sabato 4 luglio 2009

Imbarazzo italiano

Foreignpress
A leggere i titoli della stampa straniera su Berlusconi e il prossimo G8, sento assalirmi un senso di vergogna e un imbarazzo notevoli.


E stavolta non lo dico nemmeno per incolpare Berlusconi, mi limito ad analizzare quanto in basso è caduta l'immagine del nostro paese.



Il cosiddetto decreto sicurezza


Il cosiddetto decreto sicurezza rimarca ulteriormente le caratteristiche peggiori di questo Governo, in particolare il continuo tentativo di far svolgere da altri soggetti quelli che sarebbero i propri compiti specifici e invece intromettersi continuamente in questioni non proprie, come accaduto - ad esempio - per la scuola e come accade per il turismo.



Tra i principali compiti dello Stato c’è quello di garantire il rispetto della legalità e la sicurezza dei cittadini. Nel provvedimento approvato non si parla affatto di difendere la sicurezza, ma si prevedono nuovi reati, il che non significa per nulla garantire che questi reati non vengano commessi. Per questo, si dovrebbero, ad esempio, dotare le forze dell’ordine di mezzi ed organici adeguati. Lo stesso per quello che riguarda la magistratura. E le carceri.

Invece, istituito qualche nuovo reato – per altro abbastanza assurdo – si demanda anche ai cittadini, che si organizzano secondo certe regole, la tutela della legalità. Il risultato, come hanno fatto notare molti addetti ai lavori, sarà quello di creare nuovo rischio, sia per i volontari che per il cittadino qualunque.

Infine, una riflessione sull’assurdità di un reato come quello di clandestinità: i clandestini esistono dove qualcuno offre loro lavoro, abitazione, ecc… Si è mai visto un clandestino in luoghi dove non ci sia quest’offerta? Si è mai visto un clandestino dove non venga attratto da qualche opportunità?
Uno Stato serio, dovrebbe essere in grado di controllare il territorio, di perseguire chi fa affari sulla pelle dei poveracci che cercano un minimo di futuro, di prevedere quote di immigrazione sufficienti a soddisfare le richieste – continue – che arrivano dai vari settori produttivi e dalle famiglie. A quel punto, certo si dovrebbe e potrebbe essere intransigenti con chi, pur con tutte le possibilità di essere in condizione di legalità, continuasse ad essere clandestino.

Ma così non è, si preferisce colpire il più debole e lasciare che lavoro nero, sfruttamento ed evasione fiscale dilaghino.

Il risultato negativo sarà doppio: non si aumenterà la legalità, si metteranno in difficoltà cittadini ed economia italiani.

(via mercedesbresso.it)



venerdì 26 giugno 2009

Halil Ibrahim Dincdag

L'arbitro gay fa outing,
la federazione lo licenzia





Il commentatore tv: «Non può
riavere il posto, darebbe rigori
ai giocatori più carini»

GIULIA ZONCA

L’outing in Turchia è una scelta di estremo
coraggio e Halil Ibrahim Dincdag aveva già le spalle al muro quando ha
deciso di sedersi davanti a una telecamera e raccontare in un
seguitissimo talk show di essere gay. È un arbitro, cioè lo era perché
da quando i suoi gusti sessuali sono diventati pubblici la federazione
gli ha tolto il lavoro e i vicini lo hanno obbligato a lasciare
Trabzon, città super conservatrice, per Istanbul dove per lo meno può
circolare senza essere aggredito. All’inizio è stato un pettegolezzo,
poi un insulto e il sospetto della sua omosessualità, non nascosta, ma
mai sbandierata, è bastato a farlo diventare cittadino poco gradito.

Molto
prima del suo racconto in diretta tv stava già senza lavoro, proprio
per questo ha deciso di reagire: «Pensavano che mi sarei nascosto
invece ho fatto il contrario e sono diventato una bandiera per il
movimento dei diritti gay». Ha fatto causa e si è consegnato alla
stampa perché pubblicizzasse la sua storia e ha svegliato gli
omosessuali turchi che ora lo considerano come Harvey Milk, il primo
politico dichiaratamente gay diventato consigliere comunale a San
Francisco nel 1977 e poi assassinato. A differenza di altri paesi
musulmani, la Turchia non mette in carcere gli omosessuali però li
perseguita al limite della legge. Nel caso di questo arbitro la
federazione ha usato il suo passato: è stato dichiarato non idoneo al
servizio militare (anche allora perché gay) «quindi non è in condizione
di arbitrare». Erman Toroglu, la voce del calcio turco, ha commentato:
«Non può riavere il posto, assegnerebbe i rigori ai giocatori più
carini ». Il livello è questo, battutacce e riprovazione.

Dincdag
però è diventato un caso e la Turchia ancora aspetta l’approvazione
della comunità europea: non vogliono trasformarlo nell’esempio di quel
che non funziona. Gli è sfuggito di mano: che un trentatreenne timido e
solitario, arbitro da 13 anni proprio perché il ruolo gli consentiva di
stare per i fatti suoi, si mettesse alla testa di una rivoluzione
sociale non era previsto. Invece Dincdag ha successo, ha mobilitato
blog e manifestanti e persino la famiglia, con cui non si era mai
rivelato, lo appoggia: «Anche mio fratello imam mi ha aiutato. Rivoglio
il mio lavoro. Sono pronto ad andare alla corte Europea».

(via lastampa.it)


mercoledì 17 giugno 2009

Barriera di Milano cambia volto

Il lifting alla facciata nord-est di Torino, a.k.a. Variante 200, è stata approvata in consiglio comunale.
Il progetto comprende la linea 2 della metro che da piazza Rebaudengo, dove incrocerà il passante ferroviario in completamento or ora, sfruttando il trincerone del Sempione arriverà fino allo scalo merci in disuso di Vanchiglia passando per l'ospedale Don Bosco. E dallo scalo merci si infilerà sotto Corso Regio Parco, i Giardini Reali, Piazza Castello e incrocerà la linea 1 a Porta Nuova ( o in Corso Re Umberto? Ancora non ci è dato sapere).

Per non parlare del ramo verso Sud, che arriverà fino ad Orbassano e che però verrà costruito in seguito.

Tempo di realizzazione per il ramo nord? Pare il 2016. Pare. 2020 per quello sud.


Cartina_low




domenica 14 giugno 2009

UDC a sostegno di Saitta, tutti insieme appassionatamente (di nuovo)

Ballottaggi Oddio... magari è la mossa più giusta per vincere il ballottaggio, ma non credo sia la mossa più giusta per governare stabilmente per altri 5 anni, Saitta caro. Rifacciamo il calderone dell'Unione?

Preferisco di gran lunga le posizioni di Renzi, che ho ascoltato per la prima volta e mi ha fatto un'impressione decisamente positiva. La sua linea? Nessun apparentamento: preferisco perdere al ballottaggio piuttosto che votare 5 anni all'eterna ricerca del compromesso per governare Firenze.

Ha solo 34 anni ma la sa lunga.



giovedì 11 giugno 2009

Al referendum voto NO

O meglio, NO NO e SI.
E comunque, cosa ancor più importante, A VOTARE IO CI VADO.
Non tollero i politici che invitano ad andare al mare e disertare le urne, o rifiutarsi di prendere la scheda.
Ma stiamo scherzando?
Ma vi sembra normale?
Il voto è un nostro diritto ed un nostro dovere. Un politicante che incita a non votare vuole ledere i nostri diritti e impedirci di fare il nostro dovere. O no? E' un po' come se il vostro datore di lavoro cercasse di convincervi a non mettervi in mutua quando state veramente male, ma allo stesso tempo quando mostrate l'intenzione di andare comunque al lavoro lui vi sprona a prendere le ferie perché non vi vuole in ufficio. E' un CONTROSENSO, e una TRUFFA.
Diffidate di invidui del genere.

Riprendo alcune delle considerazioni di questo mio vecchio post sul referendum per spiegare perché ho deciso di votare NO ai primi due quesiti.

1) perché credo in un sistema multipartitico. Il che non vuol dire anelare ad una situazione in cui la gamma di partiti è infinita, ma credo che un sistema formato da 5 o 6 partiti possa reggere in maniera eccellente, sia per rendere governabile una maggioranza (formata tendenzialmente da 2 o 3 partiti), sia per contenere le aspirazioni espansionistiche che un unico partito al potere può avere o sviluppare nel tempo. Ben venga ora come ora che al governo ci sia la Lega, perché pone un freno alla megalomania di Berlusconi.

2) perché credo che un sistema multipartitico possa rendere la politica più interessante. Uno scenario come quello americano Repubblicani vs. Democratici è una delle cose più sterili che posso immaginare. In fondo se tanto all'interno di un partito ci sono multiple correnti, non è la stessa cosa che avere multipli partiti? A patto che se ne limiti l'influenza. Come dire, i numeri non mentono.

3) perché credo che la cultura Europea sia più portata al multipartitismo rispetto a quella americana. Storicamente, ideologicamente, mentalmente.

4) perché credo profondamente in un sistema multipartitico come quello scandinavo, dove il partito vincitore delle elezioni può formare anche governi di minoranza e cercare di volta in volta una maggioranza trasversale diversa a seconda delle questioni trattate. Non è questo il più onesto esempio di democrazia?Altro che partiti comandati da un Duce che votano blindati a seconda di quanto fa più piacere al proprio capo. Un po' macchinoso forse, magari solo i Norvegesi riescono a farlo, ma
anche se siamo in Italia sperare un po' è ancora lecito, giusto?

5) Perché non credo nei premi di maggioranza. Non credo che il primo partito abbia diritto al 55% dei seggi a prescindere dal proprio risultato elettorale, dai propri numeri. Carta canta. Sei il primo partito ma hai preso il 10% dei voti, beccati i seggi che ti spettano e muovi le chiappe a cercare una maggioranza tenendo conto di cosa gli italiani hanno votato.

Non dimentichiamo che sono i nostri voti che devono contare. Dobbiamo costringere il sistema politico a tenerne conto.

Voterò invece sì al terzo quesito, perché mi pare il minimo che un politico non si possa candidare laddove gli pare tanto per provare così come si prova un test di ammissione all'università. In un caso stiamo parlando di istruzione, nell'altro stiamo parlando di opportunismo.

Ad ogni modo, votate come preferite. Sì, no, niente, x, mettete del prosciutto nella scheda e scrivete "magna magna"... ma andate a votare.



mercoledì 10 giugno 2009

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