mobilità sostenibile. È il dato emerso dal rapporto «Mobilità sostenibile in Italia: indagine sulle principali 50 città», elaborato da Euromobility con il contributo di Assogasliquidi e Consorzio Ecogas e con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Euromobility è l’associazione nazionale dei mobility manager, nata per diffondere la cultura della mobilità sostenibile.

Un dato lusinghiero, che dopo la notizia di mercoledì (Torino è la seconda città più visitata dai turisti a Natale dopo Roma) ha messo di ottimo umore anche l’assessore all’Ambiente, Roberto Tricarico.

Al primo posto di questa classifica si colloca Venezia, città più «eco-mobile» d’Italia, seguita da Parma. La città veneta, sesta lo scorso anno, si aggiudica il trofeo italiano della mobilità sostenibile scalzando Bologna dal primo posto. Ma è Torino a offrire la performance più positiva: recupera ben dieci posti dall’anno scorso, balzando dal tredicesimo al terzo posto.

«Il rapporto di Euromobility – ha commentato l’assessore all’Ambiente, Tricarico – sottolinea l’importante lavoro svolto dalla giunta in questi anni: la predisposizione di un piano per la mobilità sostenibile, il Pums, che rivoluzionerà il nostro modo di usare il mezzo pubblico; lo sviluppo del car sharing e l’immediato successo del bike sharing, attivo da appena sei mesi e già utilizzato da 4200 utenti; le politiche di controllo della qualità dell’aria e la ramificata rete di piste ciclabili. Ma importante è la crescita della sensibilità ambientale dei cittadini, evidenziata dall’aumento delle auto circolanti a basse emissioni e soprattutto delle biciclette».

Dall’analisi delle singole voci che compongono la classifica, Venezia vince grazie a un trasporto pubblico che funziona, a importanti innovazioni nella gestione della mobilità come il car sharing e il bike sharing, a una riduzione dell’indice di motorizzazione e a un significativo aumento delle automobili a gas. Torino è seconda per incremento delle auto a gas, prima per presenza di auto Euro 5, prima per offerta di car sharing e seconda per offerta di bike sharing.

Gli indicatori di cui si è tenuto conto per stilare la classifica sono stati in particolare le innovazioni introdotte per la gestione della mobilità (car sharing, bike sharing, mobility manager, ecc) e la loro efficacia. Secondo elemento: lo stato di salute delle città in relazione alla presenza di auto di nuova generazione e all’incremento delle auto alimentate a combustibili alternativi (gpl, metano). Terzo: l’offerta di trasporto pubblico, le politiche per la ciclabilità, l’adozione di strumenti di gestione e di pianificazione del traffico. Le 50 città monitorate sono tutti capoluoghi di regione, sommate ai due capoluoghi delle Province autonome e alle città con una popolazione superiore ai 100 mila abitanti.

(via lastampa.it)

Chiamparino, bilancio di fine mandato

Quotando l'articolo su LaStampa, commentiamo punto per punto il bilancio di 10 anni di giunta Chiamparino.

Le «tre chicche» Il sindaco ha voluto cominciare il suo discorso con «tre chicche di fine anno». Tre problemi risolti a cominciare dalla soluzione dell’«affaire» Palazzo del Lavoro, «che per gli ultimi vent’anni è stato ostaggio del degrado e che, da edificio-simbolo dell’Italia unita che era, si è drammaticamente trasformato in monumento all’abbandono». Chiamparino ha rivendicato con orgoglio il fatto che gli olandesi di Corío stanno per investire 140 milioni per far nascer nel Palazzo del Lavoro un centro commerciale con molte parti a disposizione del pubblico, ma, soprattutto, creando mille posti di lavoro. La seconda novità che inorgoglisce Chiamparino è la nuova gestione, in vista del 150˚, della pulizia della città, con gli spazzini «on demand», utilizzando disoccupati, così come accade quando nevicava con gli spalatori: «lo andavo predicando da anni, finalmente ci siamo arrivati». Poi c’è un’altra figura che sarà sperimentata sulla Linea 4 ed è quella del bigliettaio del tram: aumenta il senso di sicurezza e si ripaga con la sconfitta della «portoghesità». 

Il Palazzo del Lavoro è l'ultimo dei meriti della giunta, che in effetti ci lavorava da tempo.
La gestione della pulizia "on demand" mi giunge invece nuova, ohibò.
Ottimo il bigliettaio dei tram: speriamo che dal 4 si estenda a tutte le linee: paradossalmente, un ritorno al passato, a quando il bigliettaio era figura integrante del tram, permetterà uno slancio verso il futuro perché ci farà sentire tutti un po' più "sicuri", ma soprattutto ci farà sentire tutti più uguali: non ci sarà più il divario tra il passeggero che paga il biglietto e quello che non lo paga, pur usufruendo entrambi dello stesso servizio. La riscoperta della legalità innescherà, ne sono sicuro, un circolo virtuoso.

La conversione Partendo dall’invito ricevuto il 7 e l’8 dicembre scorsi dalla London School of Economics a intervenire a Chicago insieme con Barcellona, Seul e Monaco per spiegare al mondo come una città può fare della riconversione un’occasione di rilancio a tutto campo, Chiamparino ha spiegato che «in questi quindici anni Torino ha saputo scommettere sul rinnovamento, coniugando sviluppo con coesione sociale, passando dall’industria al turismo dando prova di intentionality» . E poi via con Italia 150: «Si ricreerà l’atmofera magica che c’era durante le Olimpiadi, anche lì, pur con situazioni diverse, si accese l’entusiasmo e si superò il «canton dij barboton» (l’angolo di chi borbotta) solo quando arrivò in città la fiaccola sono certo che sarà così anche per il 2011: quando apriranno le mostre e arriverà il presidente della Repubblica, il 18 e 19 marzo, si rivivrà la magia del febbraio 2006».

"Coesione sociale" mi sa di parola presa in prestito dal lessico di Ilda Curti, assessore alle politiche di integrazione (piccola chicca dovuta).
Italia 150 sarà un'ottima occasione di rilancio della città sotto i riflettori di tutto il paese. In questi anni Torino non è mai stata ferma, neanche dopo le Olimpiadi, in quanto a eventi nazionali o internazionali. Quest'aria di internazionalità che si respira in città è percepita comunque ancora come nuova. Non ci siamo ancora abituati al flusso turistico di francesi, inglesi, svizzeri, tedeschi e scandinavi. E, forse, è bello così.

La capitale turistica «I giornali di oggi spiegano che Torino è la seconda città in Italia dopo Roma ad essere stata scelta come mèta turistica: questo è un primato di cui andar fieri costruito dopo le Olimpiadi grazie a partnership con l’Alitalia per i voli internazionali, offerta di pacchetti turistici e culturali. Nel 2010 siamo giunti al record di 3 milioni e 600 mila presenze, più che nel 2006.

Forse questo punto rappresenta la novità più grande introdotta dalla giunta Chiamparino: la vocazione turistica della città. E dire che tutte le bellezze artistiche, gastronomiche, culturali della città ci sono sempre state: ci voleva però un po' di attenzione, di cura, di marketing in più per farle apprezzare dapprima ai torinesi e poi al panorama turistico internazionale ed europeo.

Il centro aperto sempre «Non mi capacito di come persone alla guida di importanti associazioni non capiscano che c’è un nesso stretto fra il turismo e le misure di crescente razionalizzazione del centro». L’attacco alla presidente dell’Ascom Maria Luisa Coppa - che più volte ha criticato l’assessore alla Mobilità Sestero a causa della Ztl - è fin troppo chiaro. Chiamparino s’infervora: «A riprova del fatto che anche stavolta l’amministrazione sta facendo la cosa giusta ci sono pile di giornali vecchi, che raccontano le levate di scudi contro la pedonalizzazione di piazza San Carlo o via Lagrange che oggi sono due gemme del nostro centro. E poi nessuno di noi è tanto sciocco da credere che ci sia qualcuno che si mette in coda alle otto per far shopping, anche perchè i negozi aprono dopo le dieci. E allora, mi chiedo: perchè non girare la questione e spiegare alle persone che il centro è aperto tutti i giorni dalle 10,30 e il sabato anche prima? E’ un asso che i commercianti si rifiutano di calare e alla fine la gente pensa che sia chiuso sul serio il centro».

Questa è un'arma a doppio taglio della giunta. La ZTL è stata tanto criticata più per pregiudizio che per gli effetti che ha comportato. Tuttavia, nessuno può mettere in discussione tutte le iniziative intraprese dagli assessori per incentivare il trasporto eco-sostenibile e permettere una maggiore fruibilità del centro da parte dei pedoni. Che, alla fine, checché se ne dica, è la ragione che fa prevalere i pregi ai difetti del provvedimento. Sfido qualunque commerciante e chiunque voti destra a dire, dopo essersi fatto una passeggiata su via Lagrange, che i provvedimenti presi sono stati sbagliati.

Ambiente, viabilità, eventi e un ritrovato orgoglio sabaudo sono gli assi nella manica dei 10 anni della giunta Chiamparino. Personalmente, ho apprezzato molto il loro operato, sia della giunta sia del Sindaco in sé. Infatti è un peccato che l'esperienza non possa proseguire per vincoli legislativi. Ma, in fondo, sono passati 10 anni ed è, forse, giusto così.

(via lastampa.it)

martedì 28 dicembre 2010

Via Carlo Alberto: pro e contro della pedonalizzazione

Anzi, ho deciso che scriverò solo dei contro, perché i pro sono talmente visibili a tutti che non avrebbe senso rielencarli (basti solo pensare alla bellezza della piazzetta "due lampioni", che ha totalmente cambiato volto; io ci sono passato davanti tutte le mattine per un anno e non avevo mai pensato che potesse essere così... sabauda nella sua regalità).

Vorrei quindi dar voce alle perplessità di un residente, che considero legittime e sacrosante:

Buongiorno, io in via carlo alberto angolo via doria ci vivo e faccio i complimenti al comune per l'ottimo lavoro di riqualificazione dell'area, che indubbiamente ha acquistato un fascino particolare.
Vorrei però raccontare a chi, pur non abitando in zona, ne reclama a gran voce la pedonalizzazione, un paio di disagi cui siamo sottoposti noi residenti.
Innanzi tutto vi posso assicurare che il cicalio continuo dei pedoni è di gran lunga più fastidioso del rumore delle vetture, soprattutto nelle ore notturne non è assolutamente "vivibile" udire le voci di chi si ferma qui sotto anche solo per salutarsi dopo una piacevole serata incurante di utilizzare un tono di voce più discreto e consono, per non parlare delle orde di ragazzini che solitamente dopo la chiusura delle birrerie migrano in via carlo alberto e piazza bodoni per bersi l'ultimo bicchiere (rigorosamente di plastica che poi generosamente lasciano lì per la gioia di noi residenti).
Cosa dirvi poi delle piacevoli mezzore/ore che sempre noi residenti trascorriamo al volante della nostra auto in cerca di un parcheggio... Quasi impossibile riuscire ad affittare un posto auto a pagamento; il parcheggio di piazza bodoni si che fa gli abbonamenti mensili 24oresu24ore (sconto solo ai soci aci) ma non garantisce poi il posto, ne deriva che se il parcheggio è completo comunque si deve stare in coda nell'imbuto che si viene a creare prima della rampa attendendo che si liberi un posticino; tutto ciò è molto democratico ma fa passare la voglia di spendere centoefischiaeuri al mese per l'abbonamento. A questo proposito, visto che tanti parcheggi sono stati eliminati con la ripavimentazione, mi parrebbe assai civile che il comune si allineasse a tante altre città e dipingesse metà delle strisce blu della zona in un altro colore ad uso esclusivo dei residenti.
Infine veniamo al mio terrore maggiore, ovvero che la zona possa essere periodicamente trasformata in mercatino caseario o in location per la sagra della porchetta! A Torino abbiamo tanti luoghi che sarebbero decisamente più consoni(piazza d'armi ecc); io proprio non mi capacito del perchè permettano che il centro (piazza castello, piazza vittorio, ecc) venga sempre snaturato in questo modo. Inoltre spostare queste iniziative in altre zone della città significherebbe soprattutto rivitalizzare tutta torino e non solo il centro.
Per concludere la pappardella ritengo che la città (il centro) sia di tutti i cittadini e che da tutti debba essere goduta e vissuta ma chiedo più senso civico ai passeggiatori, più partecipazione al comune, meno sagre dell'agnolotto...
Auguri a tutti

mercoledì 17 novembre 2010

L'annosa questione Ikea

Ammetto che ero sicuro che sarebbe filato tutto liscio, quando leggevo del nuovo centro Ikea a La Loggia mesi fa. Pensavo persino che tutti gli ok burocratici fossero già stati dati e assimilati. Quindi leggere dell'autorizzazione negata da parte della Provincia mi ha fatto sussultare. Ma veniamo ai fatti.

Ikea ha presentato un progetto di investimento di 80 milioni di euro per la costruzione del secondo centro commerciale dell'area Torinese, dopo quello nuovo nuovo di Collegno che ha sostituito quello più piccolo (e storico) di Grugliasco presso Le Gru. Il sito scelto è un'area verde de La Loggia, comune della cintura sud di Torino.

La Provincia, con grande stupore di tutti, ha negato l'autorizzazione a procedere alla costruzione del complesso, adducendo motivazioni che tutelano quanto scritto nel piano territoriale di coordinamento (ptc): questo piano prevede infatti che sia bloccata ogni cementificazione di aree agricole e libere in provincia di Torino, preferendo invece una riurbanizzazione delle aree industriali o commerciali dismesse.

Premetto che le ragioni della Provincia sono sacrosante. Stiamo costruendo a più non posso, togliendo tanto di quel verde che ormai rimane solo appunto nelle periferie torinesi e nella cintura. E' necessario porre un freno. Tanto più che di aree industriali dismesse a Torino ce ne sono davvero molte.

E' anche vero però che l'emergenza più sentita in questo periodo, in questi anni di crisi, è l'occupazione: un nuovo centro Ikea darebbe lavoro a 500 (e forse più) persone.

Io, da ambientalista convinto quale sono, privilegerei la seconda considerazione qualora non fosse possibile raggiungere un compromesso. Compromesso che, da entrambe le parti, deve essere cercato: la Provincia non ha negato la costruzione tout court, ha spinto affinché venisse scelto un altro sito. Ora sta all'Ikea cercare di andare incontro a quella ecosostenibilità che tanto decanta nel suo centro commerciale.

Rimane il fatto che un investimento di 80 milioni di euro non capita tutti i giorni e perderlo sarebbe una sconfitta per tutti. Per questo chiedo prudenza e buon senso da parte di tutti.

mercoledì 15 settembre 2010

La settimana della mobilità sostenibile

Anche quest’anno dal 16 al 22 settembre è in programma la Settimana Europea della Mobilità Sostenibile. L’iniziativa, giunta alla nona edizione, è promossa dalla Commissione Europea e si concluderà mercoledì 22 settembre con la Giornata Europea “In città senza la mia auto”.

Il 22 settembre, “In città senza la mia auto”, negli anni è diventato un appuntamento mondiale che ha l’obiettivo di incoraggiare i cittadini all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto per gli spostamenti quotidiani (a piedi, in bicicletta, in metropolitana, in tram, in autobus).

Quest’anno il tema specifico scelto dalla Comunità Europea “Travel smarter, live better – Viaggia bene, vivi meglio!” pone l’accento sulla stretta relazione tra l’ incremento del traffico motorizzato, l’abitudine ad una vita sedentaria e l’impatto sulla salute dei cittadini in termine di malattie del sistema cardiovascolare, respiratorio e da stress. Camminare e andare in bicicletta, visti come modalità di trasporto sostenibile, possono giocare un ruolo importante per il benessere fisico e mentale di chi vive in città oltre a ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’inquinamento acustico e la congestione delle aree urbane.

La Città di Torino, come ormai da diversi anni, aderisce alla Giornata Europea del 22 settembre e per l’occasione ha previsto la chiusura del traffico dalle ore 6 alle 22 di Via Roma nel tratto da Piazza Castello a Piazza San Carlo dove si svilupperanno iniziative ed eventi.

La Giornata sarà ricca di animazione, stand mostre e laboratori per grandi e piccini, centrati soprattutto sul tema della bicicletta. Verranno inoltre presentati e distribuiti il Vademecum del ciclista urbano e la nuova Mappa delle piste ciclabili.

Anche quest’anno quindi la Città di Torino invita tutti i cittadini a dare un piccolo contributo nella lotta alle emissioni nocive, causa del riscaldamento globale e dell’effetto serra, lasciando la propria auto “a riposo” nella giornata del prossimo 22 settembre.

Scarica il Programma del 22 settembre, Giornata Europea “In città senza la mia auto”
Per ulteriori informazioni ed approfondimenti rivolgersi all’Ufficio Educazione Ambientale, V. Padova, 29; tel. 01144-20119/20177 o visitare il sito ufficiale della Settimana Europea della Mobilità (European Mobility Week).

(via informambiente)

giovedì 2 settembre 2010

Torino Veg Festival

Prende il via anche quest'anno, ma in una nuova location, il Torino Veg Festival, una tre giorni di conferenze, film, stand e mangiate all'insegna del vegetarianesimo. Un'occasione in più per pensare a ciò che ogni giorno mangiamo, e a mettere in discussione alcune delle nostre convinzioni più radicate. Perché se è vero il detto inglese che dice che "you are what you eat", allora cari carnivori è venuto il momento di cambiare mentalità. Non solo per questioni etiche, ma per ragioni di salute.

Questa edizione è la prima a svolgersi al parco Michelotti (su Corso Casale), luogo molto simbolico per gli attivisti vegetariani e per tutti gli amanti degli animali perché "un tempo teatro di una crudele ed insensata prigionia che chiamano zoo".

Il festival si terrà dal 10 al 12 settembre: sul sito http://www.vegfestival.org potete trovare tutti i dettagli del programma, degli stand, degli ospiti e degli organizzatori.

giovedì 26 agosto 2010

E tu sai quanto consumi?

Un articolo apparso sull'Economist (sì, della settimana scorsa, perché qui a Torino a me il settimanale arriva con 4 giorni di ritardo) riporta un interessante studio compiuto da un team della Columbia University sulla percezione dell'energia utilizzata da varie apparecchiature elettriche, tra le quali computer portatile, condizionatore, impianto stereo, stufette elettriche e via discorrendo.

Il team di ricercatori ha chiesto a 505 volontari (tutti provenienti dagli Stati Uniti) di quantificare sia l'energia elettrica richiesta per il funzionamento di nove apparecchi di comune utilizzo nelle nostre case sia l'energia risparmiata utilizzando sei comportamenti "green".

I risultati sono stati poi messi in un grafico (nelle ordinate) comparandoli con il reale consumo degli elettrodomestici (nelle ascisse):


La riga rossa tratteggiata sta a indicare la demarcazione tra sovrastima e sottostima: tutto ciò che sta al di sopra è sovrastimato, tutto quello che sta sotto è sottostimato. In altre parole, più un pallino si avvicina alla linea, più la percezione coincide con il dato di consumo energetico reale.

In particolare si nota subito che il consumo energetico di condizionatori, lavastoviglie, stufette elettriche e asciugatrici elettriche è tragicamente mis-percepito, infatti questi apparecchi consumano il doppio (se non il triplo!) di quanto si pensi comunemente.

Al contrario, si crede che il computer portatile consumi più energia di quanto avvenga in realtà, mentre il computer fisso e lo stereo sono di poco sovrastimati.

Questi errori di percezione minano anche i tentativi di risparmio energetico. Quando ai partecipanti è stato chiesto quale fosse l’iniziativa “green” più efficace per il risparmio energetico, le risposte più frequenti riguardavano le azioni che permettono di risparmiare solo piccole quantità di energia, come spegnere le luci o usare lampadine di classe A (100 w), ignorando invece le possibilità di alto risparmio energetico come abbassare la temperatura di lavaggio della lavatrice (4000 w/h per ogni carico).

Fortunatamente, una informazione chiara e diffusa sembra limitare questi errori di calcolo. Dallo studio della Columbia si evince che i partecipanti più bravi in matematica tendono a fare previsioni più accurate, così come quelli con una coscienza ecologica e una mentalità ecosostenibile più sviluppate. Rendere accessibile (e più chiaro) il consumo energetico dei singoli elettrodomestici (come piccoli contatori di energia interni alla casa, uno per ogni apparecchio elettrico) potrebbe quindi aiutare le persone a prendere decisioni migliori e risparmiare più energia.

lunedì 19 luglio 2010

Bloccate pure il fotovoltaico in Piemonte

La Puglia batte la Cina Per potenza ...

La Puglia batte la Cina Per potenza di impianti solari installati:Spetta alla Puglia il primato della maggior produzione di elettricità da solare, seguita da Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte. Ed è sempre la Puglia la regione che lo scorso anno ha incrementato di più la produzione da impianti fotovoltaici, con 72 gigawattora in più, pari ad oltre un terzo dell'intera crescita (37,3%), seguita dalla Lombardia e dal Piemonte. Ma anche a livello internazionale la Puglia la fa da padrone e si leva lo sfizio di battere la Cina per potenza di impianti solari installati: 161 mw contro i 160 cinesi.

giovedì 3 giugno 2010

Mobilità sostenibile

Luciano Gallino a Repubblica spiega che il potenziamento della mobilità sostenibile dovrebbe essere il motore della prossima amministrazione comunale.

domenica 23 maggio 2010

sabato 22 maggio 2010

Torino2020

Pur trovando la discesa in campo dell'ennesimo nome post Chiamparino molto discutibile, credo sia ora di rompere gli indugi e iniziare a parlare qui sul web di come vorremmo che fosse Torino nel 2020 (perché se aspettiamo i politici, campacavallo)
Lancio subito i miei primi pensieri:

  • una rete di piste ciclabili estesa e sicura, che permetta di spostarsi in città se non su tutte le strade almeno su alcune direttive nord/sud/est/ovest che permettano di raggiungere tutte le periferie (e i comuni della prima cintura)
  • costruzione della seconda rete di metropolitana e sviluppo del progetto della M3 (io la vedrei bene su C.so Grosseto/Potenza/Lecce/Trapani/Siracusa/Cosenza, al posto dell'attuale bus 2, con interscambi a Rebaudengo (passante ferroviario e M2)/ Rivoli (M1) / Lingotto FS (passante ferroviario) e la futura stazione metro Regione Piemonte (M1) su Corso Caduti della Libertà)
  • "più ricerca per tutti": investimento su green economy e nuove tecnologie
  • recupero di aree dismesse come Fiat Avio (e facciamolo sto grattacielo della Regione)
  • ristrutturazione della facciata delle Molinette che fa pietà, e già che ci siamo quella ciminiera che fa tanto Savona buttiamola giù o se proprio non possiamo dipingiamola di qualche colore allegro almeno
  • la tangenziale est!! che spostarsi la mattina su corso Moncalieri/Casale è un calvario
  • e allarghiamo la tangenziale a 4 corsie almeno nel tratto tra Venaria e Corso Orbassano
  • un servizio di raccolta differenziata gestito in maniera più efficiente (i cassonetti per strada, riservati a quei palazzi che non hanno un cortile interno, frequentemente non bastano e le strade e i marciapiedi si riempiono di rifiuti, e non è un belvedere)
Altro?

lunedì 17 maggio 2010

Non ti faccio più amico


(via ilpost)

Bike Pride

---------- Messaggio inoltrato ----------
Da: Bici e Basta
Date: 16 maggio 2010 22.03
Oggetto: Il 6 giugno al Bike Pride !



Cari biciclettari (e non..!)
vi scriviamo per la prima volta da biciebasta per ricordarvi che
domenica 6 giugno non possiamo perderci il Bike Pride.
Ci abbiamo lavorato molto, abbiamo speso tempo e ci è costato fatica
ma siamo fiduciosi di poter lasciare un piccolo ma significativo segno
per ottenere una città più a misura d'uomo e di bicicletta.
Abbiamo naturalmente bisogno del sostegno di tutti. Diffondete
l'evento ma soprattutto venite in tanti, festosi e scampanellanti con
la vostra bicicletta. Se saremo una marea, oltre a divertirci e
partecipare ad una grande festa, avremo dato una dimostrazione
credibile che la città può e vuole realmente cambiare.

Ritrovo alle 15 di domenica 6 giugno al parco del Valentino (dove ci
sarà sport day del CONI!), dietro il Castello, viale virgilio.
Si parte alle 15.30, insieme a numerosi gruppi ciclistici e non solo,
si arriva alle 17 circa in piazza Castello (che dovrà essere
completamente gremita di bici) e si festeggia con Mao, la
Bandakadabra, ToBike e Cinemambiente!

Http://www.bikepride.it per tutti il resto! Non perdiamo questa
occasione.. vi aspettiamo!

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Per chi è interessato, lunedì 31 maggio alle 21 presso la Bocciofila
Pozzo Strada in Via Giovanni Fattori 23/A si terrà un dibattito aperto
con l'assessore Tricarico e si parlerà di mobilità ciclabile.

domenica 9 maggio 2010

9 maggio, giornata nazionale della bicicletta

Finalmente il Ministero dell'Ambiente batte un colpo. Dai Prestigiacomo, dai...

In Piazza San Carlo anteprima del servizio di Bike Sharing [TO] Bike, attivo dal mese prossimo!
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