martedì 5 aprile 2011

Elezioni comunali Torino: il sondaggio intero



Sondaggio Politico-Elettorale 
Vincere a Torino 
Pubblicato il 1/4/2011.


Autore:
GM&P SRL

Committente/ Acquirente:
Partito Democratico – Direzione nazionale

Criteri seguiti per la formazione del campione:
Campione di 1200 casi, rappresentativo delle principali variabili sociodemografiche. In particolare il campione è rappresentativo per sesso, età e distribuzione della popolazione per zone e condizione lavorativa. Il campione è stato estratto casualmente dal database della popolazione residente a Torino maggiore di anni 18.

Metodo di raccolta delle informazioni:
Telefonico CATI

Numero delle persone interpellate e universo di riferimento:
1200 intervistati rappresentativi dell'universo degli elettori residenti nel Comune di Torino.

Data in cui è stato realizzato il sondaggio:
Tra il 22/03/2011 ed il 28/03/2011


QUESTIONARIO

QUESITO n.1

Domanda : Quali sono i problemi più urgenti e più importanti che la prossima Amministrazione Comunale di Torino dovrebbe affrontare e risolvere?
.



Uno su trenta

Non è molto, diciamocela tutta. Segno che, per quanto si sia già fatto, c'è ancora molto da fare in termini di integrazione.

PD svegliati, a Milano si può


Raccomando l'editoriale di Europa di oggi, con un piccolo monito al PD a crederci davvero perché "rivincere a Torino e Bologna è quasi un dovere e non sarebbe una notizia, farcela a Napoli e Cagliari sarebbe una bella sorpresa ma non uno tsunami come la vittoria contro la Moratti".

lunedì 4 aprile 2011

ciclofficina ABC: APRILE DOLCE PEDALARE - Mese della bici e della mo...

ciclofficina ABC: APRILE DOLCE PEDALARE - Mese della bici e della mo...: "Un mese fitto di appuntamenti ai Bagni Municipali, in via Morgari 14, dedicato al mezzo di locomozione più bello e intelligente: la bicicletTA"

venerdì 1 aprile 2011

Elezioni comunali Torino: secondo GM&P Fassino Sindaco al primo turno

Credo sia un sondaggio commissionato dal PD, quindi è ovvio che tenda a esagerare il risultato di Fassino. Ad ogni modo, credo che la direzione in cui stiamo andando sia quella: Fassino porta a casa la partita già al primo turno, magari non con il 57% del sondaggio ma con il 51/52 tutto. A meno di una brillante campagna elettorale di Coppola e Musy, s'intende.

mercoledì 30 marzo 2011

A difesa della città

A difesa della città
E’ piccola, ma è una bella notizia. Noi amiamo il pazzo sferragliare dei tram. E ci piace l’idea di un cerchio chiuso. A difesa della città. Perché potrebbe contenere i lati di una immensa isola pedonale: Porta Nuova, Piazza Castello, Porta Palazzo, Porta Susa. E’ quasi l’antico perimetro del Seicento. Vorremmo che un giorno fosse il bordo dei nostri piedi. Lanuova linea 7 è un dolce piacere. Resta il sogno proibito di vedere i vecchi tram in funzione per sempre, anziché fino a novembre. Qualcuno dirà che Torino non è San Francisco, ma perché no? Anzi, forse è anche meglio.


mercoledì 23 marzo 2011

Sempre lassù

Come l'anno scorso (e in tutti i precedenti) anche nell'ultima rilevazione dei suoi 10 anni di mandato, Chiamparino rimane sul podio.

martedì 15 marzo 2011

Anniversario bagnato, anniversario fortunato?


Confesso che tutta la pioggia di oggi e le previsioni infauste per domani mi stanno un po' smorzando l'entusiasmo che avevo (inaspettatamente) raggiunto nei giorni precedenti. Dico inaspettatamente perché fino a qualche mese fa sembrava che sui giornali se ne parlasse solo per costrizione, perché era un appuntamento culturalmente troppo importante per ignorarlo come faceva la gente comune; e fino a qualche settimana fa sembrava tutto ridotto ad una bagarre politica che aveva come fulcro la questione dello stare a casa o meno nella giornata di giovedì.

E poi, quando meno te lo aspettavi, svraam! un tripudio di tricolori dai balconi, le striscette blu risorgimento su tutte le vetrine dei negozi, un programma di festeggiamenti fulminante già solo per domani sera che non sai proprio da dove partire, se dotarti di un paio di ali meccaniche per passare da un capo all'altro del centro per fare tutto il fattibile, assaggiare tutto l'assaggiabile e visitare tutto il visitabile.


E poi, la pioggia. Sgrunt. Peccato.

Quando Torino ebbe la notte bianca olimpica, io lavoravo a Sestriere e non feci in tempo a scendere e godermi la calca. Quando, pochi mesi dopo, l'Italia vinse il mondiale, io ero a Parigi; e per quanto cantare in 150 sotto l'hotel de ville fosse piacevole, non era la stessa cosa, specialmente dopo aver visto filmati di cosa non era Torino quella notte. Speravo di invadere la città anch'io con la massa, finalmente, domani sera.

Alla fine festeggeremo lo stesso, lo so. E sarà ugualmente bello.

Chissà cosa racconteremo tra 50 anni ai nostri nipoti di questa serata.

giovedì 10 marzo 2011

Euroregione AlpMed, il futuro di Torino è in Francia

Una macro area da 17 milioni di abitanti, un milione e mezzo di imprese, 500 miliardi di Pil di cui 9,5 spesi per l’innovazione e 8 mila strutture alberghiere. Se usassimo la graduatoria sugli stati della Banca mondiale, l’aggregato si collocherebbe al 17˚ posto assoluto per ricchezza davanti a Paesi come Turchia, Belgio, Svezia, Polonia e Svizzera.

Il punto è che il territorio stretto tra le Alpi e il Mediterraneo (AlpMed) non è uno stato classico ma qualcosa di più originale, una Euroregione che accorpa le aree transfrontaliere di Francia e Italia: Piemonte, Liguria, Valle D’Aosta, Rhône-Alpes e Provenza-Costa Azzurra (Paca). AlpMed è un territorio variegato che ogni giorno, sottotraccia, scava il vincolismo novecentesco dello Stato-nazione, scambiandosi merci, idee, beni e turisti molto più di quanto facciano con altre regioni italiane o francesi. Per qualcuno è l’europeismo del futuro: l’integrazione per macroregioni omogenee.

Anche se con quote in riduzione, causa globalizzazione (nel 1970 il Piemonte faceva il 25% dell’export italiano verso la Francia), la vicinanza geografica continua a giocare un ruolo: Parigi resta il primo mercato per le esportazioni delle 3 regioni italiane dell’AlpMed (pari al 16% del totale nazionale). Automotive e meccanica dall’Italia alla Francia; prodotti chimici e metallurgia dalla Francia all’Italia. Per un flusso di export complessivo che supera gli 11 miliardi di euro l’anno.

Sui legami storici si potrebbero scrivere paginate. Dai Savoia tra Chambéry e Torino alla storia dell’industria dei fiori che nasce a Ospedaletti il 3 maggio 1874 da una rudimentale joint venture tra Luigi Bessi, che ogni giorno va al mercato per acquistare fiori dall’ortolano, e il commerciante parigino Julien, che sverna tra Sanremo e Nizza. Da quel giorno la Julien & Bessi spedirà nella capitale francese 2 ceste quotidiane di violette di Taggia e di rose del Poggio. E’ la prima azienda floreale del mondo.

E ancora. Dall’interscambio del Piemonte sulla via della seta con Lione (un terzo dell’attivo commerciale post Unità d’Italia verrà per molti anni dall’export di seta grezza), all’avventura francese di Casa Agnelli (negli Anni 60 Parigi è il secondo mercato di Fiat), culminata nel tentativo, bocciato dal nazionalismo economico del generale De Gaulle, di prendersi Citroën per fare un grande polo italo-francese. Il resto è cronaca. La Costa Azzurra invasa ogni estate dai piemontesi, non senza battute salaci dei francesi - «con le seconde case vi siete praticamente ripresi Nizza...»- e più in generale l’interscambio turistico: 649.300 italiani sbarcati nel 2009 in Rhône-Alpes e Paca (il 13% dell’incoming straniero) e 408.321 francesi in Piemonte, Liguria e Val D’Aosta (19%). Eppure non si era mai avuto contezza statistica dei legami transfrontalieri. Il rapporto «Colloque franco-italien» che verrà presentato oggi comincia finalmente a colmare la lacuna, ragionando sulla scala AlpMed, l’Euroregione nata nel gennaio 2008. In Piemonte, ad esempio, sono localizzate oltre 100 imprese francesi che impiegano complessivamente 17.000 addetti. Ci sono multinazionali storiche come Michelin, l’Oréal e Saint-Gobain insieme a controllate più recenti come Akka Italia, Dassault Systémes e Alstom Ferroviaria. Così come in Rhô ne-Alpes e Paca ci sono 470 stabilimenti tricolore, per 15 mila addetti.

Passando per i 12 poli d’innovazione piemontesi mutuati dall’esperienza francese dei «Pôles de compétitivité»: 7 Park già collaborano con i loro omologhi transalpini sulle filiere dell’energia rinnovabile, l’agroalimentare, il biomedicale, l’edilizia sostenibile e le biotecnologie. Tutto bene dunque? Non proprio. Per il rapporto gli scambi crescono ma le istituzioni sono molto più indietro dell’economia. Mauro Oggero, ad di Foca costruzioni di Villarbasse, dice che «per noi il mercato francese è uno sbocco più naturale che andare nel Sud Italia». Ma ci sono «difficoltà nel tradurre l’eurocodice e c’è poco interfaccia bancaria tra le due sponde delle Alpi».

Una riserva condivisa dal francese Philippe Chapalain, ad di Go Concept, società di consulenza: «Insediarsi in Piemonte è l’ideale per la sua posizione baricentrica e perché si pescano buoni manager». Anche se «manca uno statuto economico transfrontaliero che fissi alcune regole uguali per tutta l’Euroregione». Insomma se l’interscambio cresce, lo spontaneismo non basta più. Ora serve la politica per guidare i processi.

via lastampa.it

venerdì 4 marzo 2011

Città di Torino - Testamento biologico

Città di Torino - Testamento biologico

Informazioni sul deposito del testamento biologico
Da marzo 2011 i cittadini maggiorenni residenti in Torino potranno, previo appuntamento, consegnare il proprio testamento biologico. Leggi di più...

venerdì 25 febbraio 2011

Primarie Torino: dove si vota, come si vota, quando si vota

Fassino, Gariglio, Passoni, Viale, Curto: ecco i nomi dei candidati alle primarie.

Dopo vicende alterne, alterchi, vicissitudini, e dopo un paio di mesi di campagna elettorale, Torino è arrivata al momento del voto per scegliere il candidato sindaco del centrosinistra. La coalizione, una volta decise le regole delle primarie, è riuscita a non distruggersi; in compenso, si sono votati alla reciproca distruzione i candidati.

Ecco, fermiamoci qui un istante perché questa è una cosa che mi ha dato un solenne fastidio. Mi riferisco in particolar modo a Gariglio e Curto, e le orde dei loro seguaci che sono diventati di punto in bianco partigiani votati alla distruzione del nemico: Fassino per Gariglio e Passoni per Curto. Un atteggiamento che, in questi due casi, è venuto fuori allo scoperto, ma che si è generalmente visto in tutti i supporter di qualsiasi candidato. Allora, una cosa è la campagna elettorale che fa nascere una sana competizione, che ci sta; un'altra invece è perdere totalmente di vista che siamo tutti della stessa squadra e stiamo tutti cercando di fare del nostro meglio per la nostra città. Senza contare che chi vince le primarie si troverà comunque a relazionarsi e farsi aiutare da chi le perde, no? Abbiamo perso totalmente di vista la big picture di queste primarie, ed è un peccato.

Ad ogni modo, entriamo un po' più nelle cose tecniche e burocratiche di questa elezione.
Votare è semplice, se sai come farlo.

DOVE SI VOTA

In città sono stati allestiti una quantità enorme di seggi, per cui non si dovrà andare molto lontano per esprimere la preferenza.
Per votare basta sapere il numero di seggio riportato sulla tessera elettorale. Se ora come ora non avete voglia di andarla a pescare (ma domenica è obbligatoria!) potete andare qui e inserendo il nome della vostra via e il numero civico come per magia apparirà il numero di seggio. Dopodiché cercate il seggio più vicino qui inserendo circoscrizione e seggio e il gioco è fatto.

COME SI VOTA
Per votare è necessario essere muniti di un documento di identità valido e della tessera elettorale. Indispensabile la residenza a Torino. Anche gli stranieri e i maggiori di 16 anni possono votare. Per la votazione è previsto un contributo di 2 euro.
Si vota tracciando una X sulla casella del candidato per cui si vuole esprimere la preferenza.

QUANDO SI VOTA
Domenica 27 febbraio i seggi rimarranno aperti dalle 8 alle 20.

PERCHE' SI VOTA
Inutile ricordarvi l'importanza del voto in ogni occasione, e in particolare in questa. In un periodo dove noi italiani non possiamo nemmeno scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento che sono ormai dei "dipendenti" a tutti gli effetti di chi fa le liste, noi torinesi abbiamo la possibilità di scegliere chi mandare alle elezioni comunali. Che sembra un diritto banale, ma non lo è. Affatto.
Abbiamo la possibilità di contribuire anche noi con il nostro voto al miglioramento della città. Qualunque esso sia.

Io ho partecipato a spizzichi e bocconi in questa campagna elettorale, sostenendo da subito Gianguido Passoni. Credo che la giunta Chiamparino abbia governato bene questa città negli ultimi 10 anni e il fatto che Passoni dei 5 candidati sia l'unico rappresentante della giunta uscente rappresenta a mio parere un punto di favore, perché, appunto, il mio giudizio su questi ultimi 10 anni è positivo. Quindi cerco di favorire la continuità. Il che non vuol dire che non bisogna ripartire con una marcia in più: al contrario, ce ne vogliono tre in più perché la città deve continuare il cammino che ha iniziato e deve andare oltre quel cammino.

Ho conosciuto personalmente Gianguido Passoni e posso dire che mi ha da subito lasciato di sasso per la naturale tranquillità con cui parlava con tutti. Pensi sempre che questi personaggioni della politica siano superiori e pieni di sé, e poi rimani decisamente esterrefatto quando non è così. Avete presente quando una persona è sicura e non ha bisogno di comunicare la sua sicurezza? Ecco, quella è stata la prima impressione, confermata poi successivamente. Mi piace che sia il primo a dire che si poteva sicuramente fare di più e che certe cose sono state fatte in maniera sbagliata o esagerata. Trovo positivo che non voglia tagliare servizi e che voglia proseguire nella politica di integrazione adottata dalla città che ha prodotto risultati straordinari come in San Salvario.

Quello che trovo straordinario, poi, è tutta la piattaforma che sta dietro al candidato: torino bene comune è nata come un progetto dal basso che ha poi deciso di sostenere la candidatura di Passoni. Quando le iniziative nascono dal basso sono sempre grandiose. 23 idee per Torino che dettano poi le linee guida di quello che è diventato il programma di Passoni. Non ultima, infine, è la linea guida del rispetto delle libere scelte individuali, l'equiparazione e la tutela di single e coppie di fatto, gay o etero. Mi sono reso conto che per me è impossibile sostenere un candidato che non ne sia favorevole, anche se, a livello locale, nulla si può fare, certo.

Insomma, sapete quanto adoro questa città e sapete anche qual è la mia visione per il futuro della città, e io credo che Passoni sia quello che più si avvicina a questa mia visione. In ogni caso, qualunque sia il vostro voto, andate a votare. In fondo lo fate per voi stessi.

giovedì 17 febbraio 2011

Orrore150


Insomma, giudicate voi.
Il manifesto scelto per Italia150 è stato fatto da Nubioli, lo stesso che realizzò quello per Italia '61.
E infatti direi che il tocco grafico è rimasto lo stesso, vecchio di cinquant'anni.

D'accordo che non bisogna scordare il passato per guardare al futuro, ma di futuro qui  non c'è proprio traccia.
Brutto, proprio brutto, non credo lo digerirò mai. Tutta colpa di Coppola.

sabato 12 febbraio 2011

TO Bike or not to bike?

Oggi ho avuto la mia prima volta.
Parliamo di TOBike, il bike sharing di Torino, nato nel 2010 e arrivato in soli 7 mesi ad avere 5000 abbonati.
Premetto che io ho una mia bici mia e non ho (ancora) fatto l'abbonamento al TOBike perché non ne ho mai avuto bisogno. Almeno fino ad oggi, quando la mia indomita Kala ha smesso di frenare e ho dovuto portarla a riparare.

Oggi pomeriggio avevo due/tre impegni tutti in centro, tra Borgo Dora e il Lungo Po, e quindi avevo un ardente bisogno di biciclettare avanti e indietro. E così sono andato fino a Borgo Dora a piedi all'andata; invece tornando, complice il mio amico Mathieu che è un tipo sempre troppo avanti, io e lui notiamo sul Lungo Dora Savona una stazione TOBike. Mat, con grande savoir faire, tira fuori dalla sua giacca un portafoglio e dal portafoglio una tessera: una preziosa tessera TOBike.

Fu così che ebbi la mia prima volta.

In sella alla bici cabriolet, con la schiena eretta (la mia bici abituale è una mountain bike invece, quindi potete capire il mio impaccio nello stare così dritto) ho pedalato con i capelli al vento sentendomi un po' come la principessa Mary di Danimarca mentre pattinava sulla spiaggia di Amager. La bici era fantasticamente a posto, abbiamo avuto un problema con un'altra bici che invece non voleva saperne di venire fuori dalla palina ma il pronto Mathieu ha chiamato il numero verde (lo sapete che sono aperti anche al sabato?) e hanno brillantemente risolto tutto nel giro di 4 minuti e mezzo.

Insomma, una figata.

Ho riattaccato la bici-cabriolet alla stazione davanti al Gradenigo e sono andato a prendere la mia bici riaggiustata a puntino, ma la prossima volta mica mi faccio fregare ancora: faccio subito richiesta per una tessera TOBike tutta mia.

Un flop chiamato Park&Ride

Leggo oggi sul Giornale del Piemonte questo articolo sui risultati dei tre parcheggi di interscambio a diversi anni dalla loro attivazione. I tre parcheggi, Caio Mario, Stura e Sofia, tutti e tre costruiti alle estremità della città, erano nati con l'intenzione di disincentivare l'uso dell'auto in città favorendo un cambio agevolato di mezzo: lasci la macchina nel parcheggio e prendi il tram (il 4, nel caso di Stura e Caio Mario, il 18 nel caso di Piazza Sofia).

Per incentivare l'uso del Park&Ride, negli anni era stato previsto anche un biglietto gratis per il mezzo pubblico, bastava presentare il biglietto del parcheggio per poter viaggiare senza problemi sul tram. La sosta a Caio Mario è persino gratuita (ed è utilizzata dai dipendenti Fiat Mirafiori). A Stura costa 1 euro per tutto il giorno.

Ad oggi, tuttavia, i risultati sono pressoché scadenti: la percentuale media di occupazione dei parcheggi è del 50% per Sofia, del 40% per Caio Mario, e un disastroso 3% per Stura.

Per analizzare bene il problema sarebbe utile avere un altro dato, che secondo me contrasta con quelli degli altri parcheggi, ossia la percentuale di utilizzo di un altro parcheggio di interscambio, quello di Fermi, a Collegno, che intescambia con la metropolitana. Non l'ho trovato su internet, ma negli ultimi anni in tutti i luoghi di lavoro che ho frequentati ho conosciuto diverse persone di Rivoli, Collegno o delle valli che lo utilizzavano e mi dicevano che non era difficile trovare posto, ma che comunque il parcheggio non era affatto vuoto.

Ecco, perché il parcheggio di Fermi è più utilizzato degli altri? La risposta credo sia chiara, perché inerscambia con la metropolitana, che garantisce una puntualità e un'efficienza che né il 4 né il 18 possono vantare. Il 4, nonostante ce la vogliano far passare come metropolitana leggera, è un normale tram che gode sì di una corsia preferenziale ma che deve sottostare al ritmo della strada dettato dai semafori. Se poi contiamo che il tempo di percorrenza Stura - Caio Mario (da me sperimentato quando abitavo a Settimo e lavoravo a Mirafiori) è di circa un'ora e si dimezza quindi se il tragitto si ferma in centro città, si capisce come sia molto più veloce andare in macchina, persino con il traffico di Corso Giulio. Quindi il problema dello scarso utilizzo del Park&Ride sarebbe da imputare non alla parte "Park" ma a quella "Ride".

Quando il passante ferroviario sarà completato, il parcheggio Stura potrà inoltre godere di una forte spinta in più data dalla ferrovia metropolitana. Ma questo è di là da venire.

Penso che sarebbe poco saggio abbandonare l'idea del Park&Ride tout court. La Sestero propone di pubblicizzarlo maggiormente, ma non credo risolverebbe il problema. La miglior pubblicità è quella che fa il passaparola, e il passaparola avviene quando un servizio è efficiente. Se un servizio funziona, si pubblicizza da sé. E' la linea 4 a dover essere migliorata: bisognerebbe dotarla di un sistema preferenziale che le permette di non avere mai semafori rossi, in modo che possa scorrere senza problemi fermandosi solo alle fermate di linea. In questo modo si realizzerebbe davvero il principio della "metropolitana leggera". Ma finché il 4 si muoverà al passo di un elefante ottomano, non andremo da nessuna parte e i parcheggi di interscambio continueranno a essere vuoti.

Primarie Torino, sondaggio TermometroPolitico

O, meglio, un'anteprima del sondaggio di Termometro Politico che è di stanza in questi giorni su lastampa.it. A darci questa anteprima, l'immancabile Spiffero, che aggiunge anche i numeri di un'altra ricerca "domestica" realizzata da Marco Maturano di GM&P, società di fiducia del PD nazionale. Partiamo da questa.

NOTORIETA'

Fassino 95,9%
Gariglio 57,2%
Viale 34,1%
Passoni 28,3%
Curto 21,7%

COALIZIONI con FASSINO candidato

CSX 49,7%
CDX 35,7%
CEN 10,3%
M5S 3,2%

POSSIBILITA' DI VITTORIA

Fassino 56,3%
Gariglio 8,8%

SFIDE CANDIDATI

Fassino 55,2%
Ghigo 30,8%

Fassino 57%
Coppola 22%

Fassino 56%
Ghiglia 25%

Fassino 56%
Bonino 23%

Ora i dati in anteprima della rilevazione in corso di TermometroPolitico.
Termometro Politico invece ha circoscritto la propria analisi proprio sul comportamento degli elettori di centrosinistra alle primarie. La società torinese, che si avvale di una metodologia molto nota all’estero (il caso di scuola è YouGov in Gran Bretagna) ma ancora poco praticata in Italia, quello delle indagini CAWI (Computer Assisted Web Interviewing), ha finora esaminato circa 4.200 interviste. Dai primi risultati, in corso di elaborazione, emerge un sostanziale testa a testa tra Fassino e Gariglio, entrambi comunque attestati al di sotto del 50%. La forbice che li separa è minima, al punto che è ipotizzabile, proprio per il profilo dei candidati che Gariglio abbia dalla sua una potenzialità di performance superiore a quella del più consolidato Fassino. Il lavoro, realizzato in esclusiva per LoSpiffero, sarà reso pubblico lunedì.
Attendiamo quindi lunedì, pur sottolineando che c'è ancora tempo per votare.

lunedì 7 febbraio 2011

Les jeux sont faits?

Un sondaggio di nuovasocietà mette a luce un terzo incomodo tra Fassino e Gariglio: Gianguido Passoni, che guida la classifica con il 41%. Segue Fassino con il 26% e Curto con il 13%. Gariglio quarto con il 10%, chiude Viale con l'8%.

venerdì 4 febbraio 2011

Qualche parola su... Passoni

Il candidato della sinistra resta, per ora, senza bandiere. Lo sostiene una parte di Sel e “Torino Bene Comune”. Prioritaria la difesa dei conti: una situazione strumentalizzata ad arte. L'assessore si rivela uno dei più leali collaboratori del sindaco che infatti potrebbe dargli una mano

È il miglior alleato di Fassino, come insinuano gli antipatizzanti, o un concorrente talmente leale con la coalizione e rigoroso sui contenuti politici da aborrire ogni forma di schermaglia polemica, secondo la descrizione dei (molti) estimatori? Sia quel che sia, Gianguido Passoni, il terzo incognito delle primarie democratiche, fatica non poco a scrollarsi di dosso l’etichetta del comunista prediletto di Sergio Chiamparino. Il sindaco lo stima a tal punto da aver accarezzato l’idea di incoronarlo per la sua successione, poi le cose sono andate come sono andate e l’assessore al Bilancio si è ritrovato a gareggiare da solo, senza grandi sponsor alle spalle, orfano di sigle e partiti, sostenuto unicamente da “Torino bene comune”, un advocacy group di militanti e dirigenti della sinistra torinese delle più varie estrazioni.


Non ha l’appeal dell'arruffapopolo – e forse per questa ragione il vertice locale di Sel è assai prudente a scendere al suo fianco –, alle starnazzate preferisce i ragionamenti “lunghi” e alle affermazioni demagogiche antepone proposte concrete: la salvaguardia delle risorse pubbliche, la tutela della vocazione manifatturiera della città, nuovi modelli di welfare comunale, valorizzazione delle differenze, bilancio sostenibile senza privatizzare le aziende partecipate. Ma è proprio sull’ultimo punto, il core business dell’impegno amministrativo degli ultimi anni, che Passoni raccoglie molte critiche. “Troppo schiacciato su Chiamparino”, dicono alla sua sinistra; “rischia di reggere la coda ai paladini del continuismo”, rintuzzano i garigliani.


Le sue prime mosse sembrano confermare quest’orientamento. Sullo stato disastroso delle casse di Palazzo di Città ha assunto le vesti del difensore d’ufficio, sebbene non abbia alcuna responsabilità della situazione debitoria, avendo ereditato la patata bollente dal suo predecessore Paolo Peveraro, protagonista (in)discusso della stagione della finanza creativa. Spiega in modo puntiglioso: «I dati sono confortanti: nel 2009, rispetto al 2008, il gruppo Città di Torino riduce l’indebitamento del 2,11%, aumenta del 4,12 % il valore dell’attivo immobilizzato, migliora il risultato economico del 71%, occupa 23281 persone, costituisce circa il 15% del prodotto interno della città. Tutti dati positivi che dimostrano come il tema del debito sia stato strumentalizzato, perché ampiamente superato dal valore dell’attivo di 9 miliardi e trecento milioni, tutti di investimenti. C’è un altro punto importante: con 3,352 miliardi di volume dei proventi e con una politica accorta e di buona gestione, si possono finanziare i servizi pubblici, asili compresi, senza liquidare e vendere le partecipate». Infine, una stoccata al tanto decantato federalismo: «Nel 2009 il Comune con i conti consolidati ha pagato allo Stato 129 milioni di imposte. Lo Stato, per contro, ci toglie 43 milioni di trasferimenti».


Forte di queste argomentazioni tecniche, corroborate dal rating di Standard & Poor's, Passoni ritiene di avere buone carte da giocare se solo il vertice del Pd non si mettesse di traverso, come ha fatto nei primi giorni di raccolta delle firme, lesinando sul numero dei moduli. L’esordio è stato confortante: la sola associazione “Rosso Ideale” ha portato d’emblée 400 firme, per i banchetti del weekend si sono fatti avanti molti volontari. Chiamparino, pur ufficialmente impegnato con Fassino, avrebbe assicurato una mano “discreta” nella raccolta delle tremila sottoscrizioni: le parcelle degli avvocati vanno onorate.

via http://www.lospiffero.com/

mercoledì 2 febbraio 2011

Torino è in rosso



Ahahah. Do atto a Maurizio Marrone di aver scelto un simpatico copy per il manifesto che campeggia per i corsi della città. Non ho trovato nessuna immagine, quindi proverò a descriverlo: fondo marrone, con la scritta "Torino è in rosso" e il claim in azzurro subito sotto: "cambia colore". In alto, in azzurro, il nome "Maurizio Marrone". Al centro, in basso il simbolo di Forza Italia. Pardon, del PDL.

Un simpatico gioco di colori che richiama la Torino rossa di sinistra e il debito della giunta Chiamparino, che contrasta con l'azzurro Forza Italia (ehm PDL); infine il cognome del politico a fare da corollario a tutto, con l'invito a cambiare colore e a scegliere il Marrone (o quanto meno l'azzurro).

Non so però quanti, non avvezzi alla politica locale, potrebbero capire il gioco di parole e colori. Già sapere che Torino è indebitata credo non sia da tutti; da lì poi a sapere che Marrone è il cognome del vice coordinatore cittadino del PDL...

Update: immagine trovata su La Stampa di giovedì 3 febbraio

domenica 30 gennaio 2011

Primarie Torino, il punto della situazione

Fassino ha raccolto oltre 1300 firme e i sondaggi lo danno al primo posto nelle primarie del csx.

Gariglio ha superato la fatidica soglia delle 700 firme e si prepara a dare battaglia a Fassino e all'establishment del pd.

Placido si ferma a quota 300 firme e abbandona la gara.

Ardito idem a 13 firme.

Tricarico si ritira perché il suo partito (PD) non vuole riservare a lui le regole della candidatura per gli esponenti della società civile.

Airaudo rifiuta la candidatura di SEL, preferendo continuare a occuparsi della FIOM a livello nazionale.

Passoni dichiara la sua intenzione di correre come esponente della società civile alle primarie del csx.

Silvio Viale sarà il candidato dei Radicali.

Michele Curto potrebbe essere il candidato del gruppo Abele.

In casa Terzo Polo, sono partite le trattative con Maria Caramelli.

Nel PDL, Ghigo non intenderebbe correre, ma tutti i sondaggi e le opinioni romane gli sono contro.

Coppola ha solo l'appoggio di Ghigo e nulla più.

Ghiglia stringe i denti ma sembra che nessuno lo consideri nemmeno dentro il suo partito.

La Sandretto ha aperto le trattative con il PDL, ma qualcuno già la ostacola.

Bertola si candida per il movimento 5 stelle.

Da Torino è tutto.

venerdì 28 gennaio 2011

Il discorso (in inglese) del Re

Per chi volesse vedere quel bono di Colin Firth ascoltando il suo bellissimo accento british (che poi nei film ambientati nel passato è sempre più marcato), oggi il cinema Centrale di via Carlo Alberto 23 dà il film The King's Speech in lingua originale.

L'altra (candidata)

Nuova donna in campo per le comunali di Torino. Anzi, l'unica finora, visto che la Sandretto resta al momento una lontanissima ipotesi. Si tratta di Maria Caramelli, che, salvo ripensamenti dell'ultimo minuto, dovrebbe essere la candidata del Terzo Polo torinese.

53 anni, veterinaria, direttrice dell'istituto zooprofilattico di Torino, si è occupata in prima persona dei casi di mucca pazza e delle mozzarelle blu.

Più citata su lazampa.it che su lastampa.it, sul web ho trovato una perla che la riguarda, una sua citazione:

Non so se esista la reale possibilità di conciliare figli e carriera. Fanno a pugni”.

Nemmeno io so se sia possibile, ma so che sicuramente questa dichiarazione fa a pugni con i valori dell'UDC.

Effetto Sandretto

L'unica cosa positiva che la destra torinese ha saputo tirar fuori è la (im)possibile candidatura a Sindaco di Patrizia Sandretto, imprenditrice torinese in campo artistico e culturale, Presidente della fondazione Sandretto Re Rebaudengo con sede in via Modane 16.
La Sandretto viene considerata espressione della società civile e rappresenta - dicono - quanto di più diverso dalla rete radical chic della sinistra. Insomma, una candidatura che potrebbe mettere d'accordo tutte le anime di un centrodestra torinese che se la sta passando persino peggio del centrosinistra cittadino (e ce ne vuole).

Sicuramente la candidatura della Sandretto, che si è detta disponibile a valutare il percorso, è competitiva: è giovane, donna, imprenditrice, figura di spicco in città. Un po' come lo era stata la candidatura della Porchietto alle provinciali torinesi. Ma sappiamo tutti come andò in quella occasione.

La verità è che il triplice cognome della Sandretto rievoca non i salotti radical chic della sinistra, ma un salotto ben più snob frequentato da persone agiate e benestanti che niente ha da spartire con quella città che marciava davanti ai cancelli di Mirafiori per protestare contro Marchionne solo qualche settimana fa. Torino è sicuramente cambiata negli ultimi dieci anni, ma nella sua classe media è sempre rimasta quella mentalità da classe operaia che rende i torinesi persone con i piedi per terra, dotate di senso comune, tanto laboriose e attive nel piccolo della vita quotidiana quanto scettici su chi mette in pubblica piazza i propri successi e le proprie ricchezze.

lunedì 24 gennaio 2011

Lumen Flumen

Torna anche quest'anno Lumen Flumen, "gettiamo ponti di luce", lungo le rive della Dora.

Un progetto dell'Ecomuseo Urbano della circoscrizione 7
In collaborazione con:
Istituto Professionale Statale Albe Steiner
Primo Liceo Artistico
TS Tecno Sistemi
Iren

Consapevoli dell'importanza della Dora Riparia per lo sviluppo industriale della città e delle nuove potenzialità che il suo asse esprime nell'ambito residenziale e culturale, due scuole della Circoscrizione 7 sono protagoniste di un'innovativa esperienza di lìght design.
LUMEN FLUMEN nasce da un'idea degli studenti del Primo Liceo Artistico in collaborazione con l'IPS Albe Steiner per dare vita a illuminazioni creative, realizzate ed installate dalla TS Tecno Sistemi in qualità di sponsor.
Un'occasione straordinaria per scoprire il fascino dei ponti che mettono in comunicazione le due sponde del fiume.

Comunali Torino 2011, Ghiglia vince le primarie farlocche del PDL

Agostino Ghiglia ha vinto le primarie online indette dal PDL con puro intento consultivo e non definitivo. Sarà lui l'erede di Rocco Buttiglione, candidato a Sindaco di Torino nelle elezioni comunali di quest'anno?
Ghiglia ha totalizzato il 18% su poco meno di 1800 voti, vincendo di poco sul fino ad ora sconosciuto Maurizio Marrone, coordinatore cittadino del partito. Medaglia di bronzo a Michele Coppola con il 13%, quarta Barbara Bonino al 11,6%, seguono Giacometto e Ravello appaiati con l'11,5% e tutto il resto della cricca.

Ora la domanda: ma 1734 voti raccolti rappresentano un successo?

Sì vabbé

Vedere la Santanché, che ha impostato qualche anno fa tutta la sua intera campagna elettorale sul modo in cui Berlusconi tratta le donne (ricordate il famoso slogan "le vede solo in orizzontale"?), difendere Berlusconi sul TG La7 dicendo che è un povero perseguitato non ha prezzo. Disgustorama. 
Ma cosa pensa, che la gente dimentichi? 
Che faccia da culo, incredibile. Non c'è proprio più dignità. La coerenza l'abbiamo persa da tempo in politica, la dignità pure, ora.

mercoledì 19 gennaio 2011

Primarie Torino, un nuovo sondaggio

In rete circolano i numeri di un sondaggio commissionato dal PDL, che vedrebbe Piero Fassino portare a casa la fascia tricolore di Sindaco già al primo turno con il 52% dei voti. 

Voti candidati:
FASSINO 52%
GHIGO/GHIGLIA 31-33%
FERRERO 6%
CALGARO 3%

martedì 18 gennaio 2011

Primarie Torino: si vota il 27 febbraio 2011

Save the date: 27 febbraio 2011.
Per scegliere il candidato del centrosinistra per le elezioni comunali di Torino, in cui verrà eletto il successore di Chiamparino come Sindaco della città.


Dal sito pdtorino.it:

I moduli di raccolta firme, per sottoscrivere le candidature alle Primarie per l’elezione del candidato Sindaco della Città di Torino, saranno disponibili a partire da venerdì 7 gennaio 2011, presso la sede del Partito Democratico di Torino, in Via San Francesco d’Assisi 35 a Torino. Per sottoscrivere le candidature dei candidati del PD è necessario essere iscritti al Partito di Torino entro e non oltre il 30 novembre 2010, in caso contrario non è consentita la sottoscrizione. Gli orari della sede sono i seguenti:lun-ven: 9.30-13.00 14.00-18.30sabato e domenica chiuso. Per info: Partito Democratico di Torino 011-4407687 011-4546053e-mail: partitodemocratico.to@gmail.com

Infine, le istruzioni per l'uso contenute nella lettera di Paola Bragantini, segretaria provinciale del PD, inviata a tutti gli iscritti torinesi:

Caro Amico, cara Amica
desidero informarti che – in ossequio allo Statuto Nazionale del nostro Partito – domenica 27 febbraio 2011 si terranno le Primarie per la selezione della candidatura alla carica di Sindaco del Comune di Torino in occasione delle elezioni amministrative della prossima primavera.
Ad oggi la Segreteria del Partito Democratico di Torino ha ricevuto la disponibilità a candidarsi di Giorgio Ardito, Piero Fassino, Davide Gariglio e Roberto Placido.
La nostra Assemblea Provinciale - riunitasi mercoledì 15 e sabato 18 dicembre - ha stabilito che lesottoscrizioni a sostegno di una proposta di candidatura possano essere raccolte dal 7 al 27 gennaio e che ciascuna di esse debba essere corredata da un numero di firme pari al 20% degli iscritti nei circoli del comune di riferimento, in questo caso Torino. A tal fine sono valide le firme di coloro che hanno rinnovato la tessera entro il 30 novembre 2010; non sono valide le sottoscrizioni dei nuovi tesserati della campagna 2011, in partenza da martedì 4 gennaio. Ogni iscritto può sottoscrivere una sola candidatura.
Qualora tu intenda sottoscrivere una candidatura, dal 7 al 27 gennaio puoi recarti nella sede del Partito Democratico di Torino, in via San Francesco d’Assisi n. 35, dal lunedì al venerdì, dalle ore 9.30 alle ore 18.30, oppure puoi telefonare ai numeri sotto riportati per avere informazioni rispetto agli orari di apertura del tuo circolo.

(Ancora) qualche parola su Mirafiori

Sono stati già spesi fiumi di inchiostro, però se c'è ancora spazio vorrei dire la mia.
Sono stato in silenzio durante tutti questi giorni, perché avevo la sensazione che ci fosse qualcosa che non quadrava. Qualcosa che era sbagliato a prescindere dall'accordo, dalle posizioni, e da tutte le opinioni che sono state sviscerate in merito.
Finché, l'altro giorno, in seguito all'esito del referendum, ho sentito TUTTI esprimersi come dopo una partita di calcio: Marchionne ha vinto, Marchionne ha perso. Ma la vicenda Fiat non era una partita di calcio, in cui Marchionne impersonava il capitano della squadra A e Landini il centravanti della squadra B.

Questo clima da stadio ha favorito l'interpretazione secondo cui il colpevole delle angherie che subiranno gli operai è Marchionne. Ma non è così. Qui il colpevole, se si può parlare di colpa (anche se io preferisco parlare di responsabilità), è quel processo chiamato globalizzazione, che se da un lato consente di avere una concorrenza agguerita che tende alla diminuzione dei prezzi al consumatore, dall'altro (il lato oscuro della forza) mira al ribasso anche per quanto riguarda gli stipendi dei lavoratori.

Credo che il problema del nuovo contratto sia stato dal punto di vista della comunicazione, e che sia stato mal posto fin dall'inizio. La "guerra" è stata soprattutto comunicativa. Non è che se avesse vinto il NO, gli operai avrebbero trionfato contro il padrone capitalista: ci avrebbero rimesso tutti, quegli operai in primis. Marchionne, fin dal principio, avrebbe dovuto sedersi al tavolo dicendo "signori, qui ci mangiano vivi e se non facciamo qualcosa ci rimettiamo tutti quanti". Tutti quanti. Perché siamo tutti sulla stessa barca. Marchionne avrebbe dovuto continuare dicendo "rimettiamoci tutti quanti qualcosa di nostro, ma salvaguardiamo l'occupazione, i profitti, il futuro e il territorio". Si trattava di guardare al futuro con collaborazione, perché il futuro fosse buono per entrambi. E invece, ahilui, ha preferito assumere toni minacciosi e usare ultimatum, esasperando così la divisione già in atto.

mercoledì 12 gennaio 2011

Primarie Torino, primo sondaggio candidati

PRIMARIE DI TORINO PD SONDAGGIO: 27 FEBBRAIO
P.FASSINO(pd): 47 %
(R.TRICARICO pd): 28 %
D.GARIGLIO(MODERATI ,EX MARGHERITA) : 15 %
R.PLACIDO: 6 %
G.ARDITO(SX ESTREMA) : 4 %

Dopo un'autentica bufera sulle firme per presentarsi,e con ancora l'incognita Tricarico sulla gara,il Pd sembra avvicinarsi a questa sfida che vede l'ex segretario dei Ds molto avvantaggiato. La destra, pur se in ritardo sembra candidare la nuova leva Coppola, molto giovane, ma che soffrirà moltissimo la
candidatura di un uomo del terzo polo e il passaggio del popolare Rosso a Fli.

Primarie Torino: 40 domande per 4 candidati

L'altra sera sono andato all'incontro organizzato da Sinistra in Rete con i 4 candidati ufficiali delle primarie del PD e volevo esprimere qualche pensiero sparso.

Penso sia triste che, dopo aver avuto una giunta comunale molto buona e con un approval rating molto alto per tutti gli anni di mandato, non ci sia alcun rappresentante candidato a raccogliere il testimone di Chiamparino. Questo mi dispiace molto. E lo trovo anche insensato.

Lo staff di Sinistra in Rete si è sbattuto tanto per organizzare l'evento (e si vedeva: dalla grafica interattiva molto originale, ai segnaposti dei candidati molto curati...) e per questo hanno il mio plauso.

Le introduzioni a questi incontri sono terribilmente odiose e dovrebbero essere limitate a fare gli onori di casa per massimo 3 minuti. Ogni secondo in più è un'agonia.

I temi erano 8, e ogni tema prevedeva 5 domande contrassegnate da un numero: i candidati erano stati messi a conoscenza delle 40 domande totali, ma in realtà era Tropeano a scegliere un tema e i 4 garibaldini dovevano scegliere un numero, che celava la domanda a cui avrebbero dovuto rispondere. Un ottimo modo per estrarre a sorte.

Peccato che Tropeano di questi 8 temi (che in teoria avrebbero dovuto essere coperti tutti) ne abbia scelti solo 5 lasciando fuori alcuni per me di grande interesse, vale a dire "area metropolitana" e "giovani".

Ora qualche parola sui candidati.

Ardito. Personalmente non lo conoscevo prima, è sicuramente l'outsider e ha fatto l'impressione dell'outsider. Anche lo schema comunicativo era posto in attacco: la voce era sempre alta, aggressiva, cercava di fare "scandalo" e creare interesse per la sua figura. Voci di corridoio in sala dicevano comunque che probabilmente si ritirerà prima della fine della corsa, e che comunque non riuscirà a raccogliere le firme.
Schietto, dirompente, alla fine esce dall'incontro con un giudizio sicuramente più positivo dell'indifferenza che prima gli spettava. Le sue posizioni sono spesso estreme, è l'unico dei candidati che voterebbe NO al referendum della Fiat (se fosse operaio ma solo se senza famiglia e senza figli). Il suo exploit è arrivato alla terza domanda, quando gli è stato chiesto se fosse necessario costruire altri alloggi a Torino. Secca la sua risposta "No", punto. E poi silenzio. Tropeano gli chiede di argomentare, e lui ribatte: "Ma cosa c'è da argomentare? No, punto." E inizia a snocciolare per venti secondi numeri precisissimi sulla situazione degli appartamenti vuoti a Torino e su una politica della casa che dovrebbe agevolare il loro riempimento. Il pubblico applaude, è il suo momento di gloria. Ma era preparato.

Fassino. Tra i 4 è quello che fa una migliore impressione. Competente, serio, conosce la situazione della città, non evita le domande, propone soluzioni, sembra abbia chiaro quello che bisogna fare. Ho trovato poi piacevole la disponibilità a partecipare alle primarie e a partecipare a incontri di questo tipo, perché pensavo che un politico del suo calibro non si sarebbe mai "abbassato" a comparse del genere.
Ribatte che Chiamparino ha un anno più di lui, e che Profumo ne avrebbe avuti solo 5 in meno, quindi si chiede perché il discorso dell'età anagrafica valga per alcuni e per altri no. Strike 1 per Fassino. Dice comunque che la classe dirigente a Torino c'è (e che è ovvio che ci siano state le condizioni più favorevoli in assoluto per prepararla, visto che nei 5 anni precedenti si è governato la Regione, la Provincia e il Comune contemporaneamente) e che lui offre la sua carriera politica e internazionale al servizio della Città per far crescere questa classe dirigente. Una sorta di traghettatore tra l'era Chiamparino e l'era del futuro Sindaco, probabilmente più giovane e "diverso".
Un politico di lungo corso, e si vede. L'ho decisamente rivalutato dopo l'incontro.


Gariglio. Sicuramente è preparato, ma a pelle proprio non mi piace. Durante l'incontro cercava di portare a segno quanto più possibile i suoi interventi per meritare l'applauso del pubblico, e così alzava la voce, assumeva spesso un tono esasperato, e due volte ha ottenuto ciò che voleva. Ma in realtà il timbro della sua voce non è forte, e immaginatevi uno che grida cercando di darsi importanza con una voce "a metà". Non ci siamo.
Sembra intelligente, ma elude le domande. Risponde sempre a quello che vuole lui. Tropeano gli si lancia contro per due domande chidendogli del suo passato democristiano e provando a metterlo in difficoltà (e se la prima volta ci stava, la seconda aveva rotto): gli chiede cosa pensa dei diritti civili e del matrimonio lesbico officiato da Chiamparino, e Gariglio parla di sharia. Non ci siamo.
L'età gioca a suo favore, il curriculum è sicuramente buono, ma... non mi convince.

Placido. Dei 4 è il più popolare, "popolare" nel senso di "venuto dal popolo". Il suo modo di parlare è molto colloquiale, talvolta sgrammaticato, gesticola un sacco (e non mi piace), in sala pareva fosse il preferito tra il pubblico. Ha sicuramente delle idee sulla città, non ha mai alzato la voce ma ha fatto dei punti molto sensati. Il tono poi era molto sincero, e talvolta sembrava anche leggermente imbarazzato. A volte in difficoltà nel dare le risposte. Null'altro da segnalare.

Ho dimenticato in ufficio gli appunti delle risposte dei candidati, quindi probabilmente integrerò questo post in seguito con qualche contenuto più "succoso". Concludo aggiungendo che me ne sono andato dall'incontro, spossato e tediato, prima che i candidati facessero il discorsino finale da 5 minuti sulle ragioni della loro candidatura; per cui se qualcuno è a conoscenza di quale propaganda si siano fatti può comunicarmelo nei commenti, grazie.

domenica 9 gennaio 2011

Il referral del giorno


Mi sento molto Marta Flavi.

Primarie Torino: Tricarico scende in campo

Andrea Rossi, lastampa.it

Il guanto di sfida è racchiuso in una lettera. Ce n’è per tutti: il partito che asserragliato in se stesso anziché aperto alle forze della città; i vecchi dirigenti che non ne vogliono sapere di farsi da parte; l’orgoglio di chi ha amministrato la città negli ultimi anni; l’esigenza di un ricambio generazionale. Preceduta dalle scudisciate del senatore Ignazio Marino e dai ripetuti affondi dei rottamatori, sul Pd piomba la candidatura di Roberto Tricarico. L’assessore alla Casa, 42 anni, nato a Torino ma figlio d’immigrati, vuole partecipare alle primarie. «Intendo presentarmi con la spinta dei cittadini-elettori, iscritti e non iscritti al Pd, con i banchetti nei mercati e nelle piazze». Vuole correre, ma in polemica con il regolamento varato dal partito torinese: 700 firme da raccogliere tra i 3500 tesserati, ma non tra gli elettori. «Come mai a Milano, Bologna e Napoli i candidati alle primarie raccolgono le adesioni tra la gente e a Torino le firme dei cittadini sono contro lo statuto?», polemizza Diego Castagno, uno dei leader dei rottamatori torinesi.

Se non è una dichiarazione di guerra, quanto meno è uno schiaffo che sembra varcare i confini di Torino. C’è uno scenario nazionale in evoluzione: la direzione nazionale del 13 gennaio sarà preceduta, il giorno prima, da una contro-direzione organizzata dai rottamatori; i veltroniani sono in fibrillazione; il quadro di alleanze su cui la segreteria Bersani sta ragionando (apertura al terzo polo a costo di sacrificare Vendola e Di Pietro) fa storcere il naso a molti. L’irruzione a gamba tesa di Tricarico nasce in questo contesto, con la benedizione di Ignazio Marino e Pippo Civati, e a Torino sancisce l’irrompere della sfida generazionale: «Io sono nato nel 1968», dice Tricarico, «quando i nostri padri volevano portare l’immaginazione al potere e oggi, insieme con i nostri nonni, sono ancora lì a spiegarci che siamo troppo giovani. Negli altri Paesi alla mia età si è già fuori dalla politica e si è lasciato spazio a quella nuova generazione su cui il presidente Napolitano ha centrato buona parte del messaggio di fine anno».

La reazione del Pd, per ora, non promette nulla di buono. Il partito tiene il punto: le regole sono quelle stabilite, non ci saranno deroghe per nessuno. Il braccio di ferro è dietro l’angolo. E le scosse si avvertiranno anche a Roma. L’assessore tira dritto, convinto che alla fine nessuno potrà impedirne la candidatura se su di lui convergeranno persone e forze della città. Comincia a delineare scampoli di programma: «Cerchiamo soluzioni per attrarre altri investimenti e consolidare il nostro distretto dell’auto. E pensiamo a una Torino con più abitanti, più giovani, un incremento della conoscenza e dell’uso dell’intelligenza, anche tecnologica, in tutti i settori, dalla mobilità al welfare». Darà il via alla sua campagna dopo il referendum di Mirafiori. «Ho deciso così per rispetto della difficile scelta che gli operai e le loro famiglie stanno per compiere. Comprendo le ragioni del no, perché solo chi è in fabbrica può capire il peso delle nuove richieste dell’azienda e gli stravolgimenti che possono provocare alla propria vita. L’investimento promesso da Fiat ha una ricaduta positiva, per questo dobbiamo essere vicini alla scelta dei lavoratori».

Aspetterà il verdetto di Mirafiori, 13 e 14 gennaio. Aspetterà anche l’arrivo in città di Nichi Vendola, il 12. C’è un cantiere aperto, vorticose girandole d’incontri: sinistra vendoliana, rottamatori del Pd, Fabbriche di Nichi, Office corsare, studenti, Terra del Fuoco, Acmos, associazioni. Il percorso è avviato, la candidatura di Tricarico lì s’inserisce. Non è l’unica: un altro assessore della giunta Chiamparino, Gianguido Passoni, si è fatto avanti. Altri nomi potrebbero spuntare. «Le persone della mia età possono cedere il passo a una candidatura espressione della nuova generazione, un nuovo patto. Altrimenti tocca a noi», chiude Tricarico.

sabato 8 gennaio 2011

Nuova bagarre sulle primarie

L'intervista di Ignazio Marino alla Stampa di ieri è stata la miccia che ha rifatto esplodere il caso primarie a Torino. In particolare, a essere messe sulla graticola, sono le regole: regole che, a quanto pare, "limitano il numero di candidati" (e non è vero, sono già 4). Il caso è nientepopodimeno che dell'assessore alla casa e all'ambiente Roberto Tricarico che, non controllando manipoli di tesserati, faticherebbe a raggiungere le 700 firme necessarie per presentare la propria candidatura.

Ora, credo che il punto sollevato da Tricarico e Marino sia sacrosanto e che entrambi abbiano ragione a chiedere chea essere valide per la presentazione della candidatura siano anche le firme degli esterni al partito. Non so perché non sia stato deciso in questo modo infatti, dato che la questione era già stata posta in passato. Inoltre apprezzo il lavoro svolto dall'assessore in questi anni e sarei felice di vederlo in corsa: del resto, credo io, più siamo e meglio è - ma questo, in effetti, vale solo quando si parla di primarie di idee e non di nomi.

Ciò che tuttavia non condivido è il tempismo: le regole delle primarie sono state decise il mese scorso, dopo mesi e mesi di caciara in cui il PD si è fatto un danno potenzialmente preoccupante, e con lui tutta la sinistra torinese. Perché riaprire questo vaso di Pandora adesso? Se Tricarico si vuole candidare, inizi la campagna e cerchi queste benedette 700 firme dei tesserati. La mia è a sua disposizione.

Primarie Torino: intervista a Roberto Placido

Bilancio, municipalizzate e soprattutto lavoro in questa breve intervista a Roberto Placido condotta dal Manifesto.

Mi fa sorridere che Placido parli di politica che "torni ad ascoltare la gente comune": credevo che questo fosse uno dei meriti della giunta Chiamparino. Inoltre, non vado pazzo per il suo uso di espressioni come capitale e lavoro: mi sanno di antenatismo allo stato puro.

Tutti al Senato

Segnatevi la data, signore e signori, torinesi e non: dal 17 marzo all'8 gennaio 2012 a Palazzo Madama sarà visitabile l'aula del primo Senato del Regno d'Italia, che proprio nella bellissima costruzione di piazza Castello albergò negli anni successivi all'Unità dal 1861 al 1864, quando la capitale fu trasferita a Firenze.
Sempre a Palazzo Madama, nel fossato, verrà aperto anche il giardino medievale, ricostruito seguendo fedelmente le indicazioni d'epoca.
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